Ad essere benpensanti : impariamo da quello che è accaduto in Sardegna, per non fare gli stessi errori.
Ad essere malpensanti : gli italioti hanno fatto fuori i sardi … ed ora ci stanno provando con i Veneti.
E anche i sardi finiranno per battagliare fra di loro attraverso denunce e querele … nei tribunali ITALIANI.
Meditate veneti, meditate.
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Da Wikipedia: iRS – La crisi interna
Negli ultimi mesi del 2010 si apre una grave crisi interna al movimento. Il 27 ottobre durante l’assemblea di Tramatza si dimettono la Segretaria Ornella Demuru ed altri 6 membri dell’Esecutivo Nazionale in contrasto col Presidente Gavino Sale. Il 5 dicembre in un’intervista apparsa su La Nuova Sardegna Sale ribadisce le sue posizioni, a cui replica il 7 dicembre Michela Murgia, scrittrice e simpatizzante del movimento.
Intanto il 25 novembre Sale e il Consiglio Direttivo avevano convocato un’assemblea straordinaria nella sede di Sassari, invitando i fondatori del movimento, convocazione poi disconosciuta e di cui è stato chiesto il ritiro da parte di altri membri dell’Esecutivo Nazionale. Successivamente alla riunione Sale ha tenuto una conferenza stampa in cui rivelava le informazioni ricevute in un pacco postale anonimo proveniente da Nuoro, contenente un CD con documenti riservati e circa 6800 email, ed inviato presumibilmente da un delatore pentito. Ha denunciato un complotto per delegittimarlo e un golpe ai danni di iRS: dei dirigenti avrebbero cercato di alterare la democrazia interna del movimento, e richiesto la registrazione del Simbolo elettorale presso la Camera di Commercio di Nuoro, simbolo già depositato dallo stesso Sale a Sassari nel 2007. Successivamente alla conferenza stampa i restanti membri dell’Esecutivo sospendono a maggioranza lo stesso Presidente Sale. Sempre l’undici dicembre viene oscurato il sito.
Tuttavia l’assemblea convocata da tempo per la domenica del 12 dicembre ad Abbasanta, in un albergo nei pressi del Nuraghe Losa, viene annullata dai membri dell’Esecutivo Nazionale per le modifiche apportate ed il comportamento del Presidente Sale, che convocano un’assemblea degli attivisti nella sede di Cagliari: si tengono così 2 assemblee separate. Nella prima vengono esposti e discussi i documenti del “complotto” denunciato il giorno prima sospendendo i dirigenti coinvolti e disconoscendo l’altra assemblea riunita altrove, e dando appuntamento al 9 gennaio 2011, nella seconda viene decisa l’espulsione del Presidente Gavino Sale, denunciata la gravità penale della diffusione e alterazione della corrispondenza privata e dato appuntamento al 2 gennaio 2011.
Il 13 dicembre riappare il sito collegato al Presidente Sale, iRS.sr, il 14 dicembre quello collegato all’Esecutivo, irsardinia.net.
Andrea
Venetkens – Lusènburgo
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Quello che è avvenuto in sardegna è normale, accade in tutti i partiti e movimenti, personaggi che tramano per accreditarsi il successo ottenuto dal partito ed usarlo per loro profitto, tentando di scavalcare ed eliminare anche in modo violento la testa del partito (Gavino Sale e gli attivisti vicini a lui)
Per fortuna il complotto è stato scoperto per tempo è, nonostante la mano tesa al dialogo con i complottisti da parte di Gavino Sale, gli stessi hanno deciso di non accettare e prontamente sono stati espulsi (Gavino sale non è stato espulso proprio da niente, visto che i i complottisti hanno formato un loro movimento estraneo ad IRS), proprio come un organismo espelle le sostanze dannose.
Quello che è accaduto in sardegna è che ora IRS, liberatasi dal peso che l’ha tenuta bloccata per un anno, è tornata in attività più forte di prima, riprendendo ad organizzare assemblee e lotte sociali con nuovi attivisti e sostenitori.
Gli italioti non ci hanno fatti fuori (e non ci riusciranno mai), ci hanno solo resi più forti!
P.S. Wikipedia è un ottima fonte di informazioni, ma (soprattutto per quanto riguarda la politica) una fonte sola non basta mai, perchè l’autore puà non essere del tutto imparziale
@ Giuseppe Dazzi
Mi sembra tu la faccia un po’ troppo facile con i tuoi giudizi tranchant sui “complottisti”. Basta leggere il loro sito, vedere chi sono, sapere come si stanno muovendo per capire che non sono certo agenti dei servizi segreti. Tanto più che il loro “tasso di indipendentismo” è fuori discussione. Basta quello infatti per capire se si sta dalla parte giusta o da quella sbagliata.
In ogni caso, in un divorzio ciascuna delle due parti ha una quota di responsabilità.
@alessandro certo, non si può non essere d’accordo con il fine ultimo del nuovo movimento, ma faccio notare che il loro obbiettivo era la scalata a IRS con l’estromissione di chi l’ha creato e portato in 10 anni ad essere quello che è. Il loro progetto è spiegato tutto nella corrispondenza elettronica che si scambiavano mentre organizzavanoil “golpe”, resa pubblica da un complottista pentito. Non volevano certo ricominciare da capo con un nuovo movimento…
Quello che volevo soprattutto far notare pero’, è che il movimento IRS non ha fatto la fine che si evince dall’articolo e dal trafiletto di Wikipedia, che è totalmente fuorviante.
Comunque sia spero che il nuovo movimento sia attivo nella lotta Indipendentista e che i suoi attivisti si mettano una mano sulla coscenza accettando il dialogo già offerto da Irs, perchè divisi è più difficile vincere. Poi potrò dire che stanno dalla mia parte (giusta o sbagliata che sia la parte in cui stanno ora)
Mi sembra di avere capito che c’è stata una scissione dovuta a un tentativo di scalata da parte di una fazione del movimento sulla dirigenza, una sorta di sollevazione.
Non mi pare ci siano infiltrati, o altre ingerenze italiane, per cui l’incipit dell’articolo mi pare scorretto.
Invece una possibile ipotesi, che deduco anche da quello che scrive Dazzi, è che una dirigenza che ha creato il partito e lo ha condotto ad un certo successo non ha accettato che una parte dei suoi membri potesse essere assorbita nella dirigenza: si parla infatti di dirigenti in carica da 10 anni.
La recente questione sullo statuto di VS era proprio incentrata sul problema da una parte di coloro che vorrebbero blindare il gruppo fondante, come se essi fossero gli unici degni capaci e fidabili di condurre il movimento (che mi pare di capire è la linea tenuta da iRS), e dall’altra quelli che invece sostengono la pluralità e la sovranità dei soci.
Questa è la lezione da imparare e che sembra dura da digerire: quando si costruisce un sistema chiuso, chi ne è ai margini prima o poi: i) si ribella e tenta un uprise; oppure ii) se ne và in blocco e forma una entità concorrente, sviluppando il frazionamento.
Il caso ii) è quello che spesso è accaduto in Veneto.
L’unico caso di deviazione dal percorso con impossessamento del movimento è invece dimostrato dall’esperienza della Liga Veneta confluita in Lega Nord, ed è accaduto non per una azione da parte della base (i soci, i tesserati), ma da parte della dirigenza.
Infatti il mio intervento, seppur molto fra le righe, voleva dire questo. E cioè che la recente “crisi” di VenetoStato mi sembrava molto più in linea con quanto accaduto da parte dei membri di Sa Costituente, in contrapposizione al tentativo di mantenere “chiusa” iRS secondo le metodologie dei partiti classici.
Naturalmente può essere che io mi sbagli, ma i contenuti e le prassi che sembrano essere proprie di Sa Costituente non possono non trovare la mia simpatia. Se c’è una cosa di VenetoStato che finora mi è piaciuta decisamente è il suo essere un po’ “anarchico” e spontaneista. Non ho fiducia nelle formazioni partitiche tradizionali, non (soltanto) per le possibili degenerazioni che sono loro proprie, bensì per la loro ormai conclamata incapacità di rappresentare per davvero tutte le anime delle nostre complesse società.
Non a caso quelli di Sa Costituente mi sembrano mediamente piuttosto giovani e il futuro, fino a prova contraria, è dei giovani.
In questo senso mi sento anche di rinnovare il mio appello agli amici di area PNV -e parecchio libertarian…- affinché conservino la determinazione per restare in VenetoStato anche se ci fossero parziali chiusure del partito. Innanzitutto perchè il loro, il vostro, apporto è importantissimo, sotto ogni punto di vista (materiale, umano, ideologico). In secondo luogo perchè la vostra stessa partecipazione al progetto lo rende comunque più aperto di quanto non sarebbe se voi rinunciaste ad esserne parte.
Spero che lo spirito di questo mio invito venga compreso.
Un caro saluto dalla Lombardia che guarda al Veneto (e anche un po’ alla Sardegna),
Alessandro Storti
Ciao a tutti e grazie dei vostri interventi.
Quando l’altra sera ho postato i link e il copia e incolla di Wikipedia per montare questo articolo, era da un po’ di tempo che non mi dedicavo a leggere qualcosa sull’indipendentismo sardo. Vuoi per lavoro, famiglia o per il fatto di essermi concentrato su Veneto Stato, avevo perso di vista iRS.
Solo per puro caso mi sono imbarcato sulle novità riguardanti iRS, perché giravo per Internet a cercare statuti e/o “carte fondanti” di altri movimenti/partiti indipendentisti, specie quelli europei e a quel punto pensai di fare una visita al sito di iRS, trovandomi di fronte alla “sorpresa”.
In questo articolo non ho riportato la notizia con l’intenzione di fare dei paragoni sulle dinamiche interne dei due movimenti indipendentisti (iRs e VS), ma piuttosto per rivolgermi ai soci VS per mostrare cosa sta accadendo altrove e per invitare tutti ad un esame di coscienza.
Non ho approfondito la questione nata in iRS (e per questo ho riportato solo i link e poco altro), ma se non mi sbaglio non vi sono molte similitudini da fare con VS, a parte il rischio dissolutivo (che era l’unico motivo per cui ho scritto l’articolo).
VS è nato da pochissimo, come fusione di due giovani partiti/movimenti indipendentisti veneti e non ha ancora una storia decennale alle sue spalle.
iRS ha una storia decennale e sta vivendo una scissione (esattamente l’opposto di VS). Poi, se non ho capito male, in iRS vi sono gli “anziani” che vogliono conservare una struttura “movimentista”, slegata a dinamiche partitiche, mentre sarebbero i giovani a voler strutturare iRS più come similmente ad un partito.
Ma, a parte queste considerazioni e relativamente a VS io sono preoccupato di altre cose.
Quando, come componente della Commissione Statuto, partecipai alla fase di avvicinamento tra PNV e IVeneti (io ero iscritto al PNV), specie all’inizio tutto sembrava andare liscio come l’olio.
Successivamente, quando era giunto sempicemente il momento di decidere la data della fusione, sono sorti dei rallentamenti nel PNV che frenarono il processo di fusione. Visti da dentro, questi rallentamenti erano tutto tranne che un vero e proprio “ripensamento” a livello di base, di partito, di globalità dei soci (che anzi spingevano per fare la fusione e farla in fretta). Erano piuttosto alcuni soci che vollero tirare il freno.
E, questo manipolo si soci PNV per poco non faceva saltare il lavoro di mesi svolto dalla Comissione Statuto, incaricata perché vi era la volontà dei soci, della base, a realizzare la fusione.
Fu per questo che a quel punto io abbandonai la Commissione Statuto. Le obiezioni che vennero sollevate da alcuni soci del PNV non erano relative allo Statuto da condividere tra PNV e I Veneti o al lavoro fatto dalla Commissione Statuto … erano altro.
E’ questo che ho visto nei miei mesi passati da socio nel PNV, che poi erano pure gli ultimi mesi di vita del PNV.
Ora, quello che è accaduto domenica 16 Gennaio e lunedì 17 Gennaio in seno a VS, mi ha rimandato con il pensiero a quei giorni in qui il lavoro della Comissione Statuto venne frenato, per volere di pochi soci che “amano fare baraonda e/o le prime donne”.
La differenza tra VS e il vecchio PNV sta nel fatto che VS sta diventando grande, mentre PNV era piccolissimo.
E qui entra in gioco la “professionalità politica” delle persone. Uno può essere capace, brillante, addirittura geniale, o può avere i soldi per finanziarti, ma non vuol dire che sappia fare il leader o ricoprire un incarico esecutivo.
Io ricordo, specie all’Università, che avevo dei professori che erano dei fantastici insegnanti, ma che non producevano molto come ricercatori. Altri, al contrario, che erano conosciuti da tutta la comunità scientifica mondiale, ma che erano pessimi insegnanti (tra i peggiori che mai ho avuto).
Se uno sa ben teorizzare, non è detto che poi sappia applicare, e viceversa. Se uno ha i fondi per finanziare, non è detto che poi sappia gestire, meglio forse che dia tale incarico a chi lo sa fare.
Ecco, sono cose del genere che fanno la differenza, più che strutturare il partito in una maniera piuttosto che in un’altra.
Ma per essere cosciente di quello che si può fare/dare, una persone dovrebbe dotarsi di un po’ di umiltà, lasciare il proprio egocentrismo altrove e soprattutto dotarsi di molto, ma molto buon senso.
Su queste cose penso che la classe dirigente indipendentista veneta (tutta, da dritta a manca, dall’alto al basso) debba fare notevoli passi avanti, e debba liberarsi di un certo “provincialismo politico” che va a decapitare sul nascere tutti i buoni propositi, la buona volontà e le buonissime idee che la stessa classe dirigente indipendentista veneta dimostra di avere.
Ma, forse tanti mi discrimineranno, dicendo che io da qualche anno stò in Lussemburgo e che non sono presente sul campo, come loro e che quindi “non so”, “no mi rendo conto”, “che le cose sono differenti da come si pensano”, ecc … usando le solite frasi fatte … senza rendersi conto che ancora una volta, invece di affrontare il problema di approccio alla causa indipendentista, preferiranno far tacere sul nascere la voce fuori dal coro … dimostando ancora una volta quel “provincialismo politico” di cui poco sopra…
… o forse mi sbaglio.
Andrea
Venetkens – Lusènburgo
forsa sardi!! saimo tutti sulla stessa barca,abbiamo un unico scopo!
La cosa strana è che in un momento di crisi della Lega Nord Veneta, dove i giovani scalpitano ed i vecchi rimangono incollati alla ” carega” anche noi entriamo in crisi…chissà perchè ?
Bravo Stefano!!!
Concordo al 100% con te.
È una cosa proprio strana … Lega Nord veneta in crisi => Veneti in crisi.
Quando invece dovrebbe essere : Lega Nord veneta in crisi => Veneti in auge.
Io non credo nei bioritmi e cavolate del genere, ma sembra che siano tutti legati ai “bioritmi” della Lega.
Come dici tu: “chissà perché???”
Invece di approfittare della crisi della Lega Nord veneta e di lanciarsi all’attacco, ci si perde in una palude di fanghiglia fatta di ricorsi al Codice Civile italiota e di baruffe chioggiotte un po’ ridicole.
E, la cosa che invece non è strana, ma chara e (almeno per me) ovvia è che sembra che le apparizioni TV (e/o a convegni e cose del genere) degli esponenti di VS stiano sollecitando la curiosità della gente … Le nostre avanguardie (ovvero coloro che vanno in TV, a congressi, ecc.) sarebbero già arrivate nel posto giusto e non attendono altro che l’arrivo delle retrovie … Che per “baruffare” e “teorizzare” stanno tardando ad arrivare e quindi rendere innefficace il lavoro già svolto eggregiamente dalle avanguardie.
Bravo Andrea hai centrato perfettamente il punto.
@ Andrea, quello del secondo messaggio, che forse non è “il lussemburghese” 🙂
Permettimi di dissentire con il tuo ragionamento, almeno in parte. Secondo me non ci sono baruffe chiozzote nelle “retrovie”. Anche questo termine mi sembra vagamente inadatto, forse persino un po’ offensivo. Lo dico senza polemica, sia chiaro.
Io penso che dentro VenetoStato si muovano varie anime e vi siano vari modi di pensare: di pensare la politica, il Veneto dell’oggi e quello del futuro, il senso dell’essere partito ecc.
Secondo me è un errore uscire se non si è d’accordo, ma non è un errore discutere e anche scontrarsi, magari persino duramente, se questo porta a delineare in maniera chiara la propria posizione rispetto ad una questione.
Per dirla tutta: io sono favorevolissimo alle “correnti” -mi rendo conto che decenni di malapartitocrazia abbiano contribuito a sputtanare questo termine, ma non ne conosco di migliori per far capire il concetto-.
Io penso che si possa tranquillamente mettere i puntini sulle “i” fra soci e che si possa al contempo fare attiva propaganda indipendentista nella società. Lo so perchè è quello che faccio in Lombardia, e non sono il solo.
Le vicende recenti di VenetoStato mi pare dimostrino che è possibile, anche nelle terre della Serenissima, coniugare discussione interna e diffusione esterna.
mah..forse bisognerebbe sapere meglio cosa sta accadendo. Il rischio è che la base si scazzi de ste ” robe” all’italiana. Non si deve e non si può mettere a repentaglio tutto il lavoro svolto a causa di pochi o pochissimi….perchè è di questo che stiamo parlando.