Ieri si è tenuto il congresso di Veneto Stato a Vicenza. Inutile nascondere che la tensione era carica e il clima forte che si respirava nell’aria lo testimonia. Ciò a cui si è assistito non è stato però un grande spettacolo.
Spiega bene Luca Schenato in un suo intervento alcuni passaggi dell’assemblea che avevano un gusto retrò che non voglio definire per carità di patria veneta. Intendiamoci, si sapeva benissimo che si voleva arrivare a ciò. Le prove generali si erano tenute il 31 luglio e ieri è andata in onda la prima.
Mi fa un po’ sorridere sentire ora, dopo una giornata così, gli appelli all’unità. Già, sono un po’ tardivi, specie dopo le minacce di tre giorni di creare un altro partito. In ogni caso voglio rassicurare i nuovi dirigenti di Veneto Stato: nessuno ha intenzione di abbandonare il percorso legale, pacifico e democratico per l’indipendenza della Venetia.
Cionondimeno sono bersagliato da soci che intendono restituire la tessera. Sto cercando di rassicurarli e di spiegare loro che bisogna continuare, ma l’emorragia c’è – inutile nasconderlo – e ci auguriamo tutti che essa sia il più contenuta possibile. È chiaro però che la sensazione è stata di gara truccata. So bene che saranno molti a rovesciare addosso ai mostri sconfitti la responsabilità del listone unico. A dire il vero sono cose già sentite, negli anni 20 per la precisione. Anche allora la colpa del listone unico era degli avversari.
Non lamentatevi però e soprattutto non continuate ad accusare gli oscuri accentratori, ora che il cerino è in mano di altri. O meglio, potrete anche farlo, ma non aiuterà molto, se non ad evitare di crescere.
Concentriamoci quindi tutti sull’obiettivo: per fare un percorso che voglia essere democratico, pacifico e legale, è necessario il consenso dei cittadini veneti e non di altro. Sempreché sia questo l’obiettivo rimasto dopo ieri.
Quindi, passi per il concetto di democrazia alla bulgara (può pure essere un problema di scarsa sensibilità, o preparazione politica, non lo voglio escludere e non voglio neanche nascondere che possa esserci una condivisione di responsabilità), passi per l’inedito spettacolo di energumeni addetti alla security che impedivano anche solo di presentare mozioni (anche qui può essere solo una caduta di stile, io concedo sempre il beneficio della buona fede), passi per l’esclusione di una decina di soci il giorno del congresso (quando sappiamo bene che in sala si sarebbe ottenuta una maggioranza di 3-4 voti al massimo in condizioni non proprio del tutto leali di concorrenza, a detta di molti), passi per la decisione di non sottoporre alla volontà dei soci riuniti in un’assemblea SOVRANA il voto di fiducia al segretario Lodovico Pizzati (posso accettare, a malincuore, il formalismo di rispetto di regole interpretate da alcuni in un modo un po’ “particolare”), passi per la non accettazione della mia candidatura “di bandiera” a segretario (proposta per evitare le accuse ai nuovi dirigenti di voler vincere facile), fatta esclusivamente per assicurare al congresso una parvenza di competizione democratica e non far sorbire ai soci il boccone amaro del listone unico di triste memoria. Passi tutto ciò.
Non può però passare sotto silenzio il fatto che a molti non è piaciuto quel saluto a braccio teso con le tre dita alzate. Voglio anche qui concedere il beneficio della buona fede, sperando che sia solo un saluto da boy-scout ritenuto di cattivo gusto da tanti.
Ho quindi il dovere civico di ricordare che quello era il saluto utilizzato da nazionalisti serbi di Slobodan Milosevic. Che, per inciso, tagliavano le altre due dita della mano agli indipendentisti croati. Non è bello che i cittadini veneti che dovrebbero esprimere il proprio consenso a un progetto politico legale, democratico e pacifico per la propria indipendenza possano pensare a ciò. Se qualcuno ritiene che così non sia, in questo articolo riporto una foto che ritengo emblematica. Se così non è, convenite che almeno così può apparire ai più.
Qui entra in gioco una delle motivazioni fondamentali per cui ho ripreso a far politica 5 anni fa. Sapevo perfettamente che saremmo arrivati alla situazione di oggi e mi ero prefigurato uno scenario che avrebbe favorito il processo di indipendenza della Venetia. Consapevole di cosa fosse avvenuto nel passato, ho deciso di impegnarmi in prima persona, per assicurare che tale processo avvenisse in una forma che fosse democratica e pacifica, consentendo una transizione di velluto al nuovo status di Veneto Stato indipendente.
Questa è la ragione, ad esempio, per cui lo statuto di Veneto Stato ha alcuni principi chiari e che devono essere rispettati da tutti. I principi sani sono le fondamenta su cui si costruisce un nuovo stato che voglia essere rispettoso dei propri cittadini.
Io continuerò a militare in questo partito, finché mi sarà consentito e finché tali principi saranno rispettati. Ho nel contempo il dovere morale di impedire che anche solo involontariamente qualcuno pensi di utilizzare un partito che ha tali nobili valori alla propria base per altri scopi. Tutti i soci che mi stanno contattando in queste ore si aspettano un chiaro pronunciamento senza ambiguità in tal senso da parte della nuova dirigenza.
Non ho dubbi che avverrà. Aiutatemi a rassicurare chi confida in me, in questo momento delicato.
Nel frattempo auguro ai nuovi dirigenti un in bocca al lupo, per un lavoro non semplice. Io sono a disposizione, come sempre. Nel rispetto dei principi che ci siamo dati.
Gianluca Busato
Veneto Stato – Treviso
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Sono contento tu abbia rimosso l’articolo di ieri dove Claudio ci dava dei nazisti.
Mi fa spece sentrie critiche sul saluto. Le 3 dita, come spiegato centinaia di volte, significano Veneto Libero, null’altro.
Censurarlo perchè usato dai serbi sarebbe come dire che bisogna vietare il saluto a due dita perchè lo usa Borghezio.
Infine facile parlare di libertà indiviudale e diritti e poi chiedere la censura. Io continuerò a fare il saluto come sempre.
Detto ciò sono felice che tu resti tra noi evidentemente chi ridà la tessera era più legato alle figure che all’ideale.
Giacomo
Chi ridà la tessera è rimasto amareggiato da ciò che ha visto ieri. Si può esserne consapevoli, oppure si può far finta di trovare altre scuse.
NB: non ho rimosso alcunché. Caro Giacomo, capisco sia la via più semplice credermi un belzebù onnipotente, ma questo è un blog libero gestito da più persone.
Io ieri ho visto un esempio di democrazia. Voglio dire che è facile “scannarsi” dietro una tastiera meno farlo dal vivo. Il fatto che ci si è parlati francamente e faccia a faccia lo ritengo essere un’ottima cosa.
Io non so chi lo abbia tolto….ma il titolo e la prima immagine erano uguali a quello qua sopra ma il contenuto era completamente diverso.
mirto, poche balle, da quando la lista unica è democrazia?
complimenti Giane….
è necessario lavorare dentro a Veneto Stato per fare in maniera che questi episodi che ricordano l’aventino non si realizzino più
Nota tecnica: ieri ho scritto un articolo, che non avevo ancora revisionato e doveva restare in bozza, ma per qualche strano problema è improvvisamente venuto fuori, con pure la foto sbagliata. Sono andato in editing per vedere cosa era successo e tutto è tornato a posto.
Deve essere un bug di wordpress.
beh se per te quello di ieri è stato un esempio di democrazia, è proprio meglio lasciar perdere, cmq hai ragione che non è facile scannarsi dal vivo, anzi ieri era proprio impossibile, grazie anche ai 4 maxaroti vestiti di nero che qualche previdente ha ben pensato di piazzare tra di noi. In quanto al segno delle tre dita ti consiglio solo di guardarti questo video, per capire che forse il Veneto e la sua gente si meritano qualcosa di diverso (anche perché come dice il soggetto intervistato, porta evidente sfiga):
Vi prego: rimanete uniti! Siete l’unica speranza per il Veneto ormai. Spero che nel partito ci sia spazio per Busato, Pizzati e Morosin e che questi vogliano umilmente rimanere.
scuxeme, mi, da fora de VS, no savevo de sto modo de saludar.
lo so che si inpegnai so coestion on mucio pì inportanti, ma me piaxaria vedarghe on fiantin pi ciaro par favor.
el me ga fato stomego anca a mi vèdarlo ala festa dei veneti… el braso destirà el me ricorda on tantin hitler.
però gavevo pensà: varda ti, che novo modo sinbolico de far on saludo.
e tuto xe finìo la.
deso lexo che el jera on saludo serbo, ma pò anca “veneto” (cofà el dixe giacomo).
lasando par deso intel canton el riciamo “hitler” (che ramai i ne lo gà fracà cusì drento la suca che metarse indoso sol che na majeta nera par de s-cierarse co la destra poitega), vorìa saver se sti tre dei alsai i xe vegnui fora par prima dai serbi o jera on saludo vecio veneto (a mi no me rixulta, ma no ritegno de saver tuto de la serenisima, ansi).
in boca al lupo par davero a tuti i indipendentisti 😉
(“in boca al lupo”, coesto si che el xe on deto s-cieto s-cieto venesian).
Preciso la mia posizione. Sono un liberale e mi piaceva molto la visione di Pizzati. Speravo in un congresso diverso, ma spero che non tutto vada buttato a mare. Ci sono stati errori da tutte e due le parti, ma ora è il momento di ricucire. Il mio appello ai vincitori, fatto su venetostato.org, è quello di includere il più possibile nel nuovo partito persone come Pizzati, Morosin e Busato. Nessuno dovrebbe uscire, neppure Ghiotto e Schenato (illuminantissimo il suo libro!).
A Busato (e ai suoi amici) dico invece di tenere duro. Rimanete, combattete, è anche vostro compito dimostrare che VS è un partito plurale, unito e con obiettivi chiari.
Ps: Anche a me non piace il saluto, ma sono convinto che non ci sia niente di brutto dietro. Guadagnini è una persona moderata: non credo permetterà derive alla Borghezio. O almeno lo spero.
Francesco scrive:
“è anche vostro compito dimostrare che VS è un partito plurale”
e così rendersi complici?
Il braccio alzato con le tre dita suscita cattivi presagi….
Capisco inneggiare a San Marco, quello si..
ma è un’altra storia…
forte quel saluto….aspetta l’ho già visto…
http://mattinopadova.gelocal.it/regione/2011/10/23/news/lega-epurazioni-e-veleni-gobbo-a-rapporto-da-bossi-1.1615957
Claudio, ho scritto anche in risposta del tuo post. Capisco il tuo sconforto e speravo che le cose andassero diversamente, ma l’indipendenza del Veneto è un obiettivo troppo importante!
E’ possibile avere un resoconto preciso del congresso? Mi chiedo in particolare quanti fossero effettivamente i supporter di Pizzati e quanti quelli di Guadagnini nella sala.
Francesco, guarda che un bel gruppo di persone, compreso il sottoscritto, vista la deriva che aveva ormai preso il congresso, con le schedine monocandidato prestampate, senza alcuna possibilità di ammettere politicamente uno sfidante, si è alzato e se n’è uscito, le schedine di cui sopra sono ancora nella tasca della giacca; la settimana scorsa lanciavo anch’io appelli come il tuo, ho tirato Lodovico per la giacchetta per fargli fare un passo indietro nel nome dell’unità, cosa che lui ha fatto, ma ora me ne dispiace, gli era stata preparata una vera e propria trappola (e sottolineo preparata e premeditata); per quanti errori possa aver commesso, non si meritava certamente questo benservito. Ma per qualcuno più che la vera indipendenza e libertà del Veneto, conta forse di più fare la sceneggiata con le tre dita alzate, per sentirsi forti e rassicurati di essere parte dello stesso clan. Ieri sono stati fatti molti passi indietro per il cammino verso il nuovo Stato Veneto libero ed indipendente a mio modesto avviso, anche se per quelll che hanno organizzato l’operazione è come aver digerito con un buon alcaselzer quelli che stavano a loro indigesti (e le loro idee soprattutto). Non posso che augurare loro di poter continuare il loro pasto senza ulteriori indigestioni, a questo punto tutti i problemi dovrebbero essere stati rimossi
Ho dissentito dal comportamento di tutti e per questo non ho partecipato al congresso.
Avevo auspicato come molti un passo indietro di tutti, il non arrivare ad una contrapposizione, alla conta. Così è successo, anzi peggio. Coloro che contestavano una scorretta gestione del partito e dei suoi organi è stato eletto in una votazione a senso unico appellandosi non al buon senso (tipico della giustizia veneziana apprezzata in tutto il mondo per chi non lo sapesse!) ma ad una condotta che dire italiana è poco (direi più sovietica).
Pur credendo che il lavoro di Pizzati verso l’esterno fosse stato ottimo e che sia la miglior persona per coagulare consenso nel Veneto attuale, l’avevo aspramente criticato per la gestione non collegiale del partito, sua e soprattutto degli uomini che lo circondano. Adesso ci troviamo all’opposto, via i guelfi su i ghibellini.
Signori forse vi è sfuggito che per iniziare a parlare di liberismo o comunismo, di chiusura o apertura delle frontiere, di insegnamento veneto o bilinguismo prima DOBBIAMO OTTENERE L’INDIPENDENZA e per questo serve, piccolo particolare, il consenso di più di 2 milioni di persone.
Pensate di ottenerlo in questo modo? Ma vi rendere tutti conto? Da ambo le parti intendo…
Ovviamente a tutti in VS non sta a cuore il nostro ideale ma il prevalere sulla parte avversa. Ma cosa ci volete venire a raccontare? Pensate che le persone che lavorano e fanno fatica, gli imprenditori che quotidianamente rischiano, i pensionati che non arrivano alla fine del mese ci possano seguire se non riusciamo nemmeno a dare un buon esempio?
Speravo che San Marco vi illuminasse, che faceste un passo indietro tutti, che capiste l’importanza del momento e la situazione del Popolo Veneto.
Per la nostra indipendenza serve l’aiuto di tutti, dei passionari legati alla tradizione e alla morale serenissima e dei “dottori” che sanno parlare e coinvolgere con giusti argomenti le persone che altrimenti non ci seguirebbero.
Spero vivamente che non tutto sia compromesso anche se guardando il listone non nutro grandi speranze.
Spero che siate dei veri patrioti, come credevo fino a 10 giorni fa, e riusciate a fare una sintesi delle varie anime del partito non buttando a mare il sogno di milioni di persone che guardano in voi come speranza se non per il proprio futuro ma almeno per quello dei propri figli.
Ricordeve: senpre, senpre, senpre, libartà!
WSM
@Tiziano: Capisco bene quello che dici, ma spero tanto che voi abbiate il coraggio di rimanere e lottare. Su questo, sono molto d’accordo con Andrea.
Mi permetto di intervenire sulla questione del saluto, che giudico importante.
Il saluto in questione può avere significati differenti, di piena compatibilità con lo spirito indipendentista veneto o di totale incompatibilità con esso.
In quanto tipico saluto nazionalista, esso serbo acquisisce significati fortemente negativi, se solo si considera che la Serbia ha sempre guardato al Piemonte come proprio riferimento geopolitico, tanto che una rivista nazionalista serba ottocentesca si chiamava proprio Piemont per l’ammirazione verso la capacità savoiarda di unificare (noi sappiamo bene come…) la penisola. Si aggiunga che i serbi sono stati i centralisti per antonomasia della fine del secolo scorso, rischiando con il loro atteggiamento di rendere indigesto anche il concetto stesso di indipendenza e secessione (chiunque vi si opponga prima o poi finisce per dire “mica vorremo finire come nei Balcani”). Si aggiunga che tale saluto veniva usato come segno di identificazione fra unionisti in occasione del referendum montenegrino, che per VenetoStato è da sempre, al contrario, un paragone positivo in termini di capacità di rendersi indipendenti. Nonostante la Serbia, per l’appunto.
Il saluto delle tre dita è un simbolo negativo anche per la sua utilizzazione frequente da parte di gruppi tendenzialmente neonazisti, tanto da essere fuorilegge in Germania (cosa sbagliata di per sè, in quanto si tratta di una limitazione al diritto di libera manifestazione del pensiero, ma la Germania, in tale ambito, ha una sensibilità collettiva del tutto particolare, per le note ragioni storiche).
Va detto per contro, che sollevare la mano a tre dita, e qui passiamo sul versante “positivo” del simbolo, è un gesto che richiama il giuramento sacro alla base della Confederazione Elvetica e, più in generale, altri contesti vicini alla sfera religiosa. Non a caso, se non erro, tale saluto è diffuso anche nell’area alpina e tirolese, tanto che in Austria, a differenza della vicina e “sorella” Germania, esso non costituisce reato d’opinione.
In altri termini, un saluto di per sè può avere significati positivi o negativi. Esattamente come i simboli.
Esattamente come la svastica, che per gli occidentali è immagine di tirannia, morte e sventura, per via dell’uso che ne ha fatto il nazismo, mentre per gli orientali, e segnatamente per i buddisti, è simbolo di armonia e di sacralità.
Considerato che in Veneto non risulta un uso tradizionale di tale saluto, fino a prova contraria, considerato che VenetoStato non è un partito etico ma un partito contenitore e di raccolta per il raggiungimento di un obiettivo specifico, considerato che non si sta giocando a soldatini ma si sta cercando di coinvolgere la maggior parte della popolazione veneta verso un progetto serio, già difficile di per sè da digerire a livello di praticabilità, e che deve dunque saper avvicinare le persone per l’ottimismo che ne proviene e non per spirito di antagonistico ribellismo, considerato tutto ciò, io penso che il segretario Guadagnini farebbe bene a riflettere su molte cose.
Dai giovani talebani mi guardi Iddio, che dagli unitaristi italiani mi guardo io.
Tanti auguri segretario.
Mi sto sałudo ło go visto par ła prima volta (parlo de Veneto) inte un video de l’ultema festa de i veneti. E vol dir “veneto libaro” (do dei i fa na V e altri do i fa na L). No che’l me piaxa masa (el me ricorda el sałudo de i cetnici), difati so convinto che no esendo na roba storega se podaria anca far de manco, però go da dir che sto articoło de Giane soto soto el ga un fia de “reductio ad hitlerum”… Jera mejo dir calcosa de pì su ła “democratisità” del congreso pì che picarse so un sałuto…
hemmm… a jero sta mi tirar suxo dala tonba hitler.
giane el se gaveva riferio ai serbi (se me ricordo ben el so articolo).
xe vero, el “saludo” lo go visto anca mi sto ano ala festa dei veneti. no savevo chel existese xà.
dognimodo grasie a alessandro storti par la spiegasion.
vorìa dir on me parer:
a mi nol me par on saludo, el me someja de pì a un “segno de riconosimento” in tenpi indove vien vietà de portar alto l’enblema del popolo. na specie de surogato (al de là del significato poxitivo o negativo).
no capiso parchè la xente (no solo i veneti) i se taca senpre so robe foreste. par che le uxanse de caxa le sipia vecie, sorpasà, vergognoxe, povare, xmarse… (no se verda che podarìa essar anca segno de stabilità, sicuressa inte le so ganbe, essar navegai…).
invese ciapar coele foreste ne par da essar xente pì verta, toerante, benevola, democratica…(ma podarìa essar anca ver bexogno de puxarse a tersi, poca fiducia inte le proprie capasità, no vedar le proprie coalità o no saverle apresar… adiritura negarle).
el “saludo” in sè nol xe on mal ma xe la mentaità che lo uxa che la me preocupa.
@ vianeło:
vara che “reductio ad hitlerum” ga un signifegà precixo, no vol dir par forsa che se tira in bało i naxisti… varda su internet…
Tornando al sałudo: i podaria farlo manco foresto faxendoło co ła man sanca (oviamente girà, parché se te ło fe come co ła man drita vien fora łe letare al incontrario). Xe pì fadiga farlo, però xe pì orixenałe…
Mi però so sto tipo de sesti ła penso cofà el sior Ghioto (a propoxito ‘ndove xeło finìo el so articoło? Me sarìa piaxùo comentarlo)
Rispondo a Paolo Pero, e anche approfitto per informare Giane, che c’è un problema in WP.
Appare una segnalazione che l’update automatico non si è completato.
E infatti ho avuto problemi con la revisione della bozza che continuava a schizzare su in pubblico ogni volta che facevo anteprima, al punto che qualcuno ha pure commentato mentre stavo ancora correggendo (e non mi ero accorto che era diventata pubblica).
Giane, è il caso di controllare questo update che pare sia fallito, e mi sa che ha incasinato WP.
Oh, una precisazione, Paolo Pero. “Nazista” non significa per forza quella roba avvenuta in Germania, è la contrazione della parola nazional-socialista, e seppure nella sua espressione vista nella Germania di Hitler comprendeva l’antisemitismo, è fondamentalmente una concezione di nazionalismo (esclusivo per razza o etnia) e socialismo, ed è una variante del fascismo.
La cosa curiosa è che il nazismo germanico viene sollecitato proprio dagli italiani, dal disdegno che essi avevano per la cultura germanica considerata inferiore e barbara.
E guardate quanto effettiva è questa dichiarazione di De Lagarde se confrontata ad alcuni dei commenti visti sia qui e soprattutto nell’articolo di Schenato: [De Lagarde] called the Jews a “bacillus, the carrier of decay…who pollute every national culture…and destroy all faith with their materialistic liberalism”
Non voglio arrivare a dire che tutto quello che si è visto ieri era nazismo, io infatti parlo di “sapore” nazista, nel senso di dire di qualcosa che lo richiama alla mente. Ed anche se sicuramente sarà capitato a qualcun’altro di sentire discorsi antisemiti e arianeggianti, in realtà la questione è diversa e si pone nella interiorizzazione di un atteggiamento che uniforma, schiera ed appiattisce l’individuo, al limite dell’intimidazione, per schiacciarlo nella massa che così segue gli ordini del capo.
Ieri, nel mio commento, ho dimenticato un’ultima osservazione.
Sarei curioso di sapere se gli “inventori” di tale saluto siano pronti ad utilizzarlo anche quando vanno in gita politica in Catalogna o nei Paesi Baschi. Usarlo in piena manifestazione, intendo, e a braccio teso come nella foto postata in cima all’articolo.
Deus cecidit quos perdere vult.
Tanti auguri segretario
p.s. x Paolo Pero
Io penso che questa del saluto sia invece la cosa più importante ed imbarazzante emersa dal congresso. Quest’ultimo è andato esattamente in senso contrario rispetto al regolamento definito dallo stesso convocatore, l’ex Presidente, che non prevedeva alcuna votazione simultanea su listoni, ma tant’è, diciamo che la procedura anomala compensa le anomalie della gestione Pizzati (semplifico i concetti, ovviamente).
Però mettere anche un cappello comunitarista sul partito, facendo prevalere la linea etnica su quella indipendentista neutra, è una potenziale discesa agli inferi. Non gli inferi del nazionalcomunitarismo, che mi fanno ridere sa ad esserne artefici sono dei ragazzini presuntuosi. Gli inferi pericolosi sono quelli della diffidenza, quando non dell’aperto disprezzo pubblico, che potrebbero manifestarsi verso un partito non più percepito come contenitore aperto, bensì come gruppo estremista (una miniLega) e pararazzista. Ai mass-media bastano cinque minuti per appiccicare etichette.
Spero che il segretario Guadagnini, proprio per la sua personale coraggiosissima storia politica, verso cui nutro enorme rispetto e stima, rifletta su molte cose. Potrebbe essere proprio lui, infatti, la prima “vittima” di una svolta nazionalcomunitarista di cui non si sentiva alcun bisogno. Paradossalmente, invece di guardarsi le spalle dall'”opposizione interna”, cui mi iscrivo ufficialmente con questo commento, dovrà guardarsele dalla xoventù che lo sostiene. Certi abbracci, a volte, possono essere mortali.
Quanti problemi che vi fate!!. Quel segno l’ha già spiegato bene Vìanello. E’ solo un segno fra Veneti che si riconoscono in un progetto comune. L’indipendenza del Veneto. dire con le dita Veneto Libero. Se lo usava Gengis Kahn o la banda bassotti amen. Mi sto sałudo ło go visto par ła prima volta (parlo de Veneto) inte un video de l’ultema festa de i veneti. E vol dir “veneto libaro” (do dei i fa na V e altri do i fa na L). Basta polemiche!!
Caro Marco,
sarebbe un po’ come se io usassi il pugno chiuso col braccio sinistro proteso e dicessi che vuol dire “Forza e coraggio, andiamo avanti”.
L’unico saluto che continuerò ad adottare è la stretta di mano e l’universale “ciao”. Il resto sono solo pericolosi e maldestri tentativi di comunitarizzazione, proprio ciò che attende una certa stampa per avviare l’opera di etichettatura e sputtanamento.
Comunque sia, dopo il congresso che è stato indetto con un regolamento e che è stato gestito con una procedura esattamente opposta, e dopo che il saluto etnico è diventato saluto del partito (o giù di lì, se vale la stessa logica di quel giovanotto presuntuoso che diceva che VenetoStato aveva una deriva liberal-capitastica-ecc.ecc. perchè Pizzati è un liberale), dopo queste cose possiamo finalmente dire che VenetoStato non è una caserma, ma è un partito in cui si confrontano a viso aperto anime differenti. E ben visibili. Ci si eviti la retorica del “siamo tutti fratelli”, perchè come fratello riconosco solo quello che mi ha dato mia madre. Siamo solo colleghi di partito, è già moltissimo, visto il traguardo enormemente impegnativo che ci siamo dati.
Marco, non so altri, ma IO NON HO L’ANELLO AL NASO.
Quindi, ribadisco che da oggi sono felicemente schierato (prima no, prima ero osservatore imparzialmente speranzoso, con proprie idee ma con assoluta fiducia anche in chi quelle idee non le condivideva). E sono schierato con chi, dentro VenetoStato, si sente minoranza o, meglio, opposizione interna. L’obiettivo e il partito sono elementi condivisi, molte visioni di fondo no.
E per favore che nessuno venga più a parlare di scandalosa gestione interna di Pizzati: il congresso di Vicenza ha pareggiato amplissimamente i conti.
In ogni caso, congratulazioni per la tua elezione al MinorConsiglio e buon lavoro.
Ognun vede que£o che ghe fà pì comodo…xe posibi£e tacarse a tre dei pa crear divixion?
Mi sò el primo a sbasarghe £a cresta a chiunque se lancia in dichiarasion rasiste in VS, ma continuarò cmq a sigar e inegiar al Veneto Libero!
@ marco busato
speta speta che no vegna fora caxin:
parmetime na coresion. no so sta mi a dar la spiegasion del “saludo”.
xe sta Paolo Pero che la spiegà par ben. pò Alessandro Storti el gà fato on fià de storia.
mi a jero gnorante so sto fato, go solo dimandà.
le polemiche no le me piaxe gnanca a mi e so coesto so co ti. ma metar in discusion na roba par no far pasi falsi no gà da essar mis-cià cofà la polemica.
par mi, a ciapàr (o mejo robar) le robe de staltri te porti a caxa sol che rogne.
credo ti gapi xa leto coesto:
https://www.pnveneto.org/2011/10/pericolo-imminente/
deso ne rivarà doso l’opinion dei stati che ne varda.
mi no vojo torme la responsabilità de sporcar la storia de la serenisima che la gà ris-cià la vita lasandone na nobie eredità e onor.
fioi no se schersa co le robe de staltri. soravia so la cauxa de indipendensa (sempre che voì portar vanti tuto in paxe).
ve poso garantir che chi che ne varda el gà na reasion mia masa bea.
mi so del parer de Alessandro Storti, no xe da ciapar sotoganba sto “saludo” (che el me par senpre ì on sbrego).
ogni pexo la so misura.
@Paolo Pero
si lo so che coel che ti vol dir so “hitlerum”, ma visto che mi gevevo tirà in balo el “vertice in persona”… l’asociasion la me xe vegnua spontanea 😉
supporting 100% storti (sta olta 🙂 )
Buonasera.
Sono Kyashan, vi ricordate di me ?
5 mesi fa scrissi qualcosa del genere: “il problema di VS non è la base ma 3-4 gerarchi/serpenti”.
Allora ebbe inizio un operazione di attacchi virtuali che ebbe un successo strepitoso: allora capite che non scherziamo.
Ora passiamo alla seconda fase: CHICAGO.Niente più messaggi e virtualità, ora scendono in campo le leggi della fisica e della materia: forze meccaniche e di gravità, momenti angolari e lineari.
La mala del PNV dovrà darsi un’occhiata alle … soprattutto quando… non ve lo dico.
Potrebbe avvenire fra due anni o fra dieci minuti: chi lo sa?
La mala del PNV ha boicottato le ultime elezioni in varia maniera, con metodi disonesti che sarebbero reputati criminali e illegali in qualsiasi Paese del Mondo e ha ancora il coraggio di ergersi a democratica e trasversale quando invece punta al leaderismo fascista e antidemocratico, con collegamenti oscuri in giro per il mondo.
Le prime due lettere dei cognomi dei 4 padrini della mala-PNV: BE, BU, PA, PI.Tali creature del male son certamente mandate da qualcuno. Sporche carogne.
Pronte per gli avvoltoi.
OCCHIO !
Brrrrrrrrrrrrrrrrr
Ecco i nomi dei liberi nazisti infiltrati di stampo americamorrista, in ordine alfabetico:
Alessia Bellon
Bernardini Paolo Luca
Busato Gianluca
Ghiotto Claudio
Panto Gianluca
Pizzati Ludovico
NON AVETE CONSENTITO L’ACCESSO AI DATI DEI SOCI E COME CONSEGUENZA ALCUNI SOCI SON STATI ESTROMESSI DAL VOTO.
LA COLPA E’ AL 100% VOSTRA.
OLTRE A CENTINAIA DI ALTRE NEFANDEZZE.
SIETE IL CANCRO DELL’INDIPENDENTISMO.
BISOGNA TRASLARVI AL DI FUORI DELL’INDIPENDENTISMO, NON VS: FUORI DEL TUTTO.
CANCRO LO SARETE SEMPRE E COMUNQUE, DENTRO O FUORI.
Imbecilli o mercenari o infiltrati chi vi supporta.
Il tono di queste dotte argomentazioni conferma la preoccupazione per la degenerazione del dialogo politico.
E’ un film già visto in varie epoche e latitudini.
Le minacce ci rendono solo più forti e liberi.
Busato, taci.
Non dico “vergognatevi” perchè morale e etica non ne hai alcuni.
I tuoi figli cresceranno usurai e truffatori sicuramente.
Quando si asporta un tumore, si toglie anche del buono.
Purtroppo è così, ma l’obiettivo è quello di bloccare le metastasi.
Signor Ghiotto e compagnia infame,
siete disonesti, siete un cancro.
Bisogna asportarvi.
@ Alessandro Storti:
Sul saluto concordo con la posizione espressa da Claudio nel suo articolo (“sarà pure il messaggio di “veneto libero” come ha detto qualcuno, ma che richiama quei segni che unificano le masse calpestando qualsiasi dissidente e la cui linea de facto è dettata dal suo direttorio” cit.), aggiungo però che per me uno è libero di fare i gesti che vuole, basta che non obblighi altri a farlo o che non escluda chi non lo fa.
Però, come ho detto nel mio primo commento, dal primo articolo post-Mc mi sarei aspettato una dura presa di posizione su certi aspetti poco democratici piuttosto che un articolo incentrato su un saluto. Non dico che sia sbagliato parlare del saluto, anzi, ma che forse era meglio discuterne in un altro articolo. Anche perché mica è la prima volta che si vede quel saluto… basti vedere l’immagine (volendo poteva mettere quella che c’è sull’articolo di Claudio, ma forse quella era troppo rassicurante e poco incisiva per il messaggio che voleva lanciare)… Il fatto di tirar fuori la storia adesso, e non la prima volta che si è notata la cosa, la trovo una mossa propagandistica legittima ma che non mi piace.
@ Claudio G:
Giusta l’osservazione sul tono di alcuni commenti ma occhio che alcuni IMHO sono scritti tutti da una nostra vecchia conoscenza che in questi giorni si starà divertendo a trolleggiare (il suo ronzio.. ehm, il suo stile è inconfondibile, come anche le sue tematiche, o per meglio dire il suo chiodo fisso).
Giusto per precisare mirto, che chi da le dimissioni da socio non necessariamente è legato a una figura.le mie vengono dal disgusto a cui ho assistito domenica,VS è un partito fatto di uomini e donne e non un ideale, e. gli ideali restano . del vomito a cui ho assistito faccio volentieri a meno. buona fortuna e buona continuazione a tutti.