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Io la penso come Luca Schenato

I referenda italiani sono come acqua sul marmo per l’indipendenza del Veneto

Questo è un blog di opinioni prettamente politiche ed è giusto dire come la pensiamo sui temi importanti come i referenda che si sono tenuti domenica e lunedì scorsi.
Io non sono andato a votare e non ne ho fatto mistero. Mi è molto piaciuta la presa di posizione di Luca Schenato, che infatti ho condiviso pubblicamente sui vari social network che frequento, anche se mi pento di non avere scritto a mia volta un intervento da me firmato.
Queste votazioni, lo ammetto, non mi hanno proprio interessato. Le ho sentite come una cosa a me estranea. Ho vissuto con grande distacco anche il sincero entusiasmo di molti miei amici che ho visto in rete celebrare i risultati. Ho visto il mio partito prendere una posizione sul tema che non ho condiviso né compreso, anche se per me non cambia nulla, perché l’obiettivo del mio partito è un altro e perché fortunatamente Veneto Stato a differenza dei partiti totalitaristi e oscurantisti italiani ha ben saldi al proprio interno alcuni principi fermi, tra cui la salvaguardia della libertà di espressione e di opinione, che mi permettono di dissentire anche pubblicamente dalla tattica politica che persegue, quando tale dissenso non sia in contrasto con l’obiettivo unico dell’indipendenza del Veneto.
La realtà è che io avrei preferito un non pronunciamento sul tema. Non mi interessa un fico secco che oggi abbiano vinto i sì e che alcuni tra i temi riportati potessero – forse – essere condivisibili.
Non mi interessa, perché il dibattito che li ha animati è artificiale, proprietà di un’Italia di cui non mi sento parte. Aver dato indicazioni di voto in un’elezione squisitamente italiana, su base elettorale italiana, con quorum geografico italiano mi ha dato fastidio come veneto, tutto qui.

Rerendum 2006: in blu dove hanno vinto i sì, in rosso dove hanno vinto i no

Perché come veneto mi è bastato vedere qualche anno fa il referendum sulla devoluzione dei poteri, che qui era passato (vedi l’immagine allegata) e nel resto dell’Italia no, per farmi capire che questo istituto non mi rappresenta, oggi, all’interno di questa Italia marcia.
Il fatto che oggi questi referenda siano passati non mi fa dimenticare l’ingiustizia subita dai veneti cinque anni fa.
Il fatto che questi referenda abbiano avuto grande partecipazione popolare non mi fa dimenticare che in Italia ciò in passato non è contato nulla, in occasione del finanziamento pubblico dei partiti, della privatizzazione della RAI, del ministero dell’agricoltura.
Oggi assistiamo a una gioia mediatica per la sconfitta politica di Berlusconi. Va bene, ma io non mi posso accontentare di un piazzale Loreto in chiave moderna.
Non mi interessa, non lo sento mio. E non mi porta né un euro in più in tasca né un grammo in più di civismo.
Ho ambizioni ben più elevate di queste piccole godurie d’avanspettacolo.
Io vorrei vivere in uno stato civile e so bene che in Italia ciò non è possibile.
Per farlo serve al più presto un Veneto Stato indipendente e questi referenda sono come l’acqua (pubblica o privata fa lo stesso, sempre acqua è, cambiano solo i costi) sul marmo.

Io la penso così.

Gianluca Busato

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