Ora il Consiglio Regionale di Venezia può dichiarare unilateralmente e legittimamente che il Veneto è uno stato libero e indipendente
La sentenza di ieri della Corte di giustizia dell’Onu non poteva essere più chiara. L’indipendenza del Kosovo è pienamente legale. La novità dell’aspetto è che il percorso kosovaro verso l’indipendenza per la prima volta è stato fatto in modo unilaterale dal nuovo stato. Esso è avvenuto quindi non attraverso l’approvazione di un referendum popolare, bensì attraverso una dichiarazione unilaterale della sua assemblea legislativa.
Era il 17 febbraio 2008 quando appunto il Parlamento di Pristina dichiarò il Kosovo «uno Stato orgoglioso, indipendente e libero».
Questo pronunciamento è come una lama affilata nella schiena dei biechi stati dell’Europa occidentale che ancora tentano di dire che tale percorso non è applicabile agli stati che si stanno liberando finalmente anche in quest’area del mondo.
È infatti proprio qui che oggi storicamente si concentrano le situazioni più clamorose.
Oggi quindi possiamo affermare con forza che il percorso per l’indipendenza del Veneto, già tracciato da tempo, diventa più agevole e trova un riconoscimento legale internazionale certo, arricchendosi inoltre di più soluzioni alternative per il suo ottenimento.
La sentenza dell’Aja fa piazza pulita di tutti coloro che hanno in questi anni affermato che la costituzione italiana impedisce al Veneto di ottenere la sua indipendenza. Costoro mentivano sapendo di mentire.
L’Onu oggi afferma a tutto il mondo che NON esistono costituzioni o leggi interne agli stati che possano togliere validità legale internazionale ai percorsi democratici verso l’indipendenza di parti di loro territorio. Di più, tale pronunciamento epocale fa anche giustizia di tutte le opposizioni già inconsistenti nel merito circa le ragioni “storiche” che motivano l’indipendenza del Veneto. Infatti, l’indipendenza del Kosovo è stata definita legale al di là delle ragioni storiche che anzi in tal caso forse non giocavano a favore dei kosovari.
Pertanto anche il dibattito sul risorgimento italico, già ampiamente squalificato, può entrare nel dimenticatoio.
Non c’è alcuna ragione storica che possa impedire al Veneto contemporaneo di ottenere la propria indipendenza politica e di alzarsi con pari dignità al cospetto degli altri stati sovrani del mondo.
È quindi ora ancor più valido il nostro percorso principe verso la libertà, che prevede l’indizione di un referendum democratico per il riottenimento della nostra sovranità. Da ieri, inoltre, anche se per qualche motivo lo stato italico dovesse frapporsi alla sua indizione, i veneti potranno sempre dichiarare legittimamente la propria indipendenza in modo più agevole grazie a una dichiarazione unilaterale del proprio consiglio regionale.
Ora i nostri governanti di Venezia non hanno più scuse.
Essi si diano da fare immediatamente e convochino al più presto una riunione del consiglio regionale del Veneto che inizi tale percorso democratico verso l’indipendenza.
Gianluca Busato
Partito Nasional Veneto
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digo de boto che sensa dubio ła xe na bea notisia.
però se èxe soło de tribunai, europa… pò vardo nialtri e me dimando:
coei de venexia i gaveva scuxe?
vol dir che deso i dovaria sforsarse par nialtri (4 indipendentisti)? (łori no i vol?)
el popoło cosa pensarało?
vegnarà considerà el so parer co el sarà involto? (pol essar che ła maxoransa no ła vol).
se dovaresimo ciapar l’indipendensa, ghe saremo tuti unìi par andarghe sora ai primi pasi che, cofà ła vedo mi, i podarìa essar masa stentoxi par coalche miera de parsone soło?
voemo l’indipendensa in te ste condision?
no vojio smorsar l’emosion portada da l’articoło che a xe bona, vojio vardar indove che pusarò el pìe e saverghene on fià de pì se nol xe sta meso in tel articoło.
(ło so che ła sentensa xe de jieri, ma l’intension par l’indipendensa no).
quei no ie mia omini de latta come certi veneti , coi fazzolettini verdi , ie gente de acciaio non come i veneti fatti de carta stagnola
Salve, non vorrei che fosse sopravvalutata l’opinione della ICJ sul caso Kosovo.
Per capire la risposta, bisogna leggere con attenzione la domanda, che è: “la dichiarazione unilaterale di indipendenza dell’autorità d’autogoverno provvisoria del kosovo è conforme al diritto internazionale?”
la risposta ovviamente è che non viola la legge internazionale. E questo per il semplice fatto che la legge internazionale non vieta le dichiarazioni unilaterali di indpendenza, ciò che non è vietato dall’ONU, dalle Convenzioni e dalla Consuetudine, è ammesso.
D’altronde la Corte si preoccupa di specificare, che se la dichiarazione non viola la legge, il riconoscimento internazionale è comunque una questione politica dei singoli membri delle NU.
Se la domanda fosse stata “i paesi membri delle Nazioni Unite debbono considerare valida la dichiarazione unilaterale di indipendenza dell’autorità d’autogoverno provvisoria del kosovo è conforme al diritto internazionale?”
La risposta sarebbe stata no.
Questo perchè nel diritto internazionale l’indipendenza è ancora trattata alla vecchia maniera: tramite il contrattualismo privatistico fra governi (cioè che dipende esclusivamente dalla volontà delle parti) senza alcun obbligo verso istituzioni superiori (organizzazioni o convenzioni internazionali) o pari (altri stati).
“io governo di questo territorio e di questo popolo riconosco che tu sei il governo di quel territorio e di quel popolo”. Fine.
Secondo il diritto intenazionale uno stato è tanto più indipendente, quanti più altri stati ne riconoscono l’indipendenza. Se poi arriva pure il riconoscimento dell’ONU, allora si è a posto.
In pratica, più che rincorrere le corti internazionali (che non valgono niente, escluse ovviamente quelle dell’UE e del Consiglio d’Europa, le cui sentenze hanno valore di legge), è più utile rincorrere gli altri governi.
@ antonio
grazie per la precisazione precisazione.
A diventemo veci a forsa de spetare che se mova cuełi co ła camixeta verde!
D’ogni modo se trata de na notisia poxitiva (anca se so el Kosovo mi ła penso in un çerto modo… e dixemo che łe feste pa’l independensa co tanto de bandiera albanexe e mericana e gnanca na bandiera kosovara no me ga de çerto fato canbiar idea… magari se fuse sta ncora a’l mondo Rugova, che’l jera un brao omo, gavaria vudo pì sinpatia pa ła viçenda kosovara)
Quello che dice Antonio è direi abbastanza corretto, per tutto quello di cui mi sono documentato fino ad oggi.
Forse l’unico appunto è l’uso delle parole “legge internazionale”, perché non esiste alcuna legge internazionale. Il cosìdetto “diritto internazionale” è semplicemente una questione di consuetudini e accordi tra stati. Se un accordo tra parti assume “valore di legge” tra di esse, questo non significa che sia vincolante per una entità che si dichiara indipendente. Ella infatti diventa un soggetto terzo, che tali patti non ha mai sottoscritto.
Quando si pensa in termini internazionali occorre pensare in termini di anarchia. Il mondo è anarchia (per fortuna!)
La eventuale violazione di un accordo tra le parti ammette la condanna e le eventuali ritorsioni come leggittime e quindi tendono ad isolare coloro che le sosterrebbero. Tuttavia non è assolutamente escluso che ciò non possa accadere. L’estrema ratio alla fine sono le armi. Ed ancora, non è scritto nel marmo chi sia allea con chi.
E la conclusione che fa Antonio è coerente con questa prospettiva: conta il riconoscimento degli stati, quanti di più e quanti di più potenti e meglio è.
E per fare questo a volte è utile far vedere che si hanno i muscoli (e le palle).
Il Veneto? Ecco, se devo considerarlo secondo questi termini non vedo né muscoli e tantomeno palle.
concordo con claudio in diversi punti ma preferisco non riportarli per non dare troppo risalto a certi argomenti che, visto il loro sottile “confine”, potrebbero essere interpretati e portati avanti in malomodo da parte di qualche testa calda.
questo invece lo metto:
“Il Veneto? Ecco, se devo considerarlo secondo questi termini non vedo né muscoli e tantomeno palle.”
faccio un’aggiunta alla tua frase claudio, ma non per distorcerla. è solo una mia osservazione dello svolgimento che hanno le modalità umane:
chi non ha le qualità dette sopra chiaramente agisce sotto dettatura delle proprie debolezze (al plurale), e queste portano all’ossesione. l’ossessione rende ciechi e appanna la mente coprendo i diritti e bisogni di un popolo.
i politici ci hanno insegnato questo. una lezione da non dimenticare.