Una classe dirigente incapace e impreparata non può tutelare il bene dei veneti
I tempi moderni ci stanno abituando ad accelerazioni incredibili degli eventi, che, come film, si susseguono l’uno all’altro con sequenze di immagini che rischiano di cancellare il ricordo di quelle appena precedenti.
Siamo ancora tutti scossi dalle notizie drammatiche del Giappone, che hanno lasciato lo spazio solo alle celebrazioni di cattivo gusto e di stampo nazionalistico dei primi 150 anni di uno stato fallito su molti fronti: dall’economia, al senso civico, dall’ambiente all’energia, dalla giustizia alla reputazione internazionale.
A parte chi si beve di tutto, che purtroppo è la maggioranza delle persone che vivono in Veneto e in Italia a causa di una dittatura massmediatica che non eguali nel mondo occidentale, le persone che hanno un minimo di capacità di analisi però qualche interrogativo se lo pongono in questi giorni.
È troppo violenta e dicotomica la contrapposizione italica tra le proprie posizione sostenute con forza fino a ieri (sul nucleare) o fino a pochi mesi fa (sull’alleanza col dittatore sanguinario Gheddafi), o fino a pochi anni fa (l’anti-italianità della sinistra), o ancora oggi su altri fronti (il pacifismo militante a singhiozzo dei vari popoli viola e arcobaleno).
Schizofreniche posizioni di voltagabbana incoerenti, senza ragione e senza cuore.
Noi veneti come possiamo fidarci di uno stato inconsistente inventato solo 150 anni fa? Come possiamo affidare il nostro destino a questi campioni del nulla?
È incredibile quanto inquietante constatare ad esempio la leggerezza con cui i vari Berlusconi, Napolitano, Bossi, D’Alema riescono a dire tutto e il contrario di tutto, a distanza di un giorno dall’altro.
Ciò si spiega solo ed unicamente con il grande interesse economico che la classe dirigente italica coltiva, per esempio, in Libia. Fino all’ultimo minuto hanno cercato di difendere Gheddafi, per difendere gli appalti dell’Eni, o i finanziamenti alla lega nord, salvo poi passare come se nulla fosse dall’altra della barricata quando avevano compreso che il vento era cambiato e che i francesi li stavano soppiantando nei futuri appalti.
E allora, contrordine compagni e camerati, si va alla guerra! E come dice il fantozziano La Russa, i temibili aerei tricolori sono pronti a sferrare l’attacco in soli 15 minuti.
E la sinistra italiana, ancora ubriaca dall’orgia nazionalistica del 150° anniversario festeggiato in modo indegno, con l’uso spregiudicato addirittura dei bambini e delle scuole, in una versione moderna di un fascismo congenito alla cultura italica, risulta incredibilmente in prima linea nel fare propria la linea interventista.
Intendiamoci, chi scrive critica l’intervento contro il regime libico solo perché tardivo, ma non di una settimana, bensì di anni! Ma ciò non toglie che la rappresentazione teatrale di squallidi politicanti incapaci e incoerenti sia di orribile gusto.
E in perfetta armonia con la tradizione tricolore dei voltaggabana, che iniziano la guerra su un fronte per finirla nell’altro!
Questa triste incoerenza dei pagliacci con la coccarda aumenta la consapevolezza che questo stato sia inadeguato a tutelarci e non aiuti un quadro politico internazionale di stabilità e convivenza civile.
Il buon senso dei veneti, una volta che avranno conquistato la propria indipendenza, permetterà invece con grande probabilità anche una maggiore pace ed equilibrio di tutta l’area mediterranea.
Di sicuro un Veneto Stato non permetterebbe ai propri rappresentanti istituzionali di accogliere i dittatori con tutti gli onori e con le enormi umiliazioni inferte dal signor Gheddafi qualche mese fa a Roma.
Ecco un altro, l’ennesimo motivo per dare sostegno a Veneto Stato, la forza politica che persegue la completa indipendenza politica del Veneto in modo democratico, pacifico, legale e ampiamente motivato.
Di fronte all’Italia delle macchiette, gridiamo con forza Viva il Veneto Stato indipendente!
Gianluca Busato
Press News Veneto
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La sinistra va alla guerra
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