Il presidente di Confindustria Veneto Andrea Tomat ha lanciato oggi un forte segnale alla classe politica veneta e in primis al presidente della Regione Veneto Zaia spronandolo a tagliare i costi della politica e ad iniziare una trattativa con il governo centrale per ottenere l’autonomia del Veneto.
Egli ritiene che questo sia il momento buono per negoziare. L’associazione di categoria degli industriali con tale iniziativa fa un ulteriore passo in avanti verso l’acquisizione di una maggiore coscienza dei problemi che attanagliano il Veneto e ciò è sicuramente un fatto positivo. Il fatto negativo è però non aver ancora compreso che le trattative con Roma non hanno possibilità di essere vinte. E nemmeno iniziate per la verità.
Un imprenditore come Andrea Tomat sa, o perlomeno dovrebbe sapere che ogni trattativa, per avere la speranza di andare a buon fine, o anche solo di sembrare una cosa seria per la quale vale la pena dedicare del tempo sedendosi a un tavolo, presuppone che la controparte abbia l’effettiva possibilità materiale di sedersi a quel tavolo con la possibilità di fare scelte.
Riteniamo Tomat troppo preparato per non sapere che in realtà Roma, anche se lo volesse, non può permettersi di rinunciare al gettito fiscale veneto che si trattiene senza reinvestirlo in alcun modo nel territorio né direttamente né indirettamente.
Antonio Guadagnini ha più volte spiegato quali siano i rivoli indecorosi del debito pubblico italiano e qui riportiamo le cifre che egli ha redatto nel corso dell’ultima campagna elettorale per le provinciali di Treviso, che lo ha visto candidato presidente per Veneto Stato. Le riportiamo qui sotto, per maggiore chiarezza e per ricordarle a chi magari ha la memoria corta.
Così come Lodovico Pizzati, segretario di Veneto Stato, ha ben illustrato, ancora nel 2009, come lo stato italiano si trovi ormai de facto in una situazione di insolvibilità fiscale. Tale situazione oggi è sotto gli occhi di tutti, con l’evidenza data dall’assalto alla diligenza dei titoli pubblici italiani di questa calda estate finanziaria.
Allora, in tale scenario, ci chiediamo e chiediamo ad Andrea Tomat come possa anche solo pensare che lo stato italiano sia in grado di rinunciare a parte del residuo fiscale del Veneto, che somma a circa 20 miliardi di euro, anche se solo lo volesse.
Che poi lo stato italiano e la classe politica che ben conosciamo lo voglia fare, è tutto un altro paio di maniche. Perché sfido chiunque a pensare che la casta si privi dei propri privilegi e della leva di controllo dell’elettorato attraverso la spesa pubblica.
Una persona intelligente e preparata come Tomat deve pertanto iniziare a comprendere che la strada per uscire da questa impasse c’è. Essa è una strada normale, al confronto con l’anormalità dello stato italiano, e prevede semplicemente che siano i veneti stessi a farsi interpreti e autori del proprio destino, con l’ottenimento dell’indipendenza politica.
L’indipendenza è possibile e dipende solo da noi veneti. L’autonomia fiscale è de facto impossibile e non dipende da noi veneti, ma dalla “bontà” di uno stato centrale che ha le mani legate.
Il progetto politico quindi è quello fatto proprio da Veneto Stato, che prevede un percorso democratico, pacifico e legale per la completa indipendenza politica del Veneto e la costruzione di un moderno stato libero, giusto, tollerante, aperto all’Europa e al mondo e in grado di recitare un ruolo da protagonista nel mondo globale, assicurando ai cittadini veneti il benessere che si meritano e che oggi sotto l’Italia appare invece una irraggiungibile chimera.
Gianluca Busato
Press News Veneto
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