Cosa farebbe un Veneto indipendente con un vicino ingombrante e gravemente ammalato come l’Italia? Il distacco dell’economia veneta da quella italiana non produrrebbe un crac finanziario?
Provo a dare risposta a queste domande che in questi giorni di concitata movimentazione finanziaria internazionale possono produrre preoccupazioni in chi guarda e investe in Italia. Risposte che sono una mia interpretazione di quello che presumo sia la linea che penso sarebbe tenuta, e che io, come semplice cittadino-socio, certamente caldeggerei.
In realtà un Veneto indipendente sarebbe una garanzia per i mercati internazionali, per la stabilità finanziaria. Innanzi tutto una forte economia sarebbe scissa e associata ad altre economie forti che garantirebbero la certezza sulla moneta unica, l’euro, e con essa alla garanzia del valore nell’interscambio delle merci nelle piazze internazionali.
Il Veneto indipendente sta per essere preparato, non è certo ancora pronto, ma la sua classe dirigente è “in forno”. Parte dell’attuale classe dirigente veneta è certamente meritevole di poter amministrare le attività locali (penso a molti bravi sindaci) specialmente quanto saranno depurati dalla dipendenza dai partiti italiani. Nel tessuto Veneto vi sono alcuni economisti noti e stimati nel mondo. Molti di loro vivono lontano dal Veneto ma siamo convinti che in un Veneto rinnovato e indipendente alcuni di loro potrebbero essere disposti a lavorare per lo sviluppo dell’economia.
Il Veneto indipendente non lascerà sola l’Italia con il suo debito, ma ne acquisterà una importante porzione. Acquisterà, non spartirà! L’operazione, qui semplicemente abbozzata per semplicità, consisterebbe nella vendita sul mercato di VEC-Bonds (titoli di stato della neo Repubblica Veneta) con i quali finanzierebbe l’acquisto di titoli di stato della Repubblica italiana, sui quali sarebbe applicata una clausola di abbinamento contrattuale per la rivalsa su beni tangibili.
E’ certo che nel momento in cui il Veneto diventa indipendente anche altre nazioni della penisola italiana lo seguiranno. Il Veneto indipendente farebbe da guida per garantire che ogni una di queste nazioni si assuma la sua responsabilità nei riguardi del debito pubblico della Repubblica italiana, almeno per quelle nazioni che intendono riassumere con dignità il ruolo che spetterebbe loro nel mondo. Certamente è credibile per quelle che oggi sono indicate come le regioni più produttive. Il Veneto indipendente farebbe molto per potere aiutare tali nuove nazioni, ed avrebbe la forza per operare anche le pressioni necessarie.
Per gli investitori queste sono garanzie che nessun altro, ad eccezione della Lombardia, possono offrire, ma è quasi certo che la stessa Lombardia sarebbe immediatamente a seguito della guida veneta.
Sul fronte dello sviluppo e della crescita economica, il Veneto indipendente saprebbe fare fronte ai costi di tale operazione, attraverso la riduzione delle richieste che lo stato fa alle imprese (gli adempimenti burocratici) quindi consentendo loro di impegnarsi al 100% sul loro business.
Sviluppando una legge speciale per le aziende che straniere che decidono di portare la loro sede in Veneto, in particolare quelle spiccatamente orientate alla ricerca, con una tassazione del 5% sull’utile delle prime e la esenzione per le seconde a patto che il 25% dei brevetti resti di proprietà di imprese e investitori con stabile residenza nelle Venezie per almeno 10 anni.
Inoltre la istituzione del VPO (Venetan Patent Office) ad alta informatizzazione per facilitare le ricerche e il deposito di brevetti con basso costo e l’incarico a cura dello stato di occuparsi della garanzia di copertura europea, nordamericana, indiana e cinese dei brevetti veneti.
Un investimento non piccolo ma nemmeno esagerato che però assicura un enorme valore per le imprese venete (e internazionali che si insediano in Veneto) che ideano e sviluppano nuove creazioni.
Sul piano fiscale, semplicità e riduzione drastica degli adempimenti: registrazione fatture, possibilità di detrazione totale di ogni spesa inerente l’attività (e non ragionevolmente utilizzato per scopi personali), pubblicazione del bilancio con dichiarazione degli utili, dichiarazione IVA, e tassazione flat, dividendi delle società non tassati, tassa sui redditi personali flat con franchigia per i redditi minori, coperture assicurative per sanità e perdita del lavoro a gestione privata o di casse mutue autogestite dai lavoratori esenti da imposte, costituirebbe l’intero corpo burocratico fiscale richiesto. Essendo molto semplice è poco costoso, abbatte il costo parassita sul lavoro, induce a creare nuove imprese o ad attrarre quelle esistenti in altri paesi, inoltre rende più facile il controllo di routine che ogni 3 anni verrebbe fatto a ogni impresa, reso ulteriormente rapido e poco costoso grazie alla missione di individuare chi davvero imbroglia senza focalizzarsi su piccolezze.
Sulla riorganizzazione giudiziaria, reintroducendo il diritto veneto aggiornato, tale da assicurare certezza sulla amministrazione della giustizia percepita dalla popolazione, dagli investitori e dagli ospiti, anche con l’introduzione dei lavori forzati al fine di risarcire il danno causato dai criminali, affiancato dall’eventuale sostegno sociale e morale per coloro che hanno commesso delitti minori ed abbisognano di aiuto e pietà.
Sul controllo del territorio attraverso il pattugliamento attivo e l’adozione di video-quadrotteri radiocomandati, e l’indirizzo al severo controllo della viabilità con il rispetto dei pedoni e dei relativi spazi, delle distanze di sicurezza e della velocità massima, del rilascio di rifiuti punibile con lavori forzati, della sobrietà nella guida dei veicoli, e della quiete notturna.
Un Veneto indipendente libero ma rigoroso nel rispetto del prossimo e dell’ambiente, come specchio di una politica economica libera ma rigorosa nel rispetto delle sue obbligazioni e capace di offrire importanti garanzie supplementari per assistere i suoi vicini di casa in difficoltà.
Un Veneto indipendente garanzia del credito e della moneta, verso cui gli investitori potranno guardare con fiducia e verso cui potranno fare affidamento per assicurare una discesa morbida dall’imbarazzante debito pubblico italiano.
L’Europa e il mondo devono guardare al Veneto indipendente come una rara opportunità per salvaguardare i capitali investiti nell’Italia e nell’euro.
Claudio G.
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mi digo tàse 0 a ecesion de na iva piceneta o solo na taseta so l’inportasiòn, dela serie eliminemo fin l’iva. El stato el ga da atrofixàrse, xero stipendi ai politeghi, se privatixa la jestion comunal co apalti trienàl afidà a sosietà. Se privatixa hospital, se privatixa scole, tuto. resta de tuti strade, cavi, canali acoe…
Eliminasion de monopoli, ……..Le banche le paga col soo sensa vinvoli co stato…. Gnison monopolio gnnaca pa el stàto. regole de fero so ecosotenibilità. Inpalemo i politeghi coroti. Fora l’exersito da procure, prefeture e strade. Eliminasion carnba e istitusion de exersito profesional volontario gran coalifegà a le dipendnese d el apolitega. se vota da caxa co internet e no ocore pi ndàr i comùn perdar tenpo. In sto modo se riduxe i costi de tuto. I comuni i xe responsabili de strade acoedoti.. cusì i sitadini i se ràbia e li inpala i so politeghi soto càxa sensa delegar….
Se elimina i notari, prefeti, provinse…….
Via i mericani da la nostra tera, o minimo se fa on referendum. L’italia la ga da rixarsirne pa i dani festi in 144 ani.
Chi ca no paga el ga da esar punìo e no pasarsela fa co la italia.