Dopo le anticipazioni di oggi sulla manovra decisa dal governo Monti, parte lo sciopero fiscale in Veneto. Questa volta non si tratta delle solite sparate leghiste o di caroselli padani, ma di soldi veri.
L’iniziativa parte dall’economista vicentino Lodovico Pizzati, che spiegherà i dettagli in occasione del prossimo congresso di Veneto Stato che si terrà a Venezia il prossimo 11 dicembre.
Pizzati aveva già organizzato in settembre e ottobre due trasferte in Slovenia e Austria, portando una sessantina di imprenditori ad informarsi sulle modalità per aprire conti correnti all’estero. Già più di una decina di loro aveva avuto modo di aprire un conto, preferendo in particolare la Slovenia per le condizioni bancarie e fiscali particolarmente interessanti.
Ora l’iniziativa riprende in grande stile, con una gita fiscale pre-natalizia, sempre in Slovenia, a Capodistria.
Per saperne di più e per prenotare un posto nella “corriera di liberazione fiscale” in partenza il prossimo giovedì 15 dicembre si può compilare il modulo da questa pagina web.
Press News Veneto
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no vorìa stroparve, ma se dovarìa star tenti pachè deso l’itaja le se inventa lexi che tenpo indrìo no se pensava.
cossa ghe inpedise a l’itaja de metar tase so i prelievi fati in banche foreste anca se le xe intel euro? (dognimodo l’euro par mi no xe na garansia e spero chel s-ciope).
par exenpio la xermania la ghe se drio pensar co i capitali todeschi mesi xo in xvisera (dacordo che la xvisera la xe fora del euro… ma se scumusia senpre da lontan par dar na mascara de legaità).
forse pizzati el sa mejio coante invension la sarìa bona de far l’itaja par tegnerse i schei intel stival.
sarìa ben presederla parchè la xe drio far lexi contro tuti nialtri.
mi no so economista e forsi sparo na casada, ma xe propio na bruta idea ver na moneta nostra? (ciaro no deso).
Sfugge ancora, nei vari interventi sul tema delle tasse, il CONTENUTO POLITICO, derivante anche solo da una semplice intuizione non studiata razionalmente, insito sempre e comunque nel fenomeno della cosiddetta evasione. La legge va rispettata, diciamolo subito e chiaramente, perché gli statali sono armati e con loro non si può discutere; quindi chiniamo la testa e paghiamo ‘ste tasse. Tuttavia realtà vuole che molte persone evadono non foss’altro perché sanno bene dove andrà a finire gran parte di questo denaro ed intuisce pure che esso serve ad alimentare un antidemocratico sistema dove il cittadino viene relegato a mera bestia da soma, senza che possa minimamente avvicinarsi ad essere partecipe della sua stessa Res Publica.
In realtà sono gli statali i primi ad evadere, in quanto da sessant’anni disattendono il fondamentale dovere democratico di restituire al popolo i poteri che una sporca politica ha invece continuato ad assegnare loro a vita, indebitamente mantenendo l’uso in vigore ai tempi della monarchia e del fascismo. Quando si parla di evasione, di abusivismo, di irregolarità, il primo, più corposo ed importante fenomeno di questo tipo riguarda proprio l’armata compagine degli assunti a vita in poteri che, con la sopraggiunta sovranità popolare all’arrivo della Repubblica, sono divenuti di proprietà di tutto il popolo italiano. A tutti noi spetta il diritto di partecipare agli affari dello Stato: è proprio questo che differenzia un cittadino da un suddito.
In ogni italiano nasce dunque spontaneo un conflitto interiore a causa di un potere pubblico che sarebbe sacrosanto se non fosse che esso continua ad essere posseduto a vita da alcuni come se ancora ci trovassimo in piena epoca tirannica. E’ proprio questo potere gestito antidemocraticamente a causare una illegale, ma a questo punto comprensibilissima, forma di disobbedienza. La colpa maggiore che si può attribuire agli evasori è appunto che essi pratichino questo atto nascostamente, piuttosto che contestualmente rivelarsi e denunciare l’esclusione e relativo sfruttamento di cui sono fatti continuamente oggetto. Ma tant’é: d’altronde gli statali hanno mai disubbidito civilmente ad una sola delle migliaia di leggi ingiuste cui noi italiani siamo sottoposti?
Sorge allora doverosa una domanda in merito al tema tassazione:
PER QUALE ESCLUDENTE RAGIONE,
A RISCUOTERE, A RAPPRESENTARE LO STATO,
SON SEMPRE GLI STESSI?!
Oggi siamo affetti da una tirannia costituita da una scaltra minoranza che sfrutta una ignorante maggioranza. Al contrario il giorno che potremo scambiarci di posto e da eterni paganti diverremo a nostra volta momentanei riscossori, il giorno che avvieremo una DEMOCRATICA TURNAZIONE ed inizieremo a condividere i ruoli e poteri della Funzione Pubblica, solo allora costituiremo una società sentita fino in fondo cui ci concederemo senza esitazione. Quel giorno non ci saranno più evasori perché non ci saranno più statali accaparratori del BENE COMUNE. Scomparso il furto legalizzato della RES PUBLICA, scomparirà contestualmente anche la pulsione ad astenersi dal pagare il dovuto. Perché quel giorno e solo quel giorno diverremo una società equa quindi solidale: unita e compatta.
Invece che fascistamente PUNIRE, PUNIRE, PUNIRE, ricorrendo allo statale armato, cerchiamo di CAPIRE, CAPIRE, CAPIRE, ricorrendo all’essere umano raziocinante. E tutto all’improvviso s’aggiusterà.
danilo d’antonio
Lo STATO o lo siamo TUTTI o non lo è più nessuno
http://www.hyperlinker.com/ars/sant_innovazio.htm