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VENETO STATO: PROPULSORE DI SVILUPPO

di Gianluca Panto

Nella situazione di attuale crisi economica l’implosione dello stato Italia appare un evento possibile ed anche se non avvenisse si preannunciano anni duri e di recessione.

Ciò dipende da alcune trasformazioni strutturali che hanno modificato il volto del tessuto economico produttivo e sociale e che obiettivamente non ci sembrano né comprese né oramai più gestibili da nessuno che sia seduto a Roma.

Questo è avvenuto certamente per i seguenti motivi:

  • la sempre maggiore penetrazione di nuove tecnologie nella produzione, con conseguente aumento di produttività dei macchinari e riduzione del numero di addetti umani;
  • ingresso dei paesi con economie a basso costo nelle filiere produttive e nel commercio internazionale e loro spostamento progressivo da bassa ad alta qualità della produzione fatta;
  • integrazione europea, libera circolazione di uomini mezzi e capitali, libera concorrenza tra stati, penalizzazione delle filiere più costose e meno efficienti;
  • migrazioni dovute ad un incremento demografico dei paesi in via di sviluppo non proporzionale al loro aumento di crescita economica.

In tale scenario diventa indispensabile un riposizionamento degli attori economici di tipo qualitativo, che prediliga catene di valore sempre più globali.

Con questa certezza risultano anacronistici gli attacchi alle recenti iniziative di internazionalizzazione per cittadini ed imprese portate avanti da Veneto Stato in Austria e Slovenia, in quanto oggi più che mai serve aprirsi al mondo per meglio interpretare questa nuova stagione di competizione mondiale.

Se nell’ultimo ventennio lo stato Italia non è stata la piattaforma ideale per lo sviluppo, il Veneto ha però sempre recitato la parte del Leone, ma ora paga la mancata capitalizzazione grande lavoro fatto, il cui valore non si è accumulato e non è oggi spendibile per superare la crisi, in quanto esso è già stato dilapidato altrove.
Ci fossimo tenuti i soldi, li avremmo investiti bene ed avremmo modo di gestire le difficoltà diversamente.
Invece abbiamo visto che il differenziale di risorse in tasse che noi paghiamo allo stato centrale è passato da 8 a 20 miliardi/anno, nel giro di un ventennio.
Cioè noi ci siamo sviluppati, ma l’incremento di PIL prodotto è stato drenato da una palla al piede sulla quale non abbiamo avuto nessuna possibilità di intervenire e che oggi più che mai si rivolta contro di noi, normalmente accusati di essere evasori fiscali.

A ben guardare dunque, oggi VENETO STATO è una stupenda opportunità, anzi è l’ultima possibilità rimasta per attivare da subito quelle politiche di riforma che sono assolutamente necessarie per garantire ai nostri figli un futuro di sviluppo, come ad esempio le seguenti: Keep Reading »

Un oceano di indipendenza travolgerà chi rema contro il Veneto

Siamo leoni indomabili!

Ogni giorno che passa la forza del progetto pacifico e democratico di indipendenza del Veneto cresce in modo ormai inarrestabile. Oggi con una stupenda giornata di Sole, i soci di Veneto Stato a Castelfranco Veneto e Santa Maria di Sala hanno organizzato due banchetti per la raccolta di firme per l’indipendenza del Veneto e di promozione dei prossimi eventi pubblici programmati per il 10 febbraio a Resana e per il 16 febbraio a Scorzé.
La crescita impetuosa di Veneto Stato è testimoniata anche dal grottesco tentativo di alcuni disturbatori amici della lega nord che ormai non hanno altra scelta se non cercare di boicottare le nostre attività, come hanno fatto oggi a Castelfranco Veneto, dove sono andati ad urlare la loro rabbia impotente contro i nostri eroici soci che hanno sacrificato il loro tempo libero e la loro famiglia, contribuendo con un encomiabile sforzo di volontariato a fare sempre più grande il progetto di un Veneto indipendente. Ma chi sono questi poveretti così disperati da desiderare la distruzione di un sogno tanto grande e di un’attività così pure come il volontariato civico per un grande progetto politico per il nostro futuro? Costoro sono certamente persone senza idee e disperate e dobbiamo avere grande comprensione umana per il loro dramma che si consuma nell’invidia verso chi dimostra di avere la forza della saggezza, del buon senso e della responsabilità verso il destino del Veneto e si manifesta con minacce innocue e puerili di chi non ha un futuro e ormai neanche più un presente.
Brindiamo quindi a questa buona notizia: se costoro perdono tempo a cercare di impedire le nostre attività, significa che stiamo avendo un grande successo!
Niente e nessuno ci può fermare, tantomeno chi mangia e beve con i nostri soldi al parlamento romano senza far nulla, se non cercare di ostacolare che in Veneto cresca una nuova classe dirigente indipendentista. Questi sono così parassitariamente pasciuti che nulla possono contro chi si muove per costruire il proprio futuro di dignità.
Il loro sforzo è vano. Si lecchino pure le ferite dell’ennesimo pasticcio come il ricorso del governo italiano contro lo statuto della regione Veneto e dell’ennesima bruciante conferma che ogni riforma autonomista è un vicolo cieco senza speranza, condita con decenni di menzogne e false promesse costruite ad arte solo per andare in massa alla mangiatoia romana.
Il Veneto ha già deciso in cuor suo: la maggioranza assoluta degli elettori vuole l’indipendenza del Veneto Stato e il suo raggiungimento è questione di poco tempo.
La forza inarrestabile di Veneto Stato non teme i boicottatori e i parassiti, perché essa si muove grazie allo spirito vitale di chi ha concepito l’unico originale progetto concreto, pacifico e democratico di indipendenza del Veneto.

Noi siamo leoni indomabili!

Viva il Veneto Stato indipendente!

Gianluca Busato
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Il ricorso dell’Italia contro lo Statuto del Veneto è una bella notizia perché spiana la strada all’indipendenza

L’ennesimo fallimento degli inconcludenti autonomisti e federalisti sgombra il campo dalle menzogne della partitocrazia filoitaliana

Ieri il governo italiano ha presentato ricorso contro lo statuto approvato dal consiglio regionale del Veneto, contestando una norma relativa all’autonomia finanziaria. Ora a pronunciarsi sarà la corte costituzionale, quindi un altro organo dello stato centrale.
Il governatore del Veneto ha promesso una battaglia legale, ma intanto incassa la sconfitta della sua linea di trattative impossibili con l’Italia, mostro famelico affamato dei nostri soldi.
Con l’Italia non si può trattare e finalmente risulta chiaro a sempre più veneti, assieme a tutte le bugie dei politici veneti che per decenni ci hanno promesso mari e monti sotto i nomi variabili di autonomia, federalismo, devolution e altre chimere che nel tempo hanno lasciato lo spazio ad altre illusorie e impossibili riforme.
L’attuale classe dirigente veneta dopo decenni di fallimento e di promesse tradite oggi dovrebbe avere il coraggio di prendere una scelta non più rinviabile: ritirarsi a vita privata per inadeguatezza e vigliaccheria, oppure decidersi ad intraprendere l’unica strada possibile rimasta, che Veneto Stato ha tracciato in modo chiaro, seguendo l’esempio che viene dall’esperienza internazionale e che prevede da parte della giunta regionale l’indizione di un referendum per l’indipendenza, da tenersi sotto monitoraggio internazionale.
Diciamolo chiaramente, il momento storico è estremamente favorevole: il consenso dei veneti all’indipendenza del Veneto Stato è dimostrato, la reputazione internazionale dell’Italia nel contempo è ai minimi storici e non più recuperabile.
I politici veneti comincino a ragionare da statisti e provino a contattare le cancellerie europee ed internazionali per sondare la loro reazione all’ipotesi di un Veneto indipendente.
Scopriranno che il mondo non vede l’ora di disfarsi di un’Italia fallita e inaffidabile. Nel contempo potranno constatare come l’idea di un Veneto Stato indipendente susciti grande ammirazione, rispetto, aspettative e speranza.
Il Veneto gode di una reputazione enorme dovuta al suo successo economico e civico moderno come regione d’Europa e al ricordo ben vivo nelle diplomazie internazionali del prestigio e della gloria straordinaria che ha segnato l’età dell’oro dei veneti, sotto la Repubblica Serenissima di Venezia, che attraverso mutevoli forme che hanno anche abbracciato un territorio ben più ampio dell’attuale Veneto, ha rappresentato un’esperienza statuale e istituzionale che forse non ha confronti nel mondo e nella storia per durata e continuità.
I veneti di oggi sono un Popolo che gode del diritto precostituzionale di autodeterminazione, che ne ha esercitato la propria titolarità anche al momento dell’ingresso nell’attuale Italia unita e che si appresta a rinnovarne l’esercizio in tempi molto brevi.
La scelta obbligata per far sì che questi tempi siano i più brevi possibili è ora nelle mani degli attuali rappresentanti politici che siedono nel consiglio e nella giunta regionale del Veneto. Quello che hanno in mano è un cerino acceso che si spegnerà in un tempo più breve di quanto possano pensare e che è dettato dall’ineluttabile cammino della storia.
Prima che questo cerino si spenga nelle loro mani, assieme al consenso attorno alle loro persone, abbiano il coraggio e la responsabilità civica di indire il referendum per l’indipendenza che il Popolo Veneto chiede ormai a gran voce.
Se non lo faranno loro, lo faranno ben presto altri e nuovi rappresentanti politici veneti, ben determinati a perseguire il progetto legale, democratico e pacifico del Veneto Stato indipendente.

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Veneto Stato per salvarci dall’inferno fiscale

Oppressione fiscale nel mondo: Italia 170°, subito dietro alla Mauritania e appena davanti a Kyrgyz Republic e Algeria

È stato pubblicato di recente lo studio “Paying taxes 2012”, a cura dell’organizzazione Doing Business, che raffronta su scala globale i sistemi fiscali e le tassazioni in tutto il mondo.

Dallo studio emerge un dato che forse non è noto a molti e che rivela con la sua crudezza tutta la sua drammaticità.

Esso infatti riporta la classifica di 185 stati al mondo in tema di pressione fiscale sulle aziende.

L’Italia si colloca al 170° posto al mondo, subito dietro alla Mauritania e appena davanti a Kyrgyz Republic e Algeria.

Quando parliamo di Veneto oppresso da un autentico inferno fiscale facciamo quindi un semplice esercizio di tragico realismo.

Il 170° posto al mondo per libertà del sistema fiscale è dato da una tassazione totale che raggiunge il 68,5%, somma di un 22,8% medio di tasse sugli utili e di ben il 43,40% di tasse sul lavoro, cui si aggiunge un 2,3% di altre tasse. Tale situazione, oltre a portarci negli ultimi posti al mondo, ci relega ovviamente all’ultimo posto in Europa, come mostra la figura riportata.

Clicca per ingrandire

È quindi sorprendente rilevare come a fronte dell’assoluto degrado dei servizi pubblici offerti dallo stato italiano in decomposizione e della più sconvolgente tra le pressioni fiscali al mondo, i cittadini veneti e le proprie aziende in particolare continuino ad assolvere il loro dovere di pagatori di tasse, con una percentuale di evasione molto bassa, raffrontabile ai tassi di evasione degli stati scandinavi.

Come abbiamo visto in questi giorni, l’indipendenza del Veneto avverrà, con un percorso pacifico di diritto internazionale che non prevede il passaggio per Roma, incompetente a pronunciarsi in merito, dato che ogni stato è originato dalla sovranità dei propri cittadini. Un recente sondaggio commissionato da Veneto Stato e realizzato da MPS Marketing ha dimostrato in modo scientifico che la maggioranza assoluta degli elettori veneti vuole l’indipendenza del Veneto senza se e senza ma, anticipando un semplice passaggio istituzionale che sarà una naturale e ovvia conseguenza della volontà popolare e che porterà quindi uno straordinario surplus di risorse.

Tali risorse, oggi bruciate nel calderone inutile dello stato italiano marcio e fallito, allora potranno essere impiegate da un lato per diminuire l’oppressione fiscale attuale, magari portandoci (gradualmente per evitare fenomeni inflattivi) a una flat tax del 15% e dall’altro consentendo al Veneto Stato indipendente di fornire servizi ed infrastrutture di pubblica utilità, che oggi sono degradati se non del tutto assenti, e il cui sviluppo ci consentirebbe di vivere come cittadini di serie A e di mettere le nostre aziende in grado di competere nel mondo sempre più interconnesso.

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Il sondaggio sull’indipendenza del Veneto e i media

Il consenso a un Veneto Stato indipendente sconfigge la cappa di silenzio

Abbiamo visto in questi giorni alcuni tra i più importanti giornali internazionali dare grande rilievo ai recenti sondaggi sulla volontà di indipendenza che sta contagiando la maggioranza dei cittadini in molte regioni d’Europa che si apprestano a divenire stati indipendenti. Dal New York Times, al Periodico de Catalunya, al Sunday Express sono diverse le fonti che hanno messo in prima pagina in particolare i risultati del sondaggio che vede il 51% degli scozzesi e il 53,6% dei catalani favorevoli alla creazione di un nuovo stato scozzese e catalano.
Per quanto riguarda il Veneto, in cui a dire il vero tale sondaggio è stato condotto in anticipo di 7-10 giorni rispetto ai due citati, sono pochi i giornali che hanno deciso di dare rilievo alla notizia clamorosa che vede per la prima volta una maggioranza assoluta di elettori veneti certificata da un sondaggio scientifico favorevoli alla creazione di un Veneto Stato indipendente.
In realtà il tam-tam è corso grazie a un articolo de Il Gazzettino che da solo ha dato un minimo di rilevanza alla notizia.

La cappa di silenzio imbarazzato è indice di una situazione grave in tema di libertà di informazione, che attanaglia l’Italia e purtroppo anche il Veneto.
Come noto l’Italia è l’unico paese assieme alla Turchia ad essere classificato come “parzialmente libero” in Europa, all’81° posto al mondo, a pari merito con la Namibia, nella speciale classifica 2011 sulla libertà di stampa a cura di Freedom House.
La situazione della mancanza di libertà di stampa in Italia è resa ancor più grave dall’asservimento degli organi di informazione ai partiti, grazie al finanziamento pubblico che rende le imprese editoriali delle vere e proprie imprese assistite e succubi di organizzazioni parassitarie.
L’aspetto positivo in tutto ciò è che neanche con la cappa del controllo dell’informazione, l’Italia riesce a soffocare la volontà di indipendenza del Veneto.
Alla luce di ciò, possiamo ben dire quindi che il 2012 si è aperto con una grande svolta politica che per la prima volta ha spostato la discussione dal “se”, al “come” e al “quando” avverrà l’indipendenza, dato che la volontà dei cittadini è sovrana e ha reso la proclamazione del Veneto Stato indipendente solo una questione operativa.
Per accelerare tale processo e per far sì che avvenga in forma civica, credo sia un preciso dovere di ogni veneto l’appoggio e il rafforzamento di Veneto Stato.
Come? Beh, è semplice: per esempio, basta iscriversi on line. È semplice, economico e molto veloce, da questo link: Iscriviti.

E poi non dite che non ve l’avevamo detto 🙂

Gianluca Busato
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La partecipazione del Popolo all’amministrazione della Giustizia

di Alessio Morosin

Riportiamo un interessante intervento dell’Avv. Alessio Morosin pubblicato in originale nella Rivista “AVVOCATI.VE”, l’organo di informazione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Venezia (fonte)

Nella trattazione del delicato argomento tornato d’attualità – ed oggetto anche di un recente interessante convegno organizzato dall’AIGA a Venezia – non possiamo non partire dal richiamo del testo di due importanti norme costituzionali: l’art. 101 “La giustizia è amministrata in nome del popolo” e l’art. 102 “La legge regola i casi e le forme di partecipazione diretta del popolo all’amministrazione della giustizia”.
Come ha scritto il Prof. Ennio Amodio: “Sono anzitutto le norme costituzionali ad offrire la conferma della posizione primaria che spetta ai giudici senza toga nei processi penali in virtù del principio della sovranità popolare” [Vedi il libro “I Giudici senza toga” Giuffrè editore]. L’identità tra il “popolo” ed i “giudici” è fin dall’esperienza della polis ateniese un momento centrale nella vita delle prime comunità organizzate. Insomma, la sovranità popolare esprime e rappresenta la fonte primaria della potestà di “decidere” nel processo penale. “Si riannodano per questa via ad una antica radice, il diritto di voto ed il diritto di esercitare la iurisdictio …” [Così ancora Amodio].
Si è passati, nel tempo, dalla convinzione primitiva, oracolare ed irrazionale, riassunta nel brocardo vox populi vox dei che partoriva dei “verdetti” (veri-dictum) ad elaborazioni ed esperienze, varia- mente attuate nel tempo, tutte sempre orientate a non separare “il comune sentire” e “le attese di verità e giustizia” della società civile rispetto all’esigenza di affermare, comunque, l’autorità punitiva dello Stato. Keep Reading »

Veneto Stato: una forza pacifica inarrestabile che non teme i copioni e i violenti

Nonostante le intimidazioni e le minacce ricevute dagli ultrà (di cui alcuni a viso coperto) ad Isola della Scala mercoledì sera, i soci di Veneto Stato hanno dimostrato una reazione civica straordinaria.

Solo oggi infatti si contanto una serie di attività impressionanti da parte di Veneto Stato (www.venetostato.com), quello vero:

  • Gazebo a Venezia (Santi Apostoli)
  • Gazebo a Mestre
  • Gazebo a Piove di Sacco
  • Incontro pubblico a Belluno
  • Volantinaggio a Resana e Castelfranco Veneto
  • Scuola quadri nazionale a Treviso
  • Cena per l’indipendenza a Padova

Brave ragazze! Bravi ragazzi! Grazie alla vostra opera, al vostro coraggio civico, alla vostra capacità e impegno, che non si piega nemmeno di fronte alle minacce e alle intimidazioni, possiamo stare certi che il Veneto Stato diventerà indipendente in un tempo veramente breve.

Sono invece di poco conto alcune azioni di puerile boicottaggio sempre della fazione dell’intolleranza, che dimostrano quanto alcuni di loro siano più dediti a cercare di distruggere l’opera positiva dei soci fedeli alla legalità di Veneto Stato, impegnati nel coinvolgimento dei cittadini veneti e nella diffusione delle ragioni dell’indipendenza, che non a costruire un loro percorso originale.

Dal punto di vista programmatico si può notare infatti, a dimostrazione di ciò, che i loro siti sono infarciti delle analisi economiche di Lodovico Pizzati e delle mie tesi sul percorso legale per l’indipendenza del Veneto. Tale notizia mi rendeva lieto fino a pochi giorni fa, perché dimostrava che da un punto di vista di idee devono ancora iniziare a mettere in campo le proprie, se ne hanno, e si limitano alla propaganda sulla base di slogan e immagini ad effetto, rubando a man bassa i contenuti prodotti dai soci di Veneto Stato che loro odiano.

A quanto pare, per esempio, non hanno ancora il coraggio di dire ai veneti, che il loro segretario – forse sulla scorta della formazione politica ricevuta nei partiti in cui si è seduto, DC, AN, UDC, Liga Veneto Autonomo, fino all’appoggio al PD alle scorse regionali, per citarne alcuni – vorrebbe far tassare al 50% i capitali e i risparmi non impiegati in azienda! Un’idea terrificante che avrebbe come effetto la fuga dei capitali dal Veneto indipendente. Un piccolo Prodi cresce nell’erbetta indipendentista, coltivata con l’humus dell’equivoco ideologico e del parassitismo dei copioni.

È molto più comodo e rassicurante per loro copiare pari pari le analisi economiche di un economista che odiano e diffamano e l’opera di tanti soci da loro ritenuti stupidi e inutili intellettuali, che non far sapere ai veneti come la pensano in realtà.

Per quanto riguarda i miei scritti, fino ad oggi la copiatura sui loro siti mi faceva piacere. Oggi però, dopo che il loro presidente mi ha urlato carinamente la sua intenzione di “far fuori me e i miei gatti” (sic!), devo ammettere che mi dà fastidio vedere la mia opera plagiata da chi mi vorrebbe morto.

Fino a qualche giorno fa avrei augurato loro una buona copiatura, oggi li prego di eliminare i miei scritti dalle loro pagine intrise di falsità e equivoco idelogico. A meno che non arrivino scuse formali per la loro vergognosa intimidazione.

Io con costoro e con i loro metodi non voglio avere più niente a che fare. Io odio la violenza. Io voglio perseguire il percorso pacifico, democratico e legale per l’indipendenza del Veneto, come la maggioranza assoluta degli elettori veneti vuole fare.

Gianluca Busato
Socio fondatore
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L’importante è firmare

Petizione per l'indipendenza

Mi sembra di aver capito che la controversia maturata negli ultimi mesi nata all’interno di Veneto Stato, sia stata trasferita agli uffici legali delle rispettive parti in campo (se non è così, vi prego di correggermi).
Se è così, le due fazioni che rivendicano con animosità la legittima conduzione del partito dovrebbero in attesa del giudizio sulla controversia evitare in qualsiasi maniera di ostacolare le iniziative politiche reciproche e se possibile non imbarbarire la disputa con accuse spesso personali, gratuite ed inutili al raggiungimento dell’obiettivo comune. Le antipatie personali, il senso di tradimento ed orgoglio ferito o l’ideologia di fondo che muove ognuno di noi non dovrebbero condizionare l’unica cosa che conta: il raggiungimento democratico dell’indipendenza. Le due fazioni vivono indipendentemente l’una dall’altra e possono muoversi nel territorio liberamente, ognuno con le sue modalità di propaganda politica.
A mio avviso, ogni atteggiamento di scontro e di attacco alle iniziative altrui va contro la causa dell’indipendenza Veneta. Per usare un esempio, se consideriamo il popolo Veneto il papà, o la mamma di una ipotetica famiglia, i figli (i 2 Veneto Stato) nonostante non si piacciano particolarmente dovrebbero perlomeno convivere pacificamente, per non addolorare il genitore che li ama e che è amato da loro.
Essere più che mai razionali e pragmatici è indispensabile per aumentare la possibilità di raggiungere l’obiettivo prefisso. Nel territorio è partita da tutte e due le parti l’iniziativa di raccolta firme per il referendum per l’indipendenza, credo sia intelligente e di buon senso non ostacolarsi in nessuna maniera, magari facendo firmare due volte alle persone se serve
In conclusione, esprimo la mia idea personale sui metodi di raggiungimento dell’indipendenza Veneta. Sono convinto, più che mai, che il popolo sia già pronto (ed il sondaggio scientifico lo conferma). I Veneti, anche se non tutti conoscono la loro storia millenaria e non si emozionano davanti al glorioso vessillo di San Marco (sempre viva), riconoscono, in chiave moderna la loro appartenenza ad un territorio che si distingue ampiamente dal resto della penisola italiana, magari nel bene, o anche nel male, non è una questione di meglio o peggio, ma i Veneti nel loro cuore sanno di essere Veneti. A questo forte senso di appartenenza si è aggiunto il clamoroso e rapido declino dello stato italiano, che per salvarsi li sta affamando. Queste due condizioni sono sufficienti da sole a raccogliere milioni di firme e ad arrivare in poco tempo all’indipendenza.
In questo contesto Veneto Stato assume ancora di più il ruolo, di mero strumento di conferma del consenso, e come tale dovrebbe essere già trattato. Il numero di soci che si iscrivono è molto importante, ma non oltre una certa misura significativo, l’unione di intenti tra movimenti indipendentisti è importante ma non determinante (si rischia di parlarsi amabilmente sempre addosso e non accorgersi che le gente è più avanti di noi).
Se avessi schei, assumerei (una parte a stipendio fisso, una parte a provvigione) 100 collaboratori per raccogliere firme ogni giorno, in ogni città importante e centri minori del Veneto. In questa maniera potrei essere estremamente efficace superando il meccanismo dei partiti tradizionali basati sull’apprezzabile ma meno vincente approccio volontaristico. Ma forse si può già fare in Veneto Stato questa cosa e quindi il numero di soci avrebbe maggiore peso; diventerebbero dei finanziatori della causa e non solo espressione di consenso. Insomma, non servirebbero solo a far “grumo”, ma avrebbero principalmente lo status di associati/investitori, magari finanziatori di quei 100 che ogni giorno (stipendiati) invaderebbero le strade del Veneto.

Ivano Durante
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Un episodio che ci rende più forti

Ieri sera nel veronese si è verificato un episodio che è il segnale di una situazione frutto di una campagna di odio.
Veneto Stato, grazie a un nostro socio di Verona, aveva infatti organizzato una riunione a Isola della Scala a Verona, pubblicizzata sul sito internet di Veneto Stato. Una semplice cena, in un famoso risottificio nel centro del paese, dove tra l’altro abbiamo degustato dei risotti straordinari, con un gruppo di nuovi soci e simpatizzanti, desiderosi di partecipare al progetto politico legale e democratico per l’indipendenza del Veneto.
È stata una serata molto proficua, con momenti particolarmente belli e significativi di partecipazione e coinvolgimento.
Gli scambi di idee e opinioni sono stati intensi e costruttivi. E questa di per sé non è una novità, perché tutte le nostre serate sono così.
Ad un certo punto però si è verificato un fatto.
Durante la cena un socio è uscito a fumarsi una sigaretta e si è reso conto che all’esterno del locale c’erano alcune persone con il volto quasi interamente coperto dalla sciarpa in stile tifoso da stadio e che da dietro le ombre della sera spuntavano altre persone, una ventina circa, che non promettevano nulla di buono. Tralascio i nomi, per carità di patria.
Il nostro socio rientrato mi ha chiamato da parte e, dato che era visibilmente turbato, mi sono assunto la responsabilità di chiamare le forze dell’ordine per informarli che c’erano delle persone che probabilmente non ci avrebbero lasciato uscire dal locale in tranquillità e che temevo disordini, dato che un paio di giorni prima avevo ricevuto pubbliche minacce di “girare al largo”.
A quel punto ho informato tutti i soci e i simpatizzanti presenti della situazione che si stava verificando, spiegando loro ciò che già alcuni sapevano. Ovvero che esiste un gruppo di persone che non riconosce il legittimo segretario Pizzati e il legittimo presidente Bellon (e che ieri sera hanno dimostrato di non limitarsi al non riconoscimento, ma anche di passare direttamente all’intimidazione fisica, come sarebbe avvenuto di lì a pochi istanti). Abbiamo quindi detto loro di non temere nulla e di informarsi liberamente sia presso i siti internet gestiti da queste persone sia direttamente sentendoli e poi di farsi una loro opinione.
Abbiamo continuato tranquillamente la cena e alla fine abbiamo consigliato ai convenuti di uscire uno alla volta, se avevano qualche timore. Alcuni hanno voluto invece uscire con noi, perché non avevano alcuna paura di dimostrare il loro pensiero.
Una volta usciti ci siamo trovati di fronte a circa 20 soci del nuovo partito etnico nato al Viest domenica scorsa, guidati da Chiavegato. Essi ce l’avevano in particolare con la presidente Alessia Bellon e ovviamente con me, per i miei comunicati e per il mio pensiero. Nel frattempo è arrivato la pattuglia di carabinieri, ma ciò non ha impedito a Chiavegato di arrivare a intimidire fisicamente me e Alessia Bellon, urlando come un forsennato e anche toccandoci e spingendoci, forse per suscitare una nostra reazione.
Egli era furente, da quel che ho capito tra le sue urla forsennate, perché qualche giorno fa ho scritto della presenza tra le loro fila di un’ala estremista che inneggia ad Hamas (e uno dei suoi fautori era presente ieri sera e ha candidamente confermato la cosa) e ho contestato aspramente lo slogan “Veneto fa chi Veneto è” (invertito rispetto all’originale forma tollerante “Veneto è chi veneto fa” di Luca Schenato), che nei suoi tratti dimostra pura intolleranza e fanatismo da stadio. Queste persone che mi odiano sappiano che io non le odio, anzi. Vorrei tanto poterle aiutare, affinché non si facciano del male, ma non so più come, perché il ragionamento e il dialogo con loro, ormai da tempo, non servono più.
Ieri sera era impossibile parlare con chi aveva l’unico scopo di intimidirci, commettendo quindi una chiara violenza politica, anche se forse non si rendevano conto della cosa.
I veneti non temono di certo l’arroganza e incapacità di confronto dialettico e politico.
Le intimidazioni ci rendono solo più determinati e tenaci nel perseguire il nostro progetto politico legale, democratico e pacifico per l’indipendenza del Veneto.

Veneto Stato, ora o mai più.

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Voglia di indipendenza!

È passata meno di una settimana dalla notizia che ha cambiato lo scenario politico veneto. Giovedì scorso infatti, a Canizzano, Veneto Stato ha svelato i risultati del sondaggio che ha visto la maggioranza assoluta degli elettori veneti dichiarare il proprio sì all’indipendenza del Veneto. Il potenziale elettorale di Veneto Stato si è inoltre assestato sopra il 20%, con una cifra reale attorno al 4,5%. È di ieri inoltre la notizia di un altro sondaggio che ci vede addirittura raggiungere il 6,5%.

Al di là delle cifre dei sondaggi, il merito di questa popolarità e autorevolezza è evidente. Esso sta tutto nella forza delle idee e dell’azione politica, chiara, di qualità, portata avanti con forza e preparazione, con grande determinazione da una squadra di persone motivate e capaci, che hanno saputo finalmente dar vita all’autentica novità politica presente nel panorama veneto.

Non è il valore solo di una sigla, o di uno slogan, è il frutto di un grande lavoro e della volontà che tutto può messa in atto da alcuni veneti coraggiosi. Questo lavoro, questa volontà sono più forti di uno slogan o di un simbolo. Essi stessi sono il motore di quel simbolo. Il lavoro e la volontà dei veneti coraggiosi essi non hanno paura di niente e di nessuno.

Sono costoro che oggi devono essere consapevoli della responsabilità che hanno e che hanno già dimostrato di sapersi assumere.

La forza odierna del progetto di indipendenza del Veneto è la vittoria del pensiero e della tenacia, rispetto agli slogan urlati e al foklorismo nostalgico che parevano aver relegato il venetismo alla riserva indiana del 2-3%, nel corso della passata esperienza autonomista degli ultimi venti, trent’anni, che oggi è solo un ricordo di fronte all’onda indipendentista.

Oggi il pensiero politico indipendentista moderno sta invece riscattando la voglia di indipendenza dei cittadini veneti, che si coniuga con un’assunzione di responsabilità individuale, che noi tutti dobbiamo fare nostra.

Come? I modi sono tanti, un esempio per tutti è proprio quello di iscriversi a Veneto Stato.

Ce lo impone la nostra coscienza.

E quando la coscienza dei veneti si muove, non ce n’è per nessuno.

Gianluca Busato
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