Si avvicina l’appuntamento con una data che rappresenta al meglio lo stato italiano. Io non ero ancora nato l’8 settembre 1943, ma da quanto ho avidamente letto fin da piccolo ho sempre pensato che quel giorno rivelasse la vera natura di uno stato nato morto.
Oggi la situazione è diversa, per molti versi meno drammatica e sicuramente meno triste per le persone che non sono in una guerra, ma, per l’ironia che solo la storia e gli eventi del presente sanno riservare quando si incrociano, nella stessa data del 2011 si decide una buona parte del destino finanziario italico. O meglio, dato che quel destino è già segnato, come ben sa chi mastica di numeri, si determinerà l’accelerazione della decomposizione dello stato tricolore.
Sarà infatti giovedì prossimo il giorno in cui la BCE deciderà se continuare ad acquistare i titoli di stato italiani sul mercato secondario. A un mese circa di distanza da quando l’intervento europeo era riuscito a calmierare la caduta libera della credibilità finanziaria italiana si è infatti concretizzato quanto i più lungimiranti già avevano previsto fin dal primo momento in cui fu presa tale decisione.
Gli europei non conoscono la commedia dell’arte della politica italiana. Non la possono capire eppure si ostinano a voler pensare di poterla comandare. Illusi. O collusi, come qualcuno sospetta? Forse la realtà sta nel mezzo e si spiega con l’abbraccio mortale che solo uno zombie orribile come lo stato italiano ha saputo dare all’intera Europa e in particolare alla Germania. Germania che ora paga una crisi politica interna, che storicamente rappresenta un fortissimo fattore di instabilità europea.
Non è dato sapere e forse nemmeno interessa più di tanto se l’Europa è complice, o vittima dell’Italia. Ciò che conta sono i risultati. La visione del mondo alla fine, scusate la semplificazione manichea, si divide sempre tra chi crede che vi siano grandi architetti onnipotenti che controllano il mondo e chi ritiene che la mano invisibile degli eventi e, per quanto riguarda la vita economica, dei mercati sia tale, ancor più quando essi sono su scala globale come oggi.
Se c’è un’evidenza di quanto siano incontrollabili – e per fortuna! – i mercati essa è data proprio dall’effimero tentativo di dissuaderli messo in atto dalla BCE. Che ci ricorda tanto i tentativi assurdi del 1992 dell’allora governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi di contrastare la svalutazione della lira, bruciando in tale insana decisione buona parte delle riserve auree dello stato.
Tornando all’oggi, mancano due giorni all’8 settembre 2011 e paiono un tempo infinito, come solo nei momenti di guerra avviene. Chissà com’erano gli animi e le aspettative il 6 settembre del 1943!
Oggi l’Italia vive l’appuntamento con il baratro della bancarotta stretta tra uno sciopero generale della Cgil e l’approvazione della manovra finanziaria correttiva fantasma, di cui ancora nessuno, forse nemmeno Tremonti, conosce la reale forma.
Ma i destini dell’Italia ormai non si giocano più qui.
A meno che…
A meno che due giorni dopo, il pomeriggio del 10 settembre 2011 ad Arzignano, nel cuore del Veneto produttivo, sfruttato, umiliato, offeso e deriso, i veneti non decidano di girare un’altra pagina della storia, verso la costruzione di un Veneto Stato indipendente.
Cari amici veneti, cerchiamo allora di dare il nostro contributo alla storia, partecipando in massa all’evento politico autoctono più importante che ci sia mai stato nel nostro territorio da molto tempo a questa parte.
Gli artefici del nostro destino siamo noi stessi, ricordiamocelo. Per quanto mi riguarda, io lo voglio con tutte le mie forze e farò in modo che ciò possa essere, per la mia parte. Spero che anche tu che leggi lo voglia come me, come molti altri.
Gianluca Busato
Press News Veneto
If you liked my post, feel free to subscribe to my rss feeds
se trata de rexa incondisionà: UNCONDITIONAL SURRENDER, e xè la parola ca la stanpa taliana la sevita scondar, lexive la stanpa estara e jornali de l’epoca
Si, corretto: fu resa incondizionata.