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Veneto Stato: ecco perché difendo l’attuale statuto

Gli indipendentisti veneti a congresso decideranno di non partecipare alle elezioni politiche-farsa del parlamento italico?

Domenica prossima si tiene a Cadoneghe il congresso (Maggior Consiglio) di Veneto Stato, il partito che persegue la completa indipendenza politica del Veneto attraverso metodi democratici e pacifici, nel rispetto del percorso ormai stabile e riconosciuto dal diritto internazionale.

Il processo di ottenimento dell’indipendenza è una tendenza storica che riguarda gran parte degli stati del mondo che hanno dimensioni e struttura non adatte all’era moderna. La maggiore libertà dei commerci, la continua evoluzione tecnologica e una rivoluzione antropocratica che sta rendendo gli uomini consapevoli ogni giorno più forti rispetto alle masse allevate all’ubbidienza e allo schiavismo intellettuale hanno di fatto reso evidente le crepe di uno statalismo dirigista che ha fallito la propria missione.

I primi segni recenti si sono avuti nell’ex mondo sovietico, con la nascita di molti nuovi stati che hanno fatto della democrazia e della libertà i loro nuovi fondamenti, rispetto alla visione dittatoriale dell’URSS. Sono quindi seguiti in tutte le parti del mondo, in ogni continente, i fenomeni di assestamento di tale nuovo equilibrio. Per ultima sta seguendo l’Europa occidentale, assieme prevedibilmente agli Stati Uniti d’America in un prossimo futuro. E all’interno dell’Europa occidentale, anche noi Veneti finalmente abbiamo ottenuto gli strumenti giuridici e politici per ottenere la nostra libertà, che solo l’indipendenza potrà assicurarci.

In particolare, per la Venetia la data storica che verrà ricordata è il 12 settembre 2010, in cui per la prima volta le organizzazioni che hanno intrapreso la strada elettorale verso l’indipendenza si sono riunite in unico partito politico, Veneto Stato, coinvolgendo addirittura 2 candidati presidenti (Silvano Polo e Gianluca Panto) sui 7 che a marz0 2010 avevano partecipato alle elezioni regionali.

Veneto Stato fin da subito ha saputo dare grande spessore politico alla propria azione, coinvolgendo personalità politiche di primo piano, come l’avvocato Alessio Morosin, che è stato il primo a porre la questione istituzionale dell’autodeterminazione del Popolo Veneto, addirittura con l’approvazione a larga maggioranza da parte del Consiglio Regionale del Veneto di un progetto di referendum per l’indipendenza, deliberato con la risoluzione 42 del 1999.

È quindi seguita l’adesione di un esponente straordinario della politica veneta, che ha testimoniato il salto di livello della politica indipendentista in Veneto. Si tratta di Antonio Guadagnini, leader storico del movimento dei sindaci del 20%, che era già riuscito nell’impresa di riunire più di 400 sindaci veneti attorno alla proposta di trattenere a livello comunale il 20% dell’irpef. Con la sua proclamazione a candidato presidente della provincia di Treviso, Veneto Stato ha quindi dato il là alla politica veneta, diventando la chiara e unica alternativa politica al marciume politico e morale italico, rappresentato da tutti i partiti italiani, a cominciare dalla lega nord, regina delle bugie e dell’ipocrisia all’insegna della mangiatoia romana.

Ora Veneto Stato si riunisce appunto a Congresso. L’obiettivo è la definizione e la condivisione dello statuto. A settembre è stato adottato uno statuto che era storicamente il punto di incontro tra il Partito Nasional Veneto e la lista Veneti Independensa. Il Consejo dei Diexe in questi tre mesi ha quindi redatto una nuova bozza di statuto che verrà presentato all’approvazione dell’assemblea. Il quorum richiesto per l’approvazione è costituito dai tre quarti dei soci presenti al Maggior Consiglio di domenica prossima.

Ogni socio di Veneto Stato ha il diritto-dovere di pronunciarsi, se lo ritiene, su tale questione. Per quanto mi riguarda, la mia posizione è favorevole alla conservazione dell’attuale statuto, che ha dato finora ampie garanzie di libertà di espressione a tutti i soci, nel rispetto dell’obiettivo indipendentista e soprattutto dei principi che ci siamo dati e ha permesso una forte crescita di soci a Veneto Stato.

Non sono favorevole quindi a un salto nel buio con l’adozione di un nuovo statuto che mi pare meno sensibile su tali punti che ritengo prioritari. Ritengo che le motivazioni – spesso condivisibili – che hanno indotto a proporre un cambio di statuto possano e debbano essere accolte attraverso la predisposizione di regolamenti ad hoc. Ci bastano pochi punti e ben fermi invece come principi inderogabili per fissare in modo certo e chiaro le nostre responsabilità come soci di Veneto Stato e quelli sono ben delineati dall’art. 5 dell’attuale statuto che li fissa in modo chiaro e certo.

Esiste poi una preoccupazione da parte dei promotori delle modifiche, che saranno esaminate domenica, in merito alla possibilità di “conquista” del partito da parte di esponenti e prestanome di comitati d’affari, oppure di esponenti di partiti italiani che cerchino di cavalcare l’onda indipendentista.

Credo personalmente che tale pericolo si possa eliminare con un unico grande punto politico, una mozione di indirizzo del Maggior Consiglio, che stabilisca in modo chiaro e netto che Veneto Stato non intende partecipare alle elezioni-farsa del parlamento italico, il simbolo supremo dell’oppressione dei Veneti e finta istituzione – odiata tra l’altro non solo dai veneti, ma anche dagli italiani – che rappresenta ad oggi il massimo furto della nostra sovranità.

Il destino dei Veneti si compie in Veneto ed è opera solo dei Veneti e di nessun altro. Preserviamo allo scopo la potenzialità e la forza creatrice di Veneto Stato, che non può e non deve avere i limiti propri dei partiti italiani, tutti concepiti in base alle ideologie massimaliste e fallite dei due secoli appena conclusi.

Lo dobbiamo fare e lo possiamo fare, se conserviamo con cura quanto finora costruito, nella difficoltà e nell’attacco senza sosta degli esponenti politici del malaffare italico.

Gianluca Busato
Socio di Veneto Stato

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