Sono stato svegliato nella notte e convocato seduta stante per effettuare il collaudo qui in base.
Ora sono in pausa ed attendo pochi minuti per il cambio del turno.
La ristrutturazione di un’opera che doveva essere pronta per la fine di Aprile è stata precipitosamente accelerata.
Numerosi lavori non urgenti sono stati stralciati e rimandati ad una fase successiva, serve solo finire quanto serve per dare il capannone meramente utilizzabile , per le rifiniture se ne riparlerà più avanti . Le squadre lavorano senza interruzioni in tre turni consecutivi di 8 ore ed entro mercoledì la pitturazione dovrà essere completata in quanto da giovedì mattina l’opera dovrà essere agibile.
I collaudi non si possono dunque fare alla fine ma devono farsi in corso d’opera durante i lavori stessi.
Non si sa se e come sarà utilizzata questa parte di infrastruttura, non spetta a noi deciderlo, sta di fatto che dopo settimane di calma piatta non si sentono altro che aerei ed elicotteri rullare sulle piste e tutti hanno capito che siamo tornati agli anni 80.
I controlli di sicurezza sono stati soggetti ad un “giro di vite”. Ogni entrata, anche quelle per i contractor, sono sorvegliate a vista e si devono superare varie barriere, con perquisizione personale e di tutti i mezzi d’opera che vengono meticolosamente controllati con i rilevatori.
Il personale è formalmente cortese, ed i soldati alle barriere sono misti italiani ed americani ma tutti i privilegi sono stati annullati e nessuno entra più senza verifica, direttori compresi.
Il lavoro prosegue con la consueta professionalità ma agli sbadigli e alle battute sul tempo atmosferico è subentrata una certa dose di adrenalina ed ora tutto procede in silenzio ed ordine.
Al check point chiedo ad una soldatessa se cortesemente può puntare il mitra non proprio nella mia direzione ed essa acconsente.
Insomma la situazione si sta surriscaldando e nessuno ha più voglia di scherzare, si cerca solo di proseguire il lavoro nel miglior modo possibile.
Gualpertino da Coderta Aviano.
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Qual’è l’opinione di VS riguardo alla partecipazione dell’Italia alla guerra in Libia?
A questa domanda dovrebbe rispondere il segretario che essendo quasi-americano si comporterà come loro ,cioè con quella coerenza e chiarezza tipica di quel popolo e più rara altrove 🙂
Come esperienza personale il mio collega di ufficio ha lavorato in Libia negli primi anni 90 e riferisce
come fosse veramente difficile vivere laggiù, ovvero si tratta di un regime poliziesco paragonabile a quello della
DDR prima della caduta del muro di Berlino. Lui ebbe anche il passaporto sequestrato.
Spie di regime si fingevano amici per saggiare le tue idee politiche e guai esporsi.
Alla sera andava a giocare a carte in ambasciata italiana asserragliato e tornava in cantiere in taxi mentre
nella notte si udivano spari.
Dopo vent’anni però i cittadini sono diversi, nel senso che ora sono -internettiani- di nuova generazione,
abbastanza colti e vedono come viviamo noi , dunque non sono più automaticamente assoggettabili a tali condizioni
e generalmente si ribellano.
Sono tutti giovani che aspirano esclusivamente ad una democrazia e uno stile di vita assolutamente occidentale.
Fate conto di andare ad Istambul, ecco così va benissimo.
Qualcuno di loro ( non tutti ) pratica l’islam, ma con modalità diciamo abbastanza moderate, ed il fanatismo
religioso non attacca più granchè,o meglio è inversamente proporzionale al grado di cultura e di benessere, che sono, o vogliono essere, in crescita .
E tutti dico tutti , diciamo il 90% delle persone dice peste e corna dei vari dittatori o re.
Ciò l’ho visto in Tunisia, Libia ed anche Arabia Saudita.
Ecco si , secondo me tra non molto esploderà anche l’Arabia.
Giusto allora mollare bombe alla Libia ? Non so se sia questa la strada migliore, ma il regime va rimosso in
qualche modo ed arrivati a questo punto se qualcuno ha la ricetta che la dica.
Diciamo che personalmente mi fa un pò sorridere il protezionismo belusconiano e leghista verso questa dittatura,
una contraddizione che nasconde interessi ed intrecci molteplici e una paura di esporsi verso gli arabi
del tutto ingiustificata ed anacronistica .
I paesi arabi noi li vediamo ancora ancestralmente come ostili mentre invece i nuovi cittadini quando possono parlare non ci comunicano altro che
voglia di libertà .
In tale scenario Gheddafi (ed i suoi amici), non possono avere spazio.
Grazie 1000 per la spiegazione… è al 100% uguale a cone la penso io!
bah…un ragazzo albanese rideva dicendomi:
“i francesi e gli Americani si prenderanno il petrolio e voi chi scappa”.
Ad ogni modo non dimentichiamo cosa è successo tre anni fa.
Il Chad ha un sacco di petrolio e due condotti:
uno va sull’atlantico passando per gli stati controllati da compagnie americane e uno gestito dai “ribelli” va a nord…in Libia.
Gheddafi para il culo ai “ribelli” del Chad.
Ricordate super Sarkozy preso di mira dalla stampa francese vestito da Superman che andava a visitare l’accondiscendente presidente fantoccio del Chad?
Ora la Nato si è schierata da una parte,all’interno di una guerra civile,come gli americani avevano “appoggiato” i partigiani.
Poi ecco Ghedi e Aviano.
Mondialismo spicciolo e di bassa etica…e chiacchere.
Ma Gheddafi…è più pericoloso di Sarkozy e meno democratico dei Bush?
Ai posteri (speriamo in uno stato veneto) la sentenza