Mentre si celebra il rito dei campionati mondiali di calcio, che per la prima volta si giocano nel continente africano, in Europa si discute dei futuri equilibri economici e politici.
Nel bel mezzo di crisi di assestamento finanziario, emerge infatti con grande evidenza l’insostenibilità dei conti pubblici di molti stati, che fino ad oggi hanno potuto godere di un periodo di vacche grasse. Queste vacche grasse in realtà erano le aree produttive di questi stati, che hanno avuto buon gioco a mungerle con una dissennata politica socialdemocratica basata sulla costruzione del consenso politico attraverso misere politiche di assistenzialismo e corporativismo.
La prima della classe in questa vergognosa pratica è stata ovviamente l’Italia, che oggi rappresenta per molti aspetti la massima contraddizione dello squilibrio politico europeo.
Lo scenario che si apre è incredibile: infatti, il Veneto, che pure rappresenta uno dei polmoni economici fondamentali in Europa, è destinato ad essere retrocesso in serie B, ovvero nell’area che forse avrà una moneta nuova, un “Euro 2” svalutato rispetto all’Euro. Le azioni del cancelliere tedesco Angela Merkel e dei leader dei paesi europei più virtuosi sembrano infatti andare in questo senso.
Cosa vorra dire? Che per noi veneti costerà molto più caro andare in Europa: in Austria, in Germania, in Olanda, per esempio. Che la nostra economia sarà più debole probabilmente, perché legata a un’area più povera rispetto alla serie A d’Europa.
Allora la domanda è: ma l’inno di Mameli, le partite di calcio della squadra italiana valgono tutto questo? Ha senso diventare più poveri ogni giorno che passa per sventolare una bandiera?
Pensiamoci, perché se per caso cominciassimo a non usare più quel simbolo, se per un istante comprendessimo che il Veneto indipendente ha tutte le carte in regola per restare nella serie A d’Europa, allora le cose cambiano.
Gli indipendentisti veneti devono cogliere la grande sfida che ci aspetta.
E per riuscire nel nostro intento, bisogna assolutamente diluire lo spirito patriotico italico, costruito sulle falsità e sull’inganno. Se serve non tifare per la loro nazionale di calcio, facciamolo senza indugio. Nel nome di quel malposto sentimento si commettono infatti crudeltà indicibili e furti inenarrabili, nascondendo queste vergogne sotto una bandiera. Allora le nostre emozioni patriotiche – che sono fortissime – riserviamole solo ed esclusivamente allo sventolare della nostra amata bandiera veneta, simbolo millenario di civiltà e indipendenza.
Per noi l’inno di Mameli e il Va Pensiero pari sono: simboli che servono solo a giustificare l’asservimento economico, civico, morale e politico a uno stato famelico e ai suoi principali controllori, i partiti presenti in parlamento, nessuno escluso.
Forza ragazzi, la partita è appena iniziata e noi veneti possiamo vincerla, se solo lo vogliamo!
Gianluca Busato
PNV Treviso
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