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Indipendenza, unica via

La notizia del giorno sono sicuramente le esternazioni del ministro italiano Fornero sul mercato del lavoro da riformare.
Mi sento in vena di fare alcune considerazioni, se non altro perché da ex industriale ho sofferto molto per questa situazione da lei segnalata, fino al punto di essere costretto a cambiare lavoro, cosa che ho fatto il prima possibile, ovvero già nel 2008 , non appena mi sono reso conto della insostenibilità del sistema attuale in una situazione recessiva e di economia globalizzata.
Mi verrebbe da dire al sig. Ministro,che il cancello andava chiuso prima che le vacche scappassero, e che adesso è un po’ tardi, forse.
Certo lei è arrivata dopo, ma tant’è.
Di quello che dice la signora aveva già scritto Giorgio Panto nel lontano 1996 o giù di lì, ripubblicandolo poi un decennio dopo sul suo libro-testamento Pensiero Libero, che se vogliamo è anche una sorta di manifesto di liberalismo democratico.
Stanco di non essere ascoltato per questo motivo, fondò anche una associazione indipendente di industriali – Progetto Azzurro – , ma non ebbe gran seguito allora, accusato di semplicismo e di anti-sindacalismo. Qualcuno ancora si illudeva di poter tirare avanti la baracca senza cambiare nulla.
Interessanti come spunto anche le osservazioni sulla bassa produttività.
Anche qui dico il mio parere.
Sono i macchinari all’avanguardia e l’organizzazione suprema, di stampo nippo-tedesco che aumentano la produttività, non certo il personale sotto-meccanizzato che lavora con le nude mani.
L’Italia è certamente un paese molto sindacalizzato, ma con loro credetemi si può trattare, se si basa il rapporto su chiarezza e reciproche convenienze convergenti tra datore di lavoro e lavoratori.
Il basso rendimento non è dovuto a presunti scansafatiche, quanto piuttosto alla bassa capitalizzazione e dimensione delle nostre imprese, che hanno notevoli difficoltà a reperire capitali per effettuare investimenti considerevoli in impianti avanzati, nonché l’inferiore grado di cultura di quadri e dirigenti che faticano ad introdurre e concepire sistemi avanzati di gestione.
La ricetta indicata da Pizzati di investire nelle risorse umane aumentando gli investimenti nel settore scolastico per alzare il nostro grado culturale globale, sono alla base del processo per aumentare la produttività a lungo termine, da condire con maggior credito alle imprese, che devono anche aggregarsi di più e crescere per gestire in modo più robotizzato le produzioni.
Ed a costo di essere ripetitivo , più recentemente è stato sempre Pizzati di Veneto Stato che ha illustrato i vantaggi che deriverebbero da una riforma del lavoro in senso logico, ovvero meno tasse e meno oneri sociali, ai quali equivale un costo del lavoro più basso per gli imprenditori e più soldi in busta paga per il lavoratore.
C’è da farsi ora una seconda domanda, ovvero se l’attuale repubblica come sistema sia riformabile in questo senso o se piuttosto non sia preferibile la scorciatoia indipendentista.
Fare presto è indubbiamente una necessità improrogabile.
Qualcuno obietta che sia una semplificazione populista.
Io invece pretendo di dire, anche per effetto delle esperienze di – fancazzismo politico – a cui assistiamo impotenti da decenni, con ulteriore pietrificazione nell’ultimo ventennio, che l’Italia è per definizione irriformabile , a meno di non voler affrontare crisi, traumi e situazioni di tipo greco.
Semplificando al massimo, il problema è che tra i due litiganti, ovvero tra i padroni e i proletari, i quali potrebbero anche mettersi d’accordo tra loro per una “onorevole” via di mezzo,come succede nel resto dell’Europa civile, noi oggi abbiamo un terzo incomodo di cui non si trova grande traccia altrove e che complica non poco la situazione, rendendola insolubile: i parassiti da mantenere, quelli che non fanno parte, in senso stretto o in senso lato, alla creazione del valore, e che non vogliono mollare l’osso.
Molto più semplice, normale e non traumatica per tutti , anche economicamente e strutturalmente è la riforma che prevede la costituzione di più stati distinti, di cui il Veneto sarà il primo, tra loro eventualmente interessati a sviluppare insieme economie di scala, ma basate su rapporti paritari.
Solo in tal modo la parassito-crazia, che è strutturata su più livelli, e pervade tutta la nostra vita economica e sociale, crollerà come un castello di carte.
Se non ci muoviamo non potremo fare altro che subire le conseguenze dell’immobilismo politico e sarà la storia a costringerci a farlo, ed in modo molto traumatico.
Per salvare il malato e per applicare qualsivoglia nuova cura, compresa quella che oggi questa signora che si chiama Foriero si è inventata, o altre se ci sono, non vedo effettivamente alcuna logica alternativa: si deve fare l’indipendenza, con un progetto guidato, normale e naturale.
Ne sono certo.

Gianluca Panto Keep Reading »

Ultimi bollettini etnonazionalistici

19 gennaio 2012

Bollettino n. 1194

Militanti nemici hanno ieri bombardato di volantini Padova, Venezia, Treviso, Castelfranco Veneto e Camposampiero causando notevoli danni e numerose vittime tra la popolazione civile. La caccia vs.org-etnonazionalista ha abbattuto 4 gazebi, altri 3 sono stati distrutti dalle batterie della difesa.

In un evento condotto dall’avversarlo nei pressi di Canizzano un velivolo s’inabissava in mare, colpito dal tiro delle artiglierie della causa identitaria.

Dagli altri fronti

Il brigadefúhrer delle SS Cherubiner riceve da Guadagninen il compito di presiedere alla programmazione della produzione di missili A4 (V2).

10 febbraio 2012

Bollettino n. 1195

Localita della zona di Resana sono state bombardate da aerei avversari: danni di scarsa entita.

Navi nemiche hanno effettuato tiri nella zona di Campo San Martino prontamente controbattute dalle batterie costiere.

 16 febbraio 2012

Bollettino n. 1196

Questa notte il nemico, che nei giorni scorsi aveva tentato azioni isolate di sbarco prontamente respinte, ha iniziato su più vasta scala le operazioni contro l’area veneziana nel comune di Scorzè.

Convogli in navigazione e navi alla fonda nei porti di Peseggia e Rio San Martino sono stati efficacemente attaccati da velivoli vs.organici e respinti oltre la linea della Crosarona.

Su Verona, Bassano, Cartigliano e nei dintorni di Padova formazioni di aeroplani avversari sganciavano numerosi volantini e raccolte di firme causando danni, specialmente nell’alta padovana. Nella giornata di ieri l’aviazione pizzatian-belloniana perdeva com­plessivamente 35 volantini: 7 abbattuti dalla caccia vs.organica, 19 da quella etnonazionalista, 6 dalle artiglierie della difesa e 3 dal tiro contraereo di motozattere.

Dalle missioni di guerra degli ultimi giorni, 6 nostri velivoli non sono ritornati.

23 febbraio 2012

Bollettino n. 1197

Le forze giudoplutomassoniche di Pizzati-Bellon, precedute da violenta preparazione di artiglieria attuata dalle numerose batterie schierate sulla costa siciliana e appoggiate dal fuoco della flotta e della preponderante aviazione, sono riuscite ieri a costituire alcune teste di sbarco sull’estrema regione meridionale del padovano. Dopo aspri combattimenti, in cui gravi perdite di volantini venivano inflitte al nemico dalle truppe della difesa con il concorso dell’arma aerea, Brugine, Campagnola di Brugine e la zona di Piove di Sacco dovevano essere sgombrate dai feldmarescialli Zanchinen e Tandinen.

Velivoli avversari hanno effettuato incursioni su località dell’area di Este, Cittadella e Sandrigo; anche Vittorio Veneto è stata bombardata da volantini del nemico. La caccia vs.organica ha abbattuto in ripetuti scontri 16 apparecchi spara-volantini e altri 5 gazebi risultano distrutti dalle batterie contraeree.

Un bombardiere fedele a Bellon-Pizzati si e inabissato nelle acque del Sile colpito dal fuoco delle artiglierie.

Dagli altri fronti

Chiavegatus riceve i rappresentanti della Chiesa ortodossa e approva la nomina di Sergius a patriarca di Mosca.

24 febbraio 2012

Bollettino n. 1198

Guadagninen pubblica uno storico discorso alle truppe vs.organiche che rinsalda il morale e fa capire che la vittoria è vicina:

“Non vi curate di loro, non guardate indietro, lasciateli perdere.

Abbiamo un grande obiettivo finale : e elezioni “regionali” del 2015.

Il nostro obiettivo è quello di arrivare a quell’appuntamento essendo riusciti a fare almeno un incontro per ogni comune del Veneto, e di avere costituito un presidio di Veneto Stato in ognuno di questi comuni.

Ogni coordinamento provinciale, ogni responsabile di zona, ogni iscritto deve sapere che questo è un obiettivo raggiungibile e deve sapere che se raggiungeremo quell’obiettivo, faremo un figurone alle elezioni del 2015.”

Dagli altri fronti

Le forze sovietiche penetrano nel settore tenuto dalla Sesta Armata tedesca e si spingono a sud di PavIograd. Keep Reading »

E SE MOROSIN DIVENTASSE IL PRIMO PRESIDENTE DEL VENETO STATO INDIPENDENTE?


Se un giorno l’avv. Alessio Morosin, sostenitore del movimento indipendentista Veneto Stato, venisse eletto alla presidenza dello Stato Veneto quanti soldi sarebbero necessari per mantenere questa istituzione dal momento che l’attuale Presidenza della repubblica Italiana costa a noi contribuenti circa 228 milioni di euro all’anno?
La domanda è stata posta dal blogger Stefano Zanet durante il programma “la voce della rete” condotta da F. Fioravanzi. Keep Reading »

Infografica: politica e assenteismo a Crespano del Grappa

Oltre il 90% il tasso di assenteismo dal 2011 per l’ex capo dei sindaci 20%

Press News Veneto inizia una nuova serie di articoli basati su infografiche che permettano di capire concetti importanti sulla base di numeri semplici.
La prima infografica che vi proponiamo riguarda il tema dell’assenteismo dei rappresentanti politici, anche quelli di un piccolo comune.

Siamo infatti convinti che chi si propone come leader politico debba dare l’esempio quantomeno nell’assolvere i compiti minimi che si assume e per cui chiede il voto. Per un consigliere comunale ciò significa come minimo il presentarsi alle riunioni del consiglio nel quale è stato eletto.

Se poi per un qualche periodo una persona ha problemi specifici si può anche comprendere che ci sia qualche assenza. Ma quando un consigliere per un anno intero non si presenta alle riunioni del consiglio comunale del proprio paese, dovrebbe avere la decenza di dire che non gli interessa fare politica in modo responsabile. Oppure potrebbe benissimo lasciare spazio a qualcun altro che ha la voglia e la responsabilità civica di portare avanti la necessaria azione politica del comune.

Per tali ragioni non ci pare bello il fatto che Antonio Guadagnini, che dopo aver abbracciato moltissimi partiti (dc, an, lega, udc, liga, pd) e che oggi è approdato all’indipendentismo (e che come dissidente ha ricorso in un tribunale italiano contro Veneto Stato), si dimostri un assenteista politico incallito nelle riunioni del consiglio di comunale di Crespano del Grappa, almeno negli ultimi due anni.

Da un anno a questa parte infatti nessuno lo ha visto in Consiglio. Almeno a leggere ciò che riporta il sito internet del Comune. I verbali recitano per lui la noiosa e ormai ripetitiva formula “assente” (per non dire “chi l’ha visto”).
Da inizio 2011 ha accumulato oltre il 90% di assenze. Dal 2010 il suo tasso di assenteismo supera invece il 77%.

Perché allora qualcuno dovrebbe dare fiducia a chi ha ampiamente dimostrato di non interessarsi al compito cui è stato chiamato?

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Il Veneto libero e il mercato immobiliare

Non sono un esperto di mercato immobiliare, e dunque quello che scrivo ha il valore di osservazione, qual può essere fatta da ogni comune cittadino. Negli ultimi anni, con mia moglie Laura, che lavora a Lugano, abbiamo sempre rivolto particolare attenzione alla situazione immobiliare tra la Svizzera e l’alta Lombardia, per ovvie ragioni personali. Ora, quel che immediatamente si nota, è che il prezzo degli immobili in Svizzera, e non solo nella Svizzera italiana, è mediamente almeno del 20% più alto rispetto ad immobili equivalenti nel Comasco. Ora, ovviamente le considerazioni che si possono fare al riguardo sono varie, innanzi tutto in generale il patrimonio immobiliare svizzero è più recente, meglio tenuto, e distribuito in maniera maggiormente uniforme, senza grandi mostruosità, sul territorio. Ora, è anche vero, e gli amici svizzeri mi perdonino cotale osservazione, che il lago di Como, a mio avviso, naturalmente, è molto più bello di quello di Lugano, e che vi sono località, ad esempio Menaggio, equidistante da Como e da Lugano, in cui il valore degli immobili è paragonabile a quello svizzero (senza parlare di Bellagio, la Portofino del lago). E dove il mercato miracolosamente tiene. Tuttavia il maggior prezzo degli immobili in Ticino si deve senz’altro ad una sistema giuridico che garantisce una certezza della legge ben diversa da quella italiana. La tutela della proprietà in Svizzera è assai maggiore. In Italia, l’apparire e scomparire di tasse sulla casa di varia denominazione, ICI, IMU, e via così, rende oscillante, ovviamente, il valore stesso della proprietà, condizionando fortemente il mercato. Per non parlare delle leggi sull’agibilità e abilitabilità, le dimensioni minime per alcuni vani, il sovrapporsi di normative locali con normative comunitarie, e la mancanza di una organica pianificazione territoriale, oltre al numero enorme di immobili sfitti e in stato di decadimento (diecine di interi stabili solo nell’area dove vivo, delle Terme Euganee). Non dubito che una volta raggiunta l’indipendenza, si assisterà ad una decisa rivalutazione del mercato immobiliare in Veneto, non solo per la chiarezza legislativa apportata dal nuovo diritto, ma anche, ovviamente, per il fatto che gli stranieri, da sempre, soprattutto se ricchi, interessati a immobili a Venezia, Cortina, Asolo, ma anche nell’altopiano d’Asiago, in val Feltrina, etc., saranno ancor più attratti da investimenti altamente protetti in un piccolo Stato. Insomma tornerà un “quartierino” nella Venetia. Inoltre nel Veneto libero ovviamente non vi sarà una tassa di possesso sugli immobili, e vi saranno interventi mirati per rendere, ad esempio, di nuovo abitabili (con il consenso dei proprietari) centinaia di ville venete, un patrimonio immobiliare storico unico al mondo. Per quanto vi sia un istituto a livello regionale che se ne occupa, per ora agisce in sordina, ma necessariamente il suo ruolo sarà estremamente potenziato nel Veneto libero. Naturalmente, per ora, non mi risulta esistano esenzioni di ICI o IMU che sia per tali ville, per cui, essendo di immensa metratura, sono tassate proporzionalmente, invitando i loro proprietari a trascurarle. Posso ipotizzare, nel Veneto libero e indipendente, moderati incentivi pubblici per la ristrutturazione di tali ville e del loro magnifico patrimonio pittorico e artistico in generale, a fronte dell’impegno da parte dei proprietari a renderle periodicamente accessibili al pubblico. Ma siamo naturalmente, per ora, a livello di ipotesi, che lancio sperando che esperti nel settore, sia immobiliaristi sia giuristi, prendano in mano la faccenda e preparino programmi adeguati per saper gestire il “giorno dopo” della liberazione anche per questo settore.

Ma, lasciando stare le ville venete, la contrazione generale del mercato immobiliare percepibile negli ultimi 5-10 anni in Veneto (e non solo in Veneto), sia in termine di volume di vendite, sia in termine di valore medio, verrà sicuramente ribaltato con il raggiungimento dell’indipendenza.

Paolo L. Bernardini Keep Reading »

Il presidente della Campania Caldoro e le premiate ditte Cialtroni.it e Ladri.it

Oggi il mio amico Ivano Durante mi ha segnalato il video che riproduco in questo post. Si tratta di un intervento del presidente della regione Campania, tale Stefano Caldoro, ex socialista e oggi del pdl.

Cosa propone questo signorotto, già ministro per l’attuazione del programma di governo con l’esecutivo guidato da Berlusconi e sostenuto dalla lega nord?
Beh, semplice.
Egli dice – in estrema sintesi – che i soldi che le amministrazioni pubbliche del Veneto o della Lombardia non possono spendere a causa del patto di stabilità, vengano sottratte al Veneto e alla Lombardia, per trasferirli alla Campania, per dare ossigeno al loro sistema economico e realizzare l’unità nazionale (sic!).
Con una musica suadente, con toni gentili e quasi oxoniani, questo personaggio riesce a dire cose indicibili, pur di cercare di rubare altre risorse oltre ai 20 miliardi di euro che ogni anno già vengono sottratti al Veneto dall’Italia, per quanto ci riguarda.
Un qualsiasi veneto per bene che ascolti questa follia si rende immediatamente conto che il signor Caldoro sta sostenendo esattamente gli stessi concetti che in questi giorni vengono fatti propri dalla classe dirigente irresponsabile della Grecia, che con il sostegno anche dei media e dell’intellighentia italiane cercano di imputare la responsabilità della loro politica dissennata al rigore e alla cattiveria della Germania e dei Paesi del Nord Europa che pongono condizioni rigide prima di continuare a prestare soldi a chi ha ampiamente dimostrato di farne un pessimo e antieconomico uso.
A molti veneti sicuramente le parole di Caldoro che paiono tanto quelle della premiata ditta ladri.it faranno venire l’orticaria. Chiediamo a quei veneti allora di fare un ulteriore piccolo sforzo e non farsi turlupinare dalla analoga campagna di disinformazione che l’altra ditta cialtroni.it – consociata della ladri.it – sta portando avanti, affermando che la colpa della crisi finanziaria della Grecia e dell’Italia sia imputabile appunto ai Paesi del Nord Europa, oppure alle banche cattive che non prestano più soldi ai politici corrotti e incapaci del sud Europa.

L’attuale grave crisi economica che sta ingessando ogni giorno di più le nostre imprese venete, costringendo decine di imprenditori al suicidio, ha un solo responsabile, che risponde al nome di classe politica italiana.

E un’unica soluzione, che si chiama indipendenza del Veneto, grazie al percorso legale e democratico indicato da Veneto Stato.

Caro cittadino veneto, proprio per evitare che le parole dei troppi Caldoro che mirano alle nostre risorse diventino ancor più realtà di quanto già non siano, sostieni con forza Veneto Stato, iscriviti oggi stesso e aiutaci a dare ai nostri figli il futuro che si meritano!

Gianluca Busato
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Il Veneto: lingua, origini, storia. Per permetterci di pensare ad un nuovo, indispensabile inizio.

Segnaliamo un ciclo di conferenze inserito nella rassegna “FINIMONDO: un conto/mondo alla rovescia” dedicato alla nostra terra, che si terranno a Zero Branco (TV) tra febbraio e marzo.

Scarica la locandina

Il Veneto: lingua, origini, storia. Per permetterci di pensare ad un nuovo, indispensabile inizio.

venerdì 24 febbraio 2012 | ore 20.45

Libreria Federico & Laura, via Martiri Zero Branco

UNA LINGUA DA FINE DEL MONDO: IL VENETO

DEL VENETO E D’OLTREOCEANO
con Daniele Marcuglia (associazione E Nostre Raise)

giovedì 15 marzo 2012 | ore 20.45

Sala Consiliare Municipio di Zero Branco
PER UN NUOVO INIZIO: LE ORIGINI DELLA NOSTRA CIVILTÀ | con il prof. Giampaolo Borsetto, docente di Storia

giovedì 29 marzo 2012 | ore 20.45

Sala Consiliare Municipio di Zero Branco

LA FINE DI UN MONDO : IL ‘700 E LA SERENISSIMA con il prof. Giampaolo Borsetto, docente di Storia

E’ nata una stella. Si chiama Veneto Stato

Landsgemeinde

Qualche giorno fa annunciavamo la nascita di una nuova stella che illumina il firmamento della politica veneta. Questa stella si chiama Veneto Stato, il movimento politico guidato dal segretario Lodovico Pizzati e dal presidente Alessia Bellon, che sta dando dimostrazione di grande e impetuosa crescita in tutta la Venetia.

Parlo di Venetia e non di Veneto volutamente, perché il fenomeno comincia a innescarsi anche nel bresciano e nel pordenonese, nelle aree delle Terre di San Marco che erano più vicine all’attuale regione Veneto e che nella propria conformazione geografica è il frutto malconcepito di un disegno coloniale italiano, atto a indebolire l’entità nazionale più temibile che poteva porre fino a uno stato nato da un aborto della storia.

In ogni caso è chiaro che questa stella politica oggi è ben visibile a tutti. Perché la luce del Veneto Stato dia nel tempo più breve la speranza e la realizzazione concreta al nostro ideale è però importante che emerga la qualità del progetto di indipendenza del Veneto Stato e la preparazione di chi ambisce a presentarlo.

Mi ricordo un ragazzo che mi fece una domanda molto acuta in un incontro pubblico, ancor prima che nascesse Veneto Stato. La domanda, più o meno, era questa: “ora voi parlate di indipendenza perché l’Italia va male economicamente, ma se andasse bene, sareste ancora per l’indipendenza e per un Veneto Stato?” 

La domanda è geniale, perché se è ben chiaro a tutti che l’attuale congiuntura di crisi economica facilita il passaggio di persona in persona del nostro messaggio, è altrettanto chiaro che l’indipendenza non è solo fattore di soldi. E chi non capisce la sottigliezza del passaggio, di sicuro non è in grado di portare avanti un messaggio indipendentista. Keep Reading »

C’è un solo VENETO STATO

Le immagini valgono più di 1000 parole

Due fotografie scattate a Scorzè, la sera del 16 febbraio 2012

the fake

 

the original

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VENETO STATO ASSO PIGLIATUTTO

De Poli e gli altri politici italiani parlano dal bunker di Berlino, ops, di Roma

Nel cielo azzurro della politica veneta che si inizia ad intravedere sul gelido colpo di coda finale dell’inverno è nata una nuova stella.
Si chiama Veneto Stato.
C’è un bel dire dei politichetti locali da quattro soldi che oggi starnazzano in ritardo e in modo puerile, artefatto e disperato su un brindisi di Gentilini di 3-4 mesi fa, ma al vicesindaco di Treviso va riconosciuto un fiuto ben maggiore di molti altri.
Certo non è persona che può ricevere la tessera di Veneto Stato, perché pericolosamente balbetta di armi e violenza, anche se solo per alzare un ombra de vin per un brindisi, ma rispetto a molti altri ha visto in anticipo una cosa: Veneto Stato piace ai veneti.
Piace il nostro messaggio, piace il nostro progetto concreto e tutti capiscono bene che il Veneto Stato indipendente è l’unica soluzione che esiste per avere un futuro di dignità che come veneti ci meritiamo.
Gentilini l’ha capito subito, anche se non possiede ancora gli strumenti culturali per far proprio il percorso pacifico e legale di indipendenza del Veneto, altri amministratori locali se ne stanno velocemente accorgendo, come ha dimostrato il gentili(ni)ssimo sindaco di Resana Mazzorato che la settimana scorsa ci ha onorato del suo saluto e della sua presenza, durante l’ennesimo convegno con un enorme successo di pubblico.
Come ci ha fatto notare la bravissima Elena Durigon, coordinatrice di Veneto Stato Giovani, sembra invece non averlo ben capito il sindaco di Mogliano Veneto Azzolini, che l’altra sera si è trovato negli studi di Rete Veneta in uno splendido isolamento, sepolto dagli sms dei telespettatori e dagli interventi a favore di Veneto Stato, in primis del nostro straordinario Alessio Morosin.
Il povero Azzolini era l’unico a difendere lo stato italiano e le irrealistiche riforme federali (a parole) proposte vanamente dalla lega da ormai vent’anni.
La valanga del consenso di Veneto Stato si sta creando e non la ferma più nessuno. I più saggi tra i sindaci veneti lo stanno capendo e si stanno rapidamente avvicinando al progetto originale di indipendenza del Veneto concepito da Veneto Stato.
D’altro canto il fenomeno non è nuovo, nella storia contemporanea. Attraverso varie fasi è un processo già visto e del tutto naturale nell’epoca moderna che vede il fallimento uno dopo l’altro di tutti gli stati moloch, in particolare di quelli nati nel diciannovesimo secolo.

Le controstrategie da “bunker di Berlino” delle segreterie centrali dei partiti sono efimere e destinate all’insuccesso, come l’ultima ordita dal povero De Poli dell’udc, un residuato bellico della partitocrazia che pare vivere di parassitismo di contenuti altrui e che sguazza imperterrito negli agi e nei privilegi della casta impresentabile, al pari di tutti gli altri parlamentari italiani che rappresentano il simbolo dell’oppressione fiscale del Veneto: costoro non hanno speranza perché a loro resta solo l’ultima arma della menzogna con le gambe corte.

Gli strenui difensori del bunker dei privilegi italiani se lo mettano bene in testa: l’indipendenza del Veneto oramai è forse questioni di mesi e non più di anni!

Gianluca Busato
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