Reati contro la Pa
1.395 sono i reati commessi al 2005 contro la P.A., per i quali sono state denunciate e arrestate 4.072 persone. Nel 70% dei casi si è trattato di abuso di ufficio (977 reati). Sono stati registrati 253 casi di peculato (il 18,1% degli illeciti contro la P.A.), 106 casi di concussione (7,6%), 41 casi di malversazione ai danni dello Stato (2,9%) e 18 episodi di corruzione (1,3%). Le persone denunciate e arrestate per aver commesso abuso di ufficio sono state circa 2.850 (il 69,9% degli arresti per illeciti contro la P.A.). Il reato di peculato ha portato in carcere 703 persone (17,3% del complesso) mentre quello di concussione 253 (6,2%). Il 5% degli arresti per reati contro la P.A. (204 persone) è avvenuto per malversazione ai danni dello Stato mentre l’1,6% per corruzione (65 le persone arrestate).
In pole position le regioni meridionali. Il 58,4% dei reati commessi contro la P.A. sono stati compiuti nelle regioni meridionali (58,4%), così come gli arresti (67,7%). 666 dei 1.395 illeciti (il 48% del complesso) sono stati commessi in Sicilia (15,5%), Campania (12%) Calabria (10,6%) e Puglia (9,7%). In queste quattro regioni è avvenuto anche il 57% degli arresti. La Sicilia è la regione in cui è avvenuto il maggior numero di denunce e arresti (830, 20,4% del complesso), seguita da Calabria (14%), Puglia (12%) e Campania (10,5%). Nel 2005 si sono registrati nel Mezzogiorno 0,66 reati contro la P.A. ogni 1.000 dipendenti pubblici, un valore ben più elevato rispetto a quelli del Centro e del Nord (rispettivamente 0,25 o 0,24 reati ogni 1.000 dipendenti pubblici). Il rapporto tra reati contro la P.A. e numero dei dipendenti pubblici vede in testa alla classifica la Calabria, con 1,06 reati ogni 1.000 dipendenti, seguita dalla Basilicata (0,76), dal Molise (0,72) e dalla Sicilia (0,65). Le regioni più virtuose sono la Valle d’Aosta (appena 0,08 reati ogni 1.000 dipendenti pubblici), il Trentino Alto Adige (0,14), l’Umbria (0,15) ed il Lazio (0,22). Le differenze più rilevanti si osservano in relazione all’altro indicatore (persone denunciate e arrestate per reati contro la P.A.). Nel Mezzogiorno vi sono state 2,53 persone denunciate e arrestate ogni 1.000 dipendenti pubblici; al Centro appena 0,73 e al Nord 0,58. Il primato negativo spetta alla Basilicata, con 5,24 persone denunciate e arrestate ogni 1.000 dipendenti pubblici, seguita dalla Calabria (4,08), dal Molise (3,76) e dalla Sicilia (2,50). Nel Mezzogiorno sono stati commessi il 62,5% degli abusi di ufficio e realizzati il 71% degli arresti relativi a questo tipo di illecito. Il primato negativo spetta alla Sicilia (149 casi di abuso di ufficio e 604 persone denunciate e arrestate per questo reato), seguita dalla Campania (126 illeciti, 279 gli arresti) e dalla Calabria (121 abusi di ufficio, 476 persone denunciate e arrestate).
Per quanto riguarda i reati di malversazione ai danni dello Stato (41 casi nel 2005), la stragrande maggioranza (il 92,7%) sono stati commessi al Sud, nessuno nelle regioni del Centro. In particolare: 10 sono stati commessi in Campania, 9 in Calabria, 7 in Puglia, 6 in Sicilia, 3 in Friuli Venezia Giulia, 3 in Abruzzo, 2 in Basilicata e 1 in Sardegna. Per questo tipo di reato sono state denunciate e arrestate 204 persone.
Per quanto riguarda infine reati di corruzione per atto d’ufficio (18 casi nel 2005), 10 sono stati compiuti nel Mezzogiorno, 6 al Nord e 2 al Centro; le persone denunciate e arrestate sono state 65.
Consigli comunali sciolti per infiltrazioni e condizionamenti di stampo mafioso. Il picco si è avuto nel triennio 1991-1993, periodo in cui i Consigli comunali sciolti sono stati ben 76, di cui 34 nel solo 1993. Nel 2003, sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose 12 Consigli comunali. Nel 2004 il loro numero si è nuovamente dimezzato per risalire ancora una volta nel 2005, anno in cui i Comuni raggiunti dal provvedimento sono stati 13.