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SETTE ANNI DI PURGA e 3 PUNTI FERMI

di Gianluca Panto

Ho ascoltato ieri sera l’intervista al presidente della regione del Veneto Luca Zaia ad Antenna 3 Nord Est e vi sintetizzo le mie impressioni.

C’era una platea di giornalisti filo italiani che lo martellavano e taluni anche lo  guardavano con sospetto, tentando domande insidiose schivate con abilità dialettica non sempre sopraffina.

In particolare Zaia non ha saputo dare la definizione di essere veneto.

Da una parte lui, dall’altra loro, in mezzo noi, i cittadini veneti in attesa di conoscere il nostro destino e cosa succederà nei prossimi anni.

Questo in sintesi il Zaia pensiero: prepariamoci a 7 anni di purga,la piena ripresa arriverà non prima del 2017  e la situazione economica europea è pesante. Dopo la Grecia ci sono altri 2 paesi ad alto rischio bancarotta: Irlanda e Portogallo.

Vista le premesse, ora dalla discussione emerge come il programma zaiano sarà condizionato inevitabilmente dalle seguenti INOSSIDABILI condizioni al contorno:

1)      Lo stato Italia ha tagliato i trasferimenti alla regione del Veneto per alcune centinaia di milioni di euro all’anno. (QUASI MEZZO MILIARDO)

CONSEGUENTEMENTE, con le poche risorse residue:

2)      Non taglieremo i servizi alla sanità, che assorbe l’80% del bilancio regionale (se lo facesse Zaia perderebbe consenso), ma a seguito dei tagli dei trasferimenti italiani non saremo assolutamente più in grado di fare nuovi investimenti in nessun settore.

Per esempio L’ospedale nuovo di Padova non si farà perché non ci sono soldi, daremo una mano di bianco a quello vecchio, e via.

Faremo la Pedemontana Veneta ma privata e a pedaggio, costringendo i cittadini veneti che pure i soldi li avrebbero,a pagare le tasse una volta per finanziare il resto d’Italia e una seconda volta per pagarsi le infrastrutture.

Ce la prendiamo comoda con l’alta velocità ferroviaria, costa tanto quindi intanto diciamo che ci stiamo pensando che la faremo ecc. ecc. sappiate che l’Italia coi nostri soldi la fa da Torino fino a Napoli, passando per Milano ma di quella veneta non è ancora stata fatta nemmeno la progettazione esecutiva !

3)      Visti i punti 1 e 3 resteranno solo le briciole (ovvero numericamente 1,5 miliardi/anno, pari che so a un bilancino di una provincia come Trento che ha 450.000 abitanti !)  per  finanziare il  credito alle imprese in vista di Basilea 3, per rilanciare il turismo, per gli ammortizzatori sociali e rilanciare l’occupazione e per promuovere il turismo, primaria attività della nazione veneta, per ammodernare le infrastrutture, per attivare la portualità ecc

Cioè scordatevi che avanzino soldi per fare vere azioni concrete, avrete solo qualche operazione di propaganda elettorale e non certo iniezioni di capitali adeguate ad un territorio fortemente industrializzato abitato da 5 milioni di persone, le più operose d’Europa.

Quindi dovremmo prepararci a sette anni di purga e declino, sociale ed economico.

Zaia taglia,Zaia razionalizza. Doveroso, bravo ma quanto guadagna il 10% il 20% su quel 1,5 milioni liberi disponibili ? Ma dove volete andare  con questa gente !

Eppure questo governatore è stato eletto con il consenso del 60% dei veneti.

Teoricamente ha in mano un potere enorme per salvarci, ma non lo fa.

Semplicemente prende atto della situazione, del sopruso italiano, a cui diamo 20 miliardi/anno di eccedenza e si adegua.

Avete capito bene i fatti ed i numeri ? Bene.

Avete capito bene il Zaia pensiero: “ adeguarsi al sopruso italiano, tagliare sui costi e tenere duro”.

Bene.

Traduco in lingua veneta “ star bechi e contenti”.

Che cosa aspetta, che passino altri sette anni, ma in sette anni di crisi si distrugge una nazione, la si rende povera, si prosciugano tutti i risparmi di 50 anni di precedenti sacrifici.

Andando avanti cosi’ tra sette anni tutte le industrie saranno sparite e nessun imprenditore avrà più un briciolo di capitale da investire in qualsivoglia attività, oppure sarà già all’estero da tempo se no xè mona.

Le ripercussioni sull’occupazione e sulla qualità della vita potrebbero presto cominciare ad esser pesanti, c’è poco da fare, Zaia o non Zaia, questi sono i conti, questi sono i numeri, queste le conseguenze di prostrarsi all’Italia.

Se a qualcuno sta bene questo continui pure a sostenerlo, io non penso nemmeno e se posso offro  una piccola mano per migliorare la situazione.

Per questo ho aderito a VenetoStato. E’un atto di responsabilità, un piacere non un dovere.

Ti fa sentire meglio, più ottimista, più positivo.

E’ stato bello vedere il presidente del PATT al nostro congresso. Questi sono pezzi grossi, non esponenti di piccoli movimenti.L’ho risentito, è rimasto molto impressionato e ci sprona a proseguire.

Ecco, presto inizieremo ad avere consenso, a raccogliere risultati e ad influenzare le scelte politiche con una diversa visione, la nostra.

Gianluca Panto

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