Diamo un calcio alle tristezze di uno stato marcio, la libertà non è mai stata così vicina
Alla vigilia del 150° anniversario del proprio parto assistito con l’inganno, uno stato mai divenuto nazione tocca probabilmente il fondo della propria reputazione, se mai è possibile. Non è cosa semplice, considerato che questo è lo stato che mai ha concluso una guerra dalla parte in cui l’ha iniziata e che è famoso nel mondo per avere carrarmati a 5 marce: la prima e 4 retromarce. Ma oggi il caso Ruby e l’immagine di un premier-Joker che passa le notti a fare bunga bunga è ciò che appare agli occhi del mondo tra il divertito e l’incredulo che possa esistere un simile stato-fantoccio.
Il danno economico per noi veneti è duplice. Essere accomunati all’Italia oggi significa essere inclusi nel regno dell’inaffidabile, del ridicolo, del poco serio. Nell’immaginario collettivo globale questo è lo stato dove non fare affari, perché le regole del gioco sono truccate.
Ecco quindi che, dopo il danno di vederci rubare giorno dopo giorno le nostre risorse e speranze sprecate nel calderone del malaffare italiano, la beffa di oggi, che ci vede diventare pure lo zimbello del mondo, per il solo fatto di essere parte di uno stato (che ci è nemico).
Uno stato che non perde occasione per dipingere noi Veneti come gretti, ignoranti, incapaci di parlare la loro lingua, adatti solo a lavorare e a sudare per mantenere chi è destinato naturalmente (secondo loro) a comandarci, a guidarci, a godere della ricchezza prodotta con il nostro duro lavoro. Cosa aspettiamo allora noi Veneti ad alzarci in piedi e a rigettare al mittente tali accuse di stampo razzista? Proprio in questi giorni lo spettacolo che l’Italia dà al mondo dimostra che noi non siamo fatti con lo stesso stampo. Noi siamo diversi, siamo gente seria, forse umile. Ma non siamo i pagliacci senza vergogna che campeggiano nelle prime pagine dei giornali di tutto il mondo.
Allora ci chiediamo perché noi dobbiamo pagare 20, se non 30 o 40 miliardi di euro ogni anno per essere confusi con questo stato-macchietta. Non vediamo perché ci devono essere rubati ogni giorno 20, o 30 euro per mantenere questa corte di buffoni che ci fa vergognare di essere loro sudditi.
Noi Veneti veniamo da una storia diversa. La nostra età dell’oro ci ha visti dominare il mediterraneo e il solo citare la nostra Repubblica Serenissima faceva inchinare per rispetto ogni statista del mondo. Cosa ben diversa dal triste spettacolo odierno.
Ecco allora che se anche la piccola Slovenia, che pure mai ha avuto una storia di indipendenza, nel giro di pochi mesi, 20 anni fa ha saputo diventare uno stato sovrano, a maggior ragione noi Veneti che anche se incatenati alla schiavitù dell’Italia, già siamo una potenza economica, possiamo e dobbiamo volere e ottenere la nostra indipendenza politica.
Esiste un partito oggi che si chiama Veneto Stato.
Per la prima volta tutte le componenti frammentate che partecipavano alle elezioni con tale obiettivo oggi si presentano in forma unitaria per chiederti di volerti bene, di aiutarti a volere e ottenere ciò che è nostro.
Il Veneto Stato Indipendente oggi è vicino. Basta non rassegnarsi al triste spettacolo di chi ogni giorno ci mette le mani in tasca, a cominciare dai vergognosi signori della lega.
Ti aspettiamo. Non tardare l’appuntamento con la tua dignità di veneto.
Gianluca Busato
Press News Veneto
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Premetto che questa storia, a mio parere, è tutta una montatura, senza voler difendere il berlusca che considero solo il capo di governo di uno stato occupante la mia Terra. La situazione italiana è ormai giunta a un livello di degrado da presentare partiti, sia di governo sia di opposizione, in balia del puro pettegolezzo da telenovela, con deputati e senatori che perdono il loro tempo a seguire le capriole erotiche, vere o presunte, di tizio caio oppure sempronio, lasciando allo sbando più assoluto gli interessi dei “sudditi” e la soluzione dei tantissimi problemi irrisolti di questo paese che vuole farsi chiamare nazione pur non essendola. Questi presunti rappresentanti del popolo non vogliono rendersi conto che la penisola è sull’orlo della disintegrazione e continuano a litigare come tanti ubriachi sul ponte della nave che sta affondando. Temo che apriranno gli occhi quando la gente, avendone piene le tasche di loro e delle loro fanfaronate, comincerà a volersene andare. Allora saranno tutti d’accordo a usare la forza per impedirlo, a costo di sparare sui cittadini.
“Allora saranno tutti d’accordo a usare la forza per impedirlo, a costo di sparare sui cittadini.” (gualtiero)
finalmente un realista.
Chi non permette le rivoluzioni pacifiche rende inevitabili quelle violente. j.f. kennedy.
Non credo sia nulla di montato, invece.
Considerando che la maggior parte dei mass media e’ in mano a lui, credo che paradossalmente siano piu’ le informazioni affossate che quelle che attivano al pubblico. penso che la situazione reale sia moooooolto peggio
Io ho letto la notizia dalla stampa inglese, e mi pare che il fatto grave sia la telefonata arrivata all’allora capo della polizia per rilasciare la tipa. E’ vero, la voce anonima ma identificata provenire dall’ufficio di Berlusconi, non affermava esplicitamente il rilascio, ma in stile “lei non sa chi sono io” ammiccava al rilascio suggerendo che sta Ruby sarebbe stata la nipote di Mubarak, presidente dell’Egitto.
Se anche non si potesse inquadrare come reato a causa della rigidità cieca della legalità italiana, questo in ogni caso è una forma di abuso d’ufficio e millantato finalizzato ad indurre a far commettere un reato al capo della polizia.
Forse nella repubblica italiana nella forma in cui è avvenuto non sarà anche perseguibile, ma la sostanza è quella e se ci fosse la common law ovvero il molto simile diritto veneziano, probabilmente Berlusconi sarebbe sotto inchiesta.
Per assurdo invece quello che fa più clamore in Italia, cioè le voglie sessuali di quel vecchietto, a me pare la cosa meno rilevante. Che lui voglia divertirsi ne ha tutto il diritto, a patto che non commetta aggressioni e circuisca persone minori.
mi la ciaparìa in oservasion invese sta roba.
i veci deti i ne insenia on mucio:
“da le deboesse ti vedi coanto on homo el xe forte”.
ła me raxon la xe ca no xe coestion si el seso el pol essar riłevante o manco.
mi no vedo pusibie ca on goernator el sipia dipendente da le so “vojie” (de coalsiasi sorta) cofà el drogà.
me dimando si xe pusibie ciamarse “capo” se pò se ghe casca drio ałe machine, ałe fie, ai bancheti, a el xogo… ?
se trata de corusion xà in te la raixa: ła propria vita.
si no se xe boni de goernarse i vissi propri revoltandołi al roverso, no se sarà boni de goernar coei de staltri.
xe na corusion ca ła te orba.
par mi chi che goerna dovaria (DOVARIA) essar el pì neto de staltri, par vedarghe mejio.
ło so, el xe on casteo par alto.