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Pinocchio ha un martello di carta

017737-beppegrilloQualche riflessione su Beppe Grillo 

Di Paolo L. Bernardini

Forse perché è genovese come me, forse perché ha detto che la Sicilia può farcela senza l’Italia – affermazione assolutamente non scontata, non è come dirlo per il Veneto o la Lombardia, o per l’Emilia o il Piemonte – ma soprattutto perché ha l’appoggio di un filosofo del diritto che stimo molto, Paolo Becchi (ci siamo laureati a Genova con lo stesso Maestro, Giulio Severino, un uomo non noto, forse, in un mondo dove lo sono i plagiari e i parolai, ma di notevoli intuizioni e di grande umanità, la cosa più importante) vorrei soffermarmi un poco su di un uomo, e un movimento, su cui, ovviamente, altri analisti si soffermano molto di più, dal momento che è l’ago della bilancia, in un caos senza fine. Paolo Becchi è uno dei tanti professori italiani esasperati dall’immondizia che ogni giorno viene somministrata come panacea. A differenza, però, di tanti altri, ha preso la parola, e ha messo bene in luce, in un discorso di fine anno, lo strazio cui è sottoposta di continuo la Costituzione, e l’immensa violenza dell’imposizione dell’euro, e finalmente il ruolo terribile avuto in tutto questo da Monti. La congiura tra eurocrati e banchieri, che ha portato al governo Monti. Quella congiura che ci uccide. In una recentissima intervista, se ho colto bene le parole, Grillo ha parlato di una “burocrazia” che ha ucciso la “democrazia”, ma anche, significativamente, di un mondo che cambia. Del vortice della Storia che reclama tra i morti coloro che si ostinano a vivere, ma che al mondo dei più appartengono, e come i protagonisti del noto film con Bruce Willis continuano a tormentare i vivi. Dargli torto?

Non voglio attribuire certo né all’amico Becchi né a Beppe Grillo idee che non sono loro, ovvero l’indipendentismo. Ma anche da una prospettiva indipendentistica, lo strazio immondo cui è stata sottoposta la Costituzione, ormai da venti anni, con quell’accelerata formidabile del 2012, grida vendetta agli occhi di Dio, e se anche Dio non esistesse si metterebbe al mondo, proprio per vendicarsi. Dal punto di vista indipendentistico: non tanto i principi costituzionali dell’indivisibilità dell’Italia, quanto proprio la violazione della Costituzione (anche all’articolo V, con Osimo, ma alla fine è proprio la violazione minore!), come patto fondativo tardivo e imperfetto di una nazione (inesistente), sono argomenti su cui battere. In un recente libro bellissimo di Jack Greene, grande storico americano, “The Constitutional Origins of the American Revolution”, si sostiene proprio questa tesi: i patrioti americani sono andati NON CONTRO LA COSTITUZIONE BRITANNICA, ma CONTRO LE VIOLAZIONI, A LORO DANNO, ESERCITATE DAL RE E DAL GOVERNO IN PALESE VIOLAZIONE DELLA COSTITUZIONE STESSA. Ho messo in maiuscolo perché è un punto centrale, centrale per capire tutto quello che sta succedendo.

Per questo, pur essendo in disaccordo con molte delle idee di Grillo, non in quanto idee di Grillo ma in quanto idee non liberali-classiche, non condivido la definizione di “demagogo”, poiché alla base di un voto di protesta, vi è il fondamento stesso della moralità violata, che si esprime forse disordinatamente, ma, al contrario di Goethe, e rovesciando l’apoftegma del vate di Weimar, io preferirò sempre il disordine all’ingiustizia.

Se dunque Grillo – e non ho per ora motivi per credere il contrario – non sceglierà di allearsi con alcuno, cosa succederà? Il mondo non avrà fine, certo, non ci sarà quell’istante alle 4:44 in cui tutto verrà meno – un bel film di Abel Ferrara, che davvero fa riflettere – ma in ogni caso si metterà la croce su di un sistema che è già morto. Che appartiene già alla storia.

Il martello di Pinocchio è divenuto di carta.

E allora per proseguire gli onorevoli dovranno essere chiamati davvero “cittadini”, dovranno davvero ridursi la loro indennità a 5000 euro lordi o netti che siano, tanti provvedimenti che sono stati chiamati “demagogici” saranno in realtà piccole tessere di un mosaico tutto da disegnare, ma fondamentalmente positivo.

Il problema è che estendendo con coerenza di pensiero quelle che se ordine sparso possono sembrare misure davvero demagogiche, a TUTTO IL SISTEMA, moltiplicandole secondo una progressione geometrica sulla base di principi fermi, non cessa di esistere un governo, cessa di esistere l’Italia, almeno come l’abbiamo conosciuta finora. Cessa di esistere un sistema. Ne verrà fuori uno migliore?

Non lo so, le persone si uccidono oggi e pensarne uno peggiore di questo è difficile.

In questo senso potrebbero precisarsi le istanze indipendentistiche.

Quel che però – da storico prima che da militante indipendentista – mi preme sottolineare, è che se concediamo validità al principio democratico, ed in questo l’amico Carlo Lottieri con il suo dirittodivoto ci insegna – e se non ci mettiamo snobistiche fette di salame di Sant’Olcese sugli occhi, il successo di Grillo è oggettivamente immenso, e storicamente di portata fenomenale.

Poi può darsi che torni anche lo status quo antea, ma sarà difficile. Magari mentre scrivo queste righe Grillo sta trattando alleanze con Bersani o Berlusconi. Per quanto conosco i genovesi, non credo. Per quanto conosco Grillo, non credo. E allora sarà Bersani ad allearsi con Berlusconi. Può anche darsi. Orrore, orrore! Ma forse no. Gli storici gli orrori li conoscono bene. Auschwitz, ad esempio. Questo sarebbe avanspettacolo se non ci scappasse anche qui qualche morto, e tanta tanta povertà.

Certamente, se è vero che credo che l’indipendenza sia salvezza, non posso che prendere atto che stanno avvenendo cambiamenti di portata notevole.

Il popolo sarà pure bue, ma nessun bue si avvia volontariamente al macello.

Le vie della Provvidenza (come quelle dell’Indipendenza, con cui fa anche rima) sono infinite…

 

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