Domenica è successo qualcosa di vergognoso che ha infangato la reputazione di un popolo rappresentato dall’unico spiraglio di salvezza che è Veneto Stato. Dopo settimane di sobillamento, ora è chiaro a tutti che tumore Veneto Stato aveva in ventre. Dalla fretta però hanno fatto l’errore di mettere nei direttivi di partito gente sana. Possiamo riderci sopra chiamandoli presidente della Bulgaria e company, ma è tutta gente sana di cuore. A loro va il nostro supporto perché non lascino che l’unica speranza di salvezza che noi veneti abbiamo, cioè Veneto Stato, venga dirottata in una direzione in antitesi con la nostra gloriosa storia. Tegnì streto e drito el timone, ve racomando.
Lodovico Pizzati
Tratto da Il Messaggero
Roma, le Ronde Nere sono arrivate:
saluti stile Ss in piazza della Repubblica
«Alemanno disse che non dovevamo venire? Eccoci»
Il sindaco: intervengano prefetto e questore, stop pagliacciate
ROMA (18 settembre) – Un saluto nostalgico doc: braccio destro alzato con tre dita aperte, come le Ss impegnate nel giuramento sulla bandiera ai tempi di un certo Adolf Hitler. Poi, tanto per non farsi notare, camicia color ocra, pantaloni neri stemma tricolore e un’aquila con la sigla Spqr appuntata al petto. Si sono presentati così a piazza della Repubblica gli improbabili volontari della Guardia Nazionale, peggio noti come “Ronde nere” dell’Msi-Dn. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno aveva annunciato… [leggi articolo intero]
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Patrik, noto una certa contraddizione d’intenti, per dire così, nel fatto che le responsabilità dello statuto vengano attribuite ad alcuni, mentre l’interpretazione dello stesso venga affidata ad altri.
In ogni caso, se una legge non è chiara l’assemblea che l’ha partorita (o che è comunque sovrana in ordine alla sua modificabilità) ha tutto il diritto di emettere un’interpretazione autentica.
Questo era precisamente ciò che si doveva fare in sede congressuale.
Invece vedo che si è preferito rivolgersi al legale di fiducia.
Ripeto: chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Comunque vedremo se entro febbraio 2012 la dirigenza eletta partorirà un nuovo meraviglioso statuto. Vedremo.
Noto io una contraddizione, Alessandro.
Per lo statuto se vogliamo dargli un valore, e non usarlo s spizzichi e bocconi come la precedente segrreteria del partito, non si può dire “si è scritto bianco ma sotto sotto chi l’ha scritto voleva in verità scrivere nero”. Lo statuto fa riferimento al codice civile e quindi i paereri legali non hanno confermato niente di più quello che era già scritto.
L’assemblea può cambiare lo lo statuto ma secondo le regole dello statuto stesso.
Il Veneto che immagino io è un paese con regole certe, mi sembra che qualcuno abbia in mente altro.
Signor Patrik Riondato, sarebbe bene che prima di scaricare colpe addosso a chi non le ha ti facessi un bel esame di coscienza.
Per prima cosa TU riconosci che io sono un co-autore dello statuto. Bene, ma ti preciso che io sono stato un co-autore dello statuto del pnv, NON sono stato io a decidere di usare lo statuto del pnv per Veneto Stato, ma semmai mi risulta sia stato TU uno tra coloro che hanno fatto proprio questa scelta.
Scaricare addosso a me (e altri) responsabilità su una scelta che hai fatto tra gli altri TU, è davvero singolare!
Poiché tuttavia riconosci la mia paternità (seppur parziale, ci tengo a precisare) dello statuto che AVETE CLONATO, pure mutilandovi qualche parte, dovrai riconoscermi l’autorità di poterne esprimere l’autentica e originale interpretazione, per TUA stessa ammissione.
Tanto precisato, ora leggi bene: SEI TU assieme alla tua banda che interpretate fallacemente lo statuto, poiché in esso non vi è scritto in alcuna parte di liste, ma è detto sia in lingua veneta che in italiano che è l’elezione ad essere contestuale alla presentazione di un programma politico condiviso. L’interpretazione autentica che ti posso dare è che un programma politico coagula una suadra di persone che si candidano a diverse funzioni (non si dice che deve essere UN presidente o UN segretario, come pure il numero dei candidati al minor consiglio il cui numero ai fini elettorali non è specificato, quindi candidati liberi e non liste!) e diverse proposte di programmi possono essere presentate, ciascuna con la propria squadra eterogenea e molteplice, offrendo ai soci la massima libertà di modulare sia il programma sia chi questo programma viene incaricato di gestire.
Ma se si volesse una interpretazione puramente letterale, neppure in quel caso si configura la possibilità di liste, ma piuttosto che se un programma politico condiviso deve esistere allora più programmi si scontrano e vengono votati, quindi i candidati si proporranno liberamente per essere eletti su questo programma (già condiviso).
In ogni caso si tratta di modalità completamente diverse da quelle imposte all’assemblea, e che io avevo chiarito alla stessa, ma che nessuno si è degnato di considerare.
Per come poi è stata condotta quella assemblea credo di poter dire senza smentite che è completamente illeggittima, e potrebbe pure configurarsi il reato penale.
Infine, io riconosco che lo statuto ha un problema e cioè la possibilità di equivoco che il presidente debba essere in una squadra, e che invece non sia eletto separatamente. Ma voi avevate tutte le possibilità di mettere mano a queste cose PRIMA di fare il congresso costituente a Cadoneghe.
Anzi, diciamola tutta che uno statuto ben studiato c’era già, ma non aveva fatto comodo a chi aveva diretto quella fusione, tra cui ricordo tu Patrik eri uno dei responsabili, per cui il lavoro fatto da diverse persone (la famosa “commissione statuto”) fu gettato nel cestino, scatenando la giusta indignazione di A. B. che ha lasciato il partito.
Addendum: In ogni caso non starà a me prendere qualsiasi decisione in merito, visto che ho strappato la mia iscrizione a VS, e di cui non voglio più avere a che fare, salvo ovviamente riservarmi il diritto di difendermi da illazioni e diffamazioni come quelle che stai cercando di propinare tu, Patrik, rivolgendo responsabilità a persone che non centrano nulla con le scelte che avete fatto voi.
@ Claudio, mi sono fatto coinvolgere in questi giorni dalla questione relativa al cambio di conduzione ai vertici del movimento.
Non so se sono autorizzato a parlare visto che non ho partecipato attivamente alla vita del movimento, (in questi giorni me l’hanno più volte fatto capire) ma vi ho semplicemente aderito in agosto al termine di una presentazione di Veneto Stato in quel di Farra di Alpago mediante versamento associativo e compilazione del modulo di iscrizione.
Le Sue osservazioni e quelle espresse da Alessandro Storti nei vari siti mi hanno fatto intuire che il vero problema non è quello dell’interpretazione dello statuto, del modo giusto o sbaglaito di fare delle persone, di colpa sua o colpa mia.
Il vero problema è l’ideologia di fondo che muove il movimento.
In estrema sintesi, vogliamo solo sostituire Roma con Venezia, uno stato di 50 milioni di persone con uno di 4 milioni, la lingua italiana con quella veneta, buttar fuori dalle balle chi non pensa giusto, o vogliamo che il nuovo veneto non sia solo un italia in miniatura, ma anche un paese di uomini liberi, dove il concetto protettivo e repressivo dello stato venga definitivamente cancellato.
L’integralismo di questi giorni “purché ci sia l’indipendenza va ben tutto” non lo condivido, non baratterei due soldi di tasse in meno ma restare schiavo di qualche capetto.
Tutto ciò per dire che l’indipendenza dall’italia arriverà in quanto parte di un processo ineludibile che coinvolgerà anche altri popoli.
Magari nel frattempo sarebbe importante che persone come Lei riuscissero ad aggregare intorno alle Sue idee persone che possano propugnare oltre che l’indipendenza anche la libertà.
Che ne pensa di Veneto Libero?
Buona giornata Michele Borsoi
Michele, hai fatto la sintesi corretta. Io comunque sono ottimista perche’ dopo 145 anni di Italia credo sia normale che un popolo non abbia memoria storica di un sistema diverso da quello italiano. Esperienze come quella di domenica servono a formare le persone su come si deve svolgere un incontro civico, che sia l’assemblea di partito, l’assemblea di quartiere o il governo di uno stato. Penso che diversi dogi si siano rivoltati nella tomba al fatto che quello di domenica veniva chiamato “Maggior Consiglio”. Per questo dicevo che ci vuole disperatamente molta formazione, formazione, formazione. Per il resto, domenica e’ andata cosi’ e c’e’ stato un risultato che bisogna accettare, perche’ comunque bisogna andare avanti mentre si puo’ discutere di come migliorare le dinamiche democratiche interne.
Rispondo a Michele Borsoi, ed in parte alla replica di Lodovico.
Ma prima apro una parentesi, non ho commentato prima d’ora per la raccolta di informazioni necessaria alla individuazione di un soggetto che ha espresso minacce ed ha diffamato con diversi commenti (che solo in apparenza paiono da diversi soggetti), per una indagine giudiziaria che è in corso di valutazione.
In questo blog non è mai stato censurato nessuno, e ciascuno è libero di esprimere le sue opinioni, questa è la filosofia del suo proprietario, che anch’io condivido. Ciò non significa che sia accettabile la minaccia.
Parentesi chiusa.
Prima di tutto Michele, hai il diritto di dire tutto quello che ti pare, non mi pare che uno per il fatto di avere poco partecipato ad una associazione non ne possa esprimere opinioni e giudizi, almeno per quello di cui è informato. E di certo qui non troverà mai nessuno che neppure proverà a moderarla.
Lei mi ha dato del “lei”, io vorrei continuare con il “tu” non certo per mancanza di rispetto ma per cordiale comodità.
Come ha già anticipato Lodovico, hai colto nel segno. Esiste una differenza ideologica di fondo, che è ben espressa in alcuni documenti e commenti espressi da alcune persone. Preferisco non fare nomi, ma citare i dati oggettivi. Le seguenti citazioni: “Per un indipendentista identitario il nemico principale oggi più ancora che nel 1983 è la concezione liberale della vita sociale.” oppure Lo Stato sopra tutto, Lo Stato sopra tutti.” ne rappresentano il concetto. E pure la frase “Il nemico non sono i libertarians ma il pensiero libertario.” rappresenta una faccia di questa concezione, una frase apparentemente innocente ma invero subdola (io non me la prendo con te, ma con le tue idee, viste come nemiche e quindi da tacitare), aderisce ai principi che derivano da quel concetto, dove “il bene della Nazione veneta deve essere al primo posto, prima di quella privata di ogni singolo individuo” nasconde la pratica applicazione della realtà in quanto tale “bene” da qualcuno sarà deciso, e se si esclude che sia la stessa persona a decidere almeno per sé stessa, ben comprendiamo quale ne sia l’esito. Anche Benito Mussolini affermava il bene della nazione italiana, lo stesso dicasi per Giulio Cesare per quella romana, idem per Stalin; tutti nella loro autistica visione del mondo.
Replico quindi anche a Lodovico. Sicuramente hai ragione sulla questione educativa, ma è molto ardua, e a volte mi chiedo se ne valga la pena, e non mi pare sia una questione di “occupazione italiana” il problema ma di concetti filosofici che affondano le loro radici proprio qui in Europa, proprio come le affondano in America quelli sulle libertà individuali.
Dici che Domenica è andata così, e che bisogna accettare il risultato. Qui io sono più scettico, ma non mi immischio: per me la questione è chiusa.
Per via dell’ultima domanda, su Veneto Libero preferisco non esprimermi, mi limito solo a valutare la reale efficacia elettorale e di potenziale (determinato dalla conoscenza nei media). Nulla in Veneto aveva ottenuto risultati di potenziale come li ha ottenuti VS.
A dispetto dei militanti convinti che siano stati i banchetti in piazza a fare numero, dico che ciò che è determinante è il voto che si riesce ad avere: gli elettori non vogliono tessere di partito, vogliono mettere una croce sul simbolo che conoscono ed hanno capito che porterà loro dei vantaggi.
Questa notorietà VS l’ha ottenuta e lo deve al 80% al suo ex(?) segretario, e il restante 20% ai militanti che hanno fatto da spalla quando c’erano le telecamere. Quelli che sono andati a contestare la corsa in bici della Lega, confondendosi con migliaia di altre persone (tra cui violenti e facinorosi), non capiscono niente di comunicazione.
Quindi, se VS ha ottenuto quel potenziale, Veneto Libero è sicuramente un bel nome, niente di più.
Comunque in linea di principio non penso sia utile soffermarsi su il nome di una sigla o un’altra. La cosa importante è quello che sostanzialmente viene sostenuto. Sicuramente chi sostiene il diritto della Persona, alla sua libertà prima di ogni altra cosa, mi vede favorevole.