Passato il Natale, senza timore di apparire cattivi, precisiamo alcune cose su Veneto Stato, prima che la confusione prenda il sopravvento.
Dallo scorso autunno sono infatti insorte interpretazioni e visioni differenti nella gestione di Veneto Stato. Gli equilibri si sono ribaltati più volte.
Ciò che conta in politica sono gli atti formali. Andiamo pertanto a vedere quali sono gli atti formali che si sono susseguiti.
Il 23 ottobre si è tenuta un’assemblea dei soci a Vicenza, presso l’hotel Viest, che ha deliberato l’elezione di alcune cariche. Tale assemblea si è tenuta in modo a dir poco discutibile e ha scatenato, a nostro avviso giustamente, una serie di feroci polemiche sulle modalità di conduzione della stessa, ma anche sull’illegittimità della convocazione che portava in sé incongruenze evidenti e tanto forti da renderla priva di valore secondo un autorevole parere legale che nei prossimi giorni renderemo pubblico.
Fatto sta che, al di là di tali constatazioni, quell’evento politico, fintantoché qualcuno non si prenda la briga di chiederne e ottenerne l’annullamento, ha prodotto degli atti politici che hanno determinato la successiva storia del partito.
Ad esso sono seguiti altri atti, frutto e naturale conseguenza del nuovo corso politico che dal 23 ottobre aveva preso vita. Primo tra tutti, l’espulsione di quattro soci fondatori, tra cui il segretario Lodovico Pizzati. Oltre all’assurdità politica di tale decisione, da un punto di vista giuridico, inoltre, lo stesso Pizzati risultava ancora il segretario in carica, in quanto l’assemblea del 23 ottobre non si era presa la briga di destituirlo con una sfiducia, forse perché gli organizzatori ne temevano gli esiti, o forse solo per grossolanità.
A quel punto, il clima interno al partito si è rapidamente esacerbato, al punto che è partita una raccolta di firme tra i soci che hanno in tal modo messo in atto il meccanismo statutario di autoconvocazione dell’assemblea. Raccolto rapidamente il quorum, la convocazione è stata formalmente comunicata e pubblicata, per l’11 dicembre a Venezia, presso l’hotel Amadeus.
La nuova dirigenza del partito emersa dal congresso di Vicenza ha preferito optare per il non riconoscimento politico di tale assemblea, chiedendo ai soci di non presentarsi, con ciò a nostro avviso commettendo un grave errore, in quanto le decisioni che l’assemblea avrebbe fornito sarebbero state prese con facilità, visti i numeri in campo. In particolare i nuovi dirigenti non avevano compreso che con il loro gesto irresponsabile di salire sull’Aventino, lasciavano il campo libero al compiersi di un nuovo atto politico e legale, che avrebbe nuovamente cambiato la storia successiva del partito.
E infatti così è stato. La nuova assemblea di Venezia dell’11 dicembre ha cambiato nuovamente il corso legale del partito, annullando le espulsioni assurde di soci storici del partito, destituendo tutte le vecchie cariche e eleggendo i nuovi organi del partito. Oltre a ciò, il Maggior Consiglio ha voluto far proprie le prerogative che lo stesso statuto gli riserva, nel momento in cui ha deciso di far approvare un regolamento che sancisce e detta le norme esecutive per il funzionamento del Maggior Consiglio stesso, dalle modalità di convocazione, al suo svolgimento, nel rispetto del dettato dello statuto. Anche l’art. 2 del nuovo regolamento tanto discusso rientra nelle prerogative che lo statuto lascia esplicitamente alla disposizione regolatoria, attribuita sempre allo stesso Maggior Consiglio.
Questo nuovo atto, tra l’altro, impedisce che si possano svolgere nuove assemblee autoconvocate a ripetizione in periodi pre-elettorali, perché ciò distruggerebbe il partito stesso. È una norma dettata dalla saggezza e che preserva in ogni caso la democraticità dell’impianto, poiché in casi particolarmente urgenti o importanti, si lascia la possibilità di autoconvocare un Maggior Consiglio in tali periodi con un quorum che garantisce la possibilità alla maggioranza dei soci di farlo, oppure anche a una quota considerevole di soci, seppure in minoranza, ma con l’appoggio anche di alcuni organi del partito.
In ogni caso, al di là delle opinioni sulle decisioni prese, quanto emerso dall’11 dicembre a Venezia è LEGGE per Veneto Stato e il nuovo corso legale potrà essere modificato solo ed unicamente da un’impugnazione delle delibere ivi adottate con accoglimento da parte di un giudice italiano, oppure da un nuovo congresso convocato nel rispetto del combinato giuridico di statuto e regolamento. Tradotto significa che l’ipotesi in circolazione di organizzare un’assemblea dei soci il prossimo 22 gennaio potrà verificarsi solo ed esclusivamente se la convocherà il nuovo presidente di Veneto Stato, Alessia Bellon, oppure se lo faranno almeno 250 soci (più o meno). Altre scorciatoie non esistono e, d’altro canto, ci pare il minimo, per quello che qualcuno dipinge come “congresso unitario”.
Io sto con la legalità e per tale ragione prima di Natale ho suggerito ai leader delle varie minoranze di sedersi al tavolo con la nuova dirigenza per risolvere politicamente e da persone mature le questioni sul tappeto.
Resta in ogni caso sempre percorribile per le minoranze che non intendessero trovare un accordo l’opzione di creare altri partiti, la qual cosa può anche essere una ricchezza per il movimento indipendentista.
Gianluca Busato
Veneto Stato – Treviso
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“un’assemblea dei soci il prossimo 22 gennaio potrà verificarsi solo ed esclusivamente se la convocherà il nuovo presidente di Veneto Stato, Alessia Bellon, oppure se lo faranno almeno 250 soci (più o meno).”
E’ questa la vostra democrazia? Mi pare che le regole si rispettino quando fa comodo.
Non me ne vogliate, pieno rispetto per le energie di tutti spese in politica, ma… Ho seguito di striscio la vicenda di VS. Ma la cosa da fuori pare evidente a tutti: avete mandato in vacca molte energie per qualche carega inesistente e che mai esisterà. A nulla serviranno autoproclami che ritenete legali. Pensate davvero che la stragrande maggioranza dei soci vada in un altro partito perdendo il nome e quindi le energie messe in campo?? Assomigliate sempre piu quelli dell’autogoverno delle Venesie. Generali senza truppa sia ora sia nel 2012 sia nel 2050? Era ovvio finisse con un regolamento del genere. Ma non ci voleva nemmeno un genio a capire che al Mc di Venezia qualche furbo presentasse dei paletti legali. Ovviamente con un numero di soci imprecisato (e qui lo testimonia il + o – 250). Scusate, una domanda: se l’altra parte tira fuori anche 251 firme, col regolamento attuale il tesoriere ha potere di far iscrivere 10 persone all’ultimo minuto e quindi abbassare la soglia del 51%? Magari parenti di soci ottantenni. Giusto? Non spetta a me dire cosa vada bene da un punto di vista legale, ma non pensiate che dal punto di vista pratico meno di 35 soci possano blindare un partito agli altri 500 (ma questo numero da oggi in poi non ha senso, possono essere 200, 1000.. a seconda del fine per evitare un Mc). Solo uno che vuole sfasciare il partito (inconsciamente o coscientemente) lo penserebbe. Oppure uno che crede che in 7 mesi si iscrivano al partito migliaia di persone. Ma voi pensate davvero che la gente vi venga dietro comportandovi in questo modo? (Tra l’altro..mi sembra l’atteggiamento mediatico di un partito italiano ormai disfatto). Con militanti onesti certamente, ma altrimenti …solo con la legge e la burocrazia rischiate di assomigliare agli italiani. Ah, siete e siamo italiani fino a che ci comportiamo in tal modo. Auguri e ricordatevi che esiste un mondo la fuori, e che la politica divide, il resto unisce. In questo caso anche una valigia da nuovo emigrato.
Si parla di legalità no? vorrei sapere, per farmi un’idea, dove si può leggere il vecchio statuto.
Legalità è termine vago senza specificare la “fonte” di tale (presunta) legalità.
Il problema da porsi è questo: due, o tre partiti indipendentistici sono meglio di uno? La risposta è semplice: se due partiti diversi arrivassero insieme ad una percentuale maggiore di voti, allora ben vengano. Dal punto di vista invece oggettivo — non ho sfere di cristallo per predire quel che ho detto sopra — è anche legittimo che ci siano due tendenze, quali sono quelle del mondo: un partito a favore del liberismo, e l’altro social-democratico o welfarista. L’elettorato indipendentista dunque avrebbe due opzioni, mentre ne resta una alla base fissa, ovvero la volontà di essere liberi. Poi raggiunta la libertà però magari c’è chi vuole essere governato in modo social-democratico, chi invece vuole essere governato in modo liberista. Quindi poniamo uno vota VS: esprime due preferenze, in questo modo. 1. La libertà del Veneto. 2. Un Veneto liberista. Uno vota VR (immaginiamo un partito che si chiami Veneta Repubblica): dunque, costui vuole 1. La libertà del Veneto. 2. Un Veneto social-democratico. Dunque, l’elettore di VS e quello di VR si identificano per il 50%. Io penso che anche nelle divisioni interne a VS si sia fratelli, davvero, per il 50%, che è tanto. Ma il restante 50% va per la propria strada. Vorrei, davvero, poter fare una previsione esatta in merito a quanto ho scritto all’inizio. Buon 2012 a tutti, io sarò molto lontano ma vi penserò tutti.
Che dire Paolo ?
Il tuo spaccato del partito, alimenta idee e congetture diverse, ma precede un sicuro quesito che prima o poi qualcuno dovrà suo malgrado risolvere :
” I due partiti che scaturiranno dalle ceneri di VS, prenderanno due strade alternative o in sinergia ” ?
Chi si attribuirà poi il nome legale del movimento ?
Penso che saranno spese risorse economiche e umane in un difficile scenario giudiziario, che vedrà soccombente la parte veronese.
Ho già chiesto ausilio con pareri di competenza a persone che emettono sentenze per professione.
Il gruppo di Chiavegato-Guadagnini, rischia di sprecare decine di migliaia di euro in una controversia, che li vede soccombenti al 99%.
Chi soccombe paga pure le spese di controparte !
Un giudice anche non fosse certo nell’espressione del giudizio legale, dà sempre ragione al gruppo originario e al segretario politico uscente.
Ci si rifà a precedenti sentenze.
Al momento sempre contrarie agli esecutivi subentranti.
Ottima analisi Paolo, congratulazioni.
Crisvi 🙂
La mia semplice opinione da elettore di Vs è che per far politica ed avere largo consenso servono tanti soldi ed il vento a favore.
Il vento è forte e soffia in direzione del disfacimento economico di Ita (quello morale lo viviamo già da molti anni), per tanto bisogna catalizzare le risorse su un unico soggetto indipendentista che contratti con Ita e l’Europa (Germania) l’autodeterminazione veneta.
Dividere le forze provocherebbe i soliti partitini da 1-4%. Per fare questo servirebbe un vero congresso degli iscritti, ma penso che avere due forze convenga a molti: due presidenti, due segretari, due maggiori consigli ecc.. alla fine dei conti si avranno due mini lega ad alto tasso di rissosità.
Il 2012 sarà l’anno in cui si vedrà se i veneti sono ancora leoni o il benessere ci ha trasformato in agnelli. L’alternativa è la ripresa dell’emigrazione, che ben conosciamo, l’immagine simbolo è il monumento equestre in Riva degli Schiavoni..quindi cari amici le ora de movare el dedrio..saluti e buon anno.
Eforo : Magari fosse così semplice come dici tu !
L’unica alternativa a parte una rivoluzione armata, che non voglio neppure lontanamente prendere in esame ( guarda i risultati disastrosi di ETA e IRA per comprenderne gli esiti ), è un popolo monolitico che attraverso l’autodeterminazione e una ferrea volontà di perseguirla decide per il netto distacco, in modo democratico e indolore per tutti.
Prendo ad esempio l’ex Jugoslavia.
Quella che era una nazione indivisibile ( sulla carta ) e condotta da Tito con il pugno di ferro, alla morte del despota comunista, divenne nel giro di alcuni anni e a prezzo di migliaia di morti, una realtà di repubbliche indipendenti.
Il bello è che anche chi pretendeva l’unità come la Serbia, trapassato Milosevich, si sente oggi estremamente più dinamica e competitiva, nonostante il breve conflitto contro l’occidente, quando ancora esisteva lo sprezzante D’Alema alla presidenza del Consiglio, dopo aver buttato fuori Prodi a calci nel settebello la prima volta nel ’98 se non ricordo male.
Piccoli Stati dinamici e competitivi, contro stati carrozzoni farragginosi eterogenei e con troppi residenti, inquinati da un’immigrazione fuori controllo ( guardate in che condizioni immonde è anche la nostra un tempo bellissima Padova ).
Persino le regioni del Sud secondo me, troverebbero la forza e l’orgoglio di diventare competitive, contando solo sulle proprie forze di entità indipendenti.
La cassa del mezzogiorno è solo una cloaca, istituita per fagocitare il denaro delle regioni virtuose e consegnarlo nelle mani dei soliti speculatori che lo sprecano e lo fanno sparire, in modo molto dubbio.
Prendo a spunto il titolo : IO STO CON LA LEGALITA’ !
Vorrei cortesemente guardaste attentamente questo filmato :
http://www.youtube.com/watch?v=pQL6N5zWkwE&feature=relmfu
Ascoltate il potenziale candidato sindaco di Bovolone.
Nonostante l’audio decisamente penoso, si sente questo che afferma delle frasi tanto semplicistiche quanto assurde e fuori dal contesto reale, dove all’indomani della sua improbabile elezione :
” carabinieri VIA dal paese; GDF via dal paese e la Polizia via anch’essa, il segretario comunale licenziato in tronco e persino il Prefetto delegittimato della sua autorità, non si riconosce più lo Stato italiano, le tasse sul conto corrente in banca in appoggio al comune e tutte le tasse si pagano al comune e così si crea l’indipendenza ” . 😮
Giuro che se me l’avessero solo raccontata non ci avrei creduto ! 😀
Quel che è peggio, c’è anche chi applaude ( per fortuna che altrettanti ridono fragorosamente ).
Per esempio, quando negli anni ’90 parlavo con l’allora Prefetto di Vicenza, dott.ssa Cancellieri, oggi ministro degli interni italiano, se le avessi detto :
” Domani mi candido sindaco di Vicenza, vengo eletto e la prima cosa che faccio è mandare via tutte le forze di polizia, GDF, segretario comunale, questore e lei Prefetto. Poi al posto del tricolore innalzo il gonfalone e le tasse vengono messe in un conto corrente a discrezionalità esclusiva del comune di Vicenza ”
Probabilmente l’allora Prefetto, dopo avermi ricordato che un sindaco è prima di tutto un ufficiale di Governo, non avrebbe neppure chiamato i CC per allontanarmi, ma avrebbe fatto arrivare d’urgenza la NEURO !
Io mi chiedo : Ma certi casi umani, dal basso della loro ignoranza, prima di ricoprire potenzialmente una carica, conoscono le leggi che regolamentano il ruolo di quell’incarico stesso ?
Ma secondo voi, simili tipologie d’approccio strampalato e farneticante, dove possono portare se non all’immediato commissariamento di quel comune, per mezzo del commissario prefettizio ?
La gente può darci fiducia ascoltando simili discorsi ?
Sono questi gli uomini migliori che riuscite ad esprimere nel veronese ?
E’ forse questa la parte migliore di VR-Stato ?
Ultima domanda, ma pensate forse che uno dei tanti sindaci leghisti-secessionisti, che si sono succeduti in vari comuni del Nord, non avrebbe tentato questa strada, se ci fosse stato lo 0,00000000001 % di possibilità di vedere realizzato il progetto indipendentista ?
L’unico sistema è un’immensa forza popolare, che pretende civilmente il suo diritto all’autodeterminazione e pone le premesse anche attraverso il suo ruolo di popolo, nei confronti delle istituzioni sovranazionali. Slovacchia e R. Ceca si divisero consensualmente e oggi stanno molto meglio di ieri quando erano unite.
SE anche ” soli ” 3 milioni di Veneti volessero con forza l’indipendenza, la strada per realizzarla sarebbe in discesa e non in salita come oggi.
Prima dobbiamo avere la forza popolare radicata nella gente e poi si potrà fantasticare con le allucinazioni di allontanare autorità esterne e quant’altro !
Mai come oggi le chiacchiere stanno a zero !
Presto avremo un VS diviso tra attacchini-falegnami e ideologi-realizzatori .
Non vedo alternativa più promettente !
Il braccio contro il cervello.
Il toro con la sua massa muscolare che carica a vuoto, contro il ” matador ” che con l’intelligenza e la perfezione dei movimenti, lo ferisce a morte.
Attorno il pubblico.
Se esultante o meno , questo dipenderà dalla qualità dello spettacolo.
” In un servizio o in un prodotto la qualità non è ciò che ci mettete dentro, ma ciò che il cliente ne ricava ” ( Peter Drucker – chairman development management )