La velocità degli eventi è superiore alla più certosina tra le pianificazioni strategiche. Ad inizio 2008 parlavo di una possibile indipendenza del Veneto nel 2012. Allora non esisteva ancora Veneto Stato. E nemmeno il Pnv, formalmente. Saputo di un mio comunicato in tal senso, mi invitò in studio la giornalista Rosanna Sapori all’interno di una trasmissione di una tv che oggi non esiste più, Tele Nord Est. Il suo intento era di prendermi in giro, ovviamente. Era la prima volta che entravo in uno studio televisivo. Mi ricordo che gli ospiti erano quasi tutti venetisti, a parte me, che non mi considero un venetista e un residuato bellico nostalgico fascista. Mi ricordo Carlo Trevisan della life, che al tempo non credeva nel percorso democratico per l’indipendenza, Ettore Beggiato, che ancora oggi milita in un partito autonomista, Giampaolo Borsetto, che ho riascoltato con grande piacere giovedì scorso in una conferenza storica a Zero Branco.
Tutti ridevano quando parlavo di indipendenza nel 2012, di uno stato che da lì a qualche anno sarebbe fallito e della necessità di intraprendere un nuovo progetto democratico e legale per l’indipendenza del Veneto.
Sono passati solo 4 anni eppure sembra un’era geologica. Mi ricordo quando ancora uno-due anni prima portavo già avanti l’esigenza di creare un movimento indipendentista, che chiedesse agli elettori veneti il mandato per indire un referendum per l’indipendenza. Mi consideravano alla stregua di un matto, gli altri indipendentisti, per non parlare dei poveri autonomisti falliti e frustrati.
Questa mattina ero a Silea, ad un banchetto per preparare le prossime elezioni amministrative, per Veneto Stato.
Sono passati solo pochi anni da quando lo stesso identico messaggio, con lo stesso identico percorso politico suscitava le risate degli interlocutori.
Oggi invece non ho trovato alcuna persona contraria e tanti entusiasti, a parte un paio di padani “giapponesi combattenti nella foresta”, che se avessero sentito solo la sera prima un “loro” sindaco a cena confessarmi che la lega è morta e defunta, probabilmente avrebbero avuto un istinto al suicidio.
Ora non so se l’indipendenza avverrà effettivamente nel 2012. Però, permettetemi l’ironia, i Maya ad occhio pare avessero qualche suggeritore in posti importanti, almeno a giudicare dall’andazzo tragicomico dello stato italiano.
Non scherzavo, nel 2008. Non scherzo, oggi.
Comprendo chi mi odia. Fa bene. Sono lo specchio vivente (per ora) della loro frustrazione. Mi odiano in particolare alcuni poveri autonomisti falliti, che sono solo i cugini poveri dei centralisti falliti. Sono contento del loro odio nei miei confronti, perché forse dò loro una ragione di vita politica, che altrimenti non avrebbe più alcun senso.
L’obiettivo ora è chiaro, si chiama indipendenza del Veneto Stato. E ci stiamo avvicinando a una velocità impressionante.
Siamo in tanti, ma abbiamo bisogno anche di chi legge e che fino ad oggi magari ha assistito in modo passivo agli eventi.
Cosa aspetti ad aiutarci? Smettila di lamentarti e iscriviti oggi stesso a Veneto Stato, l’unica alternativa politica esistente al fallimento italiano.
Gianluca Busato
Press News Veneto
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