Pubblichiamo l’editoriale del direttore di Rete Veneta sulla vergognosa legge bavaglio contro le TV Venete. Il PNV esprime la propria solidarietà più totale agli editori Veneti calpestati e privati dei loro diritti a trasmettere, addirittura in contrasto con quanto prevede la legge stessa.
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Grande Bacialli facci sognare !
Non vi lascieremo soli, voi chiamate che noi veniamo .
Sarebbe opportuno capirne di più prima di sostenere. Come sempre questa è l’Italia, di cui il Veneto semplicemente è propaggine, dove invece di fare informazione e SPIEGARE si fanno proclami.
Che dire poi, dal video ascolto le parole “italiani” e “nord est”… …è per questo che, semmai servissero altre conferme, ho prima affermato che il Veneto è una propaggine italiana.
Quale interesse salvare queste tv locali, dalle quali traspare molto raramente un sentimento di dignità per la propria nazionalità? Al rogo.
In totale ci sono 58 frequenze, di cui però tre di scarso utilizzo per il digitale video, ne restano 55: 48 in UHF e 7 in VHF.
Ogni frequenza dispone di una ampiezza di banda di circa 7 MHz, pari ad un massimo bitrate di 7Mbps da cui si sottrae circa il 5% per i codici di trasporto, ottenendo un bitrate netto di circa 6,6Mbps, in cui possono scorrere max 4 canali in H.264 a media definizione (720p), o 5/6 canali in definizione standard (575i) (conti fatti a spanne).
Ci sono quindi disponibili 220 canali in media definizione. Tuttavia qualcuno dovrebbe operare in compagnia di altri viaggiando sullo stesso autobus, cioè la stessa frequenza, se ogni tv vuole tenersi più frequenze.
Occorre anche sapere che, mentre la tv analogica pare avesse seri problemi ad essere trasmessa in isofrequenza, cioè vuole dire usare la *stessa* frequenza per coprire diverse aree con diverse antenne, e quindi era necessario disporre di più frequenze, con quella digitale il problema sparisce (come avviene per es. con i telefonini).
Allora ad una tv basta *una* frequenza per trasmettere da 3/4 canali in HD, fino a 5/6 in SD o LD (la tv per i telefonini e palmari).
Buon senso vorrebbe che una compagnia tv si prendesse al massimo una frequenza, e su questa ci fa girare i canali che vuole (es. 2 in HD + 3 in SD). Poi se proprio avanza, se ne concedono altre (le radiofrequenze per area sono un bene finito).
Ma volete rovinare la festa alla Rai che si espande con canali totalmente inguardabili, ma ottima fonte di assunzioni per collocamenti politici?
O volete che Silvio Berlusconi non ci sguazzi nel business per trasmettere i canali premium (che vuol dire “a pagamento”) …occupando millemila frequenze?
Peraltro lui, e suo fratello Paolo, hanno pure giocato sporco in questa vicenda. Già perché il decoder che per primo ha commercializzato Paolo è stato molto convenientemente finanziato con aiuti di stato.
Poi pare ci siano alcune tv locali che hanno un numero considerevole di frequenze in concessione, e non siano disposte a mollarle tanto facilmente.
D’altra parte hanno pagato la concessione…
Ma visto che parliamo di soldi, diciamo pure che se chiudono un po’ di tv risparmiamo pure un po’ di quattrini visto che li abbiamo finanziati.
Si, perché le tv private, come le radio, sono finanziate con i nostri soldi. Un canone sotterraneo che estorcono, né più né meno della Rai, in modo ancor più subdolo perché invisibile.
Diciamo che più spazio all’Indipendentismo veneto sarebbe ora di concederlo. Noi non siamo la Lega, non sparliamo a vanvera. Abbiamo un progetto concreto, vivo, vero, genuino ma questo non ci deve relegare nel mondo degli “urlatori in verde” e bollare come i soliti nostalgici. Noi partiamo dagli errori pre-unitari ed unitari come base storica, piattaforma su cui poggiano programmi e progetti per costituire legittimamente, democraticamente e nel rispetto delle idee di tutti un nuovo Stato Veneto che rimetta ordine nel cassetto della Storia veneta e proietti il nostro Popolo verso sfide importanti per il futuro. Ma la prima sfida da vincere è quella che i Veneti ritrovino fiducia in se stessi e riscoprano un grande spirito di corpo. Non abbiamo mai parlato di razzismo, non intendiamo scimiottare lo stile Savoiardo della Lega Nord che ha imposto la questione tra Nord e Sud. Per noi non esiste una questione Meridionale in senso lato, bensì tante questioni Meridionali che per noi significano indipendenza dei popoli che hanno visto violentata e stuprata la propria dignità di esistere e di proseguire il proprio percorso nella storia, nel rispetto delle proprie tradizioni e della propria lingua. Siamo tutti briganti, perchè non siamo allineati alle “bugie di stato che durano da 150 anni”, perchè i nostri popoli non hanno potuto scrivere la storia solo perchè i Savoiardi prima e il sistema Itagliano da Giolitti in poi ci hanno tolto tutto, anche la penna e l’inciostro per scrivere le nostre verità di popolo. Siamo scappati per fame con il cuore a pezzi. E le ferite del cuore e dell’animo non si rimarginano facilmente. La penna prima, la tv ora. Il Veneto deve stare nel silenzio imposto dal regime MediasetRai, che sono la stessa cosa. Ora però sono gli editori Veneti che devono aver coraggio…Essere editori senza peli sulla lingua, con giornalisti altrettano coraggiosi ( non macchiette da avanspettacolo come mi capita di vedere in giro, sopratutto la mattina presto)…Quando potremmo parlare anche noi alla pari di un gerente di partito italiota venduto imposto al nostro popolo allora l’editoria Veneta avrà compiuto il primo passo di onestà intellettuale verso i Veneti. Finchè le cose resteranno così…spiace dirlo “xè cass…lori”.
Pian pianelo ghe rivarà.
Rete VNT xè ok, fideve.
Si si. Reteveneta no se discute xè senpre sta disponibie !
[…] sera ho potuto finalmente capire meglio la situazione della cosidetta “legge bavaglio”, grazie all’intervista fatta al suo editore, Filippo Jannacopulos, da Rete […]