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Il Cinque Maggio. (E)I fu

Il 5 maggio 2010 iniziano i cosiddetti festeggiamenti per il 150° anniversario dell’unità italica. Con un’imbarazzante e curiosa coincidenza per i veneti, la data coincide con la morte di Napoleone. Un intreccio storico che non può lasciare indifferenti i veneti che conservano un minimo di memoria storica (anche se tra di essi purtroppo non possiamo annoverare il presidente del Veneto, più sensibile alle figure di imperatori, che non alla storia veneta).

L’altra coincidenza di questi festeggiamenti (che dureranno un anno e mezzo, un pò troppo a nostro parere in tempo di crisi!) è probabilmente con una delle fasi più critiche della storia dello stato italiano, con dubbi non da poco sulla stessa tenuta della propria sovranità. Pur tirando la cinghia e avendo evitato saggiamente di buttare soldi pubblici con gli inutili stimulus plan che stanno mettendo a dura prova l’eurozona, lo stato italico porta comunque sul proprio groppone un fardello di difficile sostenibilità costituito da un debito spaventoso, da una crescita praticamente nulla e da un declino economico testimoniato da 15-20 anni di caduta libera in termini competitivi comparati rispetto al resto del mondo sviluppato.

Oltre al dramma di essere in uno stato che ammazza ogni prospettiva di crescita futura, l’aspetto irritante del vivere in Italia è che diamo per scontato e inevitabile l’asservimento a una casta orribile e profondamente corrotta.

Qualche giorno fa fece scalpore il tentativo di far passare un emendamento che creava delle superpatenti per gli autisti di auto blu, senza punti, in modo da facilitare l’innosservanza del codice della strada per chi deve portare spesso a spasso i politici e i notabili tricolori, a zonzo magari per intascare qualche tangente, oppure per manipolare qualche appalto in giro per il territorio.

Nella scorsa tornata elettorale, tanto per citare un esempio tra i tanti, l’inneffabile amante del tricolore e assessore regionale Elena Donazzan partecipava alle trasmissioni televisive per la propria persona campagna, a spese dei cittadini, spostandosi con un auto blu.

Questo malvezzo rappresenta la normalità per politici e burocrati che hanno perso ogni senso del limite.

Una misura di ciò è proprio data dal numero di auto blu, assolutamente sproporzionato rispetto a tutti gli stati del mondo. Guardiamo una classifica parziale degli stati con più auto blu:

  • Italia 626.760
  • Stati Uniti : 72.000
  • Francia : 61.000
  • Regno Unito : 55.000
  • Germania : 54.000
  • Spagna: 39.000
  • Portogallo : 22.000

L’Italia domina dall’alto questa classifica, con un numero allucinante. Ecco la motivazione che spiega perché le scuse di questi giorni di Scajola, che hanno scandalizzato molti, in realtà erano giustificatissime. Infatti, la cifra in gioco era assolutamente irrisoria rispetto a quanto la casta politica italiana è abituata a maneggiare e a rubare. Questa, insomma, per il ministro tricolore è stata solo una buccia di banana. E nella repubblica delle banane i politici possono cadere solo per queste ragioni. Così come D’Alema, che rischia di più per il suo altezzoso insulto televisivo di ieri ad un giornalista, che non per una scandalosa politica che da vent’anni ormai lo identifica come il compagno di merende e il più grande alleato de facto del primo ministro, in una tragedia nota come teatrino della politica italiana.

Per le cose serie, ovvero il furto quotidiano dei nostri quattrini sperperati per politiche clientelari e mafiosizzanti, i politici italiani raggiungono invece i massimi indici di popolarità.

Ecco perché io oggi non trovo nulla da festeggiare. Il mio pensiero va invece proprio al maggio di 213 anni fa, quando (temporaneamente) veniva meno l’indipendenza dei veneti.

Ecco, se oggi, 5 maggio, anniversario della morte del più grande nemico dei veneti e inizio delle celebrazioni della più grande sventura per il Veneto, qualcosa mi dà la forza di sperare per il futuro, è proprio la consapevolezza che ormai “I fu” (“Italia fu”) e che per il futuro (non così lontano) gli stati multinazionali ottocenteschi sono destinati a cadere miseramente, per lasciare spazio a nuove entità statali, più umane, più rispettose dei propri cittadini, meno oppressive, più in linea con le esigenze del mondo moderno e non con l’ingordigia di un’impresentabile classe dirigente.

La Venetia indipendente sarà uno di questi nuovi stati che nasceranno dalle ceneri dei leviatani, coperti di debiti e di malaffare.

Gianluca Busato

PNV Treviso

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