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Panto (Veneto Stato): “Le nostre bombe sono le cabine elettorali”

In questo frangente in cui Veneto Stato è stato oggetto di un inaudito attacco da parte di un “non so come definirlo” rappresentante delle istituzioni italiane, il cui unico compito dovrebbe essere solo ed esclusivamente quello di occuparsi di rincorrere i banditi e non di avventurarsi pericolosamente in considerazioni di tipo politico, ho apprezzato particolarmente la coraggiosa ed equilibrata risposta di Gianluca Busato pubblicata sul “Il Gazzettino” di oggi ed a cui mi unisco senza indugio.

Non è un caso che tale attacco giunga all’indomani del voto della manovra economica, che porta lo stato Italia, vero carrozzone già paragonato ad un Titatic che affonda non certo da noi ma da un autorevole rivista internazionale quale “L’Economist” a tirare un provvisorio quanto vano sospiro di sollievo.

Passata la fase di debolezza che pareva anticipare il tracollo ed ora che la situazione sembra a tutti raddrizzata è dunque pronta la manovra a tenaglia “di vendetta” che vorrebbe inquadrare il movimento indipendentista veneto, che sta diventando a Treviso – un vero problema politico per la lega in caduta libera – entro un processo di delegittimazione che passa attraverso la sollecitazione nell’opinione pubblica di paure che passano attraverso l’evocazione di scenari sovversivi, destabilizzanti, da infarcire ed incanalare non più nella semplice derisione di un pacchianesimo nostalgico, ma ora e con forza come la giusta ricompensa per i rappresentanti istituzionali che tanto valore dimostrano nella lotta per il mantenimento dell’ordine.

Non è un caso che questa azione parta da Treviso, che attualmente rappresenta la punta di diamante del processo di rinnovamento politico in atto, in grado di contagiare virtuosamente ed in tempi insospettabilmente rapidi anche altre province attigue e gemelle, già in fase di pre-riscaldamento, e pronte ad esplodere da un momento all’altro.

E a questo gioco certe persone ovviamente “non ci stanno”.
Anche perché sanno benissimo che il partito politico Veneto Stato è certo una realtà detonante ma che non nulla a che fare con l’estremismo e le pallottole.
Magari lo fossimo, pensano alcuni, sarebbe così comodo allora fermarci.
E invece le nostre armi sono le legalità, e le nostre bombe le cabine elettorali.
E le nostre ramificazioni di contatti e rapporti sono oramai enormemente radicate e ramificate entro il territorio e la società e ogni giorno di più conquistano consenso non certo tra i falliti della società, quanto tra gli innovatori e i detentori di interessi sociali ed economici i quali vedono nel proseguimento di questa situazione politica oramai un vero rischio per il proprio futuro.

Nemmeno si immaginano questi signori cosa ci raccontano i nostri amici e compagni industriali nei sottoscala dei loro capannoni.
Non certo poveri diavoli di “venetisti” o artigiani, o il popolo delle partita IVA diffamati quotidianamente come semi-evasori , quanto affermati imprenditori di un Veneto che non ha nessuna intenzione di essere condannato al declino che questa Italia così strutturata porterebbe in serbo per noi.

L’ha fatta Vardanega, non noi la marcia dei 3000 industriali a Treviso per chiedere azione politica per la crescita,prima di allora tutti erano sfilati, mai al mondo si era visto nulla di simile , ma noi c’eravamo in fila con gli altri, mano nella mano.
E anche oggi il mio Presidente degli industriali veneti Tomat , sulla cui fede indipendentista non ho dubbi da quando l’ho conosciuto quando guidava la squadra di Treviso (ma non ancora dichiarabile pubblicamente) bene ha fatto a rincarare la dose evidenziando che “la promessa rivoluzione liberale non c’è stata e che il peso dello stato è aumentato e appare ancora senza controllo, nonostante i recenti interventi straordinari”.

Hanno o non hanno capito lor signori che queste altro non sono che manovre preparatorie per scaricarvi definitivamente al prossimo temporale?

Per non parlare del segretario di Veneto Stato, l’economista Pizzati , che ha smascherato perfettamente la manovra economica , quale la classica operazione di depressione in perfetto stampo socialista che ci porterà definitivamente al soffocamento economico, spegnendo piano piano le nostre imprese.

E adesso noi, che siamo una classe di intellettuali pacifici e impegnati nella costruzione di una nuova ed autorevole forza politica in grado di dare a questo territorio un futuro di miglioramento e prosperità , oltre agli sforzi di ogni giorno che ci vedono come imprenditori costretti ad operare in un ambiente palesemente -ostile- dove se ti va male ti sta bene e se ti va bene sei un ladro , e con la più alta tassazione del mondo, ci scopriamo anche essere attaccati, se non addirittura indagati .INDAGATI . E da chi ? dalle istituzioni stesse, da coloro che dovrebbe essere i nostri angeli custodi.

Ma dai!

Gianluca Panto
Socio Fondatore
Veneto Stato

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