Tólto da NebbiaTerra
Pioggia, scirocco che soffia, neve che si scioglie e mare che non riceve. Basta così poco e la natura ci fa capire che i nostri argini, vecchi di secoli, sono capaci anche di crollare. E allora, per la prima volta nella storia recente, il Veneto si ritrova “in ginocchio”, così almeno hanno scritto i giornali italiani, quando si sono ricordati di farlo.
Abbiamo assistito poi ad ogni genere di attacco, sui social network e sui giornali, ad opera di gente comune che di questa terra poco o nulla conosce. E qualcuno ha pure, consigliato dalla fretta e dalla rabbia, reagito con la stessa fangosa moneta: quella dell’insulto.
Ciò che chiedo ai Veneti è un passo indietro. Il livore che avvertite, che leggete, non è un fenomeno privo di cause. Quello che, ingiustamente, state raccogliendo, è il frutto amaro della semina leghista, durata decenni. Decenni di insulti gratuiti e volgari, diretti a milioni persone, che oggi, in minima parte, hanno scelto di gioire delle disgrazie di quel popolo che è sempre stato rappresentato loro come un vicino scomodo o, peggio, come un nemico da cui guardarsi.
Il delicato periodo che stiamo vivendo merita l’impiego di intelligenza e forza d’animo. E’ necessità assoluta l’armarsi di tutta la memoria storica di cui siamo capaci, non per restare arroccati su posizioni anacronistiche, ma per intellegere il presente e comprendere le voci che ascoltiamo. Comprenderle e comunicare a nostra volta, per quello che siamo nel profondo, tutta la nostra solidarietà a chi, al pari di noi, è stato sfruttato, raggirato e privato della sua cultura, da una classe politica la cui incapacità tecnica è inversamente proporzionale alla rivoltante precisione criminale.
Se un cambiamento auspichiamo, facciamo sì che questo giunga attraverso la reciproca comprensione. In modo che la valorizzazione e la riscoperta di sé, non debbano mai intraprendere il triste, vacuo cammino della cieca, ridicola contrapposizione: questo è il sentiero del provincialismo abietto, strada in discesa che una popolazione civile non dovrebbe percorrere, mai.
Daniele Rostellato
Veneto Stato – Padova
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è vero che le forze politiche precedenti hanno messo in cattiva luce i veneti con i loro interessi di partito le loro arroganze, però, per contro, bisogna ricordare che la serenissima pur avendo avuto una buona gestione interna governativa e pur cercando rapporti di pace con le nazioni “foreste” è sempre stata al centro di invidie e gelosie da parte appunto dei “foresti”.
dico questo non per sminuire l’articolo, che anzi è una BUONA riflessione, ma per non illuderci.
non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, e gli altri popoli hanno dimostrato, nell’arco della storia, che per quanto abbiano fatto i veneti (sia pacificamente che con distacco) non era mai la cosa giusta per loro (dando il via così a tutto quello che sappiamo d’avere spiacevolmente ricevuto).
una riflessione con magari, se necessario, un passo indietro è senz’altro indice di sincerità, valutazione, consapevolezza, rispetto (cose che tra il resto fanno invidia a chi non ne ha), concordo su questo atteggiamento… ma ocio a no pasar par mone nei fati.
bragadin ne gà insegnà, pur perdendo la goera, ca el xe pasà par vincitor ai oci de lala mustafa.
l’onor no se lo dovemo calpestar, par coesto dovemo remandar la responsabilità de sto casin a chi che la gà ancùo e chi che la gà vua jieri.
Articolo che avrei postato anch’io questo. Ma visto che lo ha già fatto Daniele mi aggancio alla discussione.
In effetti i Veneti pagano lo scotto di avere dato un po’ troppa voce a chi la voce la faceva grezzamente roca con insulti gratuiti che con miopia colpivano chi non centra invece di centrare il vero obiettivo, che era il governo a Roma e il sistema dello Stato così com’è.
Questo però si accoppia con una sconvolgente ignoranza da parte dei cittadini che oggi usano certe toni e certi insulti. Ignorano che i primi a portare i soccorsi in Abruzzo furono proprio i volontari di Vicenza, quei volontari peraltro che rivelarono un po’ stupiti il disappunto del sistema organizzativo statale e gli evidenti sprechi che già dalle prime ore del disastro si consumavano sotto i loro occhi.
E potrei parlare ancora a lungo di queste cose, ma meglio fermarsi qui.
Alla fine ha ragione Vianeło, non facciamoci passare per mona nei fatti.
Anzi, è proprio ora di ignorare questi insulti (e ve lo dice uno che ha ricevuto decine di commenti ingiuriosi contro i Veneti in uno dei video pubblicati), e concentrarci su quello che c’è da fare: SVEGLIARSI!