Intervista esclusiva al segretario indipendentista alla vigilia delle elezioni
Alla vigilia dell’appuntamento elettorale Press News Veneto ha intervistato il segretario e legale rappresentante di Veneto Stato, l’economista Lodovico Pizzati che ha saputo sdoganare l’indipendentismo dai fallimenti autonomisti ai successi odierni che promuovono Veneto Stato come unica alternativa alla partitocrazia italiana
1) Veneto Stato, un partito indipendentista, raccoglie firme per l’indipendenza del Veneto. Il Veneto della Serenissima o il Veneto così come è stato ridisegnato dopo l’annessione all’Italia?
PIZZATI: Lo statuto di Veneto Stato dice chiaro che guardiamo ai confini della Serenissima. Per questo abbiamo una sezione attiva a Brescia e simpatizzanti a Bergamo, in Friuli e in Istria. Ci tengo a precisare che non si tratta di rivendicazioni territoriali perché sta ai cittadini di ogni territorio storicamente veneto (fuori o dentro l’attuale Regione Veneto) decidere tramite referendum se far parte di una confederazione veneta oppure no. Se ci sono zone che non vogliono farne parte a noi sta bene, ma dove esiste ancora una volontà di ricostituire un veneto stato indipendente, come ad esempio nel caso dei nostri iscritti di Brescia, allora noi ce la mettiamo tutta pure là.
2) Veneto Stato è un nome che taluni, in ambienti libertari, non hanno mai apprezzato: quanto stato ci sarà nel Veneto indipendente per cui lei lavora?
PIZZATI: Veneto Stato non e’ un partito libertario, ma e’ un movimento con un unico obiettivo: la completa indipendenza politica dallo stato italiano. Il mio auspicio e’ di formare una confederazione di provincie venete con piena autonomia anche sulla struttura politica. Se la provincia di Vicenza vuole un’impostazione piu’ liberale (meno tasse, e di conseguenza meno settore pubblico) mentre la provincia di Venezia vuole un’impostazione piu’ socialista (piu’ tasse e piu’ servizi pubblici) questo puo’ accadere in un sistema confederato. Col tempo ci sarà una inevitabile convergenza, e se impostato bene in partenza sarà lo stato con la pressione fiscale più leggera d’Europa, con il grosso delle risorse trattenute nei comuni, con imposte legate a dei servizi specifici, e con decisioni tramite democrazia diretta a livello comunale.
3) Da tangentopoli ad oggi, nulla sembra cambiato nella politica italiana. Tanto nella penisola, quanto in Veneto. In che modo il cittadino veneto potrà assere maggiormente garantito, quando il Veneto sarà indipendente?
PIZZATI: I paesi con potere centralizzato (come lo stato italiano) sono infestati dalla partitocrazia, mentre nei paesi piu’ decentralizzati (come la Svizzera) i partiti hanno molta meno ragione di esistere. Impostando il Veneto Stato in maniera decentralizzata con le risorse trattenute nei comuni (e non le tesorerie centralizzate) e le decisioni fiscali decise tramite democrazia diretta a livello comunale, evapora il sistema clientelare alla base del marciume italiano.
4) In questi giorni l’agenda politica italiana presenta lo strappo fra il governo e una parte del sindacato sulla questione dell’articolo 18. Nel Veneto indipendente quali saranno le politiche del lavoro, quali le tutele per i giovani, per i dipendente e quali le opportunità per gli imprenditori?
Dopo l’indipendenza lo stipendio medio veneto sara’ il piu’ alto d’Europa, e il costo del lavoro per le imprese sara’ il piu’ basso d’Europa occidentale. Questo perche’ togliendo il parassita di mezzo, le tasse sul lavoro e i contributi sociali diminuiranno drasticamente (anche se gradualmente), creando benessere, piu’ opportunita’ lavorative, e rendendo le nostre imprese molto piu’ competitive nel mercato mondiale. Abbiamo stimato che lo stipendio netto medio salira’ da 1100 euro al mese a 1700 euro al mese.
5) Nel motivare i cittadini veneti e spingerli verso l’indipendentismo pagano di più le ragioni economiche o le ragioni storico-culturali?
Tutte e due. Le ragioni economiche attraggono l’attenzione e hanno un impatto immediato. Invece le ragioni storico-culturali servono per approfondire la convinzione indipendentista e le vedo molto efficaci soprattutto con i giovani che si sentono traditi dall’istruzione ricevuta nelle scuole italiane. Io, per esempio, sono spinto da ragioni storico-culturali perché mi batterei per la completa indipendenza politica anche se non ci fossero vantaggi economici.
6) In veneto, più che in altre zone della penisola, trovano lavoro e rifugio numerosi extracomunitari, talvolta senza permesso di soggiorno. Se veneto è chi veneto fa, cosa sono i figli degli stranieri? Qual è la sua posizione in merito al dibattito fra ius solis e ius sanguinis?
Chi risiede in Veneto in maniera illegale deve essere rispedito al paese d’origine. Puo’ essere utilizzato piu’ riguardo per i bambini portati qui illegalmente, come ad esempio consentendo la fine del semestre scolastico, ma a prescindere, se esiste una regola bisogna farla rigorosamente rispettare. Riguardo ius solis e ius sanguinis e’ un discorso parallelo tra la differenza tra nazione e stato. La nazionalita’ e’ una scelta soggettiva di appartenenza e puo’ essere molto radicata anche al di fuori del veneto tra i discendenti di immigrati. La cittadinanza riguarda l’appartenenza ad un insieme sociale che si chiama stato e altro non e’ un’amministrazione di servizi pubblici finanziati da tasse sull’attivita’ economica nel territorio stesso. Per questo sono favorevole a ius solis per quanto riguarda la cittadinanza, perché deve essere chi paga le tasse sul territorio ad avere una voce elettorale in capitolo, anche se immigrato naturalizzato.
7) La Corte di Cassazione italiana, su invito della Comunità europea, si è pronunciata a favore di un riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Nel Veneto indipendente di domani quale sarà la sua posizione in merito al matrimonio e all’adozione da parte di persone dello stesso sesso?
Lo statuto di Veneto Stato non prevede discriminazioni di alcun tipo, e per questo lo stato dovrebbe limitarsi solo a compiti anagrafici. Cerimonie matrimoniali dovrebbero rimanere nell’ambito privato e religioso.
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C’è un unico punto che mi lascia perplesso ed è il 7°.
La famiglia naturale, quella uomo – donna, che può procreare e continuare a generare la stirpe naturalmente, senza manipolazioni di laboratorio, dev’essere a mio parere privilegiata rispetto alla coppia gay, anche se lesbo.
Un’eccezione si può fare seguendo caso per caso le coppie naturali sterili.
Se la natura ha deciso che una coppia di maschi, oppure di sole femmine, non possano procreare naturalmente, io non forzerei il corso della natura.
La famiglia naturale innanzi tutto.
Con questo non affermo che coppie diverse non possano avere diritti sociali, come la mutua assistenza reciproca, specie se ospedalizzata, o la possibilità di donazioni ereditarie, ad esempio.
Contrario invece all’affidamento di bimbi in adozione, a queste coppie atipiche.
ma par cosa no ghe gavì fato saver ‘e risposte a quei de “l’indipendeza”? Magari dovarìa eser lori a ndar in serca dee risposte, ma forse anca no. Se ve scondì e uno no conose el vostro gnaro, come fai a catarve fora?
l’articolo el me piaxe.
visti i contrasti che ghe xe deso inte i movimenti veneti no so coanti i sarìa d’acordo co sto raxonamento e pò so le modaità future. sarìa bon ver asenblee par divulgar, confrontar… insoma catar insieme el popolo (che el buta tenpo a isolarse a vardar la tv).
me piaxe soratuto el 1.
so el 5 mi so con pizzati. par mi val la raxon storega, culturae, Artistca (l’anemo creativo de na popolasion).
la parte economica, senpre par mi, la vegnarà de conseguensa par el bon viver e respeto. l’economia la xe so fia de’l laoro. el laoro el xe so fio de i raporti (respeto, intexa, condivision, solidarietà…).
so on ponto gò storxù la boca. so el 6. no che no son d’acordo. ansi.
el fato xe che sto discorer el vien da sta parte de coà, ma no se sà come che i la pensa coei de là (i estracomunitari).
inte la serenisima ghe xera xà i ebrei, musulmani… ma no i gà dà mai fastidio. i saveva de essar so na tera che i li lasava viver ma no i se doveva inpor (on fià ala volta).
no se pol discorar deso coà so do paroe (ris-cio de no intenderse). ma par exenpio se i rivase (forsa de batar ciodo) tirar suxo minareti (che a mi no i me da fastidio), co i ciama ala preghiera ne andarìa ben a nialtri?
co i te dirà de ver ancora pì “respeto” de la so reixon e acetar (che a mi no me và) i so comandaminti parchè deso i se gà puxà par ben inte la nostra tera co moschee cimiteri asociasion poiteghe… , se metemo a far goere de reixon da novo?
el ponto no xe “xe mejo coesta reixon de staltra”, ma de viver cesendo insieme. e se se gà do mète defarenti no se se catarà mai.
dognimodo xe tuto da vedar.
par oltimo so d’acordo co crisvi.
la futura personaità dei fioi tirai suxo da omosesuai no la me convinse.
come dixe l’articolo, la libartà de sielta la va respetà, ma on fio (fato par forsa da on omo e na dona) afidà a omosesuai nol pol selier da libaro. a sto ponto se podarìa dar on fio anca ana vecia sola parchè la dixe de ver bon sentimento par i fioi.
mi partirìa dal fato che i fioi, visto che i vien fora da etero i gà da star co etero. sarìa cofà ver on pomo e tacarlo par forsa inte na piopa (parchè a coesta ghe piaxe).
no sarìa ancor mejio ver juti parchè i omosesuai i serca la raxon de la so natura?
No l’è mia l’istesa roba.
La vecia la gha ancora pochi dì de fronte a ela, la copia omosex invese la gha tuta la vita davanti.
El problema l’è che i’omosex no i’è ancora acetadi dala società (veneta in sto caso, ma in tante altre) al 100%, donca el fiol alevà da copia omosex el gha n’infansia a ALTISSSSSIMO ris-cio.
Mi so cosa che l’è el bulismo, la cativeria e la violensa dei boci.
La gho ciapada tuta sul gropon ne l’infansia e ne l’adolescenza e parfin deso che gho 30 ani la me pesa ancora co ghe penso.
Se fuse sta anca fiol de omosex, che vita g’avaria avuo?
I’omosesuali in sti ani i gha fato pasi da gigante par far riconosar i so diriti e ritorseli in mexo al caìgo de la sensura religiosa, ma no l’è gnancora ora de ciaparse la responsabilità de parar i bocie in volta par sto mondo de m****…
FRancesco, te ghe raxon, ma no me par giusto portarghe via un diritto a la gente parchè intorno ghe xe na maggioransa de intolleranti.
Come se portasimo vanti la segregasion rasiale parchè la maggioransa no la xe pronta ad accettar gente co la pele e i trati somatici diversi da quei tipici de la nostra zona.
Sulla questione omossessuali, è chiaro che Lodovico P. si è tenuto in disparte con la risposta che ha dato, perché l’adozione non è un mero fatto privato, o meglio lo sarebbe ma di solito l’interessato (il bambino) non viene preso in considerazione. Poiché il problema è *fornire una famiglia ad un bambino che ne è privo* cioè, aiutare un essere umano indifeso a poter sviluppare la sua già turbata esistenza in modo il più possibile equilibrato (anzi spesso è da riequilibrare, poveri bambini), il ragiomento che fa Vianelo mi sembra l’elemento portante che dovrebbe guidare una decisione di questo tipo: siccome un bambino nasce da una coppia eterosessuale, il suo sviluppo naturale risiede in questo ambito.
Può essere comprensibile il sentimento di provare la necessità di avere una prole, d’altra parte come naturale è il fenomeno dell’omosessualità, naturale è pure il fenomeno della infertilità, come naturale è la morte prematura. Seppure possa essere auspicabile aiutare queste persone nella loro difficoltà, abbiamo un trade-off tra due bisogni diversi: quello di avere una prole e quello di un bambino che ha bisogno di una famiglia. Tra i due a mio avviso prevale quello dell’infante perché è il più debole e incapace di scelta consapevole, ma abbiamo una indicazione della sua naturale collocazione.
Per via del punto 5 a me pare che sia superficiale parlare di questioni economiche, cioè la dicotomia tra questioni economiche e questioni storico-culturali è una falsa questione. Io credo che la differenza sia tra questioni storico-culturali, anche definibili quali identitario-nazionaliste e questioni di quadro politico che io definisco contrattualiste.
Questa è la reale dicotomia, credo. E si collega al punto 6 per il quale la questione jus sanguis o jus solis viene a cadere perché nessuna delle due è applicabile nel contesto di una realtà fondata sul contrattualismo: se si crede che ogni persona abbia una sua propria identità ed una sua propria unicità, non c’è motivo di discriminare tra persone per ragioni di jus sanguis o jus solis, ma esiste una ragione di approvazione o disapprovazione a far parte di una certa comunità a certe condizioni.
Addirittura trovo fallace l’idea che uno possa acquisire una cittadinanza sulla base del jus solis solo per il fatto che paga delle tasse. E’ come immaginare che pagando il biglietto per il bus, si divenga proprietari del bus stesso! Questa impostazione mi sembra fare acqua da tutte le parti e non la condivido minimamente.
Dal mio punto di vista dovrebbe essere semplicemente che se uno è interessato ad acquisire la cittadinanza (che è diverso dal essere ospite residente) deve accettare un patto fondamentale (se questo già esiste) di regole condivise, le quali possono essere semplicemente il rispetto della libertà altrui e del principio di non aggressione, o altri tipi di contratto di cittadinanza, che potrebbe pure includere la richiesta di un versamento di una quota di “capitale sociale”, se per ipotesi il cittadino potesse fruire di beni acquistati in comune dai cittadini, per esempio strade, porti e aeroporti, asset “pubblici” che certo uno non paga con le tasse annuali, e che magari furono costruiti su approvazione referendaria connessa al pagamento di speciali quote.
Risposta @ : Riccardo Zanconato says: marzo 27, 2012 alle 9:28 pm
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Spiacente Riccardo, ma non hai assolutamente capito il senso del mio intervento !
Ritengo che la famiglia naturale, naturalmente prolifica, abbia diritto ad ogni tutela.
Ogni Stato civile e democratico, si basa sul diritto di famiglia e sulla discendenza della prole.
Giuridicamente il civile senso del ” buon padre di famiglia “, fa testo in tutti quei frangenti, dove la legge non può esemplificare a sufficienza.
Una coppia gay, può solamente adottare e in caso di coppia lesbo, può essere fecondata solo grazie a sperma di donatore esterno.
Questa per me non è famiglia naturale, ma succedaneo, quindi non merita le identiche tutele e risorse della famiglia con prole direttamente discendente.
Ma vale non solo per i gay, ma anche per le coppie sterili, oppure senza figli per scelta.
Io appartengo all’ultimo caso, non avendo mai desiderato figli e ancora oggi preventivamente attento a non averne.
Parlo quindi contro il mio stesso interesse, ma con il consueto buonsenso che generalmente caratterizza i miei scritti, o almeno con cui provo a evidenziarli.
Quindi coppia naturale al primo posto della società in termini di tutela sociale e di diritto all’accesso di fondi economici dedicati al diritto di famiglia.
Questo senza togliere nessun diritto umano ai gay, che aldilà della mia impressione disgustosa su come ottengano il proprio piacere sessuale, restano sempre persone e, come tali degne di rispetto, specie quando non diventano plateali macchiette da avanspettacolo, gettando a parere di molti, discredito sull’intera loro categoria.
Non nego comunque che introdurre il mio organo sessuale, in una cavità destinata dalla natura, al flusso di materiale organico in decomposizione, pregno di cariche batteriche patogene e nauseabonde, provochi in me un profondo disgusto.
Ma è una questione di scelte sessuali personali.
Inoltre resta da spiegare, se un domani un bambino adottivo di coppia gay, crescendo, dovesse rinnegare la scelta dei propri adottanti, per quale motivo dovrebbe risultare anagraficamente figlio di ” Mario&Giuseppe”, oppure di ” Lara&Anna”.
Ad Maiora.
Crisvi 🙂
Claudio G. H. says: marzo 28, 2012 alle 1:39 am
” Sulla questione omossessuali, è chiaro che Lodovico P. si è tenuto in disparte con la risposta che ha dato, perché l’adozione non è un mero fatto privato, o meglio lo sarebbe ma di solito l’interessato (il bambino) non viene preso in considerazione. ”
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Avrei preferito anch’io, in tal senso, una risposta di Lodo molto più dettagliata e precisa.
Rimanere nel vago genera malintesi e storpiature del pensiero massimalista del partito.
Veneto Stato a differenza di tutti gli altri partiti, si caratterizza per una linea di condotta politica e di pensiero, priva di ambiguità italianofile-italiote.
VS non è un partito a tutela di minoranze sessuali, sociali o di pensiero di nicchia, lì ci pensano i radicali e le sinistre. VS accoglie la massa dei cittadini Veneti, per la lotta pacifica verso l’indipendenza.
Questo e solo questo, rimane l’obiettivo primario e sostanziale !
Su questo punto, il 7, meglio l’intervento di Guadagnini, che si schiera decisamente a favore della tradizionale famiglia Veneta per eccellenza, quella che ci procurerà l’affrancamento dalle attuali pastoie italiane.
Condivido pienamente invece, la scelta di Lodo di non partecipare direttamente all’intervista del giornaletto-web.
Oltre ad accettare sponsor di fazione Venetista di ” qualità italiana da 50 anni “, costoro, in modo sempre più marcato, sembrano, giorno dopo giorno, diventare il bollettino ufficiale di VR-Stato, o VS-Fake, comunque lo si voglia definire.
Indipendenza significa soprattutto, non rimanere asserviti al gioco delle parti, a mio parere personale !
Bye
Crisvi 🙂
inte i Usa e altri stati ghè na leteratura sientifica de 30 ani de fioi tirà su da copie omosesuali e i risutadi iè: no problem.
A parità de amor che i genitori i ghe mete (a ghè genitori stronzi sia etero che omo eh), i fioi i vien su senza tare o conplesi. No l’è gnanca vera che genitori omosesuali i crese fioi che vien su omosesuali parché…i omosesuali i vien su da fameje etero 🙂
Hi Luca. La letteratura “scientifica” USA mi lascia molto indifferente, è la stessa letteratura che negli anni settanta supponeva la necessità di relazionarsi con i figli come “amici alla pari” e che ha prodotto numerosi danni.
E’ decisamente sciocco pensare che un bambino cresciuto da una coppia omosessuale (sia essa di maschi o di femmine) acquisti tentenze omosessuali, di certo però il suo modello famigliare sarà diverso da quello della media dei bambini.
E qui sta il punto. Ogni bambino forma la sua mente su un modello che apprende dal mondo in cui si trova immerso, la coppia omosessuale non fornisce un modello naturale di sviluppo, perché in natura non è capace di procreare.
Ma il punto chiave più importante è questo: esiste una decisione che viene assunta esteriormente dall’individuo, in quanto l’interessato (il bambino) non è in grado di potersi aiutare da solo. A mio avviso anche se piccolo, dovrebbe comunque essergli chiesto (con i dovuti modi) se accettare o meno di stare con una famiglia adottiva, ma al di là di questo la scelta non và fatta guardando al diritto della coppia adottiva (sia essa omosessuale o eterosessuale) ma al diritto del bambino!
A questo fine vorrei riprendere la questione dello sviluppo mentale del bambino che avevo accennato sopra. Un bambino sviluppa il suo equilibrio mentale sulla base di modelli che gli sono offerti dall’ambiente in cui si trova immerso. Un aspetto importante, anzi fondamentale, dello sviluppo dell’equilibrio mentale del bambino, è la polarizzazione sessuale. Ogni essere umano nasce con una propria morfologia sessuale, che è sia fisica che metafisica (nel senso di inclinazione), ma quando si sviluppa da infante ha necessità di comprendere dove collocarsi. In altre parole tu nasci, ma non sai se sei maschio o femmina, e le relazioni sociali caratterizzanti l’uno o l’altro sesso, ti associ ad una parte sulla base della imitazione e della similitudine e differenziazione, confrontando il fatto di avere certe caratteristiche sessuali o meno.
Se pur esiste una matrice fisica di sviluppo del cervello (è verificata la differenza matriciale della struttura cerebrale maschile e femminile, e naturalmente le variabili sfumature tra l’una e l’altra), una grossa parte è caratterizzata dall’esperienza, specialmente nella fase di sviluppo infantile.
Questo riguarda non solo l’aspetto di polarizzazione sessuale, ma tutte le caratteristiche di polarizzazione che vanno da quella comportamentale, a quella relazionale, fino alla capacità manipolatoria e di espressione.
Un bambino di 12 anni, non è influenzabile e puoi metterlo con una coppia omosessuale senza apparenti problemi …o meglio, qualche problema potrebbe nascere per il fatto che in quella età si sviluppa la interrelazione sessuale per cui con amici e compagni potrebbe crearsi una tensione che non è certo salutare al bambino, ma certamente non la polarizzazione che invece si fissa intorno all’età dai 3 ai 6 anni.
In ogni caso, e qui taglio di netto la testa al toro, non vedo il perché azzardare sperimentazioni con esseri umani quando ancora ne sappiamo così poco: se la natura prevede la crescita di un bambino con una coppia eterosessuale, non vedo la ragione di azzardare assurde combinazioni contronatura come quella di affidarlo ad una coppia omosessuale.
Vorrei ricordare che un bambino umano può essere allevato anche da un branco di cani, con successo, ma non è che il risultato sia esaltante e sicuramente non sarebbe la soluzione etica che un giudice potrebbe assumere nel momento in cui tale decisione viene per forza necessaria dato il caso specifico.
me par che come al solito se ciapa fis-ci par fias-ci par tegner suxo na mentaità new age moderna.
el bandolo no’l xe i omosesuai, ma el fio.
no stemo far l’erore de farse scuo dei fioi par otegner coel che VOEMO co la scuxa “parchè la natura no ne dà”.
no gò la verità in man coindi no cognosso el xusto.
le xe solo me riflesion, e par mi se na copia (ma anca i single) i voese ver n’afeto, i pol torse suxo on gato o on can che i xe pì porati a “dipendar” da’l paron.
ma on fio gà da essar cresuo co RIFERIMENTI conpleti par essar pì libaro posibie. dixemo, POLARIXA’.
el gà da scontrarse e godersela co el riferimento “mas-cio” e co el riferimento “femena” parchè coesti i “polarixa” co la parte mas-cio-femena che gavemo tuti drento.
pò xe ciaro che on fio el pol cresar co on sol riferimento (ghe xe stà on mucio de volte che on xenitore xe restà vedovo par exenpio), ma coel xenitore che resta vivo el xe sempre de educasion (intexo “tirare fuori”) parchè el varda senpre verso staltro seso.
ripeto, par come la vedo mi el ponto no xe acetar o manco i omosex, se trata invese on tema fora del mondo omosex.
CIAO claudio me fa piaxer risentirte 🙂
@Claudio G. H.
orco can.
a gò visto deso che ti gà postà vanti de mi che pensavo de respondar a luca. e ti gà diritura portà el tema “polarixasion” cofà mi (che par coei studià el xe ala base de l’evolusion coxmica).
gnanca verlo fato posta ciò.
Claudio G. H. says: marzo 28, 2012 alle 12:20 pm:
Hi Luca. La letteratura “scientifica” USA mi lascia molto indifferente, è la stessa letteratura che negli anni settanta supponeva la necessità di relazionarsi con i figli come “amici alla pari” e che ha prodotto numerosi danni.
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Perfettamente d’accordo con Claudio !
Gli stessi psicologi, sociologi, pedagoghi, che sostenevano queste affermazioni ” alternative “, dopo alcuni anni di errori macroscopici hanno fatto marcia indietro TUTTA, riproponendo schemi classici e confermati in secoli d’evoluzione familiare.
Ricordo poi, che non è un’invenzione di noi etero, la lobby gay internazionale.
Sono riusciti a far sparire dalla circolazione tutti i testi contrari alla filosofia omosex, che erano stati pubblicati specie negli anni ’60 – ’70- ’80, dove medici, ricercatori, specialisti della sfera sessuale, utilizzavano il termine : DEGENERATI e MALATI, per definire questa categoria sessuale.
Trovatemi se ne siete capaci, uno solo di questi libri in circolazione. Eppure, noi coi capelli sale e pepe, li ricordiamo benissimo questi testi.
Vorrei precisare che m’importa poco o nulla della scelta sessuale dei sodomiti, o degli individui saffici, finchè resta contenibile nella loro sfera sessuale privata.
Se si comportano bene, sono degni di rispetto come ogni altro essere umano.
Tuttavia, sottolineo l’importanza di favorire sempre e comunque la famiglia naturale, con prole propria, in termini di risorse ed investimenti.
Quello è il reale futuro del nostro Veneto !
Forse l’unico testo contro l’omosessualità rimasto è la Bibbia, ora che ci penso.
La Russia dopo anni di permessivismo , corre ai ripari :
http://www.mondoraro.org/?p=24521
Omofobia di Stato, oppure necessità di salvare la famiglia naturale ? 😉
Un momento, la omofobia è un’altra cosa, e se da una parte sarei pronto a stigmatizzare chi censura opinioni che definiscono la omosessualità una degenerazione o malattia, come accennato da Crisvi (io non ricordo bene testi del genere, forse perché me ne sono interessato assai poco), d’altra parte non credo accettabile che una simile posizione possa essere assunta dalla comunità: ricordiamoci che ogni persona è unica e degna di essere rispettata, qualunque cosa ella si senta di essere e fare, fintanto che non lede l’eguale diritto di altri.
Perciò non facciamo confusione, l’omofobia è una cosa, l’adozione di un bambino è un’altra.
Se si vuole aderire al principio di rispetto della persona e delle sue scelte, un/una omosessuale (o anche bisessuale) ha il diritto di vivere come gli pare, di trovarsi amici e compagni di vita come preferisce, di accoppiarsi o vivere in gruppo o da soli: sono tutte scelte personali che non si devono assolutamente sfiorare.
L’adozione di un bambino, è tutta un’altra storia e và trattata per conto suo. Come ho già detto, il punto cardine qui infatti non è più la coppia, sia essa etero, bi o omo sessuale, ma IL BAMBINO.
Se qualcuno ha osservazioni in merito, concrete e valide, le faccia altrimenti per me la discussione è chiusa.
Indipendenza senza Cristo ossia indipendenza che non sia conversione dello spirito e disciplina di vita è provocazione velleitaria e affabulazione gratuita, ossia un pretesto per parlar d’altro e in una parola: leghismo. Blandire i vizi alla cui catena siamo legati da due secoli, quei vizi che sono la causa prima della divisione che regna tra di noi e che hanno reso impossibile il radicarsi di una coscienza nazionale non mi pare un bene. Parafrasando il D’Azeglio possiamo dire: facciamo prima i Veneti, ricostruiamo quel senso religioso che la gente ha perduto, e poi faremo il Veneto.
concordo pienamente con Daniamo, incredibile veloce e profondo il tuo intervento!!
Il mio essere Veneto e volere uno stato Veneto coesiste amabilmente con il mio essere agnostico in senso religioso, tollerante e aperto alle diversità e oneste libertà del mio prossimo.
Se volete ricostruire uno stato Veneto “teocentrico” non siete come i leghisti, siete ben peggio, siete ben distanti dal buon senso e rimarrete isolati e inascoltati.
Ripensateci, e di corsa!!!! Lo dico per il bene della causa!
Se la Serenissima si è suicidata (Napoleone le ha solo dato una spintarella) per aver abbandonato quella serie di valori che la mantenevano virtuosa (molti di essi di ispirazione cristiana, ma non tutti limitati al senso religioso), non vuol assolutamente dire che 200 e passa anni dopo quei valori vadano ripresi in un mondo che è DRASTICAMENTE cambiato.
Tutta la serie di valori propri dello stato e della nazione virtuosa che la Repubblica Veneta che verrà DOVREBBE essere, non dipendono affatto dal fondamentalismo religioso di “voler fare i Veneti religiosi prima di fare lo stato Veneto”, bensì dall’esperienza di civica convivenza e collaborazione fondati sul benessere, il rispetto e l’amore terreno. Le idee religiose rimarranno una questione personale.
Gli stati ierontocentrici appartengono ad altre epoche.
me par che el tema “rejxon” in sti tenpi el xe ancora on fià incaxinà.
xe vero che el mondo xe drasticamente canbià (come dixe cesco), però se dovarìa vardar anca in cossa e dove el xe canbià par capir indove che’l và (co do ponti se pol tirar na diresion).
le rejxon portae vanti cofà na superstision sol che par ver potere le xe stà abastansa incantonà (soratuto par la ciexa catoica e el popolo catoico).
ma sto ato no xe stà conpensà da na presa de cosiensa del Spirito (el Spirito no gà nomi de rejxon -cofà i rejxoxi-, ma no’l xe gnanca folpo fruto de na società che no la riese stareghe drìo ai so pasi -cofà na diluvion-), ancùo ghe xe el dio-materia.
ghe xe tanta xente che pur laica la se conporta co pi respeto de rejxoxi, ghe xe xente rejxoxa che la xe rivà capir mejo la vita. tuti do i se someja scuaxi a el Spirito ma no i riese “ciaparlo” parchè el Spirito no xe na roba che la vien da fora, da na istitusion, da on pensiero filoxofico…
el Spirito el dovarìa essar na Porta Verta, tanto xe inposibie darghe definision, sesto, regoe…
sto ategiamento el ne verxarìa a la “toeransa” parchè no a tuto se pol darghe sipegasion.
e la toeransa no la gà ne i rejxoxi, ne i laici, i poitici, militari… podemo dir “tuti” anca se semo drento na scala de grixi?
coalchiduni podarìa dir Cristo no el ghe enrta inte sta scala. bhe mi lasso che i xudissi li fassa chi che xe preposto e gà autorità del xusto.
penso che l’eror de l’omo el sipia sempre stà: Cristo xe el mejo, Allah xe l’unico…
no sarìa mejo dir: sta persona la me piaxe, vojo inparar.
Toxi, se pensè de darghe na spiegasion al conceto religioso, ve inoltrè in un vesparo.
La prova xè, che ogni latitudine che se và ghe xè na religion diversa.
Mi son stà in templi buddisti, taoisti, sick, induisti, confuciani, go visto le sedi religiose de testimoni de Geova, mormoni, metodisti, protestanti, battisti, animisti, islameghi, ebrei, ortodossi, copti. Gò aprodfondio anka chel fenomeno religioso che se ciama : santeria e me son interesà de new age e zoroastrismo.
Ve asicuro che ogni religion la xè convinta de esare nel giusto e la parla par dogmi, verità , asoluti.
Par mi xè meio che restemo coi piè partera e che lasemo la religion ne l’individualità del singolo.
Par la cronaca mi son batezà catolico, ma son anka non praticante.
Ve consiglio comunque de dare n’ociada anka ai testi apocrifi, co gavì na scianta de tempo.
Ve sio mai domandà come mai Adamo che gà visudo par circa 900 ani, da quando l’è stà parà fora dal paradiso terestre, a quando Caino copa Abele, ghe xè un buso storico de sirca do secoli ?
E Cristo dai 12 ai circa 30 ani che fine galo fato ?
Parchè xè sta scelti proprio Dema e Gesta tra tuti i ladroni che ghe iera a chei tempi in Palestina, par morire crocefisi col Cristo ?
Le risposte se otien solo dopo che se se gà posto domande !
Sani e WSM
Crisvi 🙂
a xero drìo pensarghe sora ancora ai estracomunitari.
mi gavarìa n’idea che la se baxa so el fondaminto de la serenisima.
come dixe l’articolo, i estracomunitari i gà da ver la citadinansa venetiana, e pò, vanti che i ghe pensa lori, la repiovega la ghe mete a dispoxision na specie de “asociasion” (inte la serenisima xera el fontego) indove tuti lori i xe obligatoriamente registrai e i se gà cognosser.
el scopo xe che sta “asociasion” la se gà da rendar responsabie de la so comunità foresta, coiè la gà da ver n’ocio vigile par catar fora le so teste calde. po, co proposte de alontanamento, le gà da denunsiar a la repiovega i caxi sospeti che ghe pol sasinar la so reputasion de lori. sol la repiovega la gà potere executivo.
ris-cio che i ciapa ala ixiera sta responsabiìtà e ghe scanpa on furto o dan a coxe e parsone in tuta la tera veneta, la repiovega la se riserva interventi (da decider no deso ma in sedi pì xuxte) su tuta la comunità foresta. e inte’l caxo che ghe scanpa el morto, i vien mandai fora tuti.
coesti se i ponti che i estracomunitari i gà da acetar vanti de ver la citadinansa venetiana.
penso che se lori i se rende cusì responsabìi, i pol farse prexiar mejo dai veneti e i veneti i ciapa pì fiducia par lori. podarìa cresar na oportunità de bona integrasion (par mi “intergasion” sensa “responsabìità” inte le do parti no exixte).
par i veneti teste calde, dovemo far in modo che no i vaga stisarli. e sta coà la xe na dopia responsabiìtà de nialtri par far cresar fiducia e solidarietà tra tuti… che i gapia voja, rifuxo e amor a star coà.
penso che la sipia sol che na faxe interinal forsi de na sentenera de ani. pò i se gavarà mis-cià.
deso go dito in grande linie sol par vedar se se pol catar fora coalcosa (anca se me gavarìa piaxesto dirlo in privà).
OMG
definire “testa calda” please
ciao claudio.
orco can, capiso che “testa calda” se pol darghe n’interpretasion sogetiva.
spero de sipegarme ben parchè gò poco tenpo.
mi intendevo senpre par respeto ale lexi de la repiovega venetiana.
eco na “testa calda” la se inpone so la storia, cultura, libartà de vivar de on popolo che’l xe portà vanti da on bon goerno.
la francia par exenpio la se gà inposto, i striaci anca, i tajani no ghe ne parlemo, i slavi no i xe stà de manco.
P.S. coando do culture le convive, storicamente se gà senpre visto che una la sofega staltra.
te faso n’exenpio tanto par catarse mejo, inte la serenisima de tera par fortuna ghe xe stà bona xestion coindi pì cresita culturae par veneti e foresti (ebrei ecc.), invese inte la serenisima da mar i croati i se gà tolto on fià ala olta toco par toco intei secui fin rivar ale goere mondiali indove ramai ghe xe bastà darne on spenton e mandar remengo i veneti dalmatiani e istriani. i se gà inposto.
no so se xera coesto che ti volevi ciarir.
Consiglio a Pizzati & Co. trovive un avvocato che non el perde tempo con la politica…cusì vincì i ricorsi…
@Vianelo: No. Co la definision “testa calda” de solito xe el sistema par metar inte on canton chi no xe d’acordo e contesta el sistema. Beh, mi son da la parte de le “teste calde”, parché star live a scoltar sempre queli che se prona frente el capo costituio no se evolve da nisuna parte.
Tuto questo naturalmente fin che la “testa calda” no la sfora a pestar su el dirito de equidistante libartà dei altri.
Mi no condivido la vision de on sistema ndo ghe xe el “governo”, salvo che questo no el xe limità a estremi minimi e formà da “meri aministradori delegà” (intel senso che la delega la xe dinamica e determinà de volta in volta da referendum so inisiative popolari).
In sto mondo no ghe xe distinsion tra persone, ghe xe solo Persone, che le condivide volontariamente on pato comune de citadinansa.
speta, se PAR SOITO (cofà ti gà scrito) i ne ga fato intendar che na testa calda la xe coela che la porta on rinovo inte la strutura sociae, no xe dito che mi voja uxar on termine inculcà e che par mi xe xbajà.
mi ciamo coel omo on rinovador. na testa calda la xe invese coela che porta dano come me riferivo inte’l me comento de sora: robar o far dani a robe e parsone (o mejo Persone come ti dixi ti).
faso fadiga credar che ti xe dala parte de sta oltima xente. no creo che ti vadi in xiro robar.
se go capìo puito, ti gà acetà “l’eticheta testa calda” che i te gà dà par le to idee de libartà e diriti omani.
la xe on pexo che no’l xe tuo, ma la xe na paura de staltri.