Si aprono nuovi e straordinari scenari per la nostra indipendenza
L’abrogazione del Regio Decreto 3300 del 4 novembre del 1866 con il quale si stabiliva (sic!) che «le provincie della Venezia e quelle di Mantova fanno parte integrante del Regno d’Italia» apre scenari politici nuovi per l’indipendenza del Veneto.
Da un lato infatti si moltiplicheranno le benefiche iniziative giuridiche di contestazione della validità storica e politica di quel triste avvenimento, dall’altro la straordinaria visibilità mediatica che il fatto dà alla Causa Veneta porterà nuova linfa alla battaglia politica moderna per l’indipendenza del Veneto, condotta da Veneto Stato.
Se una cosa infatti emerge con forza da tale abrogazione è che l’annessione del Veneto all’Italia, valida giuridicamente oppure no, è stata in ogni caso frutto di una campagna militare, tra l’altro connotata dallo spirito di sciacallaggio dell’esercito italico savoiardo e non certo di un processo di volontà popolare, o democratico. Fu un’imposizione, una triste imposizione di un foresto, anche se parlava una lingua talvolta più comprensibile rispetto ad altri foresti.
Così come dopo qualche decennio quell’improvvida casa regnante e classe dirigente che non avrebbe saputo amministrare neanche un asilo andava a distruggere e colonizzare terre e popoli africani che neanche sapevano da dove venissero i nuovi nemici, lo stesso possiamo dire con certezza aveva fatto nel 1866 in Veneto, nello stesso modo e forse ancora peggio di quanto avessero fatto i francesi e gli austriaci nei sessant’anni precedenti.
Solo alcuni sparuti rappresentanti ed esponenti servi di un pensiero debole furono felici di ciò che avvenne allora. In realtà l’Italia portò al Veneto solo fame, miseria e disperazione, dando inizio al triste fenomeno dell’emigrazione nel nuovo mondo, con la conseguente diaspora dei veneti.
Oggi le cose stanno cambiando, grazie alla crescita economica del dopoguerra e a un nuovo fermento culturale e politico, anche se a fatica.
È però incredibile constatare come da ieri vi sia una nuova consapevolezza in tutti i veneti del fatto che la costruzione del Veneto Stato indipendente, oltre che auspicabile, è possibile ed è molto più semplice e vicina nel tempo di come potessimo immaginarla.
Dobbiamo ora prepararci ancor meglio per dare il benvenuto al nuovo Veneto Stato, dobbiamo organizzarci ancor di più e non dobbiamo perdere occasione per dimostrarci compatti nel raggiungimento del nostro obiettivo, ovvero la ritrovata indipendenza politica di uno stato, che inizia ad alzare la testa e a mostrarsi al pari al cospetto di tutti gli altri stati del mondo.
La comunità internazionale conosce bene il valore e la forza di quello che già era stato lo stato più longevo della storia e che oggi si appresta a divenire un modello di ispirazione per tutti in quanto a saggezza, libertà, modernità, efficienza e tolleranza, secondo lo spirito che ci è proprio. Il nostro obiettivo ora dovrà essere quello di saper costruire un Veneto Stato che sia al servizio ai cittadini e che li rispetti, che sappia divenire base e principio di convivenza comune e che non si ponga al di sopra di essi, secondo il modello tricolore di tirannica sopraffazione buocratica, fiscale e culturale che questi 145 anni di servitù hanno palesato in tutta la loro spregevole incultura e incapacità.
E, forti di una consapevolezza maggiore rispetto a due giorni fa, non illudiamoci che sia tutto conquistato. L’Italia continuerà la propria opera di furto, umiliazione e mortificazione del Veneto e per liberarci davvero dovremo percorrere la strada pacifica e democratica verso la libertà, che non ha scorciatoie. Però sappiamo bene che possiamo farlo, che è giusto e bene farlo e che la cosa avverrà.
Non perdiamo ulteriore tempo e supportiamo con tutte le nostre forze Veneto Stato, per il nostro bene e per il bene di coloro cui vogliamo bene.
Oltre che un dovere, è anche una grande gioia!
Viva il Veneto indipendente! Viva Veneto Stato!
Gianluca Busato
Press News Veneto
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D’accordo con ti Gianluca però questo xe anca el momento de provar a contarse magari co na manifestasion proprio in San Marco, par mi questo el saria el momento pì importante dopo i Patrioti Serenissimi sul campanil. Naturalmente in regola con tute le leggi taliane e nessun gavaria da protestar e dir qualcossa in contrario. Penso che ghe saria pì de qualchedun in piassa…. pensemoghe!
TUTTI A SAN MARCO!
Eco pronti 🙂 http://www.venetostato.com/wordpress/2011/02/prove-generali-de-indipendensa/
ragassi no cambia gnente ,la legge suprema ,fonte par esar precisi xe la costitussion ,che la dixe che la republica(no la ciamo par nome)la xe indivisibile ,e all’art 131 la elenca tute le region italiane. E cmq tanti veneti la vede come un disguido e no i se sogna par gnente l’indipendensa,ghe vol lavoro e pasiensa.
Io penso che si debbano mettere insieme i due punti di vista espressi, da un lato, da Gianluca Busato, Giacomo Mirto e da VenetoStato nel suo complesso e, dall’altro, da Albert.
Traduco:
prendiamo atto che lo svarione normativo dà grande gioia e anche un po’ di adrenalina; però sappiamo anche che si tratta di un caso e non di una precisa volontà politica, un caso peraltro proiettato su un contesto che è veneto e non egiziano (da noi si preferisce lavorare ad occhi bassi piuttosto che alzare la testa e darsi fuoco…)
Dunque sfruttiamo la cosa in due modi: festeggiamo provocatoriamente l'”indipendenza” da un lato, ma dall’altro soprattutto mettiamo in risalto il vero dato politico della questione, ovvero che oggi il plebiscito non ce lo farebbero fare, perchè oggi hanno paura che il voto democratico dei Veneti direbbe “NO” all’Italia. Questo è il punto. Se volessero fare le cose per bene e chiarire una volta per sempre (si fa per dire) se i Veneti vogliono essere anche italiani, indirebbero un nuovo plebiscito riparatore e realmente democratico.
Ma ovviamente non lo faranno, perchè hanno paura della verità. E si limiteranno a correggere lo svarione con una leggina. Almeno i Savoia ebbero le palle per imporre con la forza il plebiscito-foglia-di-fico sull’annessione manu militari. L’Italia repubblicana non avrà nè il coraggio della forza, nè quello della democrazia. Sarà una seconda annessione burocratica, con tanto di marca da bollo e timbro ministeriale.
Ecco il punto.
Penso che se VenetoStato riuscisse a tradurre questo concetto in un volantino, magari proprio per la manifestazione annunciata, sarebbe un bel colpo mediatico. Se poi ci fosse una conferenza stampa sulla manifestazione, con esplicitazione di questa tesi, sarebbe ancora meglio.
Scusate se sono stato prolisso. Del resto la comunicazione è tutto, nella società del marketing 🙂