E così finisce la saga. Il segretario si scusa, si riappacificano gli animi, si và tutti a Vicenza. E farete autocritica, immagino. Dovrete pentirvi di avere anche solo pensato cose malvage, come contestare il Presidentissimo o il Segretarissimo. Uniti si vince, sarà il mantra. Anche le pecore stanno unite, e ben dirette da qualche furbo cane pastore.
No, grazie. Io preferisco i ribelli. Non amo quelli che chinano la testa con il pretesto di riconoscere un direttore. Perché qui non si trattava di parteggiare per il partito del Segretario o per quello del Presidente, qui si trattava di conquistare una consapevolezza prima di tutto individuale, dell’essere per uno su N padroni del partito. Questa è la grande sconfitta che ne è uscita, fatalmente, da questa vicenda. Ad avere perso è la persona, come individuo prima di tutto, e come comunità di singoli individui associati nella fermezza di imprimere la propria volontà. Ha perso la sovranità, non dei capi. Non è un popolo sovrano quello che ha vinto, ma è un popolo di vassalli che ha radunato la plebe, ai comandi dei loro rispettivi capi.
Non c’è storia. Qualcuno mi ha chiesto di venire all’assemblea di Vicenza, ora che Pizzati si è arreso. Peccato che non era Pizzati il mio capo, ma era ed è la mia coscienza. Andateci voi a Vicenza, io non mi associo, io mi ribello, io mi rifiuto, io asserisco il valore della persona, che doveva respingere uno ad uno, ogni uno, i diktat di chi era assunto, incaricato, come gestore per fare una missione. Non c’è assemblea neutra se è guidata dai dirigenti, ed invece sarà così.
Chi si sente perduto nello stare fuori dal gregge, nel non essere consapevole di sé stesso e della propria personale responsabilità, non accetta l’esistenza di chi reagisce, e così si scaglia contro chi si distingue, non stà nei ranghi, non si allinea. Così in seguito a queste parole io mi aspetto una marea di biasimi. Qualcuno dirà che sono un guastafeste, un irresponsabile, o anche un folle eccentrico. Non mi aspetto che questo popolino che non mostra la sua forza rifiutando il dogma del capo, comprenda le ragioni che sto invocando, e di sicuro salterà anche fuori qualche mascalzone a cui avrò fatto il contropelo nel passato e sentendosi protetto nell’anonimato che conferisce il confondersi nella massa ne approfitterà per sbraitare inveendo anche più forte degli altri.
Adesso siamo tutti contenti perché i capi si sono accordati, uno deponendo le armi e l’altro imponendo la sua supremazia? Ma per carità! Il popolino ha perso. Il Veneto indipendente? Si, lo avrete, forse, ma non illudetevi, sarà come è oggi, con i suoi capi indiscutibili, con i suoi comitati per la purga, con i suoi vassalli e i suoi intrallazzatori, e qualche meschino fanatico che minaccerà anatemi contro il libero pensiero che diventerà “collaborazionismo” o “cospirazione”.
Perché un popolo che non mostra i coglioni, è un popolo che si fa usare, un parco buoi per arare i campi.
Claudio Ghiotto H.
If you liked my post, feel free to subscribe to my rss feeds
Il Veneto indipendente? Si, lo avrete, forse, ma non illudetevi, sarà come è oggi, con i suoi capi indiscutibili, con i suoi comitati per la purga, con i suoi vassalli e i suoi intrallazzatori, e qualche meschino fanatico che minaccerà anatemi contro il libero pensiero che diventerà “collaborazionismo” o “cospirazione”.
Ma almeno saremo indipendenti, e a quanto pare non certo grazie a chi si fa da parte…
Prima, uniti, si vince, da una parte e dall’altra: dopo, ognuno fa quel che vuole; ma queste sciocche ripicche infantili, con proclami deliranti degni della sinistra extraparlamentare anni ’70 (e attuale) non fanno altro che danneggiare la causa, e mettere in un (ridicolo) angolo chi le fa.
Ci siamo stufati dei soliti venetisti che secedono ognuno dall’altro per le proprie vanità personali, come da oltre 20 anni succede: vogliamo un partito forte, serio e capace di portarci all’indipendenza!
APPLAUSI A CLAUDIO
In questo frangente in cui si è visto un conflitto tra persone nominate alla dirigenza del partito, i soci hanno perso una fenomenale occasione per dimostrare la loro capacità di autodeterminazione.
Questo è il rammarico su quanto accaduto, che apre seri dubbi sul come potrà evolvere lo sviluppo non solo di VS ma anche di un eventuale indipendenza.
Io non so se in futuro ci sarà una maturazione, di certo occorrerà per stabilire cose molto più importanti si un semplice statuto o della conduzione di un partito.
Claudio, xe na bela analixi, ma no la xe proprio coreta. Si, xe sta na ocaxion persa pai soci de dimostrar de far scuadra e far valer la propria sovranita’. Ma na magioransa la se gavea espresa par nar ala convocasion dei soci dei soci stesi.
@Claudio Ghiotto
e bravo Claudio, hai espresso con le giuste parole pure il mio pensiero.
E sono assolutamente d’accordo con te e spero che anche altri riescano a leggere tra le tue righe il senso profondo del tuo pensiero e l’amore che provi per la tua Terra.
Un abbraccio.
WSM
Te capiso Claudio, femo on sforso de riapasificasiòn e ndemo tuti Vicensa, la serniremo tuti insieme, femo sto oltemo sforso, destiremo la màn e demo l’exenpio.
Penso che andare a volantinare, a parlare con la gente nelle sale o nei gazebi, quando non si hanno i mezzi e le risonanze di grossi partiti e la gente non ti conosce e ti guarda tavolta come un marziano, quando magari avresti voglia di fare altro, quando famigliari e amici magari non ti capiscono e però vai avanti perchè ci credi in quello che stai facendo non sia essere “popolino senza coglioni”. Sono entrato da poco tempo in VS e non conosco tutti i retroscena, ma la kermesse di questi giorni mi è bastata per capire tante cose. Una di queste è che nessuno è indispensabile ma tutti, e sottolineo tutti, sono utili. L’altra è che sto diventando sempre più allergico alle parole. Nella mia vita voglio fare qualcosa di buono per questa mia Patria che così tanto mi ha dato. Voglio agire. E penso sia questo che i Veneti si aspettano da noi.
Filippo un Veneto Stato come una piccola italia non mi interessa, Claudio fa male a farsi da parte e a rinunciare a lottare (ma avrà le sue buone ragioni), ma con questi presupposti, saremo ci libereremo di un padrone per averne un altro.
L’unità è quello che volevo anch’io, ma unità di soci consapevoli e non unità di pecore che seguono il cane pastore.
Riki, la solusion auspica’ da Claudio la saria sta favoloxa: i soci che i ciapa ato dela situasion, pero’ par mi, la minoransa che no ga aderio ala convocasion promosa dala racolta firme no la xe piegorona.
Par mi i soci i se ga divixo in tre categorie:
i) cuei che i xe rimasti confuxi e poco informa’ par na varieta’ de ragioni (e sti chi no i xe piegore de sicuro)
ii) cuei che i ga visto na crixi dei vertici e i ga decixo de ciapar in man la situasion (chi che ga sotoscrito la convocasion fata dai soci)
iii) cuei che i ga visto na crixi dei vertici, i se ga informa’ e i ga decixo de aderir a l’asenblea che secondo la loro valutasion la xera la pi legitima (anca cuesti no se pol mia definirli piegore). Naturalmente sta categoria a so volta la se divide in do.
Insoma, on socio, na persona (l’individuo) el pol anca decider de metarse co chi che pensa el gapia raxon sensa par cuesto considerarse piegora.
L
Vorrei rispondere a Matteo di Vicenza. Io credo che tu non abbia colto il senso del mio scritto, la questione “popolino senza coglioni” non è riferita a questioni come quelle che menzioni tu. Comprendo la tua allergia alle parole, non credere che io ne sia esente, d’altra parte la politica nella sua essenza più pura è confronto/scontro di idee, e le idee quali entità astratte richiedono il medim della parola per poter essere espresse. In questo si innestano pure le interrelazioni umane, che complicano ulteriormente le cose. Non deve stupire quindi che si assista a fiumi di parole quando avviene un confronto/scontro di pensieri, di posizioni, di umori.
Senza sminuire il tuo impegno e il tuo lavoro, occorre quindi verificare di non scivolare nel modus operandi di Homer Simpson: ho agito, non ho pensato 😉
Grazie in ogni caso per avere commentato.
Caro Claudio,
i tuoi toni sono molto severi e a mio parere troppo pessimistici. L’indipendenza che auguro al Veneto sarà comunque un enorme successo e miglioramento rispetto all’attuale unità statuale italiana.
Detto questo, comunico che anch’io non sarò a Vicenza. Vedo che “gli uomini del presidente” continuano, sul blog Obiettivo_Indipendenza, a rimbrottare con supponenza gli autoconvocati. Quale migliore premessa per future liti e incomprensioni?
Il nostro discorso sulla sovranità dei soci è troppo profondo -o pericoloso?-, evidentemente, per chi usa, a seconda della convenienza, statuto e patti ante-statuto, forma e sostanza, codice civile e onore sulla parola.
Non preoccuparti comunque Filippo, penso di poter dire tranquillamente che nè io (che peraltro sono lombardo) nè Claudio nè Luca faremo altri partiti indipendentisti veneti. Non siamo perdigiorno o sabotatori del duro lavoro altrui. Siamo, semplicemente, uomini liberi.
Un saluto agli amici, agli altri i migliori e sinceri auguri,
Alessandro Storti
Lodovico, giusto discorso quello che fai nei tuoi tre punti, ma permettimi una obiezione. Quando si fa una scelta si opera sempre schierandosi in una posizione secondo la quale si pensa sia quella giusta, ovvero della ragione. E dunque?
Ciò che io postulo è che chi si è schierato per una opzione che ritiene “più leggittima” si sia allineato ad una posizione che non è sua, ma che è l’adeguamento ad una disposizione propugnata dall’alto.
Hai ragione Claudio, la presenza di idee e correnti di pensiero diverse che dialogano tra loro è una ricchezza per la forza politica che al suo interno le ospita. Guai se Veneto Stato diventasse un partito fatto a immagine e somiglianza del suo leader. Però è anche vero che bisogna evitare lo scenario descritto da Filippo.. Comunque sì, al primo posto ci dev’essere una coscienza critica che deve far capire a ognuno se il compromesso che accetta per il bene del movimento va oppure no contro di essa…
Una nota sulla “legalità”. Oggi ho ricevuto da Cherubin un allegato in cui vi era il parere legale di un avvocato. Secondo questo parere “la facoltà di convocare il Maggior Consiglio da parte del dieci per cento dei soci, è senza dubbio leggittima, ma solo se esercitata in via residuale a cagione dell’inerzia assoluta del Presidente, risultando altrimenti inefficace, specie quando quest’ultimo provveda ad esercitare proprio il suo potere di convocazione, essendo sempre una facoltà straordinaria ed indubbiamente subordinata rispetto ad un potere riservato al Presidente in via istituzionale.”
Ecco, senza pretesa io esprimo un mio personale parere non professionale, ma che per pura ragione accademica sottoporrò ad un paio di amici avvocati (per pura curiosità, lungi da me dall’aprire una bega legale, sia chiaro). La mia opinione è che sia stato sottovalutato il terzo comma dell’articolo 11 dello Statuto, nel quale si recita: “Il Maggior Consiglio è sovrano, approva…”, questa frase determina il potere primario nelle mani del Maggior Consiglio, poiché la parola “sovrano” indica che nessuno può essergli al di sopra (quantomeno nell’ambito del quadro istituzionale statutario). Perciò a mio parere l’autoconvocazione è senz’altro facoltà straordinaria, ma non accessoria e pertanto non residuale della inerzia assoluta del Presidente, poiché diversamente verrebbe meno la ragione stessa dell’esistenza di quella parola (“sovrano”) che podeva benissimo essere omessa lasciando l’indicazione delle funzioni del Maggior Consiglio senza cambiarne l’utilità. L’aggiunta di quella parola invece gli conferisce un chiaro potere superiore a qualsiasi altra carica istituzionale.
Secondo me dovete chiudere questo sito che fa solo zizzania e soprattutto il sito labuxia, che fa anche di peggio. Queste beghe hanno fatto perdere punti ad una bella cosa come Veneto Stato. E poi Pizzati è bravo, ma anche se non fa il Segretario e da una mano va bene, però si mette un pò di pace e serenità visto che ci sono queste divisioni. Dopo questo Giane che fa l’ideologo a tempo pieno, sarebbe meglio che cambiasse mestiere perchè sta sempre attaccando chi non la pensa come lui, creando continui malumori. ciao e W S M .
io chiuderei anche l’internet ché non se ne può più di queste cose qua, queste cose scritte
UAHAHAHAH! LUCA+++
In merito al parere di Claudio Ghiotto che commenta il parere legale dell’avvocato credo che abbia più di una ragione
Nel 2004 è stato riformato il diritto societario, con modalità , per così dire più anglosassoni.
Non ci so no ancora molte sentenze a riguardo ma la nuova giurisprudenza fornisce molto più valore al volere dei soci , il quale deve essere rispetatto a prescindere delle decisioni ( non si chiamano più delibere) dell’assemblea.
Però se adesso si fa il congresso unitario tutto ciò mi sembra che appartenga all’acqua passata .
dunque anche pubblicare un parere legale che è anche di parte , oltre a non servire a niente , non fa altro che creare inutili malumori su problemi già superati . Meglio sarebbe stato tenerlo nel cassetto.
@ GLPanto
anche se non sono per nulla d’accordo sul tuo modo di porti, come ho avuto modo di scrivere proprio su questo sito, concordo con la tua osservazione finale: pubblicare quel parere legale è stato un gesto sbagliato; peggio ancora è stato il commento introduttivo alla pubblicazione, che mi ha spinto a decidere di non partecipare al congresso.
Prima che qualche pirlone spari giudizi del cazzo sulla mia scelta e su quella di chi, come me, preferirà starsene a casa, non a complottare, sia chiaro, ma a passare del tempo in serenità invece che a litigare, preciso subito che:
1) se il 24 ottobre ci fossero delle elezioni in Veneto io voterei VenetoStato -o meglio, essendo lombardo, inviterei qualsiasi cittadino veneto di mia conoscenza a votare VenetoStato-;
2) auguro grandi successi a VenetoStato e soprattutto auguro ad esso di traghettare il Veneto all’indipendenza;
3) ritengo VenetoStato l’unico possibile partito indipendentista “di raccolta” del Veneto, e quindi giudico negativamente chiunque ritenga che VenetoStato possa essere fatto oggetto di scissioni allo scopo di costituire altri partiti indipendentisti veneti.
Detto questo, ritengo molto negativo l’atteggiamento di quei dirigenti di VenetoStato che hanno la pretesa di attribuire a se stessi solo meriti e ai propri “avversari” interni solo demeriti. Ritengo completamente sbagliato che taluni dirigenti credano di poter attribuire patenti di onestà, politica e finanche umana, a questo o a quelll’altro dirigente di VenetoStato. Ritengo che la mancata assunzione di una quota di responsabilità della crisi da parte di coloro che hanno sostenuto la convocazione presidenziale costituisca un elemento di debolezza di VenetoStato: in qualsiasi incidente automobilistico (salvo rare eccezioni) viene riconosciuto un concorso di colpa, figuriamoci se in una crisi come quella che c’è stata le responsablità possano essere attribuite solo ad una parte… altrimenti perchè anche gli uomini del presidente avrebbero raccolto firme per un’autoconvocazione?
Un’ultima nota, su Gianluca Busato.
Io non lo conosco di persona e immagino che come tutti gli esseri umani avrà i suoi bei difetti. Però so una cosa: che è un visionario e che senza la sua “vision” oggi probabilmente non esisterebbe un partito come VenetoStato, nato non a caso da quel PNV che Busato ha creato con le sue mani (senza togliere meriti agli altri fondatori, sia chiaro).
Quindi, lo dico a chiare lettere, chi ha accusato di ogni nefandezza possibile Gianluca Busato, farebbe meglio a pensare molto bene prima di parlare. Ci si ricordi che anche Steve Jobs aveva lasciato la Apple per dissidi con il management che lui stesso aveva scelto. Poi ritornò e tutti sappiamo com’è andata a finire. Il paragone potrà sembrare forse esagerato, ma se un giorno non lontano Veneto Stato non sarà più solo il nome di un partito, ma quello di una nazione indipendente, molto lo si dovrà anche al Signor Gianluca Busato. E a lui auguro di continuare ad essere un leader di VenetoStato, perchè VenetoStato ha bisogno di lui e della sua visione.
Quindi, visto che siamo in “campagna elettorale interna”, a chi andrà a Vicenza dico: votate Busato al minorConsiglio.
Cordialmente,
Alessandro Storti
“Il popolino ha perso. Il Veneto indipendente? Si, lo avrete, forse, ma non illudetevi, sarà come è oggi, con i suoi capi indiscutibili”.
no so on socio de gnisun partito-movimento veneto indipendentista. so solo indipendentista venexian.
coesta fraxe de claudio la pensavo da on mucio de tenpo, vanti de sto maremoto in VS.
no so mia gnanca vegente. dae motivasion portae vanti da VS vedo si bon inpegno, ma no le me par gnanca par sogno boni fondaminti par on popolo.
VS gà meso l’acento soi schei, inprenditori, banche foreste… ma dove xeo L’omo?
mi, speso, gò acenà ala Serenisima… co el rexultà de sentirme dir “anticoà”.
ma mi vao vanti isteso. da libaro ghe dago ancùo na man a bepi indipendentista e invese doman a nane (che el xe de on movimento defarente). no me inporta i sinboi, ma el fondaminto uman.
gnisun el me tien, gnisun el me ordina.
ver on veneto indipendente no xe dito che el popolo el sipia libaro.
ma on popolo veneto libaro el gà par forsa conseguente la so tera indipendente.
coesta la jera la Serenisima. no se trata de anticoà. la Serenisima la xe atualisima.
xe difisie invese intivar el so mesajo de “omo sovran”.
e sicome el xe difisie se incantona e se serca de inventarse na nova modaità de stato “anca parchè intel 1700 i jera poco prateghi de poitega”.
no voria che l’indipendensa la porta a on veneto libaro conpagno a l’itaja. e si parchè inte ste condision el mecanixmo poitego veneto el xe coel tajan ansi europeo (lo savemo tuti ca la Serenisima la se cavava fora da el maraxma europeo… anca par coesto la dava cusì fastidio che inte na maniera o staltra i la ga fata sparir).
su sto articolo mi so d’acordo co Claudio. dir WSM xe solo can che baia. prima se vinse po se siga. prima i fati, e par far fati se ghe vol senso uman no coele robe morte ciamae articoi, lexi, statuti…
xe l’omo che fa le lexi, no el contrario.
VS gà vuo na bona lesion in sta ocaxion. spero che el gapia capio che ghe manca l’Arengo.
ma dopo l’Arengo ghe manca tuti i anei dea caena par rivar al MC.
eh, no se pol voler la suca, e i pìe…. che i se ciava.
no se pol tratar on popolo come se no el ghe fuse (sensa istrusion, cure, justisia, educà a tirar fora la so forsa e inpiegarla…) e po coando ghe xe le elesion se vorìa che el sipia pronto a tuto.
le piegore le sieglie anca lore xe vero. ma le sieglie senpre intel so sarajo.
magari la sielta la fuse de deventar lupo… ansi leon.
ciao Claudio,
in tempo porta consiglio e scommetto quello che vuoi che ti vedremo a Vicenza al nostro fianco seduto a votare.
Scommettiamo? 🙂
Sorti , se non vieni ti perdi un pezzo di storia.
Questi congressi finiranno su un libro di storia prima o poi .
Ti invito a partecipare e rinunciare alla comodità ,in favore della passione politica .
Tra l’altro sei un moderato, non può che far bene a tutti.
Patrik, dire che “il tempo porta consiglio” è l’affermare che uno è uno sparaproclami quacquaracqua che poi alla fine torna all’ovile. Tu forse non consideri nemmeno l’ipotesi che possano insorgere cambiamenti tali per cui una persona che non sia uno stupido cocciuto ritenga opportuno considerare.
A parte ciò, la mia frase “andrete voi a Vicenza” era per rimarcare il rifiuto sulla situazione per cui alla fine si ceda ad essere presenti ad una convocazione determinata da un dirigente, svilendo l’essenza della sovranità dei soci, ma non era un proclama per affermare una posizione che all’epoca (e ancora adesso) non conosco. E poi io chi sono per fare proclami?
I cambiamenti che intervengono nel tempo, invece sono altri, per esempio valutare se la maggioranza dei soci è quella che aveva stabilito l’autoconvocazione, come vorrebbe suggerire il commento di Pizzati riportato in precedenza, ed in tal caso occorrerebbe chiedersi se l’essere assenti non presenti il rischio di abbandonare chi difende la mia libertà, cioè le persone che meritano che io mi spenda per difendere la loro di libertà.
Ed è anche vero che bisognerebbe considerare che forse questo popolo, immaturo nel valorizzare la propria autodeterminazione, necessiti pur sempre di uno stimolo per raggiungere tale maturità, e l’assenza di chi la possiede non aiuta di certo a conquistarla.
Alla fine quindi, l’effettiva decisione finale dipende da un bilancio che penda per la direzione che valga la pena investire, nel piccolo che una singola persona può valere, in questo popolo.
Il tuo commento non è neutrale, ed ha la funzione di condizionare la mia decisione, altrimenti facevi a meno di commentare.
Sappi che quello che farò non dipende da questo, ma dalla mia coscienza nel rispondere ai criteri che ho menzionato, ed il cui risultato è tuttaltro che definito.
Grazie Gianluca per l’invito e l’apprezzamento.
Ci penserò su.
Vianelo, grazie per il commento che mi offre l’opportunità di esprimere una opinione in merito.
L’entità economica è parte integrante di ogni essere umano. Io comprendo il tuo punto di vista di valorizzazione dell’essere umano, e ne sono un sostenitore, ma al tempo stesso è bene ricordare che anche la quota economica, per così dire, è parte integrante di questo essere umano, che sulla base della sua volontà determinata dalla sua mente, entità unica e intimamente propria di ogni persona, produce risultati che ne sono il riflesso e di cui la parte economica è quella componente essenziale al suo sostentamento senza del quale neppure la mente esisterebbe.
Se per la media delle persone risulta chiara l’offesa alla propria dignità, che poi è l’offesa alla propria mente, non sempre tale offesa appare palese, mentre quella economica appare molto più evidente.
Non deve quindi scandalizzare che un partito che necessiti di raccogliere consenso usi la componente economica, quella la cui offesa appare più evidente ed oggettiva, per richiamare l’attenzzione su di se, ed il conseguente consenso di cui necessita per promuovere la politica che non per questo non possa escludere il mettere al centro la volontà dell’essere umano, e la sua autodeterminazione singola e propria, come io ho cercato di fare con questo articolo.
Errata corrige, la penultima riga si doveva leggere:
“… che non per questo possa escludere il mettere al centro la volontà dell’essere umano, …”
bene,
go vinto la scomesa. Te vien e te paghi da bere…..
take easy 🙂
Ho fatto una replica dura, e mi sentirei poco responsabile a non rispondere a chi mi ha citato: in ritardo magari, ma non voglio lanciare il sasso e nascondere la mano.
Non si tratta di essere italiani o padani o altro: se ho scritto qui, non è per copiare il modello Lega. Però la disciplina e l’unità d’intenti non sono una questione “italiana”; anzi, gli italiani sono famosi proprio per l’indisciplina ed i litigi! Nei partiti tedeschi o britannici convivono spesso differenti anime, ma senza per questo che i partiti-contenitori si frantumino. Soprattutto, lo ribadisco, vorrei evitare l’ennesima riproposizione delle scissioni che hanno caratterizzato i “venetisti” intorno al 1990 ed intorno al 2000, tra l’altro col risultato che a livello regionale siamo addirittura arretrati su posizioni più concilianti (il forzitaliano Galan sembrava un rivoluzionario indipendentista a fine anni ’90, in confronto al leghista Zaia che deve annacquare qualunque ipotesi radicale). Io ero troppo giovane, e sono sicuro che le esperienze delle varie Lega Fronte Veneto, PNE, Fronte Marco Polo, UPV ecc. siano state piene di speranze e brave persone. Però, passata questa fase “di nascita”, siamo in una fase “di consapevolezza”: sappiamo cosa vogliamo, sappiamo perché, sappiamo come, e dobbiamo rimanere uniti, concentrando le nostre forze per il nostro obiettivo e non contro gli avversari interni.
Fermo restando che non mi riconosco per nulla nelle parole di Claudio, come già detto (potrebbe anche essere una semplice differenza di punti di vista) vorrei chiudere con un esempio storico, per me che ne sono appassionato. In Irlanda, l’Irish Parliamentary Party ottenne l’Home Rule (=federalismo) ma fu “troppo poco, troppo tardi”; le elezioni del 1918 furono così vinte dal Sinn Fein, che rimase unito fino all’indipendenza del 1921. Dopo si divise e scatenò la guerra civile: dopo. E anche noi dopo potremo dividerci e discutere su quale modello di Veneto vorremo (ma indipendente dall’Italia sarà comunque vada meglio di oggi): ma se lo facciamo prima, accusandoci l’un l’altro, processando le intenzioni, e demordendo in questo momento particolare, allora la Storia non ce lo perdonerà.
Filippo, io rispetto la tua opinione, ma leggendoti non so se hai realmente capito il senso del mio articolo, come del resto nemmeno Patrik sembra avere capito dalla sua ultima replica.
Per essere più chiaro lo avevo meglio precisato nel mio primo commento, dopo il tuo, Filippo.
Non è che io contesti la coesione e la unità, anzi, io contesto che tale unità sia plagiata e asservita alle decisioni di un direttorio, e non nata dalla base.
Ora che io ci sia o meno a Vicenza non ha nessuna importanza. E la “scommessa” di Patrik è un insulto all’intelligenza, non mia, ma proprio all’intelligenza in generale. Ed ho pure il terribile sospetto che lo abbia fatto senza intenzione!
L’importante è che la massa di persone che hanno invece colto il senso del messaggio, quella che a detta di Lodovico Pizzati è una maggioranza di soci-consapevoli-di-essere-padroni, si riveli davvero maggioranza e in futuro tragga da questa esperienza la forza per imporre la propria posizione al di sopra di qualunque dirigenza.
Ne và del futuro non di Veneto Stato, ma di un Veneto terra di uomini davvero liberi!
Ho sentito tempo fa una frase in facebook pronunciata da un socio di VS, diceva: “Lo Stato sopra tutto, lo Stato sopra tutti”, io la camio in “La Persona sorpa tutto, Le Persone sopra lo stato”.
Finiamola con queste beghe, domenica andiamo tutti a Vicenza a votare compatti i nostri uomini. Facciamo vincere la nostra squadra:
Avv. Alessio Morosin – Segretario
Prof. Lodovico Pizzati – Presidente
Dott. Gianluca Panto – Tesoriere
Dott. Gianluca Busato – Portavoce
Abbiamo i numeri, giocamocela tutta.
Mariano
@Claudio: grazie comunque della risposta.
Se posso fare una battuta, l’Italia storicamente è il posto dove si invoca lo Stato per pensare all’interesse personale, dove lo Stato deve coprire le responsabilità personali; la Venetia è là dove invece vogliamo rafforzare le libertà personali proprio nell’interesse dello Stato, dove le persone essendo responsabili contribuiscono al benessere generale. Una distinzione tanto sottile quanto profonda, dato che inverte la scala di valori e gerarchie, e che è meglio spiegata dalla differenza tra le repubbliche di Genova e di Venezia: come dice un autore genovese del quale ho un bel libro sulla storia di Genova, in questa appunto dominavano i particolarismi personali ed il “familismo amorale” (così tipicamente italiani, aggiungo io); a Venezia, invece, dominava il senso dello Stato, ma senza che ciò portasse a forme di coercizione del cittadino (eravamo la terra più libera d’Europa, diamine!)
Fatico ancora a capire la tua posizione, ma credo che Veneto Stato dovrebbe essere proprio questo: un insieme di liberi cittadini, ognuno con le proprie idee ed esperienze, ma tutti uniti nell’interesse della nostra terra, mettendo da parte le loro pur legittime differenze e diffidenze.
Filippo, ringrazio io te per primo, e con l’occasione approfitto per ringraziare anche tutti coloro che hanno commentato e contribuito alla discussione, non solo qui, ma anche in centinaia di altri articoli passati, che lo abbiano fatto in sostegno o in contrapposizione alle mie idee. Gli unici che mal digerisco sono i troll anonimi.
Io non ho una posizione tanto differente dalla tua, Filippo, io sostengo appunto il valore delle libertà personali, perché chi le sente valorizzate sarà il primo a voler difendere quella comunità …che lo difende in queste libertà, e da cui nasce quel “senso dello stato” di cui tu parli. Appunto un insieme di liberi cittadini. Ma possiamo dire che è da liberi cittadini allinearsi alle posizioni indette da un capo?
Questo era ed è il senso del mio discorso. Non c’è dignità di autodeterminazione se i cittadini non sanno raccogliersi e dire a chiare lettere chi comanda, che non è certo il dirigente incaricato.
Come fai a faticare a comprendere quindi una posizione che sembra simile a quello che sostieni, solo che espresso in modo più radicale, mi chiedo io.
Lo stato deve essere una mera rappresentanza alle dipendenze di una associazione, motivata dall’unione delle forze, di libere persone che si riconoscono, reciprocamente, nella loro individuale sovranità nel reciproco e paritario interesse.
Nell’occasione (perduta) di questo evento, la sovranità doveva esprimersi nel unirsi ed autodeterminare la decisione sovrana di boicottare qualsiasi assemblea indetta da incaricati alla dirigenza, ed invece reindirizzarsi verso l’assemblea stabilita dai soci, l’unica che avesse avuto un reale valore, non solo legale, ma soprattutto simbolico, morale, e concettuale.
Lo avrebbe avuto soprattutto se ad eventuali altre assemblee ci si fossero trovati solo quei dirigenti che le avevano indette.