In questa settimana ne stanno capitando di tutti i colori. Sono così tanti e tanto clamorosi gli avvenimenti italici che si fa fatica a metterli in scala di importanza.
Non si capisce se è più grave che Wikileaks abbia rivelato al mondo che Berlusconi, il capo del governo italiano, è considerato un vecchio inetto pruriginoso e portavoce di Putin dalla più importante rappresentante diplomatica americana in Europa, oppure che i titoli di stato tricolori traballino sull’orlo del precipizio della bancarotta di stato. Nel bel mezzo ovviamente di una crisi di governo strisciante e di proteste studentesche manipolate dalla sinistra statalista.
Ecco, per noi veneti però la notizia più grave è un’altra. Sembra una barzelletta, ma non lo è.
È la proroga di 10-giorni-10 per il pagamento delle tasse, anzi dell’anticipo delle imposte, per 3.000 aziende venete alluvionate. Anticipo delle imposte, sembra un residuato del feudalesimo, ma è la condizione normale del peggiore inferno fiscale del mondo occidentale e non solo.
10 giorni, sembra una barzelletta. Un rinvio tecnico dice la lega dei senza vergogna padani.
10 giorni di rinvio per il pagamento delle tasse ai veneti alluvionati e un piano di 100 miliardi per il sud. Nello stesso giorno, grazie alla lega nord di Luca Zaia, il grande presidente del Veneto.
Quello che nessuno l’ha visto nei 2 giorni del più grande disastro Veneto degli ultimi 40 anni.
Non sappiamo se il 10 dicembre ci sarà effettivamente la sospensione delle tasse per i poveri veneti alluvionati. Sappiamo però chi ringraziare per questa ennesima e vergognosa presa in giro.
Ecco, ora vogliamo pensare a quelle povere famiglie venete che stanno andando incontro all’inverno e al gelo, abbandonati da uno stato in agonia il cui unico pensiero per loro è quello di approfittare di una distrazione dell’opinione pubblica per poterli tornare a tassare e a tartassare.
Già, perché se è pur vero che noi veneti siamo abituati ad essere derubati quotidianamente del 70% del nostro lavoro e che di questo malloppo il 30% sparisca per sempre dal nostro territorio, destinato com’è a saziare la bestia famelica di nome Italia, non riusciamo però a pensare che lo stesso trattamento possa essere riservato ai nostri fratelli sfortunati colpiti dall’alluvione.
Questa è un’ingiustizia troppo grande anche per noi veneti. Un’ingiustizia che ci fa gridare vendetta.
Un’ingiustizia che da sola vale l’indipendenza.
Forza Veneto Stato, fai sentire la tua voce, dacci la forza di costruirci il futuro che ci meritiamo.
Un futuro da Veneto Stato Indipendente. Un futuro che è già iniziato oggi.
Gianluca Busato
Press News Veneto
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lo quoterea in toto sto post, pecà par un riferimento diria asè stonà ala “sinistra statalista”, come se i studenti no i gavese dalbon raxon a protestar al de la del color polidego.
Forsa Veneto Stato, ma ocio ai autogol! ; )
Sostenidor:
ma per cosa protestano gli studenti?
Forse hanno mai organizzato mezza (non una, mezza) manifestazione per il Veneto e il salasso fiscale di cui è vittima? oppure per denunciare la vergogna della gestione rifiuti napoletana? oppure ancora per l’autogoverno scolastico veneto, che porterebbe enormi risorse ed enormi benefici?
Quando muoveranno il sedere per difendere qualcosa di “nostro” (che poi sarebbe soprattutto “loro”, dato che un Veneto libero sarebbe un Veneto migliore innanzitutto per chi è giovanissimo) allora avranno la mia solidarietà. Fino a quel momento li considererò soltanto dei telecomandati.
beh, mi li capiso sti studenti. come poli far menifestasion par i veneti libari co no i sa manco la storia?
on par on de nialtri pol manifestar solo so coel che sa.
la sosietà la ghe insegna “europa unita”, “italia unita”, “poitega tajiana”… xe scontà ca i se bata inte sta maniera (anca se mi voria ca i se batese par la libartà).
dognimodo no me pararia massa na bona motivasion “Veneti alluvionati presi in giro dall’Italia: un’ingiustizia che da sola vale l’indipendenza”.
coa me par ca se sconfonda l’indipendensa co le sgarbarie.
a na sgarbaria se responde a tono, l’indipendensa no la pol essar uxada par pararse da na sgarbaria senò se pasa par pajassi.
l’indipendensa la gà on valor ca el nasse da storia, cultura, fondaminti, intexe de on popolo defarenti da staltri.
capiso ca coando on homo no ghe la fa pì el vol scorlarse da indoso tuto sto petaisso de itajia. pur de mocolar via el riva anca a tirar in balo coestion ca no xe in tema co l’indipendensa, ma proprio in sti caxi cogna no farse ciapar par treso scansando de dar on mesajo balarin ai veneti.
par mi dovaria invese pasar ai veneti mesaji ca i demostra na maturità indipendentista, no cofà i putei: ti ti me gà fato cusì, e mi deso te faso colà.
spero de essar sta ciaro so la me idea.
Un articolo sulla tematica: http://www.doveneto.org/index.php?option=com_content&task=view&id=58&Itemid=44&lang=it_IT
@ Vianeło:
Ho cominciato ad essere federalista nel 1990, avevo 16 anni e avevo frequentato le normali scuole a vocazione centralista. Poi sono diventato separatista nel 1992, e continuavo a frequentare le normali scuole di cui sopra.
Possibile che dopo vent’anni di leghismo/autonomismo/federalismo/indipendentismo ecc., bene o male abbastanza diffusi e masticabili nella nostra società, questi studenti siano ancora fermi al tricolore, all’intervento dello stato (che può anche essere una legittima visione, ma solo se declinata in salsa indipendentista, altrimenti vuol dire sostenere i soliti noti del Lazio-Mezzogiorno che si mangiano i nostri soldi), ecc. ecc.
E poi, per quanto riguarda la VERGOGNA dei rimborsi e della sospensione delle tasse agli alluvionati: le rivoluzioni indipendentiste nascono proprio da questo genere di nefandezze. Gli americani insegnano.
Don’t tread on us!
Petizione 0012/2008 presentata dal segretario Francesco Miglino, cittadino italiano, a nome del Partito Internettiano, sulla situazione concernente lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti domestici a Napoli e nella regione Campania in Italia. – Sintesi della petizione 0012/2008. Il firmatario descrive l’attuale situazione disastrosa concernente i rifiuti domestici a Napoli e in Campania, in Italia, ed elenca le misure che a suo parere occorrerebbe prendere per lo stoccaggio e il trattamento di rifiuti domestici, nonché i controlli necessari per vigilare sull’attuazione delle misure. Cita inoltre un lungo elenco di motivi alla base dell’emergenza dei rifiuti domestici. È convinto che solo un comitato di esperti tecnici esterni al sistema politico italiano, con comprovate capacità scientifiche e gestionali, sarebbe in grado di porre fine al problema dei rifiuti, che persiste nonostante 14 anni di commissioni speciali e l’impiego di considerevoli quantità di denaro dei contribuenti. Il firmatario chiede l’intervento dell’Unione europea, nella convinzione che disponga delle modalità per farlo ai sensi della legislazione europea.
11 dicembre 2010 di francesco miglino
IL PARTITO INTERNETTIANO, COME PREVISTO DAL PROGRAMMA POLITICO, OLTRE A DESCRIVERE LA SITUAZIONE DELL’ IMMONDIZIA IN CAMPANIA, HA PROPOSTO DELLE SOLUZIONI IMMEDIATAMENTE FATTIBILI , CHE SE REALIZZATE, TERREBBERO PULITA PER SEMPRE LA CAMPANIA E TRASFORMEREBBERO L’ IMMONDIZIA IN RICCHEZZA .
PARLAMENTO EUROPEO
2004—————–2009
Commissione per le petizioni
(…)
La Commissione, profondamente preoccupata per lo scoppio della crisi, in particolare in
considerazione dei gravi rischi per la salute pubblica e per l’ambiente determinati
dall’abbandono dei rifiuti nelle strade, ha avviato un’indagine e, a giugno del 2007, una
procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia relativamente alla non corretta applicazione
della direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 2006/12/CE sui rifiuti4) nella regione Campania.
Nel contesto di tale procedura, la Commissione ha ritenuto che in Campania la rete e gli
impianti di smaltimento rifiuti non siano stati adeguati e siano stati all’origine di problemi
ambientali e di salute. Il 3 luglio 2008, tenuto conto delle continue violazioni del diritto
comunitario in Campania, la Commissione ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia.
Nell’ambito di detta procedura, i servizi della Commissione hanno seguito, e continuano a
seguire da vicino gli sviluppi della situazione in Campania, comprese le misure che le autorità
italiane hanno adottato o hanno previsto di adottare per risolvere la situazione di emergenza
nonché il problema strutturale derivante dall’inadeguatezza della rete di gestione rifiuti nella
regione.
Si sono già tenuti alcuni incontri tra i servizi della Commissione e le autorità italiane, e ne
sono previsti altri al fine di consentire alla Commissione di monitorare la situazione. In tale
contesto, la Commissione sta indagando, di concerto con le autorità italiane, sull’applicazione
del diritto comunitario in materia di ambiente per quanto riguarda le misure adottate per
affrontare la crisi dei rifiuti e per sviluppare un sistema di gestione dei rifiuti.
Per quanto attiene all’ubicazione e alle caratteristiche delle singole strutture di gestione rifiuti,
occorre rilevare che la valutazione dei rischi relativi all’apertura di detti impianti rientra nelle
competenze delle autorità nazionali, e che la Commissione non può interferire nelle attività di
queste ultime per quanto riguarda l’ubicazione e le caratteristiche di tali infrastrutture, nella
misura in cui le decisioni vengono prese in conformità del diritto comunitario in materia di
ambiente.
Relativamente all’impianto di recupero dell’energia dai rifiuti di Acerra, la Commissione
ritiene che l’ordinanza del 6 febbraio 2008 di cui sopra sia compatibile con la direttiva
2001/77/CE. L’elettricità prodotta da parti di rifiuti non biodegradabili non dovrebbe, com’è
ovvio, essere definita una fonte rinnovabile ai fini della direttiva, ma quest’ultima non vieta
agli Stati membri di fornire tale energia con sostegno pari a quello goduto dall’elettricità
prodotta da fonti rinnovabili, come sancito dalla direttiva. Tale sostegno, tuttavia, dovrebbe
1 GU L 283 del 27.10.2001, pag. 33.
2 GU L 332 del 28.12.2000, pag. 91.
3 GU L 175 del 5.7.1985, pag. 40.
4 GU L 114 del 27.04.2006, pag. 9.
PE416.398v01-00 6/6 CM\757601IT.doc
IT
essere compatibile con le norme comunitarie in materia di aiuti di Stato e la Commissione sta
attualmente svolgendo indagini sulle misure prese in questo senso.
Conclusioni
La Commissione proseguirà la sua azione nei confronti dell’Italia finché le attuali violazioni
del diritto comunitario in materia di ambiente non termineranno. Per quanto riguarda la causa
relativa alla mancanza di una valida rete di infrastrutture di gestione dei rifiuti, al momento
dinanzi alla Corte di giustizia, saranno disponibili aggiornamenti sulla questione dopo che la
Corte avrà pronunciato la sua sentenza. La Commissione continuerà a monitorare la
situazione al fine di garantire che le misure adottate per affrontare l’emergenza siano conformi
al diritto comunitario in materia di ambiente nonché alle norme comunitarie sugli aiuti di
Stato.”
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