Le dimissioni di Bossi rappresentano l’epilogo di un fenomeno politico che in realtà era in atto da tempo. Certo, fa impressione leggere a quale triste condizione l’ex lider maximo padano si era ridotto, vittima della più grande tra le sue debolezze, il familismo.
Lo scandalo certo rischia ora di travolgere il più antico partito italiano rimasto in vita nel parlamento, ma lo spirito vitale era evaporato da tempo ormai.
E il problema non era la corruzione, ma la perdita della ragion d’essere da un punto di vista politico. Con la fine del berlusconismo, è morta anche l’illusione che fosse possibile ottenere una qualsivoglia forma di autonomia per le regioni del nord. In realtà tale possibilità non c’è mai stata, com’è ben noto. Però l’illusione nell’elettorato perdurava e ci ricordiamo bene quando solo pochi anni fa qualcuno ci bacchettava perché ipotizzavamo la morte della lega proprio per tale motivazione.
Dopo la sconfitta della devolution, che già pareva travolgere il partito padano, l’organizzazione di Bossi era riuscita appunto ad aggrapparsi al cavaliere di Arcore.
Ora invece è tutto perduto. Con Bossi muore anche tutta una schiera di politici e di partitanti che alla sua stella cadente, nel bene o nel male, si erano aggrappati, compresi quelli che si illudono di sostituirlo con delle brutte copie di partiti padanisti, o nordisti.
Il vuoto politico che si è creato sarà riempito nei prossimi mesi da attori del tutto nuovi.
Per quanto riguarda il Veneto la rinascita del pensiero indipendentista partirà proprio da quei comuni dove stanno iniziando le campagne elettorali di persone coraggiose, che hanno deciso di costruire il futuro Veneto Stato indipendente.
A cominciare dalla sorpresa di Verona, con il candidato sindaco Giuliomaria Turco, che correrà con il contrassegno di Veneto Stato, grazie all’autorizzazione ottenuta dal segretario Lodovico Pizzati.
Press News Veneto
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Ciao Gianluca,
sono Andrea dell’alchimia di Padova, sono con voi!!!!