Lettera aperta di Gianluca Panto (VENETO STATO) al leader degli industriali di Treviso
Leggo oggi lo straziante grido di allarme lanciato da Alessandro Vardanega presidente degli industriali della provincia di Treviso.
Colgo l’occasione per un piccolo approfondimento e per rifletter su alcuni punti.
Scrivo con un minimo di cognizione di causa, essendo da sempre e tutt’ora membro della associazione, dove ho anche ricoperto alcuni anni addietro dei ruoli direttivi (vice-presidente comparto produttori in cemento).
Vardanega nei mesi scorsi si è compiaciuto per l’elezione di Zaia a Presidente del Veneto invocando ed acclamando quella discontinuità politica necessaria a fare i cambiamenti necessari per la crescita del territorio e la competitività delle imprese.
Una rincorsa disperata al nuovo che invece si sta delineando nient’altro che quello che noi di Veneto Stato diciamo da tempo: cambiare tutto per non cambiare niente.
Quali sono i progetti ? Evitare che il Veneto diventi un’area marginale rispetto all’Est Europa, avendo questa fortissime, anzi oramai evidenti prospettive di crescita.
Benissimo. Peccato che con un’ora di automobile ci sia l’Austria e la Slovenia con il loro 25% e 20% di tassazione sulle imprese, terreni a costo ridotto e tappeti rossi stesi a chiunque voglia investire e tutto questo oggi e subito.
Proprio ora ti accorgi che i politici che tu stesso sette mesi orsono avevi osannato, ed al potere sia in regione che in Provincia, non potranno fare nulla di nulla per cambiare alcunché.
Federalismo burla, stesse tasse anzi di più.
Il tempo che passa è un fattore critico. Se loro non hanno che appena una ridottissima possibilità di incidere sui modi dimmi un po’ se lo hanno sui tempi.
Ed ora tu ti accorgi che la nuova classe dirigente è più intenta ad essere sempre protagonista su media e carta stampata per qualsivoglia banale tematica che impegnata a disegnare piani urgenti per il sostegno alle imprese ed allo sviluppo.
Mi fa piacere che finalmente te ne sia accorto, anche se per la verità le tue mi sembrano u
n po’ lacrime da coccodrillo.
Magari se ci avessi pensato prima sarebbe stato meglio.
Forse ti stai definitivamente rendendo conto che lo stato Italia non è riformabile, che è granitico immobile nella sua conformazione organizzativa, nei suoi poteri forti e voraci.
Magari ti stai rendendo finalmente conto che al Veneto l’Italia non serve proprio, anzi che è una palla al piede, ma va ?
Tu dici :”È necessario spostare il baricentro delle relazioni industriali dal livello nazionale a quello locale, ridurre con la riforma fiscale la tassazione dal reddito di imprese e lavoratori.”
MA DAI, CI CREDI ANCORA ? Lo stato Italia ti darà tutto questo, certo vedrai, vedrai.
No e scusa se tengo questo tono colloquiale. Qui siamo alla frutta e lo sai bene anche tu.
Nessuno resisterà e tutti dico tutti moriranno.
Certo non è facendo questi discorsetti che le cose cambieranno.
Qui serve una VERA discontinuità politica, a tutti i livelli. Non serve solo una nuova classe dirigente ma “le nuove classi dirigenti”.
Personalmente mi piacerebbe vedere una nuova linea in Unindustria Treviso,con una comunicazione più incisiva , che abbia il coraggio di fare qualche scelta di rottura.
Niente di personale, anzi, ma dovrebbero essere finiti i tempi per dimostrare un certo status quo chiamiamolo “con la puzza sotto il naso”.
Talvolta ti sento lento,cerchi di lavorare sui temi e sulla credibilità, giustamente, ma il risultato e che risulti accondiscendente, temi di esporti, salvo pentirti quando le vacche sono scappate dal recinto.
Se la FERVET di Castelfranco chiude tu ti devi incatenate ai cancelli mio caro Alessandro, io al posto tuo lo farei e di corsa anche.
La provincia di Trento ha anticipato 40 milioni di euro per salvare la Maragoni pneumatici e 10 per la Mens e Gasser dei succhi di frutta, ipotecando i loro immobili che saranno ripagati in leasing.
E qui a Treviso niente ? Chi siamo dunque noi per non poterlo fare !
Intanto perdiamo una centenaria industria manifatturiera con una storia infinita e professionalità uniche e strategiche.
Quando portai Pizzati, l’economista americano, alla nostra assemblea annuale a Villa Loredan restò a bocca aperta. “voi trevigiani siete più potenti di uno stato USA”, osservò.
Ricordati che quando apri bocca tu rappresenti di più della FIAT come fatturato e dipendenti.
Basta parlare di contenitore Italia,che tanto non ci porta niente,come ben vedi, e non vergognarti di essere Veneto anzi ripetilo ossessivamente.
Noi possiamo salvarci solo se questo territorio saprà contraddistinguersi e far valere la propria millenaria civiltà,la cultura che portiamo in grembo nel mercato di un mondo globalizzato è l’unica arma per essere immediatamente identificabili ed acquistare valore.
Non lasciare il coraggio nel cassetto e sblocca l’emergere di coloro i quali portano nuove idee,anche molto discontinue.
O ci giochiamo questa ultima carta oppure dovremo mestamente riconoscere che tutto ha una fine.
Non è un consiglio il mio, ammetti come sia semplicemente l’unica cosa utile che ci è rimasta da fare.
Gianluca Panto
Veneto Stato Treviso
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Caro Gianluca apprezzo l ‘intento ma temo solo che in veneto questo tipo di persone agisca come gli struzzi davanti ad un pericolo. Il coraggio come dici tu di esporsi con la propria faccia ed il proprio nome per una causa giusta ma che va contro i ” poteri forti” e lo status quo paralizza le menti di questa gente che vede il baratro ma non fa nulla per porci rimedio. Se aspettiamo loro ….siamo morti. Probabilmente come sempre è accaduto i veri cambiamenti partono dal basso. Se non hai la pancia vuota non fai una rivoluzione ( pacifica e democratica)e continuando di questo passo ( 100 mila posti di lavoro persi in veneto negli ultimi 2 anni) di questa ELITE che ci considera dei visionari che inseguono una chimera non ne avremmo più bisogno. Ciao. W SAN MARCO!
la mia domanda è “cosa” spinge questa gente verso terreni così paludosi.
è chiaro che senza un interesse nessuno si muove, ma essere così ridotti ad una cecità verso la propria gente la propria terra ecc, significa “volere ottenere solamente interessi egoisticamente propri” e cioè che non porteranno prosperità alla collettività.
questa è la classica zappa sui piedi.
il peggio è che non gliene frega un bel niente di tirare giù anche tutti quelli che vivono e lavorano accanto a loro.
fino a quando ci sarà l’egocentrismo ci saranno voltabendiera.
Purtroppo anche una gran parte di noi Veneti è stata amalgamata dal pensiero di appartenere alla razza italica(!). Il pensiero politicamente “corretto” è rappresentato purtroppo da Roma e dal Vaticano o dalle beghe romane o milanesi: una buona parte di noi ha perso( o forse non l’ha mai avuta) la conoscenza di essere stati discendenti di una grande repubblica millenaria. Che fare? Continuare ad elemosinare la carità a Roma o a Milano in cambio di un pò di miseria in meno per noi rispetto a Napoli o forse Napoli avrà sempre e comunque più di noi? Mah! Forse se ci danno da lavorare di più saremo più felici, così penseremo di meno? Io spero che ci sia presto anche qui un redde rationem. La porta aperta di Veneto Stato a chi ha creduto o ancora crede nella Lega spero venga oltrepassata al più presto da costoro delusi dal pifferaio varesino o dal bonaccione di Conegliano. Viva San Marco!
“La porta aperta di Veneto Stato a chi ha creduto o ancora crede nella Lega spero venga oltrepassata al più presto da costoro delusi dal pifferaio varesino o dal bonaccione di Conegliano.”
la porta aperta è sempre un’ottima cosa. però questo è un “atteggiamento”.
sono perplesso invece sulle “intenzioni” di chi entra.
mi spiego,
un bortolo qualsiasi può ravvedersi (di errori ne facciamo tutti) ed entrare.
un “capo” invece non può permettersi errori di questo calibro proprio perchè deve essere responsabile molto più di bortolo ed in più su larga scala.
siccome è umano anche il “capo” non gli si può negare di sbagliare, ma la conseguenza è che il suo ruolo “salta” (visto che è responsabile deve dare risposta -non a parole che quelle volano, ma coi fatti-).
senz’altro può entrtare, ma non con le alte mansioni di prima (chi si fiderebbe di uno che dimostra una vista non affidabile?).
non dico questo per rabbia contro qualcuno, ma sono del parere che più alto si vola maggiore è il rischio di schiantarsi se non si è in grado di valutare la vita.
penso che se si rispettasse questa regola naturale, sarebbero pochissimi quelli che si prenderebbero sulle spalle una simile enorme responsabilità.
la ricerca alle poltrone verrebbe abbandonata.
il VENETO se non fosse per ROMA e la sua mangiatoia sarebbe come la SVIZZERA , purtroppo tra le vecchie generazioni trombate dall’italica cosidetta patria e leghe massoniche atte a distruggere le buone iniziative di un VENETO STATO essendo legate a inni pattriottici italiani del tipo”….E’ SCHIAVA DI ROMA” praticamente schiavi di un sistema ridotto a un malato terminale , tenuto in vita attraverso delle terapie intensive del tipo propaganda, malainformazione, ecc…ZAIA nei manifesti aveva uno slogan ” PRIMA IL VENETO” quel signor presidente degli industriali cosa pensava durante le elezioni ? che codesto ZAIA fosse il tutto per i veneti? e’ stato il nulla per i veneti e il tutto per ROMA , io lo avevo capito gia’, in effetti qualcuno sa il perche’ della visita del presidente della repubblica italiana a ZAIA ? che si sono detti tra loro ? a quattr’occhi?
Sono molto soddisfatto per il risultato della marcia dei 2900 organizzata da Vardanega ieri 27 Maggio a Treviso.
A posteriori non posso che compiacermi per il suo cambio di rotta.
Ora aspettiamo che si renda definitivamente conto della irriformabilità dello stato Italia.
Magari già lo pensa, ma anche lui deve pur agire per steps.