Il comune di Montebello Vicentino avrà un bibliotecario preparato come pochi. Anzi, un vice – bibliotecario. Selezionato fra gli oltre 300 che si sono presentati al concorso la scorsa settimana. Molti di loro laureati con tanto di specialistica, alcuni con una doppia laurea. La migliore gioventù del Veneto era lì, per un posto da 900 euro al mese, ma sicuro per definizione. Un incarico che un qualsiasi diplomato in discipline tecniche avrebbe irriso fino a pochi anni fa, considerato da molti (a torto, perché anche nel campo della biblioteconomia occorre una certa competenza) un lavoro riservato a persone con difficoltà.
Mentre i propri coetanei (o più giovani, addirittura, in molti casi) europei e americani sono impegnati a diventare qualcuno nella vita, a scegliersi un lavoro di responsabilità, o più semplicemente qualcosa che possa dare loro un barlume di felicità e sicurezza economica, nel bel mezzo di una crisi ancora nascosta, che solo i più giovani stanno vivendo sulla propria pelle, i ragazzi veneti si mettono in fila per il più classico dei traguardi italiani: il posto statale. Tanto che, il comune di Montebello è stato costretto ad un acquisto straordinario di sedie per poter garantire lo svolgimento del concorso. A settembre, il comune di Verona è dovuto ricorrere al Palasport per dare ospitare i 1200 accorsi per dieci posti da impiegati amministrativi.
Corrado Poli ha scritto pochi giorni fa sul Corriere del Veneto, che le esondazioni avvenute nel Vicentino e nel Veronese ricordano da vicino le emergenze ambientali accadute nel Sud Italia. Può essere antipatico ma è vero che in molti di quei casi i veneti hanno guardato con sufficienza alle immagini proposte, al tempo, dalle televisioni. Si riteneva che l’inettitudine delle amministrazioni locali e il mancato rispetto delle regole fossero quanto meno una concausa delle tragedie che si ripetevano. In questi giorni sentiamo e sentiremo dire che mai nel Veneto occidentale si era visto cadere tanta pioggia tutta in un colpo, che l’evento era imprevedibile ed eccezionale, che comuni, province e regioni sono senza fondi per compiere le adeguate operazioni di precauzione ambientale. Il dato di fatto è che il Bacchiglione, fiume non dei più minacciosi tra i molti corsi d’acqua veneti, ha rischiato di tracimare anche quest’estate. Le precedenti generazioni ben sapevano quanto è minacciosa l’acqua in queste terre: non appena hanno posseduto la tecnologia necessaria, hanno provveduto a scavare il letto di quei fiumi che continuamente sommergevano città e paesi. Forse ora tutto ciò è stato dimenticato, ma in compenso possiamo dire che dopo 144 anni il Veneto è finalmente parte integrante d’Italia.
Orso von Hobantal
If you liked my post, feel free to subscribe to my rss feeds