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Maggior Consiglio: un passaggio fondamentale di crescita, libertà e democrazia per Veneto Stato

Domenica prossima 11 dicembre all’hotel Amadeus di Venezia si terrà il Maggior Consiglio di Veneto Stato. Esso viene celebrato in un periodo particolare di crescita del partito indipendentista che in un solo anno di vita ha decisamente cambiato lo scenario politico veneto.
Dopo il discusso congresso dell’hotel Viest del 23 ottobre e la incredibile serie di epurazioni, che ha coinvolto addirittura Lodovico Pizzati (mai sfiduciato come segretario), la base del partito ha deciso di tagliare la testa al toro convocando per domenica 11 dicembre a Venezia, dalle ore 9.30 presso l’hotel Amadeus, un nuovo Maggior Consiglio. Tale organo è l’assemblea sovrana dei soci, cui lo statuto riserva i pieni poteri sul partito. Keep Reading »

Tutte le informazioni sul Maggior Consiglio di Veneto Stato

Il prossimo 11 dicembre a Venezia si tiene il Maggior Consiglio di Veneto Stato, l’organo sovrano del partito indipendentista veneto, convocato a partire dalle ore 9.30 presso l’hotel Amadeus in Cannaregio 227 a Venezia.

Mentre fervono i preparativi e stanno per scadere i termini di presentazione di candidature e mozioni, ai seguenti link si possono consultare:

Di seguito riportiamo invece la mappa per raggiungere l’hotel Amadeus, che si trova a soli 200 metri dalla stazione dei treni.
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PER DISTRUGGERE E COSTRUIRE VENETO STATO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Sono un simpatizzante di Veneto Stato e mi permetto alcune considerazioni. La prima, per ordine e importanza, è che Veneto Stato non ci porterà all’indipendenza del Veneto. Chi lo pensa, somiglia al fanatico che la domenica esce da messa e fonda una Onlus, convinto di salvare il mondo. Non basteranno banchetti, manifestazioni e comparsate in tv, tantomeno eletti al consiglio regionale, se mai arriveranno: il Veneto sarà indipendente, se lo sarà per via democratica, perché lo vorranno i veneti, non gli indipendentisti.

Ben venga Veneto Stato, tuttavia, purché sia chiaro che esso è uno strumento, non un fine, peraltro non indispensabile, ma potenzialmente utile, anzi utilissimo. Purché funzioni come un pungolo, stimolando l’opinione pubblica. Purché sia aperto e inclusivo, non discriminatorio, nemmeno nei confronti di chi, in Veneto, si riconosce nel tricolore o nel sole delle Alpi. Purché non diventi l’ambito di confronto fra individui con problemi personali, che nello stesso ambito, vissuto ora come il club dell’uncinetto, ora come il circolo degli sfigati, cerchino il riscatto della loro autostima.

(Tradotto: il sito di un partito serve per le comunicazioni ufficiali e la propaganda, non accoglie lamentazioni ed eresie dei soci.) Keep Reading »

Democrazia Diretta Californiana

Lo stato merican dela California el xe famoxo par via de la so democrasia direta. Basta far na racolta firme e inpor on referendum che deventa automaticamente lege sensa pasar pa’l governatore o par la legislatura statale. El caxo pi famoxo xe sta l’elesion de Schwartzenegger a governatore parché la xera partia co na racolta firme obligando on voto de sfiducia sul precedente governatore e in caxo servise l’elesion de on novo governator (che xe stà Arnold, apunto).
In sto stato de 20 milioni de abitanti basta tirar su 500mila firme par far votar diretamente i citadini su na lege. I raprexentanti politici nte l’asenblea statale no i pol far gninte e no i vien gnanca interpelà se na lege la vien aprovà tramite democrasia direta.
Tanti i se lamenta parché i dixe che i citadini i vota de inpulso sensa gnanca informarse o capir le conseguense. Par exenpio xe sta tirà su mezo milion de firme sia par proibir de alsar le tase sui imobili, sia de spender pi schei su l’istrusion. El rixultà xe on debito statale de $25 miliardi parché la zente la vota senpre par pì spexa e manco tase.
Par risanar i conti publici el governator ga fato pasar na lege in asenblea par aplicar l’IVA (che xe statale) sul ecommerce, le vendite fate online. Alora Amazon.com, che xe una dele dite pi grose al mondo par via de vendite online, la ga decixo de bypasar el governator tramite democrasia direta. I se ga meso fora dai supermarcà pagando la zente $3 par firma par inpor na lege de inisiativa popolare che vieti le’IVA su l’ecommerce.
Insoma, uno dei critici de sta inisiativa de Amazon.com el spiega che sta benedeta democrasia direta la xera sta introdota par evitar che le multinasionali le coronpese i politici par far pasar le legi che ghe faxea comodo. Ma deso le multinasionali le paga diretamente i citadini par far pasar le legi che ghe fa comodo. E l’unica maniera par oporse xe de tirar su 500mila firme e far pasar na lege contraria.
In sostansa, col fato che i citadini i pol tirar su firme par inpor dei referendum par far pasar dele legi sensa pasar pa’l governator e par l’asenblea statale, se ga creà dele bande de citadini che i se fa la goera a furia de 500mila firme a testa par pasar e sorpasar a vicenda. Sounds familiar… 😉
Lodovico Pizzati

Un Veneto Stato federale in un’Europa confederata

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In trasmissione mi è stata domandata un’opinione sull’idea di una fiscalità europea. Colgo l’occasione per approfondire quanto detto nel video. L’Europa non deve diventare un’unità politica con un sistema fiscale centralizzato, come auspicato da sognatori europeisti. Un conto è il libero movimento di merci, lavoro e capitale, un’altra cosa è invece abdicare la propria sovranità ad un esattore delle imposte ancora più distante di Roma.

Lo stato, ricordiamoci, altro non è che un ente amministrativo che offre un servizio pubblico in cambio di un costo che viene prelevato tramite le tasse. Dobbiamo mirare al sistema più efficente e meno ingombrante che lasci al settore privato quello che non occorre venga gestito dal settore pubblico. Nel settore pubblico possiamo sfruttare le economie di scala per servizi che costano di meno se gestiti su scala europea. Mentre la politica fiscale, e cioè l’autorità di abbassare le tasse, deve essere lasciata il più vicino possibile al cittadino.

Detto questo possiamo immaginare un’Europa confederata per certi servizi che ci costerebbero di meno se fatti in scala europea (sfruttando le cosiddette economie di scala). Questo può essere il caso di una difesa e di una politica estera europea. Per esempio, non ha senso che un Veneto, una Scozia, e una Catalogna indipendente sprechino risorse per 200 ambasciate ciascuno in giro per il mondo. Basterebbero delle ambasciate europee da condividere con tutti gli altri stati d’Europa e diminuire drasticamente i costi di gestione. Un discorso parallelo può essere fatto per un esercito comune rivolto verso l’esterno (e non di sicuro un’arma dell’esercito rivolta verso la cittadinanza, perché l’ordine pubblico spetta alla polizia locale). Queste sono le motivazioni per un’Europa confederale, un’Europa di popoli interdipendenti, senza confini e legati da alcuni servizi in comune.

Anche un Veneto Stato indipendente dovrà essere basato sugli stessi principi federali. Ogni tassa deve essere legata ad un servizio pubblico preciso e approvato tramite democrazia diretta dalla popolazione. Per questo il potere fiscale di spesa e tassazione devono essere mantenuti al livello di amministrazione pubblica più vicina al cittadino: comuni e province. In questa maniera il cittadino ha più controllo sul livello di servizi e tasse, anziché subire decisioni prese in una capitale lontana come è al momento all’interno del contenitore Italia. Ma non solo, il vantaggio di questo sistema è che ogni amministrazione pubblica è in competizione con altre amministrazioni vicine. Un comune non potrà alzare di sproposito una tassa su un immobile se nel comune accanto l’ICI è più contenuta. Deprimerebbe il proprio settore immobiliare. Per la stessa ragione una provincia che decide l’IVA sarà costretta ad abbassarla per non far perdere in competitività i propri centri commerciali. Questa non è fantascienza, è quello che succede nei paesi federali come negli Stati Uniti che essendo costretti a mantenere le tasse basse, l’amministrazione pubblica è costretta all’efficienza.

Lodovico Pizzati

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Panto e Pizzati e le pensioni di Veneto Stato

Ospiti a TV Sette con Voi su tv7 Triveneta, Lodovico Pizzati e Gianluca Panto parlando di pensioni in un Veneto Stato indipendente. La ventina di miliardi di contributi versati dai lavoratori veneti sono equivalenti alla spesa pensionistica per gli anziani veneti. I veneti possono gestire il proprio sistema pensionistico in maniera indipendente senza domandare sacrifici di ulteriori contributi sociali a lavoratori e imprese, e senza alzare l’età pensionistica. In un Veneto Stato indipendente le risorse versate per le pensioni possono essere investite su infrastrutture e investimenti che pagano un interesse, anziché essere sprecate sul debito pubblico com’è ora nello stato italiano

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Switzerland for dummies

Tratto da libertariaNation

Dato che mi sono trasferito in Svizzera, voglio essere sicuro che i lettori di libertariaNation abbiano la conoscenza minima della Confederazione Elvetica. Non è mai troppo tardi :)

La Svizzera conta 7.8 milioni di abitanti, il 22% dei quali è straniero. Le aree linguistiche e culturali sono quattro: tedescofona (73%), francofona (21,5%), italofona (5%) e romancia (0,5%). In realtà nelle aree tedescofone e italofone si parlano lingue regionali (qui e qui). Fino al 1515 gli svizzeri han fatto i fighi espandendosi, poi i francesi e i veneti gliele han date e si sono calmati andando in modalità neutralità.

Il 23 ottobre scorso in Svizzera si è votato per il rinnovo delle due camere del parlamento federale e l’affluenza è stata attorno al 49%. Quindi nemmeno metà degli aventi diritto al voto ha votato. La spiegazione più semplice per questa bassa affluenza è che in Svizzera l’elezione del parlamento federale non è questione di vita o di morte, ossia il potere dei deputati federali è relativamente basso, ossia il cittadino svizzero è, fortunatamente per lui, abbastanza distratto riguardo a quello che fanno a Berna. La Svizzera è una confederazione di ventisei stati (i cantoni) che, anche se dal 1848 si tende alla centralizzazione, decidono da loro sulla maggior parte degli aspetti. Il cittadino svizzero è prima di tutto cittadino del proprio comune (la cittadinanza svizzera si basa sulla cittadinanza di un comune), poi del proprio cantone e infine dello stato confederato. Questi tre livelli federali sono ben presenti nella mente di ogni svizzero. Due colleghi dello stesso ufficio che hanno lo stesso reddito e la stessa situazione familiare (per esempio sono entrambi single) ma risiedono in due comuni diversi dello stesso cantone possono non avere lo stesso livello di tassazione: dipende dalle tasse del comune. Keep Reading »

TIRARE A CAMPARE

Lo devo dire. Mario Monti non sarà il salvatore della patria ma solo un timido e canuto traghettatore che come Caronte porterà i cittadini imbarcati su questa chiatta maleodorante che si chiama stato Italia da una sponda all’altra, dal preambolo dell’inferno, alla pena conclamata.
Ci porterà dalla sciagura di un autunno predefault, alla primavera elettorale, attraversando il fiume Acheronte, questa volta placido e gelido, soporifero nei consumi e agghiacciante nelle prospettive.
Lo sa bene lui che l’Italia è un paese irriformabile. Ci si sarebbe aspettati, ci sarebbe voluta, una riforma scioccante, una deflagrazione da 100-150 per non dire 200 miliardi di euro di riforma da basare su specialmente su una rivoluzione del sistema da far passare in special modo attraverso le forche caudine della riduzione della spesa pubblica per liberare risorse per gli investimenti in innovazione .
Invece è arrivata un compitino, un pensierino , l’unico che poteva fare, 24 miliardi di euro che servono a malapena a pagare l’aumento di esborso legato all’esplodere degli interessi sul debito pubblico. Keep Reading »

SCIOPERO FISCALE IN VENETO: Pizzati fa portare i soldi dei veneti in Slovenia

Dopo le anticipazioni di oggi sulla manovra decisa dal governo Monti, parte lo sciopero fiscale in Veneto. Questa volta non si tratta delle solite sparate leghiste o di caroselli padani, ma di soldi veri.

L’iniziativa parte dall’economista vicentino Lodovico Pizzati, che spiegherà i dettagli in occasione del prossimo congresso di Veneto Stato che si terrà a Venezia il prossimo 11 dicembre.

Pizzati aveva già organizzato in settembre e ottobre due trasferte in Slovenia e Austria, portando una sessantina di imprenditori ad informarsi sulle modalità per aprire conti correnti all’estero. Già più di una decina di loro aveva avuto modo di aprire un conto, preferendo in particolare la Slovenia per le condizioni bancarie e fiscali particolarmente interessanti.

Ora l’iniziativa riprende in grande stile, con una gita fiscale pre-natalizia, sempre in Slovenia, a Capodistria.

Per saperne di più e per prenotare un posto nella “corriera di liberazione fiscale” in partenza il prossimo giovedì 15 dicembre si può compilare il modulo da questa pagina web.

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Le burle padane non fermeranno l’indipendenza del Veneto

Alla sagra della stupidità in prima fila i servi sciocchi Zaia e Bitonci

Oggi a Vicenza si è tenuta l’ennesima pagliacciata leghista, con rievocazione post-mortem del povero Gianfranco Miglio, che, nel ’94, subito dopo averlo sacrificato allo steward costituzionalista Francesco Speroni, ricordiamolo, fu definito proprio da Bossi nientemeno che “una scoreggia nello spazio” (sic!).

Tutto fa brodo pur di restare a galla però per l’unico diplomato per corrispondenza alla scuola radio-elettra al mondo che sia anche riuscito ad organizzare due false feste di laurea (mai conseguita, ovviamente).

Un pagliaccio politico che si diverte e si ingrassa alle nostre spalle e che probabilmente riderà della nostra dannata buonafede tradita anche da dopo morto e che per 20 e più anni è riuscito nell’intento di bloccare il cambiamento.

Oggi il Bossi-rieccolo ha ridipinto una improbabile mappa, che però è rivelatrice della sua mente bacata e di quella dei suoi suggeritori. Questa mappa sembra infatti solamente una ridefinizione mal digerita del sogno terribile di Mazzini che prevedeva solo sei grandi stati a formare l’Europa. La scuola è la stessa. Nazionalismo ebbro mal digerito. L’unica differenza è una traslazione verso nord, quasi un off set di stampa, che ha stregato i sempre meno numerosi militanti padani che si bevono stupidaggini antistoriche.

Tra i servi sciocchi ben intruppati presenti alla sagra dello stupidario padano non poteva mancare l’ex pr di discoteche della pedemontana trevigiana, al secolo Luca Zaia, il golden boy della diplomazia verde, il governatore del Veneto più amato dagli italiani, che in 18 mesi dall’insediamento a Palazzo Balbi non ha saputo fare nulla dicasi nulla per l’indipendenza e il benessere del Veneto.
Anzi, qualcosa ha saputo fare, in negativo: consigliare ai cittadini veneti di acquistare i titoli tossici di stato italiani, tanto per farci rischiare di bruciare un altro po’ di risparmi.

Oppure il sindaco tuttundunpezzo Bitonci, che pure siede in commissione bilancio al Parlamento e che in tanti anni di inutile quanto ben pagata attività parlamentare ha contribuito – vuoi per incapacità vuoi per interesse – allo scatafascio finanziario di uno stato marcio.

Questa classe politica incapace, corrotta e costantemente pronta ad abbuffarsi alla mangiatoia romana va spazzata via, democraticamente, ma al più presto.

Basta inganni, basta pagliacci!

Forza cittadini veneti, organizziamoci quanto prima per supportare l’unico progetto politico che oggi ci parla del nostro futuro di dignità.

Diamo forza al percorso politico democratico, pacifico e legale per l’indipendenza del Veneto. Iscriviamoci in massa a Veneto Stato. Ci vogliono solo trenta secondi, da questa pagina.

Gianluca Busato
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