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Lega Mort, ora c’è solo Indipendenza Veneta

iv-16-2-13

Ieri dopo pranzo sono andato a prendere il caffè da uno storico socio della lega nord, in provincia di Treviso. Doveva consegnarmi un grande numero di moduli pieni zeppi di firme per la petizione all’Unione Europea per l’indipendenza veneta.

Sono rimasto esterrefatto nell’apprendere la situazione drammatica che quel partito e molte persone per bene che vi militano stanno vivendo. La drammatica guerra di potere che è in corso tra le fazioni che fanno capo a colonnelli sempre più decotti ha assunto toni e livelli da gestapo interna. Questo socio mi ha confermato che in quel partito si è instaurato un clima di terrore per chi parla con noi di Indipendenza Veneta. O addirittura che vengono spiati e fioccano rapporti riservati e delazioni per chi ha firmato le nostre petizioni, o ha partecipato alla nostra chiamata per l’indipendenza veneta, in occasione della quale tra l’altro è stata firmata da migliaia di cittadini veneti la risoluzione 44, poi approvata dal consiglio regionale lo scorso 28 novembre con il voto favorevole della stessa lega.

L’opera di epurazione da parte dei tosiani nei confronti della componente Gobbo-Zaia è arrivata al punto che diverse sezioni non hanno nemmeno organizzato la consueta cena di Natale, con soci oramai completamente passivi che non organizzano più gazebo né partecipano alla normale attività politica.

Penso che questo lunedì per questi poveri soci che stanno vivendo una situazione drammatica debba essere di un’amarezza totale. Mentre infatti nelle prime pagine dei giornali locali si vedono quasi gli schizzi di sangue della lotta di potere al vertice che non risparmia nemmeno i vecchi capataz come Gobbo, silurato dai candidati al parlamento, i titoli cubitali dei giornali nazionali on line celebrano il patto notturno tra Berlusconi e Maroni che permette alla lega lombarda di concorrere al Pirellone per la presidenza della regione e fa giustizia in un sol boccone della volontà dei leghisti veneti di correre da soli.

Non oso immaginare quale possa essere oggi lo stato d’animo di quel militante che già ieri non nascondeva la propria nausea, al punto di confessarmi di sperare di poter votare per Indipendenza Veneta alle prossime politiche, “per fargliela vedere”.

La gloriosa storia della Liga Veneta si è conclusa oggi, le persone per bene che fino a stanotte vi hanno creduto non esitino e dopo l’inevitabile periodo di scoramento e delusione per la fine delle speranze di un partito oramai morto si avvicinino senza timore a Indipendenza Veneta: noi siamo il futuro, anzi il presente del Veneto, noi siamo lo strumento sano che ci porterà in breve tempo alla nascita della nuova Repubblica Veneta.

L’appuntamento con loro e con tutti i cittadini veneti è per il prossimo sabato 16 febbraio a Venezia, quando in migliaia come mai prima firmeremo la delibera referendaria di iniziativa popolare che la nostra commissione giuridica sta redigendo e che ci permetterà di raggiungere l’indipendenza veneta nel 2013.

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Pronti a ogni scelta per l’Indipendenza Veneta

Articolo pubblicato in originale su dirittodivoto.org

Non esistono dogmi di fede per chi vuole realmente cambiare

giane-iv-6ottobrePoco meno di un mese fa circa la rivista dirittodivoto.org mi chiese la mia opinione in merito all’opportunità o meno circa la presentazione di Indipendenza Veneta alle prossime elezioni politiche italiane. Alcuni argomenti in merito erano stati trattati anche in un altro mio articolo.
Nel frattempo lo scenario è cambiato (così come le risposte e forse anche le domande di allora) e c’è da scommettere che cambierà ancora nei prossimi giorni. Lo stato italiano é in preda agli spasmi tipici di un organismo istituzionale che non risponde più alle funzioni minime che assicurino uno sviluppo socio-economico ai cittadini-sudditi, che lo ravvisano sempre più come il principale problema che li attanaglia.
L’OCSE prevede per l’Italia una diminuzione del pil anche per il 2013 dell’1%. Ovviamente i media italiani non parlano di ciò e danno poco spazio anche alle nuove tasse in vigore dal 1′ gennaio (Tares, Tobin Tax, Ivie) e all’ennesimo aumento dell’iva al 22% dal 1′ luglio, mentre lanciano prime pagine con promesse di una futura (sic!) diminuzione della pressione fiscale.
La situazione è spaventosamente drammatica e richiede che sia fatta un’analisi estremamente approfondita delle condizioni che, appunto, mutano in peggio di settimana in settimana. Vogliamo essere facili profeti e dire fin d’ora che la scelta elettorale di Monti di accompagnarsi alle peggiori nullità di un inesistente centro e dei peggiori rottami ideologici quali Fini e Casini lo relegherà con grande probabilità nella discarica politico-elettorale. Salvo poi essere ripescato il giorno dopo le elezioni perché si scoprirà che nessuno ha in mano una maggioranza.
Il quadro politico tricolore è insomma privo di alcun equilibrio, il che in termini sistemici non cambia nulla al destino italiano, anzi forse la mancanza di prospettive governative solide aprirà una fase di non-governo che potrebbe essere anche utile, come è avvenuto per l Belgio, che privo di un governo che si possa chiamar tale ormai da 4 e più anni ha visto un miglioramento della propria condizione proprio per l’assenza di politici che facciano danni e soprattutto che rubino a man basse.
Ciò che dobbiamo valutare con attenzione oggi che ci avviciniamo a una fase interessante è però non tanto l’equilibrio del sistema italiano, quanto di quello veneto, che purtroppo è derivato dal primo, in quanto espressione dei partiti italiani e che vede il dominus ancora forte di una lega che gode di una posizione di forza frutto di elezioni passate che con grande probabilità ha perso ogni concreta aderenza con la realtà odierna.
La bestia padana ferita, forse a morte, si sta insomma nascondendo all’ombra di Palazzo Balbi, praticando la politica di democristiana memoria delle due scarpe (Andreotti avrebbe detto dei due forni): da un lato strizza l’occhiolino all’indipendentismo, mentre dall’altro continua la propria malversazione clientelare di gestione del potere politico italiano, basato sul furto dei soldi dei veneti.
In questa situazione fluida Indipendenza Veneta deve essere pronta ad ogni scelta utile pur di costringere questa parte politica che oggi controlla il Veneto, recalcitrante di fronte all’opzione indipendentista, a percorrere una via obbligata, se serve anche costringendola con una strategia che unisca la linea di fuoco della sua perdita di voti a quella del successo numerico elettorale di Indipendenza Veneta. Perché ciò si verifichi devono esserci delle condizioni nuove che possano farci prevedere che ciò possa avvenire (e che un mese fa sicuramente non erano note).
A quel punto la bestia morente, costretta da due fila di fuochi si vedrebbe sbarrata la strada romana da un lato e aperta solo la via internazionale all’indipendenza veneta dall’altro.
Occhi aperti, insomma, e non precludiamoci a priori alcuna scelta, anche la più difficile, o in apparenza la più dissacrante. Non esistono dogmi di fede per chi vuole cambiare le cose nel nome di Indipendenza Veneta. Che si costruisce con il consenso dei cittadini: ragion per cui dobbiamo essere pronti a conquistarcelo in ogni ambito competitivo, anche mettendo in discussione o in soffitta alcuni aspetti idealistici, se serve.
Per citare Sun Tzu, “è quando siamo sorpresi che dobbiamo sorprendere il nemico“.

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TEST DEL DIAVOLO: INDIPENDENZA VENETA?

fata-ivIpotesi di risposte a domande imbarazzanti

1) Voi siete contro di me perche sono Siciliano e poi mi butterete fuori!

Un veneto indipendente vuol dire opportunità per tutti senza distinzione di razza e provenienza. Noi siamo per l’indipendenza della Sicilia, della Sardegna, del sud Tirolo e collaboriamo quotidianamente con i nostri fratelli che lottano per l’indipendenza come noi.

2) Io sono di Napoli voi non ci volete!

Vivi e lavori in Veneto? Allora sei Veneto, il Veneto sei tu, e se lo ami lo vuoi indipendente perché la ricchezza del Veneto è la tua! Veneto è chi fa e vive in Veneto. E’ un dovere di tutti fare l’indipendenza.

3) Ci vogliono le armi, senza la guerra non si risolve nulla!

Il nostro è un percorso pacifico. Abbiamo e dobbiamo percorrere un percorso legale perchè adesso si può ed abbiamo con noi le leggi italiane, venete, europee e internazionali. La Slovenja è diventata indipendente in 14 mesi con un percorso legale e senza guerra. E noi, siamo forse da meno?

4) Stiamo facendo l’Europa e voi volete dividere, ma siamo matti?

Noi vogliamo un Veneto indipendente in un Europa senza confini. Liberi scambi e mobilità per tutti all’insegna delle legislazioni europee, che al momento l’italia è la prima a violare.

5) Non ci lascieranno mai, non ce la daranno mai!

Noi non chiediamo più. Sono gli schiavi che elemosinano. Noi ce la prendiamo con un percorso democratico e legale. E’ stato questo lo sbaglio fino ad ora, è stato quello di andare a chiedere, mentre nessuna costituzione di nessuno stato prevede che un popolo chieda l’indipendenza. L’indipendenza è un processo dal di dentro di autoproclamazione e riconoscimento internazionale.

6) Non ha senso costruire confini!

Noi non costruiamo confini, siamo in Europa e vogliamo essere cittadini europei e vogliamo amministrarci e decidere del nostro futuro senza mediatori a Roma. E’ assurdo chiedere all’Italia quando possiamo farlo da soli. Solo con l’indipendenza politica non dovremo più chiedere ed aspettare. L’italia non ci serve, è inutile. Keep Reading »

Io sto con Gérard DEPARDIEU!

obelix2Pubblichiamo di seguito una stupenda lettera aperta di Gérard DEPARDIEU, inviata a Jean-Marc AYRAULT, primo Ministro francese di François Holland che lo aveva definito “miserabile” per la sua decisione di trasferirsi in Belgio per non essere scorticato dal fisco francese che ha imposto una tassa spaventosa e immorale del 75% sui redditi elevati. La lettera è stata tradotta in italiano da Valentina Cavinato e pubblicata in originale su Economia e Libertà.

Miserabile, lei ha detto “miserabile”? Com’è miserabile.

Sono nato nel 1948, ho cominciato a lavorare quando avevo 14 anni come tipografo, come magazziniere e poi come artista drammatico.
Ho sempre pagato le tasse e le imposte, di qualsiasi aliquota e di qualsiasi Governo.
In nessun momento non ho ottemperato ai miei doveri.
I film storici che ho interpretato, sono la testimonianza del mio amore per la Francia e per la sua storia.
Personaggi più illustri di me sono stati esiliati o hanno abbandonato il nostro Paese.
Sfortunatamente non ho più nulla da fare qui, ma continuerò ad amare i francesi e il pubblico con cui ho condiviso molte emozioni!

Parto, perchè considerate che il successo, la creazione, i talenti, in pratica la differenza, debbano essere sanzionati.
Non chiedo approvazione, ma potreste almeno rispettarmi. Tutti coloro che hanno lasciato la Francia, non sono stati insultati come il sottoscritto.
Non devo giustificare le ragioni della mia scelta, che sono tante e intime.

Parto dopo aver pagato, nel 2012, l’85% di imposte sul reddito. Ma voglio conservare lo spirito di questa Francia, che era bella e che spero lo resterà.

Vi restituisco il mio passaporto e la mia tessera della mutua, di cui non mi sono mai servito.
Non abbiamo più la stessa patria, io sono un vero europeo, un cittadino del mondo, come mi ha sempre inculcato mio padre.

Trovo miserabile l’accanimento della giustizia nei confronti di mio figlio Guillame, giudicato da Giudici che l’hanno condannato, quando era ancora un ragazzo, a 3 anni di prigione per 2 grammi di eroina, quando molti altri venivano risparmiati per reati ben più gravi.

Non condanno tutti quell che hanno il colesterolo alto, la pressione alta, il diabete, quelli che bevono troppo alcol o che si addormentano sul loro motorino: sono uno di loro, come i vostri cari media amano sempre ripetere.

Non ho mai ammazzato nessuno, non penso di avere dei demeriti, ho pagato 145 MILIONI di € di imposte in 45 anni, ho dato lavoro ad 80 persone nelle aziende che sono state create per loro e gestite da loro.
Non sono qui per lamentarmi, né per vantarmi, ma rifiuto il termine “miserabile”.

Chi siete voi per giudicarmi così, glielo chiedo signor Ayrault, primo Ministro del signor Hollande, vi chiedo, chi siete voi?

Malgrado i miei eccessi, il mio appetito, il mio amore per la vita, sono un essere libero, signore, e non voglio essere maleducato.

Gérard DEPARDIEU

Traduzione di Valentina Cavinato Keep Reading »

Paolo Luca Bernardini: “l’indipendenza veneta è un processo storico inarrestabile”

paolo_bernardini_2_websiteRiportiamo di seguito una interessantissima intervista a Paolo Luca Bernardini pubblicata su Queimada, la “locanda” politica indipendentista curata da Alex Storti. Paolo Luca Bernardini, ricordiamolo, fa parte della commissione giuridica, che l’11 dicembre scorso, su iniziativa di Indipendenza Veneta, si è insediata per redigere il percorso tecnico-legale e predisporre una delibera referendaria da presentare alla Regione Veneto, a seguito dell’approvazione della risoluzione 44.

Proseguiamo il nostro ciclo di interviste con Paolo Luca Bernardini, nome noto nel panorama indipendentista e libertario. Professore ordinario di Storia moderna presso l’”Università degli Studi dell’Insubria” a Como, Bernardini ha all’attivo moltissime pubblicazioni accademiche e politiche, da molti anni ormai improntate in particolar modo alla difesa dei diritti dell’individuo e delle comunità territoriali nei confronti delle pretese dello stato. Ligure di nascita, lombardo per lavoro, veneto d’adozione: certamente una personalità piena di sfumature, come testimonia il suo percorso intellettuale e umano, Bernardini è innanzitutto un pensatore generoso che ha scelto di mettere il proprio nome, la propria visione e tanta parte del suo tempo al servizio della causa della libertà veneta, fin da quando, nel 2008, divenne Presidente del Partito Nasional Veneto.

AlexStorti – Cosa ti aspetti dalla Catalogna, alla luce del risultato delle elezioni del 25 Novembre? E dall’Unione Europea, anche in funzione veneta?

PaoloL.Bernardini – Credo sia un ottimo risultato. L’indipendenza catalana, come ha ammesso Mas all’indomani del voto, deve essere “concertata” tra le varie forze che la propongono, e ognuna “se ne deve con le altre prendere la responsabilità“. Una vittoria del partito di Mas avrebbe legittimato il futuro governo della Catalogna libera da parte di questo partito stesso, mentre molti indipendentisti si riconoscono sì nel progetto di sovranità riottenuta, ma non nelle “policies” che il partito di Mas avrebbe implementato una volta al potere (ad esempio ovviamente l’estrema sinistra indipendentista, e la stessa ERC). Keep Reading »

Elezioni politiche italiane e indipendenza del Veneto

giane-iv-6ottobreCon l’apertura della crisi politica in Italia successiva alle preannunciate dimissioni di Mario Monti è naturale chiedersi se sia opportuno o meno anche per Indipendenza Veneta partecipare alle prossime elezioni politiche italiane.
Per mia fortuna non ricopro cariche istituzionali elettive all’interno del movimento e quindi ho la libertà di potermi esprimere a riguardo e anche se ciò non fosse, non esiste appartenenza politica che mi abbia mai impedito di dire come la penso su ogni aspetto.
Voglio quindi esporre pubblicamente il mio pensiero sul punto, anticipando anche il fatto che di fronte a ragionevoli considerazioni mi riservo di riconsiderare la mia posizione e sono pronto a ricredermi.
Non è un mistero che io sia fortemente contrario alla presentazione di una lista indipendentista veneta alle elezioni politiche italiane per più ragioni.

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Sindaco di Treviso o Sceriffo di Nottingham?


Schermata 2012-12-12 alle 10.24.17Ma siamo a Treviso oppure a Nottingham? Quando un sindaco diventa esattore dello stato allora è arrivato il momento di cambiare Keep Reading »

Treviso, fiaccolata silenziosa: il coraggio per ripartire


Treviso, 10 dicembre 2012. Fiaccolata silenziosa, il coraggio per ripartire. Indipendenza Veneta ha indetto una fiaccolata silenziosa, senza simboli politici, guidata dal candidato sindaco Alessia Bellon, che si è tenuta in città, con partenza alle ore 19 da piazza Duomo e arrivo in piazza San Vito, per dare la speranza alla città che vive con angoscia un duro momento.

Non sono stati usati simboli politici perché non si voleva che la tragedia fosse strumentalizzata. Ma non abbiamo nemmeno accettato che passasse sotto silenzio la drammatica situazione di una città che in modo drammatico sta vivendo una crisi silenziosa e un degrado economico e culturale. Keep Reading »

Mega evento a Tezze sul Brenta per celebrare il consiglio regionale indipendentista

Anche Mara Bizzotto invitata il 28 novembre da Indipendenza Veneta nella sala congressi dell’hotel Pigalle

Fonte: Indipendenza Veneta

Indipendenza Veneta festeggia la convocazione per mercoledì 28 novembre del consiglio regionale straordinario dove verrà votata laRisoluzione 44, ideata dal movimento indipendentista e presentata in Regione Veneto da migliaia di cittadini il 6 ottobre scorso.
Una super maggioranza di consiglieri regionali di tutte le formazioni politiche ha dimostrato che il tema dell’indipendenza veneta ha saputo abbattere gli steccati ideologici, riscontrando ottimismo da parte del portavoce del movimento, l’ing. Gianluca Busato “siamo assolutamente certi che emergerà un voto favorevole del Consiglio Regionale sulla nostra Risoluzione verso un referendum per l’indipendenza veneta”.
Indipendenza Veneta celebrerà l’evento alle ore 21 del 28 novembre con un migliaio di simpatizzanti in sala congressi dell’Hotel Pigal, a Tezze sul Brenta (Vicenza). Nell’occasione Indipendenza Veneta ha ufficialmente invitato come ospite anche l’europarlamentare Mara Bizzotto, residente di Tezze sul Brenta. “Il contributo che Mara Bizzotto ha dato in ambito europeo per tutelare i diritto di autodeterminazione dei veneti è notevole” dichiara il segretario di Indipendenza Veneta, Lodovico Pizzati. “I nostri simpatizzanti, ma anche i cittadini veneti tutti, le sono molto grati ed il 28 novembre sarà una data decisiva piena di novità.” L’europarlamentare Mara Bizzotto ha presentato una meritoria interrogazione al presidente della Commissione Europea Josè M. Barroso affinché l’Unione Europea garantisca con monitoraggio internazionale il referendum per l’indipendenza veneta.

Secondo i promotori del percorso indipendentista, con il supporto del consiglio regionale e con l’imminente tutela della comunità internazionale, il referendum per l’indipendenza veneta avverrà a primavera 2013.

Ufficio stampa
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Quali interessi nasconde il sindaco di Merlara contrario alle riunioni dei suoi concittadini?

Gravissimo atto antidemocratico di Claudia Corradin che non dà autorizzazione a una riunione in luogo privato di Indipendenza Veneta

A Merlara ieri è successo un fatto grave, la cui responsabilità cade tutta sul sindaco Claudia Corradin, sindaco alfiere del nazionalismo italiano nostalgico dell’italietta fascista.
Questa sera era infatti prevista una presentazione pubblica del movimento Indipendenza Veneta presso la pizzeria al Grappolo, con la presenza come relatori di Gianfranco Favaro e di Michele Sarti, che siedono anche nel consiglio direttivo nazionale di Indipendenza Veneta.
Il diritto a riunirsi liberamente in luoghi privati è sancito addirittura dalla costituzione (all’art. 17) che questi personaggi sono soliti sbandierare senza nemmeno conoscerla. Sul punto si è addirittura pronunciata la Corte Costituzionale. E non oggi, o ieri, ma addirittura nel 1958 (sentenza n. 27 del 31/3/1958), dichiarando l’illegittimità costituzionale di un Regio Decreto (sic!) che limitava il diritto di riunirsi in luoghi privati anche se aperti al pubblico.
Il diritto di riunirsi liberamente caro signor sindaco di Merlara è un principio sacro, che rientra nei rapporti civili minimi che uno stato pur liberticida come quello italiano è tenuto a rispettare. Ci interessa poco sapere che l’azione pratica sia stata portata avanti magari da uno zelante quanto ignorante burocrate del Comune di Merlara: la responsabilità politica e sostanziale del grave fatto accaduto ieri ricade tutta su di lei. E ci interessa anche poco sapere che ora vada affermando di non aver negato l’autorizzazione: le pressioni esercitate sui gestori del locale sono state fatte pubblicamente e con testimoni e da lei confermate anche se con la definizione che sa da preservativo politico di “criticità organizzative”.
E allora non staremo fermi a subire la dispotica azione del Comune di Merlara che mira a privare i propri cittadini di un fondamentale diritto. Non staremo passivamente a subire la personale concezione fascista della vita di qualche personaggio, che può essere libera quando la tiene per sé, ma diventa un fatto grave quando limita la libertà di tutti.
Signor Sindaco, con queste azioni si è fatto un danno ai suoi concittadini, al nostro movimento e a tutto il Comune di Merlara, infangandolo.
Allora sappia che stamperemo 3.000 volantini, che consegneremo nelle cassette della posta di tutti i cittadini di Merlara, affinché sappiano che il loro Comune è gestito da persone che li vogliono privare di un diritto fondamentale, probabilmente per difendere un qualche oscuro interesse che è bene non sia messo in pericolo da un nuovo straordinario movimento civico che vuole portare un’aria nuova e sana anche a Merlara.

Merlara deve liberarsi degli zombie del passato che hanno paura addirittura dei propri cittadini che si riuniscono per conoscere il progetto pacifico, democratico ed elettorale di Indipendenza Veneta, che spazzerà via dal panorama politico tutti i burocrati nemici della libertà.

Gianluca Busato
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