Più i titoli di stato italiano diventano una patata bollente, più vengono lanciate proposte surreali e nocive al benessere dei cittadini. Prima di scendere nel dettaglio vi spiego perché io ci sto alla larga dai titoli di stato italiano, a prescindere dalla rischiosità dell’investimento.
Capisco che molti risparmiatori sono spinti da un senso emotivo di patriottismo verso l’Italia, che rischia di spingerli a prendere una scelta irrazionale, ma comprare bot e btp non centra nulla con un senso della patria, con il Manzoni, la nazionale italiana di calcio, o con la tradizione culinaria dello stivale. Comprare le obbligazioni dello stato serve a finanziare, appunto, uno stato che ha dimostrato negli ultimi 40 anni di amministrare molto male le risorse pubbliche prelevate (in forma di tasse o di prestiti) a decine di milioni di lavoratori risparmiatori.
Io non finanzio questo stato per ragioni etiche. Come non compro azioni di un’azienda che opera in maniera dubbia (sfruttamento minorile, prodotti cancerogeni, ecc…), non ho intenzione di dare i miei risparmi in mano a gente che ha dimostrato di gestire risorse pubbliche in maniera pessima. La vendita di titoli di stato serve al governo per raccogliere fondi perché le tasse non bastano a coprire tutte le loro spese. La vendita dei bot serve a pagare la pensione a ex parlamentari in pensione come Covre, il quale incita le folle a comprarne a più non posso. La vendita dei btp serve a pagare lo stipendio a Zaia, il quale sprona i veneti verso questa iniziativa patriottica per garantire uno stipendio da governatore veneto che è il doppio di quella del presidente americano. La vendita di titoli di stato serve a pagare a Napolitano i costi da Presidente della Repubblica che sono ben maggiori di quelli della regina d’Inghilterra e del re di Spagna. Non è sorprendente se chi ci vive di questa spesa pubblica cerca in qualsiasi modo di mantenere il flusso di questi risparmi privati verso i loro privilegi, ma io, come cittadino informato, non ci sto. Non basta indignarsi e brontolare di fronte al telegiornale. Bisogna agire con iniziative civiche come non comprare titoli di stato italiani, perché è la cosa moralmente giusta da fare.
Chi pensa che la crisi della finanza pubblica sia dovuta a fattori esterni o a questo particolare governo uscente, si sbaglia di grosso. Lo stato italiano è riuscito ad accumulare il più grosso debito pubblico, in valori assoluti, di tutta Europa per colpa di quarant’anni di spesa pubblica irresponsabile, fatta da un’intera classe dirigente inaffidabile. Non a caso i parlamentari italiani prendono stipendi tre volte tanto i loro colleghi europei. Perché finanziarli? Nella miglior delle ipotesi fare grandi sacrifici per la patria italica sarebbe solo un rattoppo temporaneo da ripetere ogni anno. Nella peggior delle ipotesi vedremo immediatamente andare in fumo comunque i sudati risparmi di quegl’ingenui cittadini. In questo articolo Luca Zaia parla di un sacrificio collettivo di 500 euro per cittadino per far fronte ai 300 miliardi (del totale di 1900) che devono essere rinnovati a breve. Intanto il debito che verrà rinnovato nel 2012 ammonta a 402 miliardi (vedi articolo tecnico), e cioè, su una popolazione di 60 milioni, parliamo di 670 euro a testa, dai bambini fino ai bisnonni. Secondo Zaia, io, a capo di una famiglia composta da due genitori e tre bambini, dovrei imprestare a gratis per orgoglio patriottico 3350 euro, così lo stato italiano non deve pagare il 7% a quei brutti speculatori stranieri che non si fidano della solvibilità dello stato italiano.
Naturalmente per funzionare tutte le famiglie dovrebbero fare altrettanto, e non come una tantum, ma anche negli anni successivi, dato che ogni anno bisogna rinnovare alcune centinaia di miliardi di euro di debito pubblico. Qui abbiamo una classe politica che è sconnessa dalle difficoltà economiche che patiscono le famiglie, ma a questo ci hanno pensato le menti malefiche del sistema bancario italiano. L’appello lanciato da Covre e Zaia può funzionare tra i volonterosi veneti, che, come descritto in questo articolo, hanno già aumentato il loro stock di bot e btp (veneti… primi nel volontariato). Ma Andrea Monorchio, vice presidente della Banca Popolare di Vicenza, ben sa che questo non funzionerebbe mai nella sua natia Calabria. Allora ecco a voi “l’investimento forzoso” (rileggete l’articolo per credere) basandosi sul patrimonio immobiliare. In parole povere, se hai una casa lo stato ti costringerà a fare un mutuo per comprarti debito pubblico. E’ un investimento obbligato, dice Monorchio, una “tassa redditizia” si lascia scappare.
In conclusione, se la caramella dell’amore per la madre patria non funziona, ecco il bastone fiscale, susseguito da espropri ed equitalia, che vi obbligherà a comprare debito italiano.
Buon centocinquantesimo a tutti,
Lodovico Pizzati
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Concordo in pieno. Se non sottoscrivi btp e bot, e lo Stato avrà ancora bisogno di liquidi, procederà comunque con prelievi forzosi e molto salati. Ovviamente non si può tassare laddove non ci sono controlli e dove l’evasione è diffusa. No?
Chi ora in Veneto e in Lombardia sottoscrive in buona fede migliaia di € in titoli di Stato, è bene sia informato che entro poco dovrà subire un ulteriore prelievo forzoso. Oltre l’autotassazione da lui compiuta (come per le lotterie), oltre il prelievo sulla busta paga ecc… tutto questo per cosa?
Per proseguire con questo ormai putrido Stato italiano.
Questo momento era già scritto quando si sottoscrisse il Trattato di Maastricht (1992). E’ solo questione di tempo.
Anch’io concordo pienamente con Lodovico e apprezzo che anche lui come me, discrimina gli investimenti che prevedano attentati contro la salute delle persone, contro la tutela ambientale e in opposizione al rispetto degli animali.
Se anche dovessero garantire rendimenti del 100% annuo, non investirò mai in companies che ad esempio costruiscano mine antiuomo, oppure in consociate alla Union Carbide, o Monsanto tanto per fare due nomi.
Se non rispettiamo la nostra essenza di esseri umani, unici e irripetibili, mai al mondo ci sarà vera equità e quindi benessere di massa.
Un solo appunto : I titoli di Stato fanno un grosso favore anche ai ” signori del signoraggio bancario ” che si vedono restituire anticipatamente una somma che altrimenti vedrebbero restituita dopo 5 anni, con interessi concordati.
Esempio spicciolo di signoraggio bancario :
La BCE stampa una banconota al portatore da 100 euro ( un prestito, perchè la banconota è di proprietà dell’ente che la emette )
Il costo reale di produzione, oneri e distribuzione è intorno ai 30 centesimi di euro a banconota.
La differenza di valore tra 100,00 euro e 0,30 euro è quanto spetta alla BCE, produttore della valuta.
Lo Stato beneficiario di questi ” valori prestabili al portatore “, emetterà titoli di debito alle banche centrali ( BCE per l’Europa e FED per gli USA ), pagabili in 5 anni, oltre a interessi di rito.
Ecco uno dei motivi per cui il debito pubblico sale esponenzialmente e perchè Prodi e gli uomini della BCE sono alla caccia dell’oro dello Stato italiano ( anche nostro, dei Veneti ).
L’italia è il terzo Paese al mondo con maggiori riserve auree depositate in Bankitalia, roma.
Primi gli Usa e se non ricordo male, seconda la Germania.
Il mio pensiero è questo, ma lo era anche due anni fa e si basa sulle normali conoscenze che riguardano la cosidetta “Asset allocation”, ossia l’allocazione della propria ricchezza finanziaria.
Sinteticamente, la famosa diversificazione del rischio: rischio paese, rischio sistemico, rischio tasso, rischio liquidità, rischio inflazione ecc… è la regola principale, a maggior ragione per un piccolo risparmiatore che vuole approcciarsi ai mercati finanziari e che di finanza ne capisce poco o nulla.
E’ folle e disonesto o forse dovuto ad una estrema ignoranza della nostra classe dirigente, anche delle più banali regole del libero mercato, invitare dei cittadini a prendersi dei rischi finanziari ed economici a casaccio, senza una preventiva valutazione, senza la conoscenza della benchè minime regole di pianificazione finanziaria.
Se pensiamo poi, che i risparmiatori italiani amano fare i cassettisti ed acquistare titoli azionari del bel paese considerati solidi patrimonialmente come Enel ed Eni, la frittata è fatta. Ci troveremo con patrimoni finanziari investiti per la maggior parte in azioni italiane, titoli del debito pubblico italiani, buoni postali e obbligazioni bancarie (più rischiose del debito pubblico se è valida l’equazione che gli stati salvano le banche).
Vogliono acquistare debito pubblico perchè amano l’Italia? Vogliono acquistare azioni di società italiane? Facciamo pure se proprio non resistono ma per una percentuale del patrimonio totale inferiore almeno al 5%… e sottolineo almeno.
Concordo con la tua analisi, sul pericolo per l’investitore sprovveduto di prendersi dei rischi con speculazioni avventate.
Non rischiate mai ciò che vi necessita !
Esistono tuttavia titoli fuori mercato, che mantengono validi rendimenti a medio lungo termine e sono a innalzamento progressivo nella parte fissa ( valore nominale del titolo ).
Mentre il dividendo è in funzione dei valori di mercato e dei termini inflazionistici generali.
Ti assicuro che sono la reale ” musina ” del piccolo, medio risparmiatore.
Peraltro le assemblee soci e il direttivo gestionale, sono anche realtà localizzate in ambito Veneto.
Una ragione in più, per tenerli in considerazione.
Lodovico, ho raccolto il suo invito e mi sono letto l’articolo del giornale di vicenza in cui si paventa l’ipotesi Monorchio.
Contabilmente è un colpo di genio, il mito di ogni estorsore: diventare benefattore elargendo addirittura un interesse.
Dal lato politico penso che “tanto peggio, tanto meglio” della serie: più aumentano le nefandezze dell’occupante di turno e più aumenta la schiera dei consapevoli; più aumentano le difficoltà economiche, le paure del futuro, più le persone saranno disposte mettere in gioco il poco che le resta per una idea nuova.
Per logica deve esistere un punto di equlibrio oltre il quale in castello di carte cade rovinosamente.
Buona giornata, Michele Borsoi
Caro Crisvi,
e che titoli sono? Obbligazioni bancarie, azioni Banca popolare di Vicenza, Veneto Banca, inflation linked….index linked?
di che cosa stai parlando?
La cosa che più mi lascia perplesso è il primato dei Veneti nel comprarsi il debito italiano. Se lo fanno per specularci sopra, e ne conosco alcuni che lo hanno fatto con quell’intento, allora può anche andare (etica a parte, come ben chiarisce Lodovico).
Il dubbio però nasce nel momento in cui “zerbini” come quelli del Giornale di Vicenza lo fanno apparire come atto patriottico, e tale dubbio diventa concreto nel momento in cui alcuni Veneti lo dichiarano apertamente.
Ora io non so quanti siano rispetto la popolazione veneta, ma vien da chiedersi quale indipendenza si possa pretendere da un popolo di …zerbini.
Sulla proposta di Monorchio, già ho commentato in passato. Si tratta di estorsione, anzi peggio perché lui la applica sugli immobili proponendone una requisizione attraverso una ipoteca.
I comunisti duri non avrebbero saputo fare di meglio con i loro espropri proletari, che poi finiscono sempre nelle tasche di chi governa.