“Invasione pacifica” è una sorta di ossimoro poiché una invasione richiama essenzialmente un atto di prevaricazione dato che non vi sarebbe tecnicamente una invasione nel momento in cui si accoglie una istanza o si fa un esplicito invito perché si tratterebbe, sempre tecnicamente parlando, di “arrivi” di “ospiti” e di altri termini affini, non di “invasione”. Si usa infatti questa definizione anche per riferirsi ad esempio all’arrivo in massa di turisti, che sono certamente ben accetti, proprio per evidenziare il contrasto tra invasione ed accoglienza.
Perché perdere tempo a fare sofismi su una definizione? La ragione è che di fatto non possiamo parlare mai di “invasione pacifica”, se non come nel caso turistico, per fare un contrasto che evidenzia il grande successo di un invito a visitarci; in altre parole una “invasione” non è mai pacifica, anche se condotta senza l’uso di armi o di altri mezzi esplicitamente violenti, in quanto essa viene realizzata *senza il consenso* dei popoli invasi.
Ora l’arrivo in massa di persone, che non definirei né “clandestini” né “immigrati” o “migranti” e tantomeno “profughi” (vista la loro provenienza) è senza alcun dubbio una “invasione”. Operata con la forza, perché realizzata di nascosto e senza il consenso delle popolazioni invase (per esempio il popolo di Lampedusa).
Un governo serio affronterebbe questa invasione con i modi che si convengono a questi casi: con i militari.
Una cosa di questo tipo avverrebbe anche nei rari paesi comunisti, mi figuro che Hugo Chavez non esiterebbe a puntare le armi contro una eventuale invasione “pacifica”, per esempio.
Gli stessi paesi di provenienza di queste persone hanno atteggiamenti simili.
E’ il caso anche di informare che in giro per l’Europa la definizione più usata è “invaders” (riporto la versione inglese, ma si trova uguale in salsa francese, tedesca, nederlandese, ecc.). Senza mezzi termini da diverse parti si parla proprio di invasori, e si invoca l’uso dell’esercito. Ad esempio questo forum, ma è solo uno dei tanti, ne potete trovare a centinaia con una semplice googlata. Addirittura lo dice esplicitamente il sito “wind of jihad” in cui si scrive: “The actual header on this story reads “IMMIGRANTS TORCH MIGRANT CENTRE”- but here on Winds of Jihad we have always maintained that these people are not immigrants, they are not refugees and they are not asylum seekers: they are Muslim invaders.“
L’Italia ha un governo (ed una opposizione) di pagliacci, perché se fosse gente seria e con le palle a quest’ora avrebbe usato qualche raffica di mitragliatrice contro i barconi, e vedresti che questa gente che è essenzialmente formata da venturieri senza nulla da perdere, cambierebbe programmi.
E’ invece risaputo nei paesi africani in genere che l’Italia è il posto ideale per entrare nella EU, è il colabrodo d’Europa, proprio per gli invertebrati che la governano e in genere per l’atteggiamento supino e di caritatevole stupidità, che lo domina. Se vai a fare una chiacchierata con la gente che è immigrata qui te lo dicono. E poi un documentario girato da Rai3 qualche anno fa in Nigeria lo denunciava.
Come ho detto non parliamo di “profughi”. I profughi sono una cosa diversa. I profughi scappano da una guerra o da conflitti violenti, e secondo la convenzione di Ginevra vanno accolti. I profughi si accolgono i apposite strutture, e dovere del profugo è quello di non abbandonare tali strutture messe a disposizione dal paese ospitante, salvo che non intenda uscire dallo stesso paese. Si distingue dal caso del richiedente asilo, il quale, una volta accolto ha diritti di muoversi liberamente nello stato ospitante, ed è infine distinto dal caso dell’apolide che è un ospite che si dichiara privo di cittadinanza e che dovrebbe godere di libertà di movimento a tempo limitato (eventualmente subordinato a controllo periodico della polizia) come un qualsiasi visitatore con passaporto.
Oltre ventimila persone sono arrivate sulle coste di Lampedusa, il trampolino per l’Italia e poi da lì sgattaiolare via per entrare in altri paesi EU, che giustamente hanno detto Niet, e potrebbero pure chiudere le frontiere con l’Italia per ragioni di ordine pubblico, come stabilito dal trattato di Schengen.
Non solo ma potrebbe l’Italia stessa essere messa sotto accusa per inadempienza sulla sicurezza e essere deferita ad una sospensione dal citato trattato.
Un danno enorme per quelli che si ritrovano ad avere la cittadinanza italiana, che corrono concretamente.
Ciò che infatti stà accadendo oggi a Ventimiglia, Liguria, Italia, ai confini con la Francia, dove migliaia di invasori provenienti dal nord Africa stanno cercando di varcare la frontiera supportati da cittadini italiani definiti “dei centri sociali” stà mutuando la complicità di cittadini italiani in una azione che può essere vista come atto di invasione di un territorio, sanzionabile con una reazione militare.
Francia e Germania hanno già messo i puntini sulle “i” a questo riguardo, ed ora la palla è nelle mani di chi controlla l’Italia. Ma chi la controlla è in fondo connivente con questi loro concittadini denominati “centri sociali” e si profila una situazione molto rischiosa.
La connivenza si respira anche allo stadio dei media di informazione. Neppure le tv arabe, quali Al Jazeera o Al Arabia, sono morbide nei confronti sia di Muhammar Al Gheddafi (e della sua progenie e seguaci) sia di questi invasori. Ma se si ascoltano i telegiornali italiani, in particolare il giornale continuo RaiNews24, si scopre con sorpresa la polarizzazione che arriva da quella penisola abbandonata nel mezzo del Mediterraneo. Dai loro report trasuda la inclinazione verso la famiglia Gheddafi, e oltre alla stigmatizzazione di un intervento militare che è stato realmente invocato dai ribelli, e seppure con il modo ambiguo tipico degli arabi, supportato dalla stessa Lega araba, non sa distinguere la situazione di una invasione di ex carcerati fuggiti dalla Tunisia per sbarcare in Europa.
Claudio G.
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defati na roba ca me so dimandà: parcossa xe che i se ris-cia a navegar in tel mar co barchete inpiegnie fin sora coando i pol ndar in xozo verso l’africa?
parchè coa ghe xe el perbenixmo de lassar far in (falso) nome de la paxe. e se ti seri la porta co forsa (ovio parchè da staltra parte i la sta xa uxando) ti pasi anca par dixuman, goeresco.
no me par cusì difisie capir che chi che dixe “paxe” el xe drio tirar anca la “goera”. do fase de l’istesa medajia. inposibie destacarle.
la natura la xe cusì, ma par che el dio “omo” no la vojia cusì.
el caxin de sta invaxion xe sol che el specio del caxin de conceti e de na morale devià (perbenista) inte la suca de chi che se sente a l’altesa de star intei goerni.