Mi sembra di aver capito che la controversia maturata negli ultimi mesi nata all’interno di Veneto Stato, sia stata trasferita agli uffici legali delle rispettive parti in campo (se non è così, vi prego di correggermi).
Se è così, le due fazioni che rivendicano con animosità la legittima conduzione del partito dovrebbero in attesa del giudizio sulla controversia evitare in qualsiasi maniera di ostacolare le iniziative politiche reciproche e se possibile non imbarbarire la disputa con accuse spesso personali, gratuite ed inutili al raggiungimento dell’obiettivo comune. Le antipatie personali, il senso di tradimento ed orgoglio ferito o l’ideologia di fondo che muove ognuno di noi non dovrebbero condizionare l’unica cosa che conta: il raggiungimento democratico dell’indipendenza. Le due fazioni vivono indipendentemente l’una dall’altra e possono muoversi nel territorio liberamente, ognuno con le sue modalità di propaganda politica.
A mio avviso, ogni atteggiamento di scontro e di attacco alle iniziative altrui va contro la causa dell’indipendenza Veneta. Per usare un esempio, se consideriamo il popolo Veneto il papà, o la mamma di una ipotetica famiglia, i figli (i 2 Veneto Stato) nonostante non si piacciano particolarmente dovrebbero perlomeno convivere pacificamente, per non addolorare il genitore che li ama e che è amato da loro.
Essere più che mai razionali e pragmatici è indispensabile per aumentare la possibilità di raggiungere l’obiettivo prefisso. Nel territorio è partita da tutte e due le parti l’iniziativa di raccolta firme per il referendum per l’indipendenza, credo sia intelligente e di buon senso non ostacolarsi in nessuna maniera, magari facendo firmare due volte alle persone se serve
In conclusione, esprimo la mia idea personale sui metodi di raggiungimento dell’indipendenza Veneta. Sono convinto, più che mai, che il popolo sia già pronto (ed il sondaggio scientifico lo conferma). I Veneti, anche se non tutti conoscono la loro storia millenaria e non si emozionano davanti al glorioso vessillo di San Marco (sempre viva), riconoscono, in chiave moderna la loro appartenenza ad un territorio che si distingue ampiamente dal resto della penisola italiana, magari nel bene, o anche nel male, non è una questione di meglio o peggio, ma i Veneti nel loro cuore sanno di essere Veneti. A questo forte senso di appartenenza si è aggiunto il clamoroso e rapido declino dello stato italiano, che per salvarsi li sta affamando. Queste due condizioni sono sufficienti da sole a raccogliere milioni di firme e ad arrivare in poco tempo all’indipendenza.
In questo contesto Veneto Stato assume ancora di più il ruolo, di mero strumento di conferma del consenso, e come tale dovrebbe essere già trattato. Il numero di soci che si iscrivono è molto importante, ma non oltre una certa misura significativo, l’unione di intenti tra movimenti indipendentisti è importante ma non determinante (si rischia di parlarsi amabilmente sempre addosso e non accorgersi che le gente è più avanti di noi).
Se avessi schei, assumerei (una parte a stipendio fisso, una parte a provvigione) 100 collaboratori per raccogliere firme ogni giorno, in ogni città importante e centri minori del Veneto. In questa maniera potrei essere estremamente efficace superando il meccanismo dei partiti tradizionali basati sull’apprezzabile ma meno vincente approccio volontaristico. Ma forse si può già fare in Veneto Stato questa cosa e quindi il numero di soci avrebbe maggiore peso; diventerebbero dei finanziatori della causa e non solo espressione di consenso. Insomma, non servirebbero solo a far “grumo”, ma avrebbero principalmente lo status di associati/investitori, magari finanziatori di quei 100 che ogni giorno (stipendiati) invaderebbero le strade del Veneto.
Ivano Durante
Press news Veneto
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Ciao Ivano,
apprezzo molto il tuo intervento e mi permetto di segnalare a te e agli altri lettori del blog l’articolo, sullo stesso tema, che ho pubblicato ieri sul nuovo quotidiano online “l’Indipendenza”, diretto da Gianluca Marchi e coordinato da Leonardo Facco:
http://www.lindipendenza.com/stato-dellunione-forzata-e-ora-di-referendum/
Ciao e stammi bene,
Alessandro