E lo vedrai, il Veneto tuo fiorire
Libero, come è già nel suo destino
E felice nel segno del Leone
Nel nome di Marco, il suo Padrone
Alto sugli stendardi, non più chino
Davanti a chi lo vuol solo ferire.
Un giorno noi sotto liberi cieli
Ritorneremo alla gloria antica
In una terra dai fulgidi soli
Guardando al mondo, che sarà di ieri
Ora che noi Venezia avremo Amica
Nella Libertà che rinsalda i cuori.
Paolo L. Bernardini
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Complimenti Prof. Bernardini.
Apprezzo oltremodo il suo componimento, sulle iniziali della brava e bella Elena.
Parole profonde, caratterizzate da una leggiadria di stesura immediatamente coinvolgente per il lettore.
Mi diletto anch’io nello scrivere qualche saggio letterario.
A volte vinco qualche premio.
Penso Lei non se ne abbia a male, se prendo spunto dall’originalità del testo formulato in base alle iniziali, per ideare un futuro componimento da presentare a una giuria.
Se risulterò tra i premiati, non mancherò di citarla come ispiratore dell’innovazione inserita nel mio testo.
La saluto con viva cordialità.
Crisvi 🙂
Gentile Signor Crisvi,
La ringrazio per il positivo apprezzamento del mio acrostico. Saro’ lieto se mi fara’ avere il Suo prossimo lavoro. Con l’occasione, Le scrivo qui la mia email consueta: paololuca.bernardini@uninsubria.it
Con viva cordialita’
Paolo LB
W San Marco
Leone
Alato
Fiero ed
Imponente
Guiderà le
Anime dei veneti
Gentile Prof. Bernardini,
Non mancherò di farle pervenire il mio prossimo componimento. Ci sto lavorando.
Ho preso buona nota della Sua mail.
Le chiedo cortesemente, di tenere riservate eventuali notizie personali che mi riguardano.
Quello Venetista è un ambiente politicamente passionale, ma anche pregno di personaggi ostici.
Riguardo Facco, io ho seguito il Suo invito alla pacificazione, lui no.
A Lei le conclusioni di merito.
Cordiali saluti.
Crisvi 🙂
Gentile Signor Crisvi,
mi spiace che la mia modesta ma convinta opera pacificatrice tra Lei e Facco non abbia portato che ad un risultato unilaterale. Spero che l’amico Leonardo comprenda come sia necessario non entrare in conflitto con chi ha identita’ o quantomento affinita’ di pensiero e ideali. Passando ad alia, sarei davvero lieto se Lei partecipasse ancor piu’ attivamente al team di VS, che, in crescita, avra’ sempre piu’ bisogno di apporti individuali eccellenti.
Con cordialita’, e un saluto da Astana
Plb
Chiarissimo Professor Bernardini,
Riguardo Facco credo che l’uomo si possa riassumere con un aforisma di Tolstoj, che, se non ricordo male, credo l’autore scrisse in ” Guerra e Pace ” :
” La rivoluzione è una grande distruttrice di uomini e di caratteri. Consuma i valorosi e annienta i meno forti. ”
Ho anche valutato le osservazioni di codesta persona, in un suo lavoro, in antitesi all’immagine storica del ” Che “.
Non voglio entrare direttamente in polemica, con chi evidenzia una specifica ignoranza, frammista a una straordinaria dose di supponenza.
Ritengo comunque, che prima di formulare affermazioni distorte, bisognerebbe almeno leggere una ricerca storica accurata, come : ” Una vita Rivoluzionaria ” di Jon Lee Anderson
Un meticoloso lavoro d’inchiesta specifico, durato quasi cinque anni.
Per rendere credibile la mia ricerca, io ad esempio, avrei intervistato le vedove del Che, Alberto Granado ( defunto lo scorso anno ), la figlia del ” Che “, Aleida Guevara, che tiene conferenze in tutto il mondo sull’immagine storica del padre e che conobbi di persona, intervistandola nel 2008.
Meglio ancora, sarebbe stato utile consultare Maria del Carmen Ariet , la più grande esperta vivente sulla biografia del comandante. Da quanto si evince per sua voce, ritengo che Facco nulla abbia svolto di tutto questo, o di altri elementi utili a una ricerca veramente ” terza ” e accurata.
Sono convinto che se Ernesto Guevara de La Serna, anzichè ottenere in natali a Rosario in Argentina, fosse nato a Padova o Verona, a quest’ora sarebbe un alto esponente di VS e questo partito oggi sarebbe monolitico. Forse l’avrebbe creato lui molto tempo prima.
Il ” Che ” detestava subdoli, cialtroni e impiastri. Si circondava solo di uomini leali e fidati, che avevano il coraggio di esporgli direttamente la natura del problema anche in tono brusco all’occorrenza.
Anche se il suo ” numero uno ” ( el lider maximo ), in quanto ad ambiguità, intrighi e complotti, deteneva forse il primato mondiale.
Siamo in molti a credere che il Che, nel 1967 a La Higuera, sia stato vittima di trame triangolari ordite da CIA, KGB e i fratelli Castro, con la complicità di alti membri del partito comunista boliviano dell’epoca. Quest’anno dovrei tornare a Cuba per la quarta volta.
Riguardo il mio eventuale inserimento in VS, pur ringraziando Lei, la Presidente Bellon, l’ing. Panto e altri che m’invitano a iscrivermi al partito, per ottenere un ruolo attivo all’interno dello stesso, per il momento, pur essendo onorato per questa proposta, devo mio malgrado con dispiacere, declinare la stessa.
I motivi sono sostanzialmente tre :
a ) Ritengo fondamentale che giovani capaci, come possono essere le sorelle Durigon, assieme ad altri coetanei, prendano coscienza delle loro straordinarie capacità sociali, creative e di slancio entusiastico, relativamente alla filosofia che alimenta i principi cardine del partito. Se c’inseriamo noi, della pur nobile ” vecchia guardia “, rischiamo anche inconsapevolmente di limitare il lavoro di questi ragazzi, nei quali riscontro una realistica speranza per il futuro.
Ha notato professore, che nascono già critiche al vetriolo anche contro di loro, da parte di certi manutengoli di VR-Stato ? Sono gli stessi individui che un tempo osannavano queste giovani.
Il nostro compito nei loro confronti, è a mio avviso quello di vigilare, di coordinare, di suggerire e consigliare, di instillare con la nostra superiore esperienza di vita, quella fiammella che alimenta la speranza in un futuro concretamente migliore.
b) Ho sempre parlato con franchezza e senza nessun minimo interesse personale, in merito alla querelle che vede contrapposti i due schieramenti di VS.
Sono un combattente da sempre e non mi tiro certo indietro quando la sfida incombe.
Non avere ambizioni soggettive in VS, mi consente tuttavia di parlare con terzialità, analizzando criticamente storture e caratterialità dei singoli.
Come Costantino divise l’impero, per salvarne la parte migliore, io ritengo che VS specie nel settore veronese, abbia delle figure inconciliabili con i termini: democrazia, civiltà, intelligenza, moralità, capacità critica, doti realizzative, competenza nell’analizzare fatti e eventi, cultura individuale.
Parlandoci chiaramente, uno dei due candidati di Verona, in ambienti più concreti, non sarebbe neppure stato proposto, come Presidente nella fiera della trippa con l’oliva del Garda.
Quello che poi ho vissuto mio malgrado al Viest, non lo dimenticherò per il resto della mia esistenza.
Della serie : quando la definizione della parola ” uomo “, diviene sinonimo del termine ” meschinità ” !
c) Oggi l’immagine di VS è di un originale, con la sua brutta copia veronese.
Le due fazioni sono distinte per cultura, capacità realizzativa, programmi politici, alleanze di vario genere. Scendere direttamente in campo in questo momento di grande confusione, genererebbe ulteriori malumori intestini e attacchi personali, che già ho ricevuto in modo tanto vile, falso e meschino, come mai mi era accaduto precedentemente.
Non mi limito comunque a parlare solo nel web di VS.
La mia è anche un’opera sommersa ma sostanziale, di acquisizione di nuove forze, che svilupperanno i cardini di tenuta del partito.
Naturalmente lavoro per la fazione di Pizzati, l’unica che a mio avviso possa garantirci un concreto risultato indipendentista in tempi ragionevoli.
Non sono così ingenuo e sprovveduto, da formulare date come fanno spesso in VR-Stato.
I proclami del genere : ” All’indomani del mio insediamento in qualità di Sindaco, il mio paese sarà indipendente ! “, sono alimento per le menti banali e probabilmente disturbate.
Essi non sono certo concreta speranza per un futuro migliore, ma semplici esternazioni avventate, di chi antepone profonda ignoranza e incapacità di vaglio critico degli eventi e dei regolamenti legislativi, a una concreta proposta programmatica, per l’ottenimento del nostro scopo primario.
Mi è gradita l’occasione per rinnovarLe i miei migliori saluti.
Gentilissimo Signor Crisvi,
La ringrazio per la lunga lettera. Per quel che riguarda Leonardo Facco, non vorrei parlare perche’ lo conto tra i miei amici da tanti anni, posso solo ribadire che sono addolorato dalla vostra diatriba, e spero di potergli parlare vis-a’-vis quest’estate in merito, dal momento che di Lei ho grandissima stima, maturata dalla lettura dei Suoi puntuali, costanti e garbati interventi.
Per quel che riguarda Cuba, e’ una storia che conosco poco, sinceramente, ma vorrei solo invitare gli storici veneti a scrivere un libro su quel cittadino di Musile, Gino Done’ Paro, scomparso da alcuni anni e assai legato alle vicende rivoluzionarie cubane. Si vede proprio che i Veneti partecipano alla storia ovunque essa abbia luogo.
Per quel che riguarda i giovani, indubbiamente il futuro, anche di Veneto Stato, e’ loro. Sono lieto che la presidenza e la segreteria di VS, con Alessia e Lodovico rispettivamente, sia fatta di giovani, anche se non cosi’ giovani come le sorelle Durigon, che certamente rappresentano le speranze per un futuro anche lontano. Credo tuttavia che noi “veci” un contributo lo possiamo ancora dare, in molti modi, e sinceramente, dovessi divinare un presidente per il futuro stato Veneto, lo vedrei nell’Avv. Morosin, credo classe 1955, dunque giovane senz’altro, ma non giovanissimo.
Per quel che personalmente mi riguarda, certamente faccio quello che posso, almeno in termini di idee, e lo faro’ finche’ non si sara’ raggiunta l’indipendenza. Poi, tornero’ alla mia attivita’ di studio pleno tempore. Come e’ giusto che sia.
E tuttavia penso che nel Veneto futuro gli incarichi di dirigenza politica debbano essere equamente distribuiti nelle fasce di eta’. Nemico della gerontocrazia da sempre, da liberale classico credo che altrettanto nefasta sia la gerontofobia. Ovvero, una persona anziana puo’ offrire contributi importanti, dipende naturalmente da com’era da giovane (riferimento ai tipi Giuliano Amato, etc., che imperversano nell’Italia moribonda come i monatti in tempo di peste). Dunque sono lieto che persone di tutte le eta’ contribuiscano a VS.
Per quel che riguarda le divisioni all’interno di VS, anche io ricordo con amarezza il Viest, ma spero e credo che la ragionevolezza prevarra’, soprattutto con la crescita di adesioni e simpatie che entrambi i gruppi portano, e credo che gli elementi violenti, legati ad un’idea di “identita’” confusa e potenzialmente ostile ad ogni libera veneta repubblica cosmopolita, piano piano rientreranno nei ranghi.
Certamente se qualcuno porta avanti lo slogan nefasto “Il Veneto fa chi veneto e'”, scava la fossa al movimento stesso, perche’ allora il Veneto lo fanno anche i criminali, anche quel tipo che anni fa aveva ucciso i genitori per comprarsi il fuoristrada, etc. Ma questo e’ talmente ovvio che mi vergogno perfino a ribadirlo. Occorre stare sempre attenti a giuocare con le parole, e’ come, e peggio, che giuocare col fuoco.
Il lucido pamphlet di Luca Schenato, “Veneto e’ chi il Veneto fa”, e’ uno splendido manualetto di indipendenza, e sono lieto che continui ad essere diffuso. Viene da un giovane, peraltro, anche questo.
Con i piu’ cordiali saluti
Paolo L Bernardini
Chiarissimo Prof. Bernardini,
Prendo atto delle sue precisazioni.
Credo anch’io che la nostra generazione possa essere ancora utile.
L’importante è che ci limitiamo a suggerire, a coordinare, senza prevaricare.
Troppe prevaricazioni nella politica attuale, dove una miriade di ” teste bianche ” ( la generazione dei pannoloni ), decide e legifera riguardo il futuro di queste generazioni di giovani, che subiscono, senza poter dire efficacemente la loro, in termini efficaci e sostanziali.
A settant’anni uno dovrebbe abbandonare la politica per legge.
Cosa stanno a legiferare ottantenni, su piani programmatici decennali o ventennali ?
Riguardo lo sterminatore familiare, credo Lei si riferisse a Pietro Maso.
Classico giovane traviato da valori effimeri. Denaro, auto sportive, vestiti griffati, ostentazione del successo.
Anche giovani come lui, sono aberrazioni di una società improntata sui valori costruiti a tavolino da anziani.
La gioventù ha istintivamente valori molto più concreti e umanitari di quelli della pubblicità.
Per loro valori come l’amicizia e l’amore, sono al primo posto nella scala personale.
Anche se molti giovani vengono ” avvelenati ” dall’effimero, creato ad arte da chi li ha preceduti.
Per i nostri ragazzi, io chiedo maggiore potenzialità decisionale, protagonismo del proprio futuro e non solamente gregariato passivo, sino all’età matura, o vegliarda.
Riguardo Donè Paro, egli fu a fianco del ” Che ” nella fase saliente dell’avventura del Granma.
Sembra che fosse stato lui in persona a rincuorare il Comandante, durante quella che somigliava nelle premesse una spedizione disastrosa.
Un’ottantina di temerari, che cambiarono la storia di un arcipelago.
In quest’impresa era presente anche un pezzettino di Veneto, con il buon Gino, unico non cubano assieme all’argentino Ernesto Guevara.
La disciplina di Gino Donè, che sosteneva il ” Che ” nell’unico episodio storicamente certo, in cui Guevara manifestò apertamente paura durante l’azione ( il ” Che ” ebbe anche un grave attacco d’asma, la malattia degli ipersensibili spiritualisti ).
L’urlo di Camilo Cienfuegos : ” Qui non si arrende nessuno, ” coño ” ! ”
Sono la dimostrazione che anche pochi uomini motivati, possono cambiare la storia e tramutare una disfatta nella premessa di un trionfo.
Accadrà anche con VS ! Nonostante i fanatici della cialtroneria a tre dita.
Voglia gradire i miei migliori saluti.
Crisvi 🙂