Articolo pubblicato in originale su dirittodivoto.org
Non esistono dogmi di fede per chi vuole realmente cambiare
Poco meno di un mese fa circa la rivista dirittodivoto.org mi chiese la mia opinione in merito all’opportunità o meno circa la presentazione di Indipendenza Veneta alle prossime elezioni politiche italiane. Alcuni argomenti in merito erano stati trattati anche in un altro mio articolo.
Nel frattempo lo scenario è cambiato (così come le risposte e forse anche le domande di allora) e c’è da scommettere che cambierà ancora nei prossimi giorni. Lo stato italiano é in preda agli spasmi tipici di un organismo istituzionale che non risponde più alle funzioni minime che assicurino uno sviluppo socio-economico ai cittadini-sudditi, che lo ravvisano sempre più come il principale problema che li attanaglia.
L’OCSE prevede per l’Italia una diminuzione del pil anche per il 2013 dell’1%. Ovviamente i media italiani non parlano di ciò e danno poco spazio anche alle nuove tasse in vigore dal 1′ gennaio (Tares, Tobin Tax, Ivie) e all’ennesimo aumento dell’iva al 22% dal 1′ luglio, mentre lanciano prime pagine con promesse di una futura (sic!) diminuzione della pressione fiscale.
La situazione è spaventosamente drammatica e richiede che sia fatta un’analisi estremamente approfondita delle condizioni che, appunto, mutano in peggio di settimana in settimana. Vogliamo essere facili profeti e dire fin d’ora che la scelta elettorale di Monti di accompagnarsi alle peggiori nullità di un inesistente centro e dei peggiori rottami ideologici quali Fini e Casini lo relegherà con grande probabilità nella discarica politico-elettorale. Salvo poi essere ripescato il giorno dopo le elezioni perché si scoprirà che nessuno ha in mano una maggioranza.
Il quadro politico tricolore è insomma privo di alcun equilibrio, il che in termini sistemici non cambia nulla al destino italiano, anzi forse la mancanza di prospettive governative solide aprirà una fase di non-governo che potrebbe essere anche utile, come è avvenuto per l Belgio, che privo di un governo che si possa chiamar tale ormai da 4 e più anni ha visto un miglioramento della propria condizione proprio per l’assenza di politici che facciano danni e soprattutto che rubino a man basse.
Ciò che dobbiamo valutare con attenzione oggi che ci avviciniamo a una fase interessante è però non tanto l’equilibrio del sistema italiano, quanto di quello veneto, che purtroppo è derivato dal primo, in quanto espressione dei partiti italiani e che vede il dominus ancora forte di una lega che gode di una posizione di forza frutto di elezioni passate che con grande probabilità ha perso ogni concreta aderenza con la realtà odierna.
La bestia padana ferita, forse a morte, si sta insomma nascondendo all’ombra di Palazzo Balbi, praticando la politica di democristiana memoria delle due scarpe (Andreotti avrebbe detto dei due forni): da un lato strizza l’occhiolino all’indipendentismo, mentre dall’altro continua la propria malversazione clientelare di gestione del potere politico italiano, basato sul furto dei soldi dei veneti.
In questa situazione fluida Indipendenza Veneta deve essere pronta ad ogni scelta utile pur di costringere questa parte politica che oggi controlla il Veneto, recalcitrante di fronte all’opzione indipendentista, a percorrere una via obbligata, se serve anche costringendola con una strategia che unisca la linea di fuoco della sua perdita di voti a quella del successo numerico elettorale di Indipendenza Veneta. Perché ciò si verifichi devono esserci delle condizioni nuove che possano farci prevedere che ciò possa avvenire (e che un mese fa sicuramente non erano note).
A quel punto la bestia morente, costretta da due fila di fuochi si vedrebbe sbarrata la strada romana da un lato e aperta solo la via internazionale all’indipendenza veneta dall’altro.
Occhi aperti, insomma, e non precludiamoci a priori alcuna scelta, anche la più difficile, o in apparenza la più dissacrante. Non esistono dogmi di fede per chi vuole cambiare le cose nel nome di Indipendenza Veneta. Che si costruisce con il consenso dei cittadini: ragion per cui dobbiamo essere pronti a conquistarcelo in ogni ambito competitivo, anche mettendo in discussione o in soffitta alcuni aspetti idealistici, se serve.
Per citare Sun Tzu, “è quando siamo sorpresi che dobbiamo sorprendere il nemico“.
Gianluca Busato
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l’importante è non abbassarsi a permettere il velo e stare col didietro alto 5 volte al giorno in direzione mecca, il veneto non ha tradizione islamica e non deve diventarlo, per il resto ok
Scusate se non ho capito bene ma vuol dire che IV vuole presentarsi alle elezioni politiche dello Stato Italiano?
Dopo avere spiegato in tutti i modi che questa scelta era assolutamente sbagliata?
LAZZAROMOCENIGO hai capito BENISSIMO come spero tu abbia capito cosa significhi “CIURLARE NEL MANICO” ora si tratta di capire se ai militanti di Indipendenza Veneta va bene essere presi in giro in questo modo… noi di VENETO STATO almeno non potremmo mai essere accusati di disonestà intellettuale, abbiamo pagato un caro prezzo per la nostra coerenza ma credo che i FATTI ci compesenranno, ora la parola va data al POPOLO SOVRANO!
Molti in Veneto Stato sono pieni di invidia e rancore, a cui danno sfogo non appena viene loro data un’occasione per farlo. Busato ha solamente aperto un dibattito sull’opportunitá o meno di partecipare alle elezioni politiche italiote. Personalmente, credo che IV non dovrebbe commettere tale errore. Quanto a Veneto Stato, credo che dopo i risultati molto deludenti – “stile Badii” – alle prossime amministrative (ai quali fara’ da contrappunto l’ottima affermazione della Bellon a Treviso), entrará in una fase di crisi ancora piú acuta, se non terminale. W San Marco!
Sempre a darsi merda addosso. Quando è che capiremo che stiamo lottando per lo stesso obiettivo seppur con visioni e strade diverse? Non ci si potrebbe mettere d’accordo decidendo una volta per tutte di smetterla di infangarci reciprocamente? Almeno questo. Non mi sembra chiedere molto. Ne gioverebbe l’immagine del Venetismo e di entrambi i movimenti.