Con l’apertura della crisi politica in Italia successiva alle preannunciate dimissioni di Mario Monti è naturale chiedersi se sia opportuno o meno anche per Indipendenza Veneta partecipare alle prossime elezioni politiche italiane.
Per mia fortuna non ricopro cariche istituzionali elettive all’interno del movimento e quindi ho la libertà di potermi esprimere a riguardo e anche se ciò non fosse, non esiste appartenenza politica che mi abbia mai impedito di dire come la penso su ogni aspetto.
Voglio quindi esporre pubblicamente il mio pensiero sul punto, anticipando anche il fatto che di fronte a ragionevoli considerazioni mi riservo di riconsiderare la mia posizione e sono pronto a ricredermi.
Non è un mistero che io sia fortemente contrario alla presentazione di una lista indipendentista veneta alle elezioni politiche italiane per più ragioni.
Innanzi tutto perché la situazione italiana non presenta spazi politici interessanti nei quali inserirsi, data la propria configurazione geografica e la proporzione in termini di abitanti che ha il Veneto in essa. Ciò vale a maggior ragione se consideriamo la legge elettorale, che alla camera di fatto, grazie allo sbarramento, impedisce una qualche possibilità di avere rappresentanti eletti e anche al senato impone il raggiungimento di quote elettorali non banali.
La dialettica parlamentare italiana è poi squilibrata su un falso rapporto destra-sinistra cui va a sovrapporsi un confronto-scontro tra forze cosiddette antisistema (grillo et similia) e forze sistemiche (pd-pdl-udc-lega etc.). Trovare uno spazio che dia la possibilità di incidere minimamente richiede l’abbandono, o come minimo la compromissione della linea indipendentista il che è un controsenso, se non peggio, oppure una mera presenza per qualche ragione collaterale (ad esempio il finanziamento pubblico ai partiti) che personalmente ritengo essere assai poca cosa rispetto alla perdita di “appeal” presso l’elettorato.
Non solo: il sistema politico parlamentare italiano è caratterizzato da uno squilibrio naturale e dall’incapacità di esprimere soluzioni politiche che permettano il governo di uno stato ben oltre il limite del collasso. Se devo trovare un paragone con l’Italia odierna mi viene in mente il periodo argentino in cui in due settimane si sono succeduti 4 presidenti, con l’ultimo che è scappato dalla Casa Rosada in elicottero. Ora io non so se il periodo di instabilità politica che si appresta a vivere l’Italia sia già tanto drammatico da presentarsi nei prossimi mesi, se non settimane, dato che in ogni caso essa insiste in un’area geo-politica come l’Unione Europea che tende a filtrarne e ad attutirne gli scompensi, ma è chiaro che niente e nessuno può governare questo stato rantolante.
Anche il confronto con i grandi movimenti indipendentisti europei e mondiali a mio parere non regge, perché in termini comparati la percentuale di popolazione veneta rispetto alla popolazione italiana è fortemente più bassa rispetto ai rapporti esistenti in altre realtà, diminuendo di molto il vantaggio di una presenza nel parlamento centrale.
Se poi aggiungiamo il fatto che una forza indipendentista si troverebbe a competere con le armate mediatiche del meno libero tra gli stati occidentali in quanto a libertà di informazione, le ragioni nobili per una presenza alle elezioni politiche di un movimento indipendentista veneto serio a mio parere non ci sono.
Ci sono ahimè un paio di ragioni pratiche che invece suggerirebbero una presenza, anche se personalmente non credo debba essere fatta con il simbolo di Indipendenza Veneta. La prima ragione è che ha annunciato la propria presenza un’altra lista che non esito a definire di disturbo e che rischia di intercettare quote di consenso patrimonio potenziale di Indipendenza Veneta, che poi magari sarebbero usate contro di noi. Anche se tale ragione fosse malauguratamente definita cruciale o strategica per il movimento, credo che la partecipazione, che non mi auguro ci sia, avvenga in ogni caso con una sigla e un simbolo diversi da Indipendenza Veneta. Escludo a priori l’ipotesi di una coalizione, in quanto non vedo formazioni che possano fare un percorso elettorale con noi, senza svuotare la partecipazione elettorale di significato politico.
La seconda motivazione è che una significativa percentuale di voti indipendentisti sicuramente avrebbe l’effetto di smuovere i più lenti tra i consiglieri regionali per velocizzare il percorso internazionale per l’indipendenza veneta. Qui vale però un aspetto fondamentale: quanto Indipendenza Veneta è in grado di comunicare oggi con la totalità dell’elettorato veneto la propria proposta politica? Qual è la percentuale di elettori veneti che potranno votare con consapevolezza per noi, considerato lo strapotere comunicativo di cui dispongono i partiti italiani? Se per esempio il 50% dei veneti fosse a nostro favore, ma solo il 15% degli elettori veneti sapesse con certezza che esistiamo, il nostro voto sarebbe al massimo del 7,5%, pur riscontrando il 50% di popolazione consapevole favorevole. Che probabilità abbiamo di raggiungere un così alto numero di elettori con i mezzi di cui disponiamo? Non ho la risposta a questa domanda, ma è obbligatorio cercare di capirlo prima di prendere una decisione in difetto di informazione.
Per quanto riguarda l’ipotesi fatta da più di qualcuno anche in passato di non presentarsi alle elezioni e/o di praticare forme di boicottaggio del voto, o campagne di astensione con modalità propagandistiche che riescano a far passare il nostro messaggio, approfittando dell’attenzione popolare del momento, devo dire che non sono un grande esperto di tecniche non convenzionali di astensione dal voto, anche perché le ritengo di scarso peso pratico. Personalmente non voto alle elezioni politiche italiane da più di quindici anni e in tali occasioni ne ho approfittato per andare a godermi un po’ di relax.
Ritengo che Indipendenza Veneta in questi pochi mesi di vita abbia saputo dare un’accelerazione che pochi ipotizzavano al processo indipendentista. Io sono tra questi, dato che ancora nel 2008 ipotizzavo una nuova Repubblica Veneta nel 2012, o nel 201x, dove x è un numero basso, inferiore a 4 o 5.
L’azione di Indipendenza Veneta è stata caratterizzata dalla qualità sopraffina della propria proposta che ha fatto pulizia di fenomeni folkloristici e di scarsissima rilevanza politica, improntati solo al passatismo e all’equivoco ideologico.
La via all’indipendenza veneta passa per un percorso internazionale, nel quale il parlamento italiano non ha alcuna voce in capitolo. Lasciare nostri uomini lì significherebbe avere solo degli ostaggi in campo avversario, su questo non ci piove. Ma anche sprecare una quantità di risorse finanziarie, fisiche e intellettuali per una competizione che ritengo di scarso valore strategico non credo sia una scelta saggia.
Io perlomeno non mi dedicherei a tale attività con grande passione e professionalità.
Gianluca Busato
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Un po preoccupante questo post, se c’è la minima intenzione di andare alle elezioni Politiche Italiane va a decadere ciò che si grida a gran voce ad ogni incontro di I.V. e secondo me va a minare la profonda credenza che hanno militanti nel movimento ( e non solo ).
Nicola, non preoccuparti. Credo che sia naturale ragionare sulle varie ipotesi, è il metodo che assicura sempre il miglior risultato finale, non credi?
Sono in accordo completo con questo post. Ritengo la partecipazione ad elezioni politiche italiane dannosa e copletamente in contrapposizione al messaggio politico che viene puntualmente veicolato nelle serate informative di IV che tanto consenso riescono a produrre.
La dispersione di risorse e l’offuscamento del massaggio politico che ne deriverebbe sarebbe, deleteria per il percorso intrapreso fino ad oggi. Molto meglio concentrare le energie a disposizione sul referendum per l’autodeterminazione.
Apprezzo molto che Gianluca Busato continui ad essere contro la candidatura alle politiche italiane, ma il tono del post non è il solito, non è il tono chiaro e deciso di sempre e questo mi fa sentire puzza di Lega 2.0. Proprio quando, in questi giorni, ho deciso con orgoglio di appoggiare Indipendenza Veneta impegnandomi personalmente nella mia zona…neanche il tempo di ordinare le idee che una puzza di “cadrega” mi invade leggendo tra le righe di un post… Mio Dio, mi sono detto, dovrò mica trovarmi a dar ragione ai soliti corvi pessimisti e stantii!! Quelli che quando gli parli di indipendenza, di processo legale e democratico, di progetto che va “oltre la Costituzione italiana” (cit. avv. Morosin), rispondono con spiazzante risolutezza: <>. E tu sorridi perché sai che (anzi, sei convinto che…) lui non sa, è pessimista, in realtà stavolta ci siamo, raggiungiamo l’obiettivo senza neanche passarci per Roma. Indipendenza Veneta non andrà a Roma…caxxo l’hanno sempre detto! Al massimo ci si candida a Sindaco nel proprio territorio perché…li si che bisogna esserci, li si che si arriva al consenso dei veneti e da li la strada è in discesa…e al solo pensarci l’adrenalina sale, il sorriso ti si stampa in volto (che per chi non sai a cosa pensi passi per ebete…)…poi leggi il post di cui sopra. Prima ne leggi il testo…poi lo rileggi tra le righe…e improvvisamente scopri che qualcosa non quadra. Questi vogliono andare a Roma (anche loro)…. già…anche loro…come tutti! Personalmente ritengo che non vi siano motivi o situazioni che possano giustificare un cambiamento di rotta e virare verso Roma, perché allora sarebbe tutto, di nuovo, finito. In barba ai veneti, all’indipendenza, alla Risoluzione 44, al Consiglio Regionale straordinario… Oggi volevo iscrivermi al movimento, ma una serie di fattori hanno fatto si che io posticipassi….che casualità! Sono sicuro che domani, quando riaccenderò il computer, leggerò un altro post che mi dirà che c’è stato un fraintendimento, che quello che ho letto in realtà non è mai stato scritto e che è stato solo un brutto sogno. WSM!
Vivian, il fatto che vi sia un ragionamento non implica che non si sia risoluti.
Anzi, il portare motivazioni ragionevoli fortifica la posizione, non credi?
Un tono risoluto che nasconda irragionevolezza nel contempo non aiuta di certo a sostenere una posizione.
PNV:
“ANZI, IL PORTARE MOTIVAZIONI RAGIONEVOLI FORTIFICA LA POSIZIONE, NON CREDI?”
…è proprio questo il punto che mi lascia perplesso… Più che “ragionevoli” le motivazioni le percepisco “ragionate” e questo non è detto che fortifichi una posizione soprattutto se queste sono contrarie a quelle sostenute fin dall’inizio. Il mio non vuole essere un post polemico bensì costruttivo; di sicuro non accetterei positivamente un’entrata nella politica italiana anzi… Questo è solo un ragionamento soggettivo. Personalmente non ho esperienza in politica per cui lascio ai validissimi dirigenti di IV la decisione sulla strategia migliore da seguire ma, se l’obiettivo UNICO (sottolineo unico) è l’indipendenza del Veneto, questa non avverrà di sicuro attraverso il Palazzo italiano. Con questo rinnovo il mio appoggio a IV in quanto unico movimento ad aver concretizzato qualcosa di importante.
Ragionare sulle varie ipotesi la trovo cosa giustissima, la mia preoccupazione ( vedi Vivian) sta nel fatto di mettere in discussione un aspetto fondamentale del progetto I.V. “mai a Roma” e questo potrebbe far “fuggire” parecchi associati (di nuovo, vedi Vivian) come lo sono io e la cosa sarebbe comprensibile. Senza contare anche che solo questa discussione in mano a persone che ben sappiamo daranno alito a sfoghi pubblici negativi contro il movimento. Io spero sia solo un viaggio di pensiero e basta, che secondo me però anche solo questo nei prossimi giorni sarà motivo per “alcuni” di gettare ombre sospettose nel movimento. Gianluca io sono dello stesso tuo ideale….”no roma!”.
CORRETTO IL RAGIONAMENTO. E’ LA SOLUZIONE CHE VOGLIONO PER ENNIENTARCI, PERCHE’ ANCHE CON UN BUON CONSENSO IN CAMPO NAIONALE SAREBBE IRRISORIO E SEMPRE QUEI NUIMERI IRRISORI SAREBBERO PUBBLICATI E PUBBLICIZZATI. NON SAREBBE MALE INVECE TROVARE QUALCHE ACCORDO EXTRA PER EVENTUALMENTE FAR CONFLUIRE DELLE PREFERENZE IN CAMBIO DI QUELLO CHE NOI VOGLIAMO. AROMA NON FAREMMO NIENTE CON UNO O DUE PARLAMENTARI (SE CI RIUSCIAMO), CONVIENE EVENTUALMENTE FRUTTARE LA NOSTRA FORZA LOCALE PER CONTRATTARE QUELLO CH NOI VOGLIAMO. SALUTI PIERO
Ottimo scritto di Gianluca Busato, sarà di aiuto a molti soci nuovi che cercano ancora una stabilità nella direzione. I toni meno spigolosi con i quali Gianluca si esprime credo siano la conferma di ciò che all’interno di IV sta avvenendo. Ci stiamo evolvendo, all’interno del gruppo si parla, ci si scambiano idee, ci si confronta come un vero team, ma cosa più importante, si dimostra capacità adattativa mettendo in discussione tutto e continuamente, il più delle volte ciò avviene per riconfermare ciò che c’è già, per rifissare gli obiettivi. Dunque, non attacchiamoci ad ogni virgola delle discussioni, ma contribuiamo semplicemente. La guerra tra i poveri deve finire.
GRAZIE
Caregari?
Vuto vedare che a Lonigo e davanti a TESTIMONI a go vinto na sena de pese? Lodovico parecia i SCHEI… 🙂
IL MIO PARERE E’ ……PRIMA PENSIAMO AD ESSERE PRESENTI NEL TERRITORIO VENETO COME INDIPENDENTISTI ( E QUESTO VALE PER TUTTI I GRUPPI…RICORDO CHE IL VENETO CONTA 3 MILIONI DI DIRITTO AL VOTO SU 5)….. POI CON CANDIDARE NOSTRI SINDACI E FARGLI ELEGGERE NELLE VARIE SCADENZE AMMINISTRATIVE ….POI PUNTARE ALLE PROSSIME REGIONALI DOVE POTREMMO OTTENERE UN GRAN RISULTATO INFINE SE AVREMO LA MAGGIOR PARTE DEL CONSIGLIO REGIONALE INDIPENDENTISTA CHIEDEREMO L’INDIPENDENZA …..SE QUESTA NON VENISSE CON LA RISOLUZIONE 44 IN ATTO ……..RICORDO CHE NEL 1984- LA LIGA VENETA PRESE 13000-VOTI ….POI NEL 1994 -320.000…. CON DUE CONSIGLIERI……….POI DIVISA ….E IN FINE NEL 1997 ..INGLOBATA DEFINITIVAMENTE NELLA LEGA LEONE COMPRESO………..EPPURE CON 320.000 VOTI SU 2 MILIONI E MEZZO DI VOTANTI ERA UN SUCCESSONE…….IMPARIAMO DALLA STORIA …………..NON ANDIAMO A ROMA ….ANCHE SE POTREMMO LASCIARE VUOTI I POSTI NEL PARLAMENTO ITALIANO …COME LA SCOZIA AL PARLAMENTO INGLESE…..NOI STIAMO PARLANDO DI CREARE UNA NUOVA NAZIONE …….QUINDI …..
E’ vero, essere nel direttivo per decidere una cosa tanto delicata non deve essere tanto semplice, ma quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.
Le varie idee e le varie obiezioni, che ho avuto modo di leggere andranno valutate attentamente dal direttivo, che avrà l’onere e l’onore di prendere una decisione che potrebbe essere di capitale importanza.
Se analizzassimo semplicemente il discorso delle elezioni italiane, gli indipendentisti sono, di primo acchito, portati a dire di non partecipare altrimenti diventeremmo simili agli altri partiti italiani.
D’altro canto si deve considerare che non partecipando si entrerebbe in una sorta di ombra propagandistica/divulgativa che, certo, non farà bene al ns. movimento, senza contare la visibilità che, invece, potrebbe avere veneto stato sbandierando come propri i fantastici risultati di Indipendenza Veneta (questo non per invidia, ma perchè hanno dimostrato la loro incapacità e rischieremo pure che svilissiro quanto da noi finora fatto.)
Provo a pensare un qualcosa che metta assieme gli uni con gli altri, ma in una visione globale e soppesando bene a che punto sia IV.
In sostanza abbiamo dalla nostra parte un lavoro fantastico che ha portato a dei risultati quantomeno entusiasmanti da comunicare e spiegare alla gente, ma abbiamo anche la prospettiva del lavoro che ci apprestiamo a fare cominciando dall’insediamento della tavola rotonda per dare il supporto tecnico legale richiesto nella risoluzione 44.
La mia proposta è di partecipare alle elezioni politiche per parlare del nostro lavoro, dei nostri risultati e delle prospettive che abbiamo aperto, conscio come sono che le persone che fanno da relatori alle serate o che partecipano ai programmi TV, ben sapranno smarcarsi dagli altri in lizza, forti della consapevolezza di quanto fatto da IV e di quali strade ha aperto.
Quindi non vedere solamente l’aspetto meramente contingente delle elezioni politiche, ma inserire questo passaggio nel più complesso ed articolato percorso di IV.
Il problema è di comunicazione, il problema è la visibilità, in sostanza i problemi sono:
1- i soldi,
2- che ne faremo dei voti presi.
Se pensiamo di poter avere a disposizione 100.000,00 €, possiamo passare al punto 2-, altrimenti ci possiamo fermare subito e consolarci dicendo che noi non ci riconosciamo in italia e pertanto non vogliamo partecipare, consci però dei “pericoli” sopra esposti.
Se la cifra che ho indicato può essere raggiunta con sponsorizzazioni di qualche patriota Veneto, allora bisogna pensare a come essere oltremodo certi che gli eventuali eletti non andranno a roma e dare soprattutto questa certezza anche agli elettori.
Il tema è complesso e gli aspetti da chiarire sono molteplici, ma voglio ribadire che, personalmente, sono propenso a partecipare alle elezioni una volta verificato il punto 1- in una visione più ampia che metta in luce le prospettive che IV ha aperto.
ERA UN LAVORO CHE COMUNQUE ANDAVA FATTO E CHE ORA CI PERMETTEREBBE DI PRENDERE DUE PICCIONI CON UNA FAVA.
quando il problema è ancora lontano, si ragiona a freddo… ma nell’immediatezza di una decisione da prendere ognuno di noi veri indipendentisti vorremmo poter fare una croce su un simbolo che ci appartiene…. e se non sarà posssibile, almeno ci venga detto chi potrebbe un giorno sostenersci… Diversamente, non votassimo nessuno, sarebbe come favorire qualcuno e non si sa chi, magari chi ostacola il nostro percorso.
Io mi rimetto alla decisione di chi ci sta guidando verso l’indipendenza, perchè non conoscendo le regole e gli inghippi non saprei che cosa fare, e mi dispiacerebbe non contribuire alla causa.