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Non sapevo di essere diventato leghista

“Caro quotidiano “Libero”, cara Lega Nord, ripubblicate anche questo?”

Sono perplesso. Non sapevo di essere diventato leghista. E non sapevo nemmeno di essere stato assunto come collaboratore di Libero.

Ho il mio lavoro di professore di economia a Ca’ Foscari e conduco la mia attività di segretario di Veneto Stato, un partito politico che chiede un referendum per ottenere l’indipendenza del Veneto. Capiamoci, l’indipendenza con la “i” non l’autonomia con la “a”.

Sono perplesso per due ragioni. La prima è che ho ritrovato una mia analisi economica sui vantaggi che il Veneto trarrà dall’indipendenza, testo uscito sul sito di partito www.venetostato.com,  ripubblicata qualche giorno fa sul quotidiano “Libero” a pagina 12. Nessuno né dalla redazione né dalla direzione mi aveva contattato per il permesso. Ho lasciato correre. Ieri però lo stesso articolo, ma con un significativo cambiamento nel titolo, è apparso in un volantino distribuito in Veneto con tanto di ruota celtica.

La Lega Nord, poiché finora non ha appoggiato il referendum per l’indipendenza del Veneto, è un partito concorrente al nostro. E ciò che è interessante è infatti il cambiamento del titolo sul loro volantino. Non più “Se il Veneto fosse indipendente”, bensì “Se il Veneto fosse autonomo”.

Bisogna registrare il fatto di firmare un volantino di partito, la Lega, con un articolo del segretario di un partito concorrente, Veneto Stato, presentando le nostre idee come se fossero della Lega. Il fatto è grave per i leghisti stessi, ormai a corto di argomenti e costretti ad allinearsi a noi per continuare a illudere i propri elettori. Ma a parte questo, la decisione di depennare la parola “indipendenza” e sostituirla con la più rassicurante “autonomia” è rivelatoria.

La differenza tra autonomia e indipendenza è abissale. L’autonomia, come ho in più occasioni scritto e spiegato, non è raggiungibile per il Veneto, anzi è tecnicamente, legalmente ed economicamente impossibile. Prometterla è disonesto.

L’indipendenza, legale e pacifica, invece è ottenibile.

Ciò che chiede Veneto Stato, infatti, è un referendum, nel pieno rispetto delle leggi italiane, europee e dei regolamenti delle Nazioni Unite. Italia ed Europa riconoscono l’esistenza del popolo Veneto, l’Onu prevede l’obbligo di rispettare il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Come si stabilisce l’autodeterminazione? Il metodo più semplice è il referendum. Solo questo chiediamo.

Ma evidentemente per la Lega Nord va bene appropriarsi delle analisi che spiegano come  questo cammino sia l’unica soluzione possibile per il Veneto, salvo poi “correggere” l’utilizzo e la forma di queste analisi per corroborare le proprie truffaldine proposte agli elettori. E dico truffaldine perché nonostante la Lega Nord dichiari nel suo statuto di essere un movimento per l’Indipendenza, essa la chiede in nome della mai precedentemente esistita Padania, entità immaginaria che non conta di un popolo e che non può quindi legittimamente chiedere la propria autodeterminazione, ma è bensì un’invenzione politica senza alcuna possibilità di avere uno status giuridico internazionalmente riconosciuto.

Allora vorrei dire, sia al giornale Libero che alla Lega Nord e ai suoi volantinatori, che sono felice della loro approvazione. Preferirei però che in futuro si facessero vivi prima di ripubblicare i miei testi, ma soprattutto vorrei invitarli, visto che sembra che ora condividano le nostre posizioni, di passare ai fatti, dato che siedono comodamente in Assemblea Regionale del Veneto, per porre al più presto ai voti la richiesta di indire un referendum regionale per l’indipendenza del Veneto.

Che male c’è? Se questa è la volontà della maggioranza del popolo Veneto, perché negare questa consultazione? Proviamo.

La Scozia, la Catalogna, il Quebec, fior di stati seri e industrializzati e con meno storia della Repubblica di Venezia lo hanno fatto, lo stanno facendo e lo faranno.

Perché dobbiamo negarci questo legittimo esercizio di democrazia?

Lodovico Pizzati

Segretario – Veneto Stato

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