Tólto da ilsussidiario.net
Di pochi giorni fa la notizia che nel Veneto un piccolo gruppo di imprenditori, ma non solo, abbia aderito ad una “gita fiscale” in Slovenia al fine di acquisire le informazioni necessarie per poter trasferire parte dei propri risparmi nelle casse delle banche istriane. L’iniziativa è stata promossa da Veneto Stato il partito che aveva già fatto parlare di sé la scorsa settimana per un’altra iniziativa, il tentativo di installazione ad Arzignano (Vicenza) di un monumento inneggiante all’evasione fiscale.
L’operazione, tengono a sottolineare gli organizzatori, è perfettamente legale, per questo, dice Pizzati (segretario di Veneto Stato), “fare il viaggio in corriera ha proprio il valore simbolico di operare alla luce del sole”. Le ragioni di questo viaggio andrebbero ravvisate ovviamente nel sempre più dilagante malcontento e clima di sfiducia che ormai sta investendo il sistema Italia da un bel po’ di tempo: “Perché dovremmo tenere i nostri risparmi dove gli avvenimenti ispirano poca fiducia?” ribatte Pizzati. “I parlamentari italiani si fanno pagare tre volte tanto la media europea, e preferiscono alzare le tasse che diminuire alcuni assurdi costi della politica”. Non sembra essere un pensiero isolato, questo, anzi per alcuni tale concezione è oramai così radicata nella base degli italiani. Un certo populismo se non contenesse una denuncia di fatti gravi e reali. Se questo tipo di iniziative prendessero piede i rischi sarebbero ovviamente gravi: soprattutto in questo delicato momento di transizione dove tutto sembra essere scosso dalla crisi economica. Il rischio di una fuga di capitali e il desiderio di una maggior garanzia sul futuro dei proprio risparmi sono due facce di una stessa medaglia. La fuga di capitali può rappresentare l’ennesimo segno di sconfitta di un sistema che ormai sembrerebbe non essere più in grado di tutelare la sua stessa sopravvivenza, ed è quanto sostengono i vari detrattori dell’Italia che tanto trovano spazio in tv e giornali, oppure può essere il punto di partenza per prendere atto da parte di tutti che è ora di ricostruire quella fiducia fra persona e stato che dagli anni di tangentopoli è stata infranta.
Una fiducia imprescindibile, più di qualunque manovra anti crisi, se si vuole provare a salvare l’Italia. Altrimenti il rischio è che in futuro di gite fiscali come quella degli imprenditori veneti ne possano venir organizzate parecchio.
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